(un po' mortificata e anche meravigliata) Credevo che per una volta Gli è che stamane ed ecco quel che ti dicevo ho cominciato col far quattrini. Sicuro! Sono andata dalle Suore, le quali, come di solito, mi hanno accolta festosamente, e subito m'hanno data la buona notizia che il cuscino era stato venduto alla baronessa Non mi ricordo a quale baronessa, ma insomma era stato venduto.
MarioIl cuscino! Quale cuscino?
CleliaCome! Non l'avevi veduto? Non lo avevi ammirato? Già, hai ragione, io l'ho fatto di nascosto perchè non ero certa di riuscire. Ma sono riuscita!.. Era di raso azzurro, sai, chiaro chiaro: una tinta deliziosa; e sull'azzurro spiccavano i rami verde cupo e i fiori di velluto d'un rosa pallidissimo. Modestia a parte, un gusto sopraffino. Pareva un quadro un quadro tuo! Che bellezza! Che bellezza!
MarioMolte spese, però.
CleliaOh! non molte (Facendo il conto) Un trentacinque lire: non più.
MarioE le Suore te l'hanno venduto per
Clelia(imbarazzata come una bambina) Per qualche cosa di meno. Ma guarda: per la prima volta bisogna transigere. Tutto sta a mettersi in carreggiata Vedrai, vedrai che quattrini!
MarioSì, sì, vedrò. E che altro hai fatto?
CleliaEro tutta contenta d'aver lucrato via lasciamene l'illusione d'aver lucrato una bella sommetta, e mi sono messa in giro, perchè ho pensato: «profittiamo del buon quarto d'ora.» Avevo stabilito di non ritornare a casa se non avessi conchiuso sul serio qualche affaruccio. Ma il quarto d'ora era già passato! Sta' a sentire. Sapevo che alla Ville de Londres era disponibile il posto di direttrice Dirigere una sartoria!.. L'idea mi sorrideva. Vi sono andata. Ma il signor Angeloni, il proprietario, mi ha subito riconosciuta e mi ha detto: se volete ordinare degli abiti sono a vostra disposizione, ma che io mi permetta di dare a voi cento lire al mese è addirittura inverosimile. Poi sono andata da Madame Richard. Nella sua casa, veramente, non sapevo che fosse disponibile nessun posto Pure ci sono andata con non so quale speranza nel cuore. Madame Richard, da quella donna d'esperienza che è, s'è meravigliata meno del signor Angeloni Senonchè, m'ha detto che avrebbe potuto offrirmi l'ufficio di essayeuse Cinquanta lire al mese per mettermi addosso la roba altrui e star lì come un attaccapanni a girarmi e a rigirarmi avanti alle contesse e alle principesse armate di lorgnettes e di malignità!.. Capirai: non ne varrebbe la pena e sarebbe superiore alle mie forze Finalmente, mi sono recata all'Agenzia dei Fratelli Morandi. Uh! per far loro intendere che io chiedevo e non offrivo un'occupazione di governante, c'è voluto un bel po'. Hanno preso nota del mio nome e della mia abitazione, e quando ho voltato le spalle m'è parso di sentire che sghignazzassero, burlandosi di me (Con malinconia) Forse anch'essi m'avevano riconosciuta. (Pausa)Ero stanca Ho fatto delle spesucce e sono montata in un tram. Uno sfaccendato m'importunava; sono discesa: lo sfaccendato è disceso anche lui e m'ha seguita: ed io, per liberarmene, ho presa la prima carrozzella che mi è capitata dinanzi: una carrozzella sciancata ch'era un piacere a starci dentro; e sono arrivata qui, tutta scombussolata, con le ossa rotte, senza aver conchiuso niente! Mah! (Sospira.) Lasciamo fare alla provvidenza (Sorride tristamente.) E se quella lì non ne vuol sapere, rimedieremo altrimenti Perchè, tanto, è meglio morire che vivere assai male!..
Mario(con rammarico affettuoso) Questo è poco confortante per me che sono la ragione vera dei tuoi sagrifizii
Clelia(scotendosi e fingendosi rianimata ed allegra) Su! su! Non farmi quella faccia da sepolcro! Se ho avuto un momento di tristezza, perdonami. E non parlarmi più di sacrifizii. Del resto, ne hai fatti e ne fai tanti tu per me.
MarioIo! Io!.. Che faccio io per te? Che cosa posso fare? Che cosa so fare? (Quasi parlando tra sè)Sì, dipingo! Oh! il gran pittore che sono! A stento riesco a guadagnare quanto basta per non lasciar morire d'inedia quella povera mamma mia, acciaccata e sola com'è
CleliaHai soccorso pure me, tante volte! Sei stato così delicatamente generoso
Mario(con ironia contro sè medesimo) Ma sì! Generosissimo!
