Straordinarie avventure di Testa di Pietra - Emilio Salgari 7 стр.


«Lo so,» brontolò Jor, alzandosi rapidamente. «Preferisco trovarmi vostro prigioniero piuttosto che venire preso da quelle belve che non risparmiano nessuno e che mandano allaltro mondo un disgraziato fra i più atroci supplizi.»

«Sei deciso a seguirci? È già cessato di piovere, se non minganno.»

«Sono a vostra disposizione,» rispose il canadese.

«Adagio: apri prima la casacca. Potresti avere qualche pistola nascosta regalata dal generoso trafficante.»

«Non ho che i pugni.»

«Che valgono ben poco contro i miei in una partita di boxe.»

«E poi, come vedete, sono ancora tutto inzuppato dellacqua del lago. Unarma da fuoco non sparerebbe.»

«Fra poco ti asciugherai dinanzi ad un bel fuoco. La legna non manca nel fortino.»

«Sono pronto a seguirvi,» disse il canadese, con i denti stretti. «Mi confesso vinto.»

«Era tempo,» rispose il bretone. «Coraggio. Noi non ti vogliamo ammazzare anche se lo meriteresti. Piccolo Flocco, tieni docchio questuomo. Tu hai le gambe più agili delle mie.»

Il canadese ebbe unultima esitazione, poi si decise. Ormai aveva compreso che ogni resistenza sarebbe stata vana e che avrebbe potuto finire tragicamente.

«Eccomi,» disse.

I tre uomini uscirono dalla caverna legnosa e si cacciarono sotto il bosco. Testa di Pietra illuminava la via col fanale.

La grossa pioggia era cessata. tuttavia la tempesta infuriava sempre. montando dal lago e scaraventando attraverso i grandi pini nembi di nebbia freddissima prossima a congelarsi.

«Io non so da qual parte andare,» disse il canadese. «Vi ho già detto che non conosco questo paese.»

«Ti guiderà Piccolo Flocco,» disse il vecchio lupo di mare. «Non sarebbe veramente necessario, poiché tu sei uscito dal fortino del trafficante, checché tu ne dica.»

«Storie.»

«A te il fanale, Piccolo Flocco. Io guardo alle spalle questuomo con lascia alzata. Se cerca di fuggire lo accoppo!»

«Vi prometto di seguirvi docilmente,» disse il canadese. «Ormai sono nelle vostre mani.»

«Conosci la via, Piccolo Flocco?»

«Sì, mastro. Sono certo di giungere al fortino senza ingannarmi. Entreremo per il passaggio segreto?»

«Certamente: di là siamo usciti e da quella parte vi rientreremo.»

Poi mormorò: «Ed ora andiamo a fare i conti anche con quel caro signor Riberac.»

4  Il brigantino inglese

Piccolo Flocco procedeva con precauzione per tema dingannarsi sulla vera direzione del magazzino che le tenebre, ancora foltissime, rendevano assolutamente invisibile, anche per luomo dallo sguardo più acuto.

E poi vi erano mille ostacoli da superare ad ogni istante, perché il vento, mentre i tre uomini si affrettavano nella caverna, aveva abbattute molte piante che dovevano superare a fatica non trattandosi sempre di pini e di betulle di modeste dimensioni.

Ruggiva intanto sul lago la bufera e si udivano le onde sfasciarsi rabbiosamente contro le scogliere.

Le raffiche passavano ad intervalli al di sopra della foresta ululando cupamente e schiantando gran numero di rami.

La pioggia ricominciava, a tratti, sfrondando le foglie poiché lasciava cadere dei goccioloni sconosciuti nei nostri climi.

I tre uomini, investiti continuamente dal vento e dallacqua, avevano percorso duecento metri, cercando sempre di orizzontarsi, quando verso il lago si udì rimbombare una cannonata.

«Pezzo da ventotto!» esclamò Testa di Pietra, il quale sera subito fermato. «Il ventotto è un cannone inglese.»

«Che qualche nave di Burgoyne sia già giunta?» chiese Piccolo Flocco.

«È probabile,» rispose il vecchio bretone.

«Qualche esploratore?»

«Va a domandarlo al comandante che la guida.»

«Che cerchi di approdare qui?»

