La legge Oppia : commedia togata in tre atti - Anton Barrili 2 стр.


Eh, queste cose s'imparano presto ed ella si fa in breve agli usi delle gran dame. Tu la vedrai, Annia Luscina; tra poco ella sarà qui A proposito, veniamo all'essenziale. Ci abbiamo di grandi cose che sono in relazione colla nostra congiura. Abbiamo sta attenta!.. abbiamo un grande arrivo dalla Grecia.

Annia

(facendo il viso scontento)

Ah, filosofi?

Marzia

Meglio ancora.

Annia

Manco male; mi avevate già fatto paura. E chi dunque?

Marzia

Una

Annia

Una?

Marzia

Te la darei alle cento, e non ti apporresti. Una mercantessa di mode.

Annia

Qui? colla legge Oppia?

Marzia

Sì, e per merito della legge Oppia ne avremo noi le primizie. Figùrati; appena giunta, l'avean fatta carcerare. Ma Caio Atinio Labeone, nostro marito, non è pretore dei forastieri per nulla. Egli l'ha fatta chiamare a sè ed ha sequestrato la merce. E la greca e la merce, saranno qui, per opera mia, entrando dall'uscio sul vicolo. Tutto ciò per vedere, s'intende e per toccare eziandio.

Annia

Ah, sia lode agli Dei immortali! La legge Oppia avrà fatto una cosa buona l'unica da vent'anni in qua. Vediamo dunque; io spasimo dalla voglia.

Marzia

Tosto che giunga. Chetati ora! Ma che è? Forse la greca?

(vedendo Birria comparso dalla fauce a destra)

Birria

No; è Marco Fundanio, tribuno.

Claudia

Per te, figliuola, per te!

(volgendosi a Marzia)

Marzia

Grazie, ed anche un pochino per te. Non sei tu sempre più bella di noi?

Claudia

Adulatrice!

SCENA IVMarco Fundanio e Detti, Birria in disparte

(Marco Fundanio indossa una tunica bianca, listata di porpora, che scende poco oltre il ginocchio. Calzari allacciati sul collo del piede con striscie di porpora. Toga portata con garbo sugli òmeri. Cappello di feltro a tesa stretta, che toglie nello entrare. Mazzetta nera tra mani).

Birria

Tra male gatte è capitato il sorcio!

(tra sè)

Annia

Salve, speranza e presidio delle matrone romane.

Fundanio

Meglio amerei esser desiderio di una tra esse; ma valgo troppo poco, lo so. Comunque sia, son cosa vostra.

Volusia

(sotto voce a Claudia)

Senti, mamma, com'è carino? E' non par nemmeno uno di quelli che mettono il veto da per tutto.

Fundanio

(che ha udito le ultime parole di Volusia)

Bella fanciulla, io, se potessi, non metterei che un veto solo in mia vita.

Volusia

E a che cosa?

Fundanio

Alle tue nozze con Claudio Pulcro. Ma, per ciò fare, oltre il tuo beneplacito, mi bisognerebbe esser nobile, come uno della gente Claudia, della nobilissima tra tutte.

Claudia

(dopo un grazioso inchino)

Egli è pur vero che, di cotesti veto voi ne pronunziate troppo spesso, o tribuni.

Fundanio

Ma egli è vero altresì che se fossero consoli le matrone, il laticlavio ci avrebbe più ossequenti a gran pezza.

Annia

Oh, egli dee pur venire, il gran giorno! Dimmi, tribuno, non c'è' egli un'isola, dove le donne regnano sole, dopo aver messo gli uomini al bando?

Fundanio

Dicono, e invero, mi pare un po' troppo.

Annia

Ah, non dico già di mandarli via inesorabilmente

Fundanio

Meno male!

Annia

Ma di tenerli in freno e di far le leggi un po' noi.

Fundanio

Dolcissime leggi! Esse hanno la mia tribunizia approvazione fin d'ora.

Claudia

Or dunque, Marco Fundanio, poichè a queste giovani donne la è girata così, e tutta Roma femminile lo vuole, siedi e narraci come stanno le cose.

Birria

Ah, sentiamo!

(da sè, stropicciandosi le mani)

Marzia

(avvedendosi della sua presenza)

Che fai tu qui? Va al tuo posto.

Birria

Alla porticina?

Marzia

No, all'ingresso dell'atrio, al balcone che guarda sulla strada, e chiunque venga, corri a darcene avviso.

Birria

Che peccato! E' voleva esser gustoso, questo tribuno delle donne.

(esce)

Fundanio

Da dove comincierò? Che tutta Roma femminile vuole l'abrogazione della legge, tu l'hai detto, nobilissima Claudia. Io dirò che; nel Foro, alla Basilica, alle Botteghe vecchie, al tempio di Càstore, nel borgo de' Toscani, al Velabro, non si parla più d'altro. Il popolo, così in di grosso, non mi pare che veda di mal occhio la cosa. E lo si capisce; tutti hanno donne, cui andare a' versi. Ma i vecchi i vecchi son duri. Basta; s'andrà ai comizi e là ci vedremo. I senatori, son nostri; già m'immagino che le belle matrone avranno fatto il poter loro, che è molto

Marzia

Di ciò non darti pensiero; sanno il debito loro.

