Il frutto acerbo: Commedia in tre atti - Roberto Bracco 2 стр.


(stringendogli la mano) Arrivederci!.. Non perdete tempo.

Nino

(indugiando) Neanche un bacio?

Tilde

Per carità! Con l'uscio aperto!

Nino

Vi avverto che, dopo colezione, vi disobbedirò molto.

Tilde

Quanto vorrete!

Nino(fa per baciarla.)Tilde(si scansa con severità.)Nino(esce.)Tilde

(chiude la porta. Resta un po' pensosa. Poi, scacciando le preoccupazioni, ha un gesto come per dire: tanto è fatta!  Respira ed esclama:) Ah sì! N'era tempo! (Tocca il bottone del campanello elettrico.)

(Alla porta a sinistra si picchia discretamente.)Tilde

Avanti, avanti.

(Entra un cameriere dell'hôtel.)Tilde

La colezione, a mezzogiorno. Per due.

Il Cameriere

Sta benissimo. (Esce.)

Tilde(volta la chiave dell'uscio, ed esce a destra.)

(Dopo qualche istante, si vede comparire la testa di Nino di là dal parapetto della finestra. Poi, sul parapetto, se ne vedono le mani e le braccia. Poi, mezza la persona. Egli scavalca, ed eccolo un'altra volta dentro. Si toglie il berretto. Si avanza timoroso. Come pentito, torna indietro. Ci ripensa. Torna ad avanzarsi. Va per picchiare alla porta a destra. Riflette che sarebbe sconveniente. Desiste. E, risolutamente, siede!)

Tilde

(entra, ancora intenta alla sua toilette, mettendosi una cintola o annodandosi un nastro. Alzando gli occhi e vedendo Nino, ha un sussulto.) Ancora?!

Nino(si drizza d'un subito.)Tilde

Ma, se ho chiusa io stessa la porta con la chiave!.. Per dove siete entrato?

Nino

No io non sono entrato.

Tilde

Non siete entrato?!

Nino

Non sono entrato per la porta, ecco.

Tilde

(indicando la finestra) Vi siete arrampicato per i rami dell'arancio?!

Nino(col capo fa cenno di sì.)Tilde

Come uno scimpanzè?

Nino(fa un altro cenno affermativo.)Tilde

(compiaciuta e, nondimeno, ostentando severità) Ma io dico: non vi pare che, in fin dei conti, sia un po' troppo?

Nino

Per non compromettervi

Tilde

S'era però stabilito che sareste andato al vostro hôtel per mutare d'abito e che sareste venuto a colezione in forma ufficiale.

Nino

Per non compromettervi

Tilde

E dàgli. Com'è che credete di non compromettermi con queste pazzie?

Nino

Nessuna pazzia. Tutt'altro! Ho dimenticato nella vostra stanza da letto il cosino

Tilde

Che cosino?

Nino

La targhetta che avevo qui all'occhiello della giacca: il distintivo del Touring-club. Ricordate? Me l'avete fatto togliere perchè in quel momento vi dava fastidio: urtava non so dove.

Tilde

Avreste potuto riprenderlo più tardi il cosino.

Nino

E se qualche cameriera l'avesse trovato nella vostra stanza? Non era forse una compromissione? Voi non appartenete mica al Touring-club.

Tilde

Approvo la vostra scrupolosità; ma non c'era da allarmarsi per questo.

Nino

Posso andare a riprenderlo?

Tilde

Andateci.

Nino

Non sarebbe meglio andarci insieme?

Tilde

Ah no! Ah no! Ci andate solo. E alla svelta!

Nino

(rassegnato) Alla svelta. (Esce lentissimamente dalla sinistra.)

Tilde

(tra sè, sorridendo) Santa pazienza!

(Un silenzio.)

Tilde

Avete trovato?

Nino

(dalla stanza attigua) Sì.

Tilde

Sia lodato il cielo! (Aspetta. Ma Nino non si decide a lasciare quella stanza. Ella gli grida:) Io vorrei sapere che diavolo fate lì dentro.

Nino

(come sopra) Odoro.

Tilde

Ma che cosa odorate!

Nino

Tutto.

Tilde

(in tono di comando, battendo un piede a terra) Venite qua! Venite subito qua!

Nino

(entra, quasi continuando ad annusare ed estasiandosi.)

Tilde

Ingordo!

Nino

Invece, io mi accontento di quello che trovo.

Tilde

Ma questo non è trovare: questo è saccheggiare. Starete fresco in avvenire!..

Nino

Perchè? Mi spaventate.

