Appena Caleb s'accorse che gli rimanea il campo libero, tirò una grossa presa di tabacco per prender coraggio e francarsi vie più nelle concette risoluzioni. Ch'io possa morire appiccato, se Girder e Bidebent mangiano di quest'oca, o di queste due anitre salvatiche! indi voltosi al menarrosto, che di queste due squisite vivande aveva la cura, fanciullo di circa dieci anni: Ragazzetto, gli dice, mettendogli una moneta di due soldi fra le mani, ti prego; vammi a comprare un po' di tabacco alla bottega di mistress Smalltrash; ti darà pel tuo incomodo un pezzo di pane colle spezie; nè ti prender fastidio quanto allo spiede, chè sarà mio pensiere di farlo girare tanto che tu ritorni.
Poichè l'un de' fanciulli fu partito, Caleb guardando in aria grave e burbera quell'altro che avea poco più di sei anni, e sbassò timidamente gli occhi, tolse dal fuoco lo spiedo che s'era assunto di far girare, e coperte, con un secondo tovagliolo portatosi in saccoccia, l'oca e le anitre, e tiratosi giù fino agli occhi il cappello, uscì trionfante fuor della cucina e della casa, portandosi sulle spalle lo spiedo carico de' trofei della riportata vittoria.
Si arrestò appena un istante alla porta dell'osteria per far avvertire il signor di Bucklaw, che in quella notte il suo padrone non avea letto per lui nel castello. Questo messaggio mandato con laconica brevità, non acquistò la gentilezza che gli mancava, passando per le labbra della serva dell'osteria, incaricatasi di trasmetterlo a Bucklaw, il quale lo credè un insulto sopra insulto. Il capitano Craigengelt, fra i plausi unanimi dell'intera brigata, pose il partito di dar la caccia al vecchio volpone prima che potesse raggiungnere il covo, e di farlo ballare sopra una coperta. E per verità, Caleb avrebbe corsi assai brutti rischi, se Lockard non avesse fatto comprendere così ai servi del suo padrone, come a quelli di lord Littlebrain, che ser Guglielmo Asthon intenderebbe male oltre ogni dire qualunque insulto venisse arrecato ad un servo del sere di Ravenswood. Avendo parlato con tuono abbastanza fermo per toglier loro ogni prurito di divertirsi a spese del vecchio intendente, partì dall'osteria con due servi carichi delle vivande che ivi erasi procacciate, e raggiunse all'uscir del villaggio Caleb.
CAPITOLO III
Affè il dono è leggiadro. M'offron per cortesia
Quel ch'io senza preamboli m'era portato via.
L'atteggiamento del minor fanciullo, unico spettatore dell'oltraggio che alle leggi della cortesia e dell'ospitalità Caleb avea fatto, era, di per se solo, bastante soggetto ad un quadro eccellente. Rimase immobile come se si fosse veduto innanzi uno di quegli spettri de' quali nelle lunghe sere d'inverno, avea udito narrare le dilettose storielle. Non pensando più ai doveri del proprio ufizio, dimenticò di girare lo spiedo, e aggiunse alle disgrazie di questa memorabil giornata, quella di lasciar abbruciare il quarto di castrato, sola speranza di cena rimasta allora al reverendissimo Bidebent. Uscì da questo stato di estasi, sol quando nel tolse un potentissimo schiaffo applicatogli da mistriss Lightbody, donna di robustissima complessione, e che sapea perfettamente valersi delle sue mani, come dicesi averlo provato più d'una volta il suo defunto marito.
Perchè lasciar abbruciare questo arrosto, brutto asinaccio?
Non ne so niente io.
E dov'è andata quell'altra buona lana del tuo compagno? Dov'è Gille?
Non ne so niente io.
E dov'è il sig. Balderston? Oh dio, dio! E dov'è, dico, l'altro spiedo coll'oca e colle due anitre?
Mistress Girder, che in quel momento ritornava, unì alle esclamazioni della madre le proprie, e tutte due gridando nel medesimo tempo alle orecchie del povero fanciullo, e stordendolo sempre più a furia di interrogazioni, e senza dargli tempo a rispondere, non seppero il tenore delle accadute cose che all'arrivo di Gille, il quale avea veduto da lontano Caleb che, collo spiedo in su le spalle, prendea con passo deliberato il cammino di Wolfcrag.
Ma bene! Esclamò mistress Lightbody. Chi dovea mai pensarsi che Caleb Balderston fosse capace d'un'azione simile, e con persone d'antica sua conoscenza?
Oh! che indegnità! gridava mistress Girder. Ma che cosa dirò io a mio marito? Mi ammazzerà quand'anche non vi fosse altra donna in Wolfhope.
Ammazzarti! Sei matta? le disse la madre. Questa è una disgrazia, lo vedo, ma non ce ne ha da venir appresso una maggiore. Ammazzarti? Bisognerebbe che ammazzasse me prima, e ho fatti dar addietro soggettini che valevano meglio di lui. Grazie a dio! so menare le mani; basta che ne venga l'occasione.
Intanto uno scalpitar di cavalli alla porta, annunziò l'arrivo del bottaio e del ministro, i quali non ebbero appena messo piