«Io non ho mai lasciato la mia casa, quindi nulla posso sapere.»
«Ditemi allora come e quando avete conosciuto Jor.»
«Ci siamo incontrati un giorno sulle rive del lago, durante una partita di caccia ai caribou.»
«Quando?»
«Un anno fa per lo meno.»
«E Davis, il meticcio, che guidava la mia fusta, non lavete conosciuto?»
«Mai: questo nome mi è affatto sconosciuto.»
«Non vi credo.»
Il trafficante si alzò, si sedette presso il camino su una cassa vuota, poi disse:
«Avete ragione. Ho conosciuto anche quella spia degli inglesi.»
«Dove?»
«Su queste rive.»
«Chi ve lo ha presentato?»
«Il marchese dHalifax.»
«Era già dunque venuto prima sul lago, quel lord?»
«Sì, per prepararvi lagguato.»
«Per tutti i campanili della Bretagna! Lha dunque anche con me quel gran signore? Signor Riberac, non dimenticate che io sono francese, che vostro padre lo era pure e che nelle vostre vene scorre sangue francese.»
Una rapida commozione alterò il viso, diventato pallido, del trafficante.
«Mio padre è morto a Montreal mentre respingeva glinglesi,» disse poi. «Fu spaccato in due da una palla di cannone,» aggiunse con voce cupa il signor Riberac.
«E voi vi siete gettato fra le braccia degli uccisori di vostro padre! Il vostro cuore non aveva mai palpitato vedendo ondeggiare i tre colori della grande Francia?»
«Forse sì, ma io ero allora un fanciullo e la guerra aveva rovinato completamente la mia famiglia ed ho dovuto cedere dinanzi alloro inglese per non morire di fame. Tutti i canadesi dovevano cedere dinanzi alla ferocia del Leopardo dellEuropa, per non vedere le loro case completamente distrutte.»
«E perché quando il prode Washington mandò in queste contrade Arnold, siete rimasti inerti invece di aiutare la libertà americana? Si veniva a liberarvi dal pesante giogo dellInghilterra.»
«Eravamo troppo terrorizzati e le forche avevano un gran lavoro per tutti quelli che osavano parlare di Washington. Le popolazioni di Quebec e di Montreal hanno veduto molti francesi muovere le gambe nel vuoto colla lingua pendente. È vero, Jor?»
«Sì,» rispose il canadese.
«Torniamo a noi,» disse Testa di Pietra, il quale si tirava rabbiosamente la barba. «È Davis che ha preparato tutto per perderci?»
«Voleva solamente impadronirsi di due lettere, che voi dovete portare ad Arnold ed a Saint-Clair, ed immobilizzarvi nella mia casa.»
«Finché glinglesi fossero venuti ad appiccarci,» disse il bretone con voce ironica.
Il trafficante credette opportuno non rispondere.
Testa di Pietra caricò la sua famosa pipa, laccese, lanciò in aria tre o quattro nuvole di fumo denso, poi riprese:
«Sicché noi eravamo aspettati qui.»
«Tutto era preparato per impedirvi di giungere a Ticonderoga.»
«Ma Davis è morto?»
«Io non lho più veduto.»
«E tu, Jor?»
«Nemmeno,» rispose il canadese. «Ho lasciato la fusta molto tempo prima che saltasse in aria. Quando mi sono gettato in acqua, Davis, dallalto del grandalbero, sparava contro di voi.»
«E perché sei fuggito?»
«Forse perché il sangue francese aveva parlato. Mi ripugnava servire quel losco Davis che è un meticcio con ben poche gocce di sangue di uomini bianchi. Vedendo che cercava di assassinarvi, io lho abbandonato.»
«Ed i tuoi due compagni?»
«Di quelli non ne so nulla, ve lo giuro. Forse sono annegati insieme al maledetto meticcio che aveva tratto tutti noi al tradimento più infame. Il lago era battuto da grosse ondate e non so nemmeno io come ho potuto raggiungere la costa, vestito come ero.»
«E ti sei rifugiato qui.»
«Non lo nego più; sono fuggito pel passaggio segreto per tema che mi uccideste.»
«Piccolo Flocco,» disse il bretone, «che cosa faresti tu?»