Annia

Io, tra ier l'altro, ieri e stamane, ho già veduto sessanta mogli di senatori. E ho girato senza cocchio! Ecco qui le mie tavolette; vedi? la Pubblia, le Cornelie, la Bebia; e qui la Giunia, le Flaminie, le Claudie insomma, ho detto sessanta. E tutte, ognuna dal canto suo, hanno fatto altrettanto. I mariti tentennano, ed è già molto che non ardiscano dire di no, come facevano prima.

Fundanio

In casa, sta bene; ma, nei comizi, come si diporteranno costoro? Ecco il guaio. Ma incominciamo dal meno. I comizi possono essere levati innanzi di conchiudere. Il rito dell'assemblea offre appigli e gretole agli avversarii, più che non vi pensiate.

Marzia

O come?

Fundanio

Vedete, se già tutte le centurie fossero adunate e la discussione avviata, e ad un tratto sparisse lo stendardo inalberato sul Gianicolo, sarebbe sciolta l'assemblea senza fallo. Ciò si è veduto altre volte, chè non si fece buona custodia lassù.

Marzia

Oh! ma si provvede. Una guardia di donne al Gianicolo!

Annia

E chi leverà lo stendardo sarà bravo, fosser pure gli apparitori di Marco Porcio Catone.

Fundanio

Oh, di questo non temo. Il console è uomo di virtù antica e non tenterà cose illegali. Egli, e ciò temo davvero, ci fulminerà colla sua maschia eloquenza. Un altro pericolo, e grave

Annia

E quale?

Marzia

E quale?

Fundanio

Mangieranno, i polli sacri?

Volusia

Come? Bisognerà che i polli mangino?

Fundanio

I polli, sicuro. Tu sei giovinetta ancora e nol sai; ma nessuna cosa di rilievo può farsi nella repubblica, senza aver favorevoli gli auspicii. Anche una assemblea è valida, se sono propizii i segni del cielo; se no, no. Ora, dico io, mangieranno, come a bestie ben costumate si addice? Può importare ai padri il contrario, e Giove ed Esculapio, patrono dei galli, possono vedere la cosa con occhio senatorio.

Marzia

Non ci avevo pensato. Sì, questa è grave.

Volusia

Ma se io potessi dire

Claudia

Sentiamo la tua.

Volusia

Non è Claudio Pulcro l'àugure?

Claudia

Sì, e che perciò?

Non è Claudio Pulcro l'àugure?

Claudia

Sì, e che perciò?

Volusia

Stassera egli verrà da noi

Fundanio

A prender gli auspicî ne' tuoi occhi, a leggervi che il suo fato è felice

Volusia

E i miei occhi non gli lascieranno leggere un bel nulla, fino a tanto i suoi polli non promettano ai mangiare a modo.

Fundanio

Possiamo dunque andarne sicuri. Egli dee conoscere i suoi polli, il tuo Claudio, ed ama certamente i tuoi occhi. Fin qui, dunque, tutto andrebbe a gonfie vele. Ma, egli c'è

Annia

Ancora un ma?

Fundanio

Sì, e il più grosso. Io non ho collega ad aiutarmi. I due Bruti sono contrarii. Già, gente Giunia, sempre avversi alle novità e duri come macigni!

Marzia

Ma non hai dunque parlato a Valerio?

Fundanio

Se gli ho parlato!.. Averlo lui dalla nostra, lui, il più eloquente dei romani dopo Catone, sarebbe un trionfo sicuro, come se io lo tenessi nelle pieghe della toga Ma che volete? l'eloquenza del mio amico è incatenata al carro del futuro cognato. Lo pregai, lo scongiurai; ma invano. E mi troverò solo, e non son punto eloquente

Volusia

Tu?

Fundanio

(inchinandosi)

Io, certo. Colle donne ho le parole più facili; il mio estro s'accende; ma cogli uomini ah, cogli uomini, mi cascan le braccia. Farò quanto posso; ma prevedo male.

Volusia

Oh brutto, questo Valerio! Mi duole perfino ch'ei porti il nostro nome. E Fulvia gli ha da voler bene?

Annia

Fulvia è sorella a Catone; catoneggia anche lei.

Marzia

Lo credi?

Annia

Ma!.. E tu?

Marzia

Io credo che la donna è ciò che vuole; e l'uomo la segue.

Fundanio

Questo ha da esser vero per gli uomini che hanno la fortuna

(con aria languida inchinandosi verso Marzia)

Marzia

Di meritare

(ridendo)

Fundanio

Di esser tirati. L'ho detta.

Marzia

Cattivo! e che altro si è fatto, se non tirar dalla nostra il tribuno Marco Fundanio? Vuoi di più? Sappiamo il debito nostro. Ti si intreccieranno corone; ti si porterà in trionfo come Bacco.