«Non vi sono ancoraggi per le navi qui, quindi sono tranquillo, per il momento.»

«Perché per il momento?»

«Perché se glinglesi sono già giunti, non so come faremo a recarci a Ticonderoga. Ci taglieranno la via dalla parte del lago e noi rimarremo sempre immobilizzati in mezzo a questi boschi con glindiani alle costole. Siamo però sempre i due bretoni della Tuonante, e in qualche modo ce la caveremo. A New York non tornerò certamente senza aver compiuta la mia missione. Bum! Unaltra cannonata! Che quella nave sia in pericolo? Speriamo che tocchi qualche scogliera come la nostra fusta e che si rompa.»

«Tu che hai lorecchio più esercitato del mio, dal rombo sapresti dirmi a quale distanza può trovarsi la nave?»

«A sette od otto miglia per lo meno,» rispose Testa di Pietra. «Andiamo avanti e lasciamo che spari. Dobbiamo già essere presso il passaggio segreto.»

«Sta quasi di fronte a noi,» rispose il giovane marinaio, il quale, pure parlando, non aveva cessato di camminare.

«Affrettiamoci, siamo nuovamente inzuppati ed il vento è freddissimo.»

Attraversarono una piccola macchia di betulle e giunsero dinanzi al passaggio.

«Lo conosci, Jor?» chiese Testa di Pietra al canadese. «Tu devi essere uscito proprio di lì.»

«Io non ho mai veduta questa galleria. Da quando sono approdato non ho fatto altro che aggirarmi sotto i boschi.».

«Là, là! Tu vuoi farci bere grosso, è vero? Sei abbastanza scaltro, ma noi non siamo degli stupidi. Vuoi che ti dica una cosa?»

«Dite pure.»

«Tu devi aver conosciuto il signor Riberac.»

«Vi ho già detto di non aver mai udito questo nome,» rispose il canadese, il quale seguiva da presso Piccolo Flocco.

«Lo sapremo fra poco,» disse Testa di Pietra.

Percorsero la breve galleria piena di umidità e impregnata di un tanfo di legnami e di radici corrose e giunsero finalmente al magazzino, entrando nello spazio lasciato misteriosamente libero dietro le grosse botti e le balle di pellicce.

Testa di Pietra fu pronto ad afferrare Jor per una mano, per tema che gli giocasse qualche sorpresa e spinse lo sguardo dentro il vasto stanzone.

I due tedeschi erano seduti dinanzi al fuoco e fumavano gli eccellenti sigari del Maryland avendo ognuno, a portata di mano, una bottiglia di gin.

Il trafficante invece passeggiava intorno alla tavola col viso assai abbuiato.

«Signor Riberac, siamo già di ritorno,» disse Piccolo Flocco il quale portava sempre la lanterna. «Dobbiamo darvi una bella notizia.»

«Che avete ucciso qualche orso?» chiese il trafficante fermandosi di colpo ed aggrottando la fronte. «Quando piove escono dalle loro tane e non è difficile incontrarli in questi dintorni.»

«Abbiamo catturato un uomo,» disse Testa di Pietra, spingendo innanzi il canadese. «Lo conoscete?»

Il trafficante guardò Jor e diventò pallidissimo, ma si rimise subito e rispose:

«Io non ho mai veduto quella faccia.»

«Eppure si era nascosto nel vostro magazzino.»

«Oh! È impossibile! Da qual parte è entrato, dunque?»

«Da una galleria che immetteva in piena foresta, aperta dietro il vostro fortino.»

«Che storie mi venite a raccontare. mastro?»

«Delle storie autentiche, signor mio.»

«Quandio, dieci anni or sono, ho acquistato questo magazzino da un altro francese che era stato mezzo scotennato daglindiani, non ho notato che vi fosse qualche passaggio. Se me ne fossi accorto mi sarei affrettato a turarlo onde impedire che qualche malandrino sintroducesse qui durante il mio sonno.»

«È strano!»

«Eppure è così.»

«Eppure questuomo, che faceva parte dellequipaggio della nostra fusta, ha saputo scoprirlo e si è riposato dietro le botti, lasciando dovunque le sue tracce.»

«È vero?» chiese il trafficante, guardando il canadese.