«Darei fuoco al fortino e mi metterei in marcia verso Ticonderoga.» rispose il giovane.
«Senza canotti?»
«Andremo per terra.»
«E perderemo settimane e settimane,» disse Testa di Pietra. «Giungeremo troppo tardi per avvertire i due valorosi comandanti americani della grossa tegola che sta per cadere sulle loro teste. Signor Riberac, che cosa ci consigliate di fare?»
«Di rimanere qui,» rispose il trafficante. «Come vi ho detto i pellerossa, lo so per certo, ormai marciano verso le coste del lago per unirsi agli inglesi. Cadreste quindi subito nelle loro mani, tanto più che io so pure che il marchese dHalifax ha promesso un grosso premio per la vostra cattura.»
«E se vengono qui a cercarci?»
«Vi nasconderemo dentro quelle grosse botti ed avendo io delle amicizie fra i sackem Uroni, non mi riuscirà difficile persuaderli che voi non vi trovate qui.»
«Il nostro passaggio dunque è stato segnalato anche agli indiani.»
«È proprio così»
«Dagli agenti del marchese.»
Testa di Pietra si tirò rabbiosamente la barba.
«Ecco una missione ben pericolosa,» disse. «Senza un canotto noi non potremo mai giungere al forte. Non vi è la possibilità di procurarcene uno?»
«In questo momento no, ma forse potreste avere qualche scialuppa dalla nave inglese che poco fa ha sparato.»
«In quale modo? Non siamo così forti da tentare un abbordaggio.»
«Fra poco, se il tempo si calmerà, verrà qui un agente od un ufficiale del marchese, accompagnato certamente da alcuni marinai.»
«Lo aspettavate dunque?»
«Sì, ve lo confesso.»
«Per dare informazioni su di noi.»
«Precisamente.»
«Allegri, Piccolo Flocco, siamo diventati personaggi importanti che si sono lasciati però ben giocare. Eppure noi siamo bretoni e nemmeno i tedeschi sono minchioni.»
In quel momento unaltra cannonata rimbombò sul lago.
«Bisogna che risponda,» disse il trafficante. «Devo sparare tre colpi di fucile, che è il segnale convenuto.»
«E se non rispondeste?»
«Oh, verrebbero ugualmente qui per chiedermi notizie della fusta che voi montavate.»
«Corpo di trecento campanili! Che razza dimbroglio! I bretoni però son sempre bretoni e non si lasceranno prendere come le anitre.»
I tedeschi avevano portato due gigantesche botti e le avevano aperte, levando dallinterno dei grossi tamburi come si usavano in quellepoca.
Vedendo quegli strumenti, Testa di Pietra ebbe un sorriso.
«Serviranno a noi,» disse. «Una volta con quattro soli tamburi io ho abbordata una nave, ma avevo dei tamburini solidi e lesti di mano. Ah! ah! Il bel gioco che farò agli inglesi per portar via loro la scialuppa! Soneremo una carica indiavolata e li faremo scappare senza lasciare loro il tempo dimbarcarsi. Ma a noi occorrono anche delle armi da fuoco e delle munizioni, signor Riberac. Siamo pronti a pagarvele.»
«Non occorre: voi siete francesi ed io devo ben pagare la cattiva azione che ho commessa insieme ai canadesi di Davis. Ho delle bellissime carabine inglesi ed anche delle pistole dal tiro assai lungo. Metto tutto a vostra disposizione.»
«Ecco un traffcante generoso,» disse Testa di Pietra.
Riberac ebbe un pallido sorriso, poi disse:
«Non dimentico che voi sareste stati nel vostro pieno diritto di ammazzarmi: generosità per generosità. Seguitemi.»
Si avvicinò ad una gran cassa, laprì e mostrò ai due bretoni carabine e pistole, di fabbrica certamente inglese, le migliori di quellepoca, colle relative munizioni rinchiuse entro grossi corni di bue e sacchetti di pelle oscura.
«Un piccolo arsenale,» disse Testa di Pietra scegliendo subito. «Armi veramente di precisione: me ne intendo io. Su. Piccolo Flocco, ed anche voi assiani. Non perdiamo tempo. perché glinglesi possono giungere da un momento allaltro. Ah! E da quale parte entreranno?»
«Dalla porta.»
«Non conoscono il passaggio segreto?»
«No, lo conoscevano solo i canadesi.»
«Allora faremo trasportare quattro tamburi nella galleria. Ci serviranno bene. Carichiamole armi ed aspettiamo la visita deglinglesi. Io e Piccolo Flocco ci nasconderemo dietro i barili e le balle di pelli per sorvegliare da vicino quella gente; e voi, Wolf ed Hulrik, ci aspetterete alluscita del passaggio segreto. Ora, signor Riberac, volete rispondere ai segnali che fa la nave?»
«Sarebbe necessario. Già, se anche io rimanessi zitto, lagente del marchese verrebbe ugualmente.»
«Noi così potremo vederlo.»
«Ed anche udirlo.»
«Senza che voi ci tradiate?»
«Io ho dei gravi torti verso di voi ed ora farò del mio meglio per giocare glinglesi ed imbrogliarli. Ormai mi sento francese.»
«E di Jor possiamo fidarci?»
«Ora sì. Di Davis non risponderei, ma quello era un meticcio.»
«Tuttavia, per precauzione, Piccolo Flocco rimarrà qui a sorvegliarlo,» disse Testa di Pietra.
«Fate come volete,» rispose il canadese. «Mi accompagnate? Così vedremo la nave che sta per giungere.»
«Una domanda ancora.»
«Dite pure.»
«Che su quel veliero possa trovarsi il marchese dHalifax?»
«Può darsi.»
«Ah, ma non oserà sbarcare lui.»
«Non credo.»
Prese il grosso archibugio, aprì la porta del fortino ed uscì attraversando rapidamente il piccolo ponte.
Il vecchio bretone laveva seguito portando le sue armi già caricate, una carabina e due pistole a canne lunghe, a doppio tiro.
Luragano accennava a calmarsi, però il lago doveva essere ancora sconvolto, a giudicare dai muggiti delle onde che si ripercotevano come cannonate dentro limmensa foresta. Un po di luce avanzava da oriente, aprendosi il passaggio fra gli strappi dei vapori ancora galoppanti per laria, spinti sempre da un vento crudissimo. I due uomini camminarono in silenzio per dieci minuti e giunsero finalmente sulle rive del Champlain.
Un bel brigantino di forme snelle, armato di due dozzine di cannoni, bordeggiava al di là della scogliera, virando di bordo ad ogni istante.
«È linglese che aspettavo,» disse Riberac. «Sono puntuali quegli uomini dellEuropa nordica nel trattare i loro affari.»
«Lavete già veduto?»
«Sì, è comparso qui tre settimane or sono. Dava la caccia alla vostra fusta.»
«E quella brava gente non è stata capace di prenderci! Eppure montavamo una barca sgangherata che avanzava come i granchi.»
«Vi avranno perduti di vista. In questi ultimi giorni molta nebbia ha avvolto il lago.»
«Questo è vero,» rispose il bretone.
Sulla prora del brigantino brillò una linea di fuoco seguita tosto da una fragorosa detonazione.
Il trafficante attese che leco si spegnesse, rumoreggiando sotto i grandi pini e le betulle, poi scaricò il suo grosso archibugio verso il lago.
Ricaricò subito larma e sparò altre due volte.
Il brigantino, quantunque le acque fossero sempre agitatissime, si mise in panna, ossia attraversò il vento, al di là delle scogliere contro le quali si era fracassata la fusta, e lanciò un razzo azzurro.
«Va bene,» disse il trafficante. «Mi hanno capito e fra poco lagente del marchese sarà in casa mia. Non facciamoci trovare qui. Non voglio che vi vedano. Daltronde quelluomo conosce la strada.»
«Aspettiamo che mettano in acqua la scialuppa,» disse Testa di Pietra. «Mì«Mi preme contare i marinai che la monteranno.»
«Per accopparli?»
«Non mi impegnerò a fondo, siate sicuro. Noi li faremo semplicemente scappare con una carica di tamburi.»
«Su quel brigantino ci deve essere un numeroso equipaggio e se dovesse sbarcare tutto, poveri noi!»