Fundanio

(a Marzia)

Oh tigri! Parole, parole, e poi non sarà niente.

Birria

(in fretta dalle quinte)

Due matrone si son fermate all'ingresso, precedute da due schiavi piccini e bistorti.

Marzia

Fa entrare.

(Birria esce)

Annia

Ah! dovrebbero essere di Marco Porcio Catone, che ci ha i più brutti schiavi di Roma.

Fundanio

Stravaganze del grand'uomo. Ma, come qui le sue donne?

Marzia

Avevo preveduto la tua mala sorte con Valerio. Ora vedremo d'esser noi più fortunate.

Fundanio

Che non posson le donne?

Marzia

Or dunque, un gran colpo! Si va incontro al nemico. Tu, mamma, bada a Licinia; chè la va da consolessa a consolessa. Noi ci incaricheremo di Fulvia.

SCENA VLicinia, Fulvia e Detti, con Birria in disparte

(Licinia e Fulvia indossano la stola, stretta all'imbusto da due cinture. Quella di Licinia, di color bruno; quella di Fulvia di color cenerognolo, o bianco. Ambedue portano in capo il ricinio).

Claudia

(muovendo incontro a Licinia)

Ben vieni, o Licinia. La casa di Lucio Valerio è tua.

Licinia

Tu sei sempre cortese, o nobile Claudia. Marco Porcio rammenta sempre ciò che deve a Lucio Valerio.

Claudia

E noi, mogli a tai valentuomini, ci siamo sempre amate.

Licinia

Bontà tua! Noi povere campagnuole

Claudia

Zitta! La virtù non conosce differenze di villa e di città, di patriziato e di plebe. Tuo marito dalla sua virtù fu tratto in alto, non dal favore di Lucio Valerio.

(sotto voce a Marzia)

Me ne fate dire, voi altre!

Volusia

(a Fulvia)

Come ti sei fatta bella!

Fulvia

Ah, credi? Ne godo.

Annia

(a Marzia)

Come lo dice: «ne godo!» Vedete che contadina rifatta!

Marzia

La bellezza, te lo dirò con mia madre, non conosce differenze di villa e di città

Annia

Salvo le lentiggini!

Marzia

Ah sì, ne ha qualcheduna; ma certi uomini vogliono che sia questa una bellezza di più.

Annia

Che gusti!

Volusia

(a Fulvia)

Ti rammenti di Tuscolo e dei nostri bei campi? E di quella fontana, dove c'era un'eco meravigliosa, che ci rimandava tante belle cose? Io ero molto piccina

Fulvia

Ed io molto grande.

Volusia

Oh, vediamo! Quanti anni hai!

Fulvia

Indovina.

Volusia

Diciotto. Io ne ho quasi sedici.

Fulvia

Sono più vecchia.

Volusia

Venti?

Fulvia

Va innanzi.

Volusia

Ventuno?

Claudia

Zitta là! non si chiedon gli anni a nessuno.

Fulvia

Perchè, nobilissima madre? Lasciala dire. Amo parerle giovine tanto; ma in verità, carina mia,

(volgendosi a Volusia)

ne ho venticinque.

Marzia

Eh via!

Fulvia

Certamente. Son nata colla seconda guerra punica, sotto il consolato di Livio Salinatore quando incominciò tanta carestia d'uomini. Il che non era di buon augurio per me.

Claudia

Cara ed ingenua sempre!

Licinia

Ma, una così leggiadra adunanza?..

Marzia

Comizii femminili!

Fulvia

Come sarebbe a dire?

Marzia

Che qui si congiura.

Fulvia

(mostrando di vedere Fundanio)

Ah, per altro, fino a tanto egli c'è un tribuno della plebe, la repubblica non ne avrà detrimento.

Annia

(sotto voce a Marzia)

Ben detto, per una contadina!

Marzia

Or dunque, sediamo, con gravità romana. Vi dirò ora il perchè vi abbiamo qui convocate. Tu, Licinia, e tu, madre, siete i consoli. Fulvia, Annia, Luscina e Volusia, son le centurie un po' smilze

Fundanio

(sotto voce a Marzia)

Di numero?

Marzia

Ci s'intende. Io, poi, sarò il tribuno, con tua licenza, o Fundanio.

Fundanio

Oh, di gran cuore; ma io?

Marzia

E tu sarai il littore.

Fundanio

Sta bene; dunque incomincio. Non vengo attorno, o centurie, a distribuirvi le tavolette pel voto, perchè questo già s'indovina.

Fulvia

Che ne sai tu, littore?

Fundanio

Possibile? Daresti tu il voto contrario alla dimanda d'un tribuno? Basta, lasciamola lì. Dirò invece che non distribuisco tavolette, perchè non ne ho. Sono côlto alla sprovveduta. Il voto lo darete ad alta voce, nè ci sarà confusione.

(imitando il far dei littori)

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