Il piccolo santo: Dramma in cinque atti - Roberto Bracco 2 стр.


«Miracoli mai»; ma, intanto, voi non fate che costatare miracoli!

Il Dottor Finizio

E voi non fate che dire corbellerie! Io non costato miracoli: io cerco e costato le ragioni scientifiche suggestione, telepatia e via discorrendo di alcuni fatti non comuni che possono passare per miracoli agli occhi di questi ignoranti.

Remigio

Posso dire una parola io?

Il Dottor Finizio

Parla, parla, papà Remigio. Tu vuoi parlare in difesa degl'ignoranti e ne hai il diritto, perchè sei fedelmente ignorante da ben settant'anni, se non erro.

Remigio

E in questi settant'anni, per campicchiare, ho praticato una dozzina di mestieri

Il Dottor Finizio

Io ne pratico uno solo, e in ciò riconosco, senza discussione, la mia inferiorità.

Remigio

Dunque, ignorante sì, grullo no.

Il Dottor Finizio

Lo so che sei un furbacchione. Concludi.

Remigio

Vi servo súbito. Io ho due gambe che da quando Dio volle se n'erano scordate di camminare. Non un passo, anche a darci sopra con l'accetta. E non le faceste camminare nemmeno voi che ci passaste il telegrafo per dentro

Il Dottor Finizio

(con serietà comica) La corrente elettrica ci passai, non il telegrafo.

Remigio

Come va che Don Fiorenzo le ha fatte camminare? Egli mi comanda di venire da lui una volta la settimana e le gambe camminano. Il miracolo c'è o non c'è?

Il Dottor Finizio

Dimmi un po': tu perchè ci vieni, qui, una volta la settimana?

Remigio

Perchè ci vengo?! Io sono il primo pezzente del paese. Ogni settimana Don Fiorenzo mi dà tre lire.

Il Dottor Finizio

E allora, senti: il miracolo c'è; ma credo che senza quelle tre lirette la settimana, Don Fiorenzo avrebbe fatto fiasco come me.

Sebastiano

(che si è avvicinato al balcone per guardare a traverso i vetri, scatta all'improvviso:) Dottore! Venite un momento qua!

Il Dottor Finizio

Perchè?

Sebastiano

(arrabattandosi per aprire in fretta il balcone, la cui serratura arrugginita non cede all'urgenza) M'è parso di vedere giacente, in un solco del burrone, una piccola massa nerastra e bislunga!.. Accidenti anche alle serrature!..

Il Dottor Finizio

Una piccola massa nerastra e bislunga?!

Sebastiano

(riuscendo ad aprire con una forte strappata) Eccola lì: è come il corpo di un morto tutto vestito nero!

Il Dottor Finizio

(accorrendo) Ma che diavolo dite?!

(Tutti si agitano con sul volto un'espressione di vivissimo orgasmo.)

Sebastiano

(animandosi di terrore e affacciandosi, sbraita:) Non c'è dubbio! Quello è il corpo di Fiorenzo!

Barbarello

(si serba impassibile.)

(Ma gli altri, unendo le lor voci in un grido solo, simultaneamente, come trasportati da un'onda, si gettano alle spalle di Sebastiano e del Dottore.)

SCENA II

Don Fiorenzo

(all'istante, comparisce e si arresta sulla soglia con gioiosa meraviglia.) Cos'è quest'assembramento in casa mia?!

(Tutti si voltano con un moto di straordinaria sorpresa. I poverelli restano a bocca aperta. Il Dottor Finizio, guardando Sebastiano, che è lì intontito e irritato, piega le braccia e tentenna il capo. Annita, discretamente, si ritrae, quasi nascondendosi. Barbarello ride come uno di quei fantocci meccanici a cui il ventriloquo presta i suoi rumori fonici.)

Don Fiorenzo

Ebbene?

Sebastiano

Che il diavolo ti porti! Mi hai fatto avere una paura!

Il Dottor Finizio

Il signor Sebastiano aveva scorto in un solco del burrone nientemeno che il vostro cadavere.

Don Fiorenzo

(scoppiando in una risata) Ah, ah, ah! Questa è graziosa davvero! (A Sebastiano) Come ti è venuta un'idea così balzana?

Il Dottor Finizio

(in tono declamatorio e buffonesco) Due maggio, millenovecento e otto, morte e resurrezione di San Fiorenzo Barsi da Napoli!

Sebastiano

Ma, perdiancine!, dove ti eri cacciato?.. Da che abiti accanto a me, è la prima volta che ti sei permesso di uscire senza avvertirmi.

Don Fiorenzo

Perchè è la prima volta che ero aspettato da una persona che mi è più cara di te.

Sebastiano

Cioè? Cioè?

Don Fiorenzo

(tornando sulla soglia e parlando verso le scale) Qui, qui, al primo piano! Perchè non sali?