CleliaE quando sarai tranquillo di spirito, guadagnerai anche di più. Farai dei bei quadretti Anzi dei quadrettoni, e io sarò la tua modella Ho già un nomignolo di modella! Cosuccia Ero predestinata Ma bada che allora vorrò essere pagata (Scherzando amorosamente) E tu mi pagherai! Oh! se mi pagherai!..
MarioNon t'illudere, Clelia mia. Credimi, sarò sempre un imbrattatore di tele: qui dentro (toccandosi la fronte) non c'è niente!
Clelia(energicamente) E quest'è la tua sventura! Chi non comincia col credersi per lo meno un genio, non sarà mai apprezzato da nessuno. (Indi, eccitandosi in una falsa allegria) Ma che importa?.. Sei un genio per me, e basta! Non ti apprezzano gli altri? Peggio per loro! Non ti festeggiano? Ti festeggio io! Adesso, per esempio, ti offro un banchetto. E che banchetto! Ho qui (disfacendo i cartocci)della galantina eccellente un po' di tartufi in boîte e perfino dei sospiri di Van Bol Non mi sgridare: era tanto tempo che non mangiavo dolci! Ne ho presi per me, per te e anche per la tua mamma. T'offro, come vedi, un banchetto luculliano. Vino, poco; ma buono cioè, così così: una mezza bottiglia di Capri bianco. Ti piace?
Mario(sempre più rattristandosi) Ho già fatto colazione a casa. Grazie. Mangia tu, cara Clelia, che devi avere appetito.
CleliaAppetito?.. Fame! Fame! Altrochè appetito! (Va aggiustando graziosamente la piccola mensa.)Dunque, non vuoi accettare? Auff! fai lo schizzinoso Vedi mi mortifichi (Mette in mezzo alla tavola dei fiori.) Benissimo! (A un tratto)Ah!.. ho dimenticato la cosa più importante: il pane. Ma non è nulla. Ora ordino a uno dei miei servitori che me ne comperi. (Va alla finestra.)
MarioChe fai?
CleliaChiamo uno dei miei dodici servitori: il portinaio. (Chiamando) Don Saverio! Don Saverio! (Pausa.) Fatemi il piacere di comperarmi quattro soldi di pane. (A Mario) Ho fame, io! (Al portinaio)Ma, badate: voglio di quei panini neri Andate giù, alla Panetteria Francese (Pausa. Poi, rispondendo al portinaio) Sì, sì, laggiù (Pausa.) Ah! ho capito: non avete i soldi. Ebbene, venite qua, salite, chè ve li darò io. (A Mario, celiando) Quest'uomo non ha mai il becco d'un quattrino!
MarioUn genio incompreso anche lui!..
Clelia(gira intorno, impaziente, andando in cerca di qualche cosa) Diamine diamine
(gira intorno, impaziente, andando in cerca di qualche cosa) Diamine diamine
MarioChe cerchi?
CleliaNulla (Si fruga nelle tasche.) Non trovo il portamonete, ecco. (Continua a frugare.)
MarioSicchè?..
Clelia(desolata) Ehi me l'avranno rubato nel tram Ma no! Se ho pagato il cocchiere della carrozzella Ah! comprendo: siccome ho pagato prima di scendere, così certamente l'ho lasciato nella carrozzella Che testa, mio Dio, che testa! (Si scorge in lei uno sconforto tetro.)
Portinaio(picchia alla porta.)Mario(scrollando il capo, apre.)CleliaMario ce li dài tu i quattro soldi?
Mario(dopo aver messo le mani nelle saccocce, dice con tormentoso rincrescimento:) Non ce li ho.
Clelia(costringendosi alla disinvoltura e alla gaiezza)Beh!.. poco male! Banchetteremo senza pane. (Al portinaio) Grazie, don Saverio: non ho più bisogno di voi. (Ma il portinaio indugia.) Che è? Avete da dirmi qualche cosa?
Portinaio(le si avvicina e le parla all'orecchio)È venuto, poco fa, il padrone di casa Si lamentava che pareva avesse mal di stomaco Ha detto che un altro giorno aspetterà, e poi mi spiego? Voleva salire, voleva: ma io gli ho detto che non c'era nessuno.
Clelia(sottovoce) E ritornerà?
Mario(sente confabulare senza intendere le parole e monta in collera) Sempre misteri! Sempre confabulazioni segrete!
Clelia(dolcemente) Nessun mistero
MarioVoglio sapere!
CleliaOh! io non volevo dirtene nulla per non seccarti, ma giacchè Dio sa che scioccherie sospetti e sei molto ingiusto , eccoti la verità: il padrone di casa vuol mandarmi via. Sei contento, ora?
Mario(mortificato e calmo) Non ti manderà via. Fra un paio di giorni, se non prima, avrà quello che deve avere.
CleliaAvete udito, don Saverio? Sicchè, ditegli che stia tranquillo E, per carità, se ritorna, non me lo fate vedere! Uh! quanto è antipatico!