«Un uomo e sei marinai,» disse il trafficante. «Vedete?»
«La nostra impresa sarà poco difficile,» rispose il vecchio bretone.
Una grossa scialuppa era stata calata, montata da sette uomini e si era subito diretta verso la spiaggia, lottando vigorosamente contro la risacca.
«Torniamo,» disse il trafficante. «Vi darò una prova che io ho abbracciato ormai la causa americana. Voi ascolterete tutto quello che mi dirà il signor Oxford.»
«È lagente del marchese?»
«Sì, e, a quanto pare, il suo braccio destro.»
«Se potessimo farlo prigioniero!»
«Avreste poi addosso tutto lequipaggio del brigantino e non so quale brutto momento potrebbe farvi passare.»
«Se mi prendono mi appiccano: il marchese lha a morte con me ed anche con Piccolo Flocco. Gliene abbiamo fatte troppe a lui. Vedremo: mi saprò regolare.»
«Siate prudente, non dimenticate che siamo solamente in sei.»
Accelerando il passo giunsero al magazzino passando pel passaggio segreto.
I due assiani stavano seduti sui tamburi e fumavano tranquillamente.
«Tenetevi pronti a tutto,» disse loro Testa di Pietra.
«Sì, patre,» risposero i due valorosi soldati, battendo le mani sulle carabine.
Il trafficante ed il vecchio bretone trovarono, nella vasta sala, seduti dinanzi al fuoco, Piccolo Flocco e Jor i quali chiacchieravano come se fossero vecchi amici.
«Jor,» disse Riberac, «porta dei bicchieri e molte bottiglie. Glinglesi stanno per giungere e tu sai che quella gente è sempre assetata più delle spugne.»
«E noi, Piccolo Flocco, andiamo a nasconderci in mezzo alle balle di pellicce,» disse Testa di Pietra. «Non facciamoci vedere almeno per ora.»
«Sono molti glinglesi?»
«Sette.»
«Con pochi colpi di carabina li metteremo in piena rotta.»
«Niente affatto. Porterebbero via la scialuppa e noi non potremmo più attraversare il lago. Avranno maggiore effetto i tamburi sonati al momento opportuno. Signor Riberac, conto sulla vostra lealtà.»
«La Francia aiuta gli americani e noi canadesi, ossia francesi, cercheremo di fare altrettanto. Tenetevi tranquillo e pienamente rassicurato delle mie buone intenzioni che anche Jor condivide.»
«Ora sì,» disse il marinaio della fusta.
«Silenzio,» disse in quel momento Piccolo Flocco, il quale si era spinto verso la porta. «Glinglesi stanno per giungere.»
«Nascondiamoci,» disse Testa di Pietra.
In un lampo i due bretoni attraversarono il magazzino e scomparvero dietro le casse, i barili e le balle di pelli.
Un momento dopo glinglesi entravano nel fortino.
5 La carica dei tamburi
Il drappello che il brigantino aveva mandato a terra, nonostante il pessimo tempo e i gravi pericoli che presentava la risacca allapprodo, si componeva di sette uomini.
Sei erano marinai di forme gagliarde, biondi, rosei e cogli occhi azzurri, armati di carabina e di sciabole dabbordaggio, gente che doveva aver veduto già il fuoco e che non doveva temere una sorpresa.
Il settimo invece era un uomo sulla cinquantina. che indossava un costume senza però i gradi doro vistosi, come usavano le genti di mare che uscivano da qualche accademia dellInghilterra.
Era alto, magro, coi capelli un po brizzolati, gli occhi color dellacciaio.dellacciaio, il viso un po rugoso ed accuratamente sbarbato.
Alla cintura portava due grosse pistole a doppia carica ed una piccola ascia.
Il trafficante si era affrettato a muovergli incontro, dicendo:
«Signor Oxford, fate conto di essere sul brigantino. Come sta il marchese dHalifax?»
Luomo magro corrugò la fronte, lanciò un rapido sguardo intorno e vedendo il canadese il quale era sempre seduto dinanzi al fuoco, gli chiese con voce un po altezzosa:
«Chi è?»
«Il luogotenente di Davis. Potete parlare liberamente. Sa tutto.»