Giulio

(di giù) Eh! Giungo adesso. Ti vado correndo dietro, ma tu galoppi come un capriolo per queste balze!

Don Fiorenzo

Lascia lì le valige. Provvederemo poi.

Sebastiano

(raccapezzandosi) Che sia tuo fratello?!

(Si scorge Giulio sul pianerottolo.)Don Fiorenzo

(presentandolo con commossa festosità) Proprio lui, venuto fresco fresco da Buenos-Aires! Non lo vedevo dalla bellezza di ventiquattro anni, perchè, ohè!, non meno di tanti ne son passati da che la buon'anima di zio Raffaele se lo portò laggiù per allevarselo nella bambagia. Converrai che non c'è troppo da meravigliarsi se ti ho trascurato. Iersera, quando ti eri già rinchiuso in casa, mi giunse un espresso con cui questo galantuomo, ex abrupto mi annunziava da Napoli la sua visita e mi indicava per stamane l'ora del suo arrivo a Castellammare. Fu tale la sorpresa e fu tale la gioia che io credetti di ammattire. Farneticavo come un ubbriaco di champagne, e per la baldoria che faceva il mio cervello dimenticai perfino le orazioni della sera! Stanotte, poi, naturalmente, ho dormito con un occhio solo. Mi sono levato prima dell'alba, ho chiamato Barbarello per affidargli la pulizia della casa, e via, a rompicollo, per la strada di Pimonte.

Sebastiano

A piedi sei sceso?!

Don Fiorenzo

A piedi, s'intende. Se no, come avrei possedute le cinque lirette per tornare in carrozza col fratello americano? Per lo più, quando ho cinque lire in saccoccia, non ne ho mica dieci. Io non sono un grasso borghese come te!  Mio caro Giulio, ti presento nel signor Sebastiano Minucci il mio padrone di casa e anche un formidabile mio avversario, perchè egli è di professione ateo.

Sebastiano

(burbero) E me ne vanto! Non sono merlo, io, per certe panie!

Giulio

Stringiamoci la mano, signor Minucci. Noi c'intenderemo perfettamente.

Don Fiorenzo

E un altro mio avversario te lo presento nel nostro giovane e benemerito Dottor Finizio, scienziato all'ultima moda.

Giulio

Sono lieto, Dottore (Stringe la mano anche a lui.)

Don Fiorenzo

(continuando) Ma, in fondo, è un avversario più accomodante, più remissivo La scienza è un fanciullo terribile, che poi, quando si trova all'oscuro, si mette a piangere e chiede aiuto.

(continuando) Ma, in fondo, è un avversario più accomodante, più remissivo La scienza è un fanciullo terribile, che poi, quando si trova all'oscuro, si mette a piangere e chiede aiuto.

Il Dottor Finizio

A chi?

Don Fiorenzo

(con scherzosa modestia) Io non lo so.

Il Dottor Finizio

Sì sì: illudetevi, voi!

Don Fiorenzo

(indicando la piccola folla) E costoro, fratello mio, sono i miei creditori i miei poverelli del sabato (Scorgendo Annita, s'interrompe) No Veramente, non tutti. Quella signorina lì non è certo una poverella E la vedo per la prima volta

Annita

(timidissima) Son giunta appena ieri, quassù Ci son venuta perchè i medici mi hanno consigliata quest'aria

Don Fiorenzo

(guardandola, ne è stranamente colpito, ma dissimula.) Ed io in che posso servirla, signorina?

Annita

(confondendosi) Desideravo di conoscerla e anche desideravo di parlarle. Ma forse ora

Don Fiorenzo

Sì difatti L'arrivo di mio fratello

Annita

Mi permetterà, spero, di ritornare

Don Fiorenzo

La mia porta è sempre aperta.

Sebastiano

Eccetto quando si ha da forzarla a colpi di martello, come ho dovuto fare io pocanzi.

Don Fiorenzo

Hai dovuto forzarla a colpi di martello?! E non c'era il giovanotto per aprire?!

Sebastiano

Ma che! Si è atteggiato a cane guardiano, e, vedendoci entrare suo malgrado, voleva saltarci addosso. E come stringeva i pugni, lui! Come digrignava i denti!

Don Fiorenzo

(con l'austerità con cui si sgrida un bimbo per impressionarlo) Barbarello!.. Si fa questo?! Di': si fa questo?!

Barbarello

(è in fondo, col capo appoggiato al muro, imbambolato, quasi estraneo e indifferente, come se stesse solo. Ma, al rimprovero di Don Fiorenzo, si smuove súbito e fa un intimo sforzo per parlare:) Tu!.. Tu!..

Don Fiorenzo

Che c'entro, io? Vuoi gettare la colpa sulle mie spalle?

Barbarello

Tu hai detto

Don Fiorenzo

Io t'ho detto di tener chiusa la porta. Questo è vero. Ma il signor Sebastiano è il mio migliore amico. Sta in casa mia come in casa sua. Non lo sai, forse? Non lo sai?