Portinaio(stringendosi nelle spalle, se ne va borbottando.) Antipatico antipatico Se quello viene, posso io dirgli d'andarsene?.. Basta (Esce, chiudendo la porta.)
Clelia(con uno dei soliti sforzi di finta spensieratezza)Sì, sì, basta con i guai, oggi!.. «Signora Clelia il pranzo è servito» (Siede a tavola. Cava il turacciolo dalla bottiglia, e versa il vino nel bicchiere, mentre Mario è lontano. Indi, a un tratto, cede a un istante d'abbattimento, appoggia i gomiti sulla tavola, e fra le mani stringe il capo abbandonato.)
Mario(se ne accorge e le si avvicina alle spalle) Clelia mia, lo vedi: questa vita non è per te!
Clelia(senza alzare il capo, con dolcezza) Non mi dir niente, Mario.
MarioNo, non ti rimprovero Tutt'altro! (Le bacia i capelli.)
Clelia(gli si volta con le lagrime agli occhi) Mario mio
MarioTu mi lascerai Tu devi lasciarmi: lo comprendo.
CleliaNo
MarioDevi lasciarmi.
CleliaMa io ti voglio bene! Mario, credimi. Te lo dico semplicemente: io non potrei più vivere senza di te.
MarioTi sembra così perchè ora non vedi che me, perchè ora eviti qualunque tentazione, perchè vivi isolata: tutta la tua vita è concentrata nella mia persona, e tu dimentichi perfino che ci sono al mondo tanti altri uomini, sì, tanti altri uomini migliori di me, meno noiosi, più attraenti, più intelligenti (Concitandosi) Ma se questi uomini ti stessero un po' attorno, tu, pure essendo buona come sei, pure amandomi come mi ami, cominceresti a fare dei confronti e cominceresti a comprendere di nuovo che il bacio che ti do io non vale più di quello d'un altro. Grado grado, ti persuaderesti di essere vittima di una fissazione, d'un equivoco e anche prima di lasciarmi mi tradiresti
Clelia(di scatto) Mai!.. Questi altri uomini, che dici tu, io li ho conosciuti, io me li ricordo: li incontro ancora, talvolta, per la strada E li faccio sempre i confronti, e non mi riesce di trovarne uno che mi paia migliore del mio Mario. E poi, me li figuro vicino a me, desiderosi di me (con evidenza) e, al solo pensiero di averne un bacio, io provo disgusto, io sento ribrezzo Come potrei dunque tradirti?.. Non è già che io pretenda d'essere una donna virtuosa Non ho nemmeno un'idea chiara di ciò che sia la virtù Ma non saprei, non saprei più subire nessun fastidio del cuore e del senso. E dimmelo tu: questo disgusto, questo ribrezzo, quest'impossibilità, completa, assoluta, di tollerare, da che ho conosciuto te, sinanche un bacio, un semplice bacio, d'un altro uomo, che cosa significa? È la virtù?.. o è il vizio?.. È un bene?.. o è un male?.. Io non lo capisco. Ma capisco ed è certo che solamente tu mi sei piaciuto e solamente tu mi piaci, e che tua, tutta tua, esclusivamente tua posso e voglio essere.
Mario(commosso) Clelia! Clelia!
Clelia(con amorevole abbandono) Mi hai trasformata
MarioClelia mia, ti ringrazio (La bacia.)
(Tutti e due si calmano. Mario si stacca da lei rincorato, svelto, arzillo e va a prendere il cappello e il quadretto.)
Clelia(scontenta) Che fai! Mi lasci proprio adesso?
MarioSì, ti lascio proprio adesso, perchè adesso mi sento benone, pieno di coraggio Ho una buona speranza Mi pare che tutto ciò che tenti adesso mi debba riuscire Ho qui un piccolo capolavoro (Mostra il quadretto avvolto in una carta.)
CleliaLasciami vedere
MarioÈ una testina: pare il ritratto d'una scimmia. Ma ho appuntamento con la cima degli imbroglioni: un mezzano d'arte apocrifa. E, perbacco, oggi stesso quello lì mi farà trovare il compratore americano!
CleliaLasciami vedere..
Mario(allegro) Ti farò vedere il biglietto rosso. Ahi ah! ah! Arrivederci, (l'abbraccia e bacia) arrivederci, cuor mio, Cosuccia mia, tutta mia, solamente mia
Clelia(ansiosa e triste) Non te ne andare ancora Aspetta Mi sembra così brutto che tu te ne vada ora che la tristezza è passata
MarioVa là, che voglio profittare di questo lampo di genio! Vado e torno presto. (Via di corsa chiudendo l'uscio.)
Clelia(sùbito lo riapre, chiamando Mario come se avesse bisogno urgente di trattenerlo) Mario!.. Mario!.. (Tra sè) Ih! come corre!.. (Senza chiudere l'uscio, si accascia sulla sedia presso la porta.)