Sì, sì, capisco: adesso io potrei ancora rimettermi in circolazione. Dieci anni di più non sono poi un gran guaio. Si nascondono così facilmente (accennando al viso) sotto questo intonaco! E quanto alla mia salute zoppicante, perchè darsene pensiero? Anzi! È chic portare in giro qualche decimo di febbre, qualche pilloletta di catramina Sicchè, sul fatto della circolazione, nulla in contrario: siamo perfettamente d'accordo. (Diventando seria e quasi sottomessa) Ma tu sai che di qualche altra cosa dobbiamo parlare.
Cesare(rannuvolandosi) Io non credo opportuno parlarne qui. Potrebbero ascoltarci e proprio tu ne saresti profondamente addolorata
GigettaVisto che mi hai dato il congedo, bisogna per forza che noi ci diciamo sùbito tutto quello che abbiamo da dirci. Per non essere ascoltati, abbasseremo la voce
Cesare(agitato, impaziente, cerca d'imporsi un po' di calma. La sua fisonomia esprime l'intima concitazione, ma il tono piano della sua voce la dissimula in una cortesia quasi affettuosa.) Del resto, mia cara Gigetta, non si tratta che di riepilogare con esattezza ciò che è passato tra noi due relativamente alla persona di cui ti preoccupi.
GigettaMa no, Cesare: questo non è necessario
CesareÈ necessario, perchè tu mostri di averlo dimenticato. Un giorno, fra le follie della nostra luna di miele, tu fosti invasa da una stranissima tristezza. Volesti a un tratto confessarmi di essere stata madre prima che io ti conoscessi e di avere abbandonata una figlia, alla quale ti eri completamente sottratta
GigettaPurtroppo!
CesareMi supplicasti di raccoglierla dall'Ospizio dei Trovatelli, ed io, che non sapevo rifiutarti nulla, accondiscesi ad ospitare la piccola intrusa
GigettaTe ne fui e te ne sono tanto grata Puoi dubitarne?