Barbarello

(ha un piccolo scoppio di pianto bambinesco con una smorfia di mascherone e poche lagrime.)

Don Fiorenzo

(affettuoso) Be', è niente, è niente. Non sciupare lagrime per questa bazzecola. Il signor Sebastiano ti assolve, e ti assolvo anch'io.

Barbarello

(desiste immediatamente dal piangere.)

Don Fiorenzo

(a Sebastiano) Cosa vuoi!.. Lui è più realista del re. Per eccesso di devozione, esagera bizzarramente ogni mio pensiero. (Tornando ad Annita con molta gentilezza e quasi congedandola) Dunque, signorina, io sono dispiacentissimo, ma

Annita

Non si dia pena. Ritornerò un altro giorno

Don Fiorenzo

Ecco.

Annita

(un po' incerta, imbarazzandosi) I miei rispetti, reverendo

Don Fiorenzo

I miei rispetti, signorina.

Annita

(molto emozionata, accenna un inchino. Esce.)

Giulio

(la segue con uno sguardo di curiosità e d'ammirazione.)

Sebastiano

(badandole poco, accende un sigaro.)

Barbarello

(sguiscia sul pianerottolo, e via.)

Don Fiorenzo

(a Sebastiano, a Giulio, al Dottore, con ostentata disinvoltura, nascondendo una non lieve preoccupazione) Eh!.. Capirete Aveva scelto male il momento, la signorina. (Poi, rivolgendosi alla piccola folla, gaiamente) E anche voialtri che pretendete, oggi? Che aspettate da me? Oggi non pago! Non pago! Chiudo gli sportelli e me ne impipo. Non do consigli e non faccio carità. Prima caritas, e poi caritatis. Questo è un sabato in cui non ho nè tempo nè quattrini per voi! (Li scaccia seguendoli sino oltre l'uscio e agitando le braccia a guisa di due ventaglioni come si fa per avviare verso il pollaio le galline sparpagliate)Sciò!.. Sciò! Fuori tutti!.. Fuori tutti!..

(I pezzenti, imbronciati ma rassegnati, si lasciano scacciare, uscendo insieme.)

Remigio

(arrancando in coda e fingendosi per la occasione più cionco che non sia) Ahi, le gambe!

Don Fiorenzo

Non ci badare alle gambe, papà Remigio! Un giorno o l'altro, le gambe saranno arnesi inutili. Non ti è stato detto che oramai gli uomini imparano a volare come gli uccelli?.. Sciò Sciò Sciò Sciò

(Adesso, tutti sono usciti.)

SCENA III

Don Fiorenzo

(rientrando e animandosi d'un brio bonario) Quasi quasi ci hanno creduto! Ma metto pegno che non si muoveranno di quaggiù finchè non avranno vista la solita borsetta. (Indi, cavando una piccola borsa dal cassetto del tavolino) Fammi il piacere, Sebastiano: distribuisci tu le prebende per conto mio. Tu puoi spicciartela alla svelta perchè non hai l'obbligo di aggiungere i consigli ai quattrini. Qui sono i fondi (Gli consegna la borsa.) Un po' scarsi ma al tuo «ben formato cuore» non proibisco d'impinguarli. A papà Remigio, per amor del cielo, non un centesimo meno di tre lire! Se no, quel bravuomo mi ridiventa paralitico prima di domani, e il Dottore mi dà la cucca!

Sebastiano

Non pensare: li contenterò tutti Ma, intanto, ti avviso che oggi sarò io più indiscreto di loro. So bene che è una barbarie il disturbarti in una giornata di festa per te, ma che ho da farci?! Quando per una maledizione! (Lancia in su il pugno stretto.)

Don Fiorenzo

(mettendogli quasi una mano sulla bocca per non farlo continuare) Taci là! Chi non ammette le benedizioni non può avere il diritto di ammettere le maledizioni! Che t'è accaduto di nuovo? Sentiamo.

Sebastiano

M'è accaduto che mia moglie sta peggio! Hai capito?!

Don Fiorenzo

Oh, povera signora Adele!

Sebastiano

E, secondo il Dottore, la tua presenza sarebbe utilissima.

Don Fiorenzo

Per sollevarle il morale, per darle animo Sì, è giusto Vengo sùbito!.. Abbi pazienza, Giulio

Giulio

Ti pare

Il Dottor Finizio

Ma no: non c'è fretta, Don Fiorenzo! Io le ho fatta pocanzi una iniezione calmante, e lei si è assopita. Preferisco che riposi, per ora. A me premeva solamente di avvertirvi che avrò bisogno di voi. Penserò dunque io a chiamarvi nel momento opportuno.

Sebastiano

(desolandosi) Da stanotte, non ha potuto ingoiare neppure una goccia di latte. Questa è la fine, Fiorenzo mio! Questa è la fine!

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