Sperduti nel buio: Dramma in tre atti - Roberto Bracco 2 стр.


(con vocetta lamentosa, quasi cadenzata) Un soldo. Per voi non è niente. Me ne compro pane.

Franz

(a Paolina:) Va via, sacrebleu! Lo sai che qui dentro non ti ci voglio!

Ida

(facendo un cenno alla piccola mendicante) Vieni qua.

Paolina

(le si accosta sogguardando Franz.)

Ida

(dolcemente) Come ti chiami?

Paolina

Paolina.

Ida

Prendi. (Le mette qualche soldo nella mano.)

Franz

E scappa subito, se no, con un calcio, per farti capire, ti mando dritto all'ospedale dei Pellegrini! (La insegue minaccioso.)

Paolina

(fugge di qua e di là fra i tavolini e le sedie sempre inseguìta da Franz, e poi sparisce.)

(Gli avventori cominciano ad andarsene.  Un po' di cicaleccio confuso. Emilia, dal comptoir, piegando il capo, saluta con sussiego coloro che se ne vanno. Da qualcuno, nondimeno, si lascia stringere la mano.)

Franz

(seguitando a ciarlare, s'interrompe, strisciando riverenze e salutando ossequiosament.) Io, l'elemosina, la comprendo e ci sto. Il mendicante lo rispetto per legge e regola e l'ho rispettato anche all'estero, dove l'accattone, per farvi capire, è un cittadino come tutti gli altri e non si distingue neppure dal vestito (A qualche avventore che se ne va:) Servo, signore! Buon riposo!.. (Seguitando a discutere) Ma come esercente di pubblico locale, io ho la responsabilità dinanzi ai bravissimi galantuomini che mi onorano della loro consumazione. Il pubblico locale, capite bene, è la casa umilissima dei consumatori, ed io, che sono il padrone, sono l'ultimo di tutti, e me ne vanto (A qualche altro che va via:) Buona notte, signore! Grazie e a ben rivederla. (Indicando un avventore che aspetta in piedi) Emilia, vedi qua che paga.

Emilia

(svogliatamente esegue.)

Don Achille

Professore, un galoppo finale non ce lo regalate?

Nunzio

(immediatamente attacca un galoppo.)

Don Achille

(al suo amico:) Ci siete, voi, don Lorenzino?

Don Lorenzino

Sì, ci sarei, ma, mio caro don Achille, è tardi.

Don Achille

Appena le due.

Don Lorenzino

E alle sette in punto devo trovarmi al Cimitero: sono di guardia io alla sala di deposito.

Don Achille

Un giretto solamente.

(Nunzio suona stringendo il tempo. I due uomini, un po' per la musica vertiginosa, un po' per gli urti della gente che se ne va, si confondono in tentativi vani.)

Franz

(al 2º Avventore, che s'avvia per uscire:) I miei complimenti, signore. E non dubiti, chè mendichi qua non faranno più apparizione. Già, se io fossi il governo, con la debita civiltà e considerazione, li impiccherei tutti!.. A rivederli, signori Buon riposo!..

Ida

(che è l'ultima ad uscire ed è sola, passando per vicino la coppia, batte lievemente con la mano sulla spalla di Don Lorenzino) A rivederci, don Lorenzino!

Don Achille

Maestro! Maestro!.. (Va verso il Cieco per insegnargli il tempo, cadenzandolo con le mani.)

Nunzio

(s'interrompe.)

Don Lorenzino

(a Ida:) Io non vi conosco.

Ida

Non importa. Può essere che mi rivedrete presto.

Don Lorenzino

E dove?

Ida

(uscendo) Al Cimitero: nella sala di deposito.

Don Lorenzino

Be'!

Nunzio

(riattacca il galoppo.)

Don Achille

(riafferrando per la vita Don Lorenzino e cercando di prendere l'aire) Questo è il momento: taran, taran, taran

Franz

(a mezza voce, assestando un pugno sul dorso di Nunzio) E finiscila, che non c'è più nessuno!

Nunzio

(cessando di suonare) M'era parso che

Franz

(bruscamente) Che t'era parso, imbecillissimo?!

Don Achille e Don Lorenzino

(non sentendo più la musica, siedono, aspettando che ricominci.)

Nunzio

(discende dalla pedana, e resta con gli occhi spalancati, senza sguardi, senza colore, senza lucentezza, con l'espressione vaga e tetra di due simboli del vuoto.)

Emilia

(sul comptoir, sonnecchia.)

Franz

(non si cura dei due uomini e comincia in fretta a sbarazzare i tavolini, riunendo bicchieri e bottiglie vuote sulla credenza, posando qualche bottiglia di liquore, qualche piatto di pasticcini sul comptoir.) Così non si può marciare in avanti. Si scombussola tutto il macchinario, e l'onore del locale diventa schifosissimo! Parlo con te, professore dei miei stivali! L'avventore paga il suo denaro, e vuole trovarci il suo tornaconto, che è nostro dovere di fornire.

Emilia

(in tono pigro, sbadigliando) Se non hai amor proprio tu, ne abbiamo noi.

Nunzio

(umile) Le canzonettiste le ho accompagnate sempre abbastanza bene.

Franz

Le canzonettiste cantano con le gambe, e ognuno è buono ad accompagnarle con qualunque sinfonia. Ma la musica danzante? Là si vede il cervello del maestro! E tu la musica danzante non la sai maneggiare. E mi lasci anche il pianoforte aperto, animale! Non lo sai che se ci entra l'aria, si sfiata e perde ogni particolarità?

Nunzio

(rimonta sulla pedana, chiude il pianoforte e ridiscende.)

Franz

(ora smorza i lumi, lasciandone solo uno acceso. Si toglie la giacca e mette le sedie sui tavolini per poi spazzare.)

Don Achille

(che è rimasto finora stupidamente imbambolato) Dunque, professore, questo galoppo?

Franz

(pone una sedia capovolta sul tavolino presso cui sono seduti i due uomini.)

Don Achille

(a Franz:) Che c'è?

Franz

(continuando a sollevare seggiole) Si fa pulizia e poi si va a cuccia.

Don Achille

Non c'è più musica?

Franz

Sicuro! (Affaccendatissimo) Domani sera.

Don Achille

Curioso! (A Don Lorenzino:) Dobbiamo andare?

Don Lorenzino

Per forza.

Don Achille

(mettendosi lentamente il cappello a tuba e una breve mantellina a pipistrello) E il nostro professore non viene?

Franz

Il professore resta qui.

Don Lorenzino

(con la stessa calma di Don Achille si mette un cappelluccio floscio e un lungo paltò.)

(a Franz:) Già, intendo (Si tocca gli occhi con un dito come per indicare d'aver capito che Nunzio è cieco.) Voi fate una bell'azione!.. Bravo! Bravo!.. (Si avvia.)

Don Lorenzino

(mettendo una mano sulla spalla di Nunzio con curiosità gaia) Cieco nato?

Nunzio

(con un cenno della testa risponde di no.)

Don Lorenzino

(seguendo Don Achille) Eh eh! Quanti brutti scherzi fa la natura!

Don Achille e Don Lorenzino

(passando dinanzi ad Emilia si tolgono il cappello) Signora!  Signora!

Emilia

(dorme.)

Don Achille

Buona notte, Franz.

Don Lorenzino

Buona notte, Franz.

Franz

(abbreviando) Buona passeggiata! Buona passeggiata!

(I due escono.)

SCENA III

FRANZ, NUNZIO, EMILIAFranz

Che si possano rompere le gambe! (Apre in dentro l'uscio di vetro della bottega, e socchiude dal di fuori i battenti di legno.) Nunzio, vattene a letto. (Accende due mozziconi di steariche in due piccoli candelieri che sono sul comptoir. Si rivolge intanto a Emilia:) E tu, non lo vedi che sto sfacchinando come al solito? Metti almeno a posto sulle scansie questi liquori, questi pasticcini; lavami quei bicchieri

Emilia

Ho sonno. Sono stanca.

Franz

Di che? Se non fai mai niente!

Emilia

Secondo te.

Franz

(portando in giro uno dei due mozziconi accesi procede alla pulizia. Cava fuori dal retrobottega una scopa, un recipiente d'acqua e una manata di segatura.) Stai di giorno e di notte su questo pulpito come un pappagallo sulla pappagalliera.

Emilia

Lo vuoi tu che io ci stia.

Franz

Non sei buona che a pettinarti e metterti il negrofumo sotto gli occhi.

Emilia

(senza alterarsi, mollemente) E anche questo serve alla bottega! Non è forse per la bottega che ti sei ammogliato un'altra volta?

Franz

(con brutalità) Mi sono ammogliato per Uhm! (Battendo la bocca con la mano, ingoia il resto. Indi, a Nunzio, irritandosi della sua presenza e scuotendolo) Ma tu che fai qui come un palo?

Nunzio

(con estrema mitezza) Ve lo dissi ieri: ora che è inverno, in quel retrobottega non ci posso dormire. È umido come una grotta. Per questo ci tenete i vini.