«È vero?» chiese il trafficante, guardando il canadese.

«Io ho già detto che non sapevo nemmeno che qui si trovasse un fortino,» rispose il prigioniero il quale si era seduto dinanzi al fuoco fra i due tedeschi. «Mi hanno preso dentro una caverna scavata in un pino malato dove stavo riposandomi.»

«Tu menti!» urlò Testa di Pietra. «Ti abbiamo inseguito.»

«La notte era troppo scura per vedere un uomo fuggire.»

«Ma noi avevamo il fanale.»

«Avete inseguito forse qualche indiano, non me.»

«Hai udito, Piccolo Flocco?»

«Quelluomo gioca di audacia,» rispose il giovane marinaio, il quale intanto aveva fatto segno ai due tedeschi di sorvegliarlo strettamente. «Negare tutto è il suo sistema. Fra poco ci dirà che non ha mai conosciuto nemmeno Davis.»

«È probabile,» rispose il vecchio bretone. «Noi però lo costringeremo a parlare se vorrà uscire vivo dalle nostre mani.»

«Voi dimenticate che siete in casa mia,» disse il trafficante picchiando fortemente il pugno sulla tavola. «Io ho accordato ospitalità a degli uomini bianchi, compatrioti di mio padre e non a dei pellerossa.»

«Noi faremo quello che vorremo,» disse risolutamente Testa di Pietra. «Basta tradimenti, per tutti i campanili della Bretagna!»

«Avete avuto finora da lamentarvi di me?» chiese il trafficante, il quale si era un po impressionato vedendo Piccolo Flocco chiudere a gran corsa la porta del fortino, e sbarrarla.

«No, ma noi siamo caduti, mi pare, senza volerlo, entro una vera trappola.»

«Perché, marinaio?» chiese Riberac con voce alterata.

«Ve lo dirò più tardi. Noi però siamo in quattro e se anche giungessero gli inglesi non entrerebbero facilmente qui.»

«GIinglesi!»

«Non avete udito tonare per due volte il cannone sul lago?»

«No.»

«E tu, Hulrick?»

«Quel colpo afer fatto tremare la casa.»

«E tu, Wolf?»

«Ho gli orecchi che ancora mi ronzano,» rispose il secondo tedesco.

«Signor Riberac, sareste per caso sordo?» chiese Testa di Pietra il quale cominciava ad irritarsi. «Mi pare però che siate anche cieco, poiché non riconoscete più luomo che abbiamo condotto qui dentro e che si nascondeva qui come un piccolo orso. Che cosa venite a raccontarci che non conoscevate il passaggio segreto? Dovevamo proprio scoprirlo noi!»

«Io comincio a trovarvi noioso, marinaio, e perciò vi prego di lasciare la mia casa e di andare a cercarvi un altro rifugio.»

«Se fuori piove! Noi non lasceremo questo camino che spande un calore così dolce. E poi vedete bene che siamo bagnati.»

«Dovevate rimanere qui.»

«Per farci assassinare forse da questo canadese? Abbiamo preferito scovare questo pericoloso malandrino.»

«Io vi ripeto che quelluomo non è mai venuto a vendermi pelli e che perciò non lho mai veduto prima dora.»

«Ne sono convinto: mentite tutti e due qui dentro, canaglie!» urlò Testa di Pietra impugnando lascia. «Voi vi conoscete perfettamente.»

«Vorreste uccidermi?» chiese il trafficante diventando pallido come un cencio lavato.

«Noi non siamo dei pellerossa, però siamo tali uomini da imitare quei terribili guerrieri.»

«Che cosa volete? Il mio magazzino insieme a tutte le ricchezze che contiene? Qui dentro, solamente in pelli, vi sono diecimila dollari.»

«Che erediteranno i vostri parenti se avrete la sfortuna di morire. I corsari sono pirati. Noi siamo caduti in una seconda trappola. Il marchese dHalifax deve aver ben speso per procurarsi dei briganti della vostra specie.»

«A me date del brigante!» gridò il signor Riberac.

«E ve lo ripeto in faccia.»

«Uscite!»

«Da dove?»

«Sono in casa mia.»