Tilde

Quando non sarò più sola, non potrete essere invadente come siete adesso, non potrete dar la scalata alle mie stanze, non potrete cacciare il naso dove vi pare e piace

Nino

Io mi auguro, intanto, che vostro marito non ci venga in campagna.

Tilde

E in città, non vivo forse con mio marito e con la mia sorellina? Senza contare la zia marchesa che abita nel medesimo palazzo. Addio follie! Addio libertà!

Nino

No, no, vi prego: non ci voglio pensare!

Tilde

Saremo obbligati ad amarci con prudenza, con parsimonia

Nino

Mi fate venire i nervi, signora Tilde. Tacete!

Tilde

E poi pretendereste che non vi si chiamasse bébé?

Nino

(nervosissimo) Sono più uomo di tanti altri e non merito questa offesa! Voi volete tormentarmi Addio, addio!.. (Si avvia per uscire.)

Tilde

Ma non siate davvero così bambino quando io tocco un argomento su cui è più che necessario intenderci.

Nino(si ferma.)Tilde

(rifacendolo) «Sono più uomo di tanti altri»! Se lo siete, mettete i capriccetti da parte e guardate con serietà la situazione in cui ci troviamo. Noi non potremo aver pace che a condizione di rassegnarci a qualche sagrifizio. Io adoro la vostra gioventù. E giacchè ho spezzati i freni, piacerebbe anche a me un po' di spensieratezza. Ma come si fa? Non ci sarà permesso. Bisognerà essere accorti, bisognerà, disgraziatamente, ricorrere alle piccole viltà, alle finzioni, all'astuzia. Voi non siete astuto? Imparerete. Prima di tutto, per esempio, avrete cura di affiatarvi con mio marito.

Nino

(col broncio) In che modo?

Tilde

Fingerete d'aver le sue idee, i suoi gusti, le sue opinioni, le sue abitudini

Nino

E così?

Tilde

Così, a poco a poco, conquisterete la sua amicizia.

Nino

Io non ci tengo.

Tilde

Sarà increscioso. Sarà increscioso per voi come per me, sarà perfino disgustevole, ma dovete diventare amico suo. È il metodo migliore. È quello adottato da tutte le persone per bene. E poi, nel caso nostro, che cosa ci sarebbe di più pratico? Voi vorrete vedermi il più spesso possibile. Voi vorrete essere sempre sulle mie tracce. E dunque? Se riuscirete ad appiccicarvi al soprabito di mio marito, il problema sarà risoluto.

(tuttora imbronciato) Mi ci appiccicherò.

Tilde

E avrete raggiunta la perfezione del metodo quando sarete la sua ombra, quando sarete la sua eco, senza esitazioni, senza paure

Nino

Sarò tutto quello che volete, ma, dentro di me, io l'odierò! Già, me lo immagino. Deve essere un uomo insopportabile.

Tilde

È un uomo piuttosto simpatico, invece.

Nino

(astioso) Anche simpatico?

Tilde

Il suo torto è di avere cinquantadue anni.

Nino

(seccato) Ah, non è mica un vecchio.

Tilde

A vederlo, no.

Nino

«A vederlo, no». E poi?..

Tilde

E poi lo è.

Nino

Me lo dite per non addolorarmi.

Tilde

Ve lo dico perchè è la verità. E credete che io sarei sdrucciolata così se fossi stata ancora veramente la moglie di mio marito?

Nino

(sorpreso, rianimandosi) Come, come?.. Fra voi e lui?

Tilde

Fra me e lui il matrimonio non è oramai che una conversazione.

Nino

(con subitanea gaiezza) Una conversazione!?

Tilde

Vi mettete in allegria, adesso?..

Nino

Ne gioisco! Io non speravo tanto. È bellissimo, parola d'onore!

Tilde

Voi gioite delle sventure altrui; ma non si sa mai!..

Nino

Cioè, un momento Spiegatevi.

Tilde

L'uomo, Ninetto mio, è una boîte à surprises. Ogni volta che si apre questa boîte, si ha una sorpresa. Viene poi un giorno in cui la si apre e non vi si trova più niente. E quella è la sorpresa finale.

Nino

(protestando) No, no! Non facciamo confusioni

(Si ode picchiare alla porta.)

SCENA II

TILDE, NINO, UN CAMERIERE, poi ERNESTOTilde

(levandosi) Zitto! Hanno bussato. (A voce alta) Chi è?

Il Cameriere

(di fuori) Nella sala di lettura c'è un signore che cerca di lei.

Tilde

(sottovoce, quasi tra sè) Una visita! A quest'ora? (Al cameriere, attraverso l'uscio) Il nome di questo signore?

Il Cameriere

Non ne ha.

Tilde

Ma che dite?

Il Cameriere

Gliel'ho domandato. Non mi ha risposto.

Tilde

Sarà stata una distrazione. Fatevi dare la sua carta.

Il Cameriere

Proverò.

Tilde

(a Nino) Se è un amico, devo riceverlo qui. E voi? Per la porta non potete uscire perchè vi s'incontrerebbe certamente, e, nella mia stanza da letto, non potete nascondervi perchè rimarreste in trappola chi sa per quanto tempo.

Nino

Ma io me ne vado comodamente per dove sono entrato.

Tilde

E sì: per questa volta non c'è che la finestra.

Nino

(con solennità comica) La finestra!!

Tilde

Bébé, tu sei un eroe!

Nino

(correndo difatti alla finestra, gioiosamente) Io sono uno scimpanzè, e me ne vanto!

Tilde

Aspetta. Ti aiuto. Non c'è nessuno giù?

Nino

(si affaccia) Sì.

Tilde

(impaurita) Chi c'è?

Nino

Un asino.

Tilde

Stupido! (Lo raggiunge per aiutarlo.)

Nino

(celiando) Se raglia, siamo perduti! (Scavalca il parapetto.)

Tilde

(sostenendolo per le ascelle) Attento, bébé!.. Dove mettete il piede?

Nino

Non lo so. (Profittando della posizione le dà un bacio.)

Tilde

Questo bacio ve lo faccio scontare!

Il Cameriere

(di fuori, picchiando) Signora, ho qui la carta di quel signore.

Nino

(a lei) Ne parleremo dopo colezione. (Sparisce.)

Tilde

(dalla finestra, tutta gioconda) Mostro! (Col viso acceso, corre alla porta a sinistra. Apre.)

Il Cameriere

(avanzandosi, le porge la carta in un vassoio.)

Tilde

(la prende e legge. Ha una scossa ed esclama:) Ma questo è mio marito!

Ernesto

(di dentro, sganasciandosi dalle risa) Ah ah ah ah Chi avevi creduto che fosse? (Entra, continuando a ridere.)

Il Cameriere(esce.)Tilde

(comprimendo la sua rabbia e nascondendo la sua emozione) Scusa, non ci arrivo. Perchè tante storie?

Ernesto

Ho pensato che la visita antimeridiana d'un estraneo t'avrebbe seccata non poco e ho voluto farti paura. Uno scherzo, insomma. Sono di buonissimo umore.

Tilde

Me ne compiaccio.

Ernesto

E vengo a godermi la vita!

Tilde

Con me?

Ernesto

Con te.

Tilde

Vieni per restare?

Ernesto

Per restare, beninteso. Le mie valige arriveranno più tardi e sono molte! (Canticchia) Trallalà là là, trallalà là là

Tilde

(rodendosi) Il numero delle valige non ti riconcilierà certo con la campagna che hai sempre odiata. Ti annoierai.

Ernesto

Nossignora!.. Non mi annoierò. Trallalà là là, trallalà là là....

Tilde

(guardandolo curiosamente) Ma che è «trallalà là là»?

Ernesto

Che è «trallalà là là»? È il benessere, è la salute, è la forza! Non mi vedi?

Tilde

Ti vedo.

Ernesto

Come ti sembro?

Tilde

Come eri. Tale e quale.

Ernesto

Ah no! Non hai l'occhio clinico. Da parecchio tempo io non mi sentivo così bene.

Tilde

Tu me lo dici e io ti credo.

Ernesto

E non ne provi una consolazione?

Tilde

Certamente. (Siede presso il tavolino.)

Ernesto

Ti do un consiglio: abbracciami.

Tilde

Io non ci penso neppure. (Prende un libro.)

Ernesto

Va là! Non dissimulare. Tu desideri ardentemente di abbracciarmi. La solitudine non è per te. L'aria ossigenata non ti basta. Non di sola aria vive la donna! Guarda come ti riduci! Hai dei lividi qui (si tocca sotto gli occhi) che mi rivelano tutto! Nella solitudine, tu deperisci, mia cara. Vuoi rifiorire?.. Abbracciami.

Tilde(apre il libro come per leggere.)Ernesto

(togliendole di mano il libro senza bruschezza) Non metterti a leggere, Tilde. Non ci vediamo da tanti giorni! Sii un po' graziosa. (Pausa)(Sedendole accanto) Sai che cosa sono io?

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