Franz

(spargendo a terra la segatura e l'acqua) Ma che vuoi andare a dormire al Grand Hôtel? O vorresti accomodarti qua sopra (indicando il soffitto) con me e con la mia signora, maledetto il diavolo, nell'unicissima stanza che abbiamo per dimorare?

Nunzio

Con pochi soldi potrei andare a dormire fuori.

Franz

E chi ti ci accompagnerebbe, di nottetempo? Io?.. E in conclusione, dopo lo sbattimento della bottega, io dovrei fare il servitore a te come lo faccio a tant'altra canaglia. I soldi dovrei sborsarli anch'io, e così sempre in avanti allegramente. Mi costi già troppo e molto, pezzo d'asino! Gli occhi per vedere non li hai; ma la bocca per mangiare sì. Essere cieco! Un mestiere bellissimo! Mangiare, bere e dormire con la borsa degli altri! Non c'è moralità, sangue di Bacco, non c'è moralità!

Nunzio

(sempre più mite) E dunque io non voglio più esservi di peso. Datemi licenza, e ognuno per sè, Dio per tutti.

Franz

Ma che bestemmi? Sei ubbriaco o scherzi?

Nunzio

Ubbriaco non sono E vi sembra che proprio io possa scherzare?

Franz

Tu, come una bestia tartaruga, non puoi fare da solo nemmeno due passi, e avresti poi lo stomaco di metterti a vagabondeggiare per il mondo?

Nunzio

La Provvidenza forse mi aiuterebbe

Franz

(scoppiando) Ah, farabutto ingrato! (Rivolgendosi a Emilia e dando al comptoir un colpo con la scopa:) Hai sentito che cosa si fa uscire dall'anima questo melenso traditore?

Emilia

(si sveglia di soprassalto e discende dal comptoir) Che ha detto? Che ha detto?

Franz

Eh già, tu avevi la testa a Pechino!

Emilia

Io m'ero addormentata, ecco! Si può sapere che ha detto?

Franz

Ha detto che egli ci disprezza!

Emilia

Ci disprezza?!

Nunzio

Ma no: questo non l'ho detto.

Franz

Ci disprezza, sì, ci disprezza e se ne impipa di noi! Se ne vuole andare!

Emilia

Ben ti sta. Chi se l'è cresciuta in casa questa vipera? Io ce l'ho trovata. Vuole andarsene? Per me, padronissimo. Io gliel'aprirei subito la porta.

Franz

(facendole un gesto affinchè ella non continui) Tu gliel'apriresti subito la porta, ma io no, perchè sono troppo perfetto e quando ho stabilito per legge e regola nella mia coscienza di fare una buonissima azione, io la faccio per marciare sempre dritto in avanti a fronte altissima. (S'avvicina a Nunzio, gli calca un braccio sulla nuca in segno d'autorità e gli dice cupamente:) Io poi, per farti capire, ti consiglio di non inalberare tanta presunzione, perchè dàgli e dàgli, il sangue mi si mette in ebollizione e non so quello che può succedere!

Nunzio

Ahi! Ci avete le spine nel braccio!

Franz

Pochi discorsi per conchiudere, e va a letto, marmotta! (Gli dà uno spintone.)

Nunzio

(camminando incerto, a tentoni, entra nel retrobottega.)

SCENA IV

EMILIA e FRANZEmilia

(scrollando il capo) Bel mobile!

Franz

(avvicinandosi a lei ed ammonendola a voce bassa) Ma un altro suonatore di pianoforte a tutte le ore, meno di cinque o sei lire al giorno non ci costerebbe. (Continuando a spazzare e accumulando man mano la segatura bagnata fuori dell'uscio) Ricòrdati questo, e rispetta l'essenziale del bilancio, che è la prima particolarità dell'esercizio.

Emilia

(alzando un po' la gonna e sollevandosi sulla punta dei piedini ben calzati per iscansare quella poltiglia) Bada che m'insudici.

Franz

Potresti risparmiare tutto questo lusso buffonesco di scarpe e di calze per la bottega. I piedi nessuno te li vede.

Emilia

Li vedono, li vedono! (Piglia una sedia e siede dove il pavimento è già pulito.)

Franz

Ma è gentaccia che non se ne intende. In Egitto, sì che se ne intendevano.

Emilia

Non cominciare ad affliggermi, adesso, con la tua prima moglie!

Franz

Ne sei gelosa?

Emilia

Neanche se fosse viva!

Franz

Era più bella di te, per Satanasso!

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