«La porta è chiusa, il passaggio segreto è troppo umido e noi non desideriamo affatto prenderci qualche pericolosa costipazione che potrebbe tramutarsi in una bronchite o, peggio ancora, in una polmonite, magari doppia. Si sta troppo bene qui. Vengano glinglesi o glindiani: mostreremo loro dei denti lunghi come un pino.»

«Sicché, a quanto pare, mi considerate vostro prigioniero.»

«Precisamente, caro signor Riberac figlio di un bretone.»

«Lasciate andare quel caro: non ci tengo affatto.»

«Corpo dun tuono!» gridò Testa di Pietra. «Siete dei banditi e come tali vi tratteremo.»

«Noi ci difenderemo,» disse il trafficante facendo un salto verso la parete per staccare un fucile.

Piccolo Flocco, che lo sorvegliava attentamente, fu prontissimo a tagliargli il passo.

«Briganti!» gridò il trafficante furioso. «A me, Jor.»

«To! To! Come va ora, caro signor Riberac, che lo conoscete questo canadese? Fino a pochi momenti fa avevate sostenuto di non averlo mai conosciuto,» disse Testa di Pietra. «Vi siete tradito.»

Il trafficante si morse le labbra e fece un gesto di furore.

«Orsù, spiegatemi come da un momento allaltro vi siete ricordato di avere avuto ancora a che fare con questo canadese.»

«Andatevene! Questa è casa mia!» urlò il trafficante schiumante di rabbia. «Se non ve ne andate farò venire glindiani e vi farò scotennare.»

«In quale modo andrete ad avvertirli?»

«Ho dei tamburi dentro quelle grosse botti, che contavo di vendere aglinglesi alla prima occasione e questo rullo è conosciuto dagli Uroni.»

«Non vi lasceremo suonare, così nessuno verrà, almeno per ora, a disturbarci. Vi arrendete? Io prendo possesso dalla vostra casa in nome del generale Washington, avendo egli accordato a me pieni poteri.»

«Il vostro generale è un ladro!»

«Chiudete il becco, caro signor Riberac, e lasciatevi legare. Non voglio che mi scappiate.»

«Legarmi!»

«E lasciatevi anche mettere dentro una di quelle grosse botti. Jor avrà pure una prigione eguale.»

Il trafficante, livido di collera, tentò nuovamente di gettarsi verso il fucile, ma anche questa volta gli fu impedito dimpadronirsene da unaltra mossa di Piccolo Flocco.

«Banditi!» urlò. «E vi ho accolti come amici!»

Testa di Pietra scoppiò in una fragorosa risata.

«Come amici per poi consegnarci aglinglesi. Alla larga da queste belle amicizie: se ne può fare a meno.»

Durante quel colloquio il canadese non aveva pronunciata una parola. Era sempre rimasto dinanzi al fuoco non pensando che ad asciugarsi.

Anche quando il trafficante laveva chiamato per impegnare la lotta, non sera mosso. Daltronde indosso non aveva nessunarma e pareva che si fosse rassegnato al suo destino.

«Wolf, Hulrick, portate qui due di quelle botti. Scegliete le più grosse.»

I due tedeschi gettarono i sigari, legarono prima le mani dietro al dorso al canadese perché non approfittasse della loro assenza per tentare qualche colpo di testa e si spinsero verso lestremità del magazzino, gettando in aria balle di pelli e rovesciando casse per aprirsi un passaggio più largo.

Il trafficante si era lasciato quasi cadere su una pelle dorso che si stendeva dietro la tavola, prendendosi il capo fra le mani e continuando a mormorare:

«Assassini! Briganti!»

Piccolo Flocco lo sorvegliava col fucile che aveva staccato dalla parete, seduto su una cassa.

«Signor Riberac,» disse Testa di Pietra, «non spaventatevi, ché noi non siamo gente feroce, anzi tuttaltro. Volete un bicchierino del vostro eccellente gin? Vi darà un popò di forza.»

«Andate allinferno!»

«Non così presto, caro signore. E poi noi dobbiamo ancora fare quattro chiacchiere senza arrabbiarci. Sapreste dirmi dove si trovano ora glinglesi?»

«Io non ho mai lasciato la mia casa, quindi nulla posso sapere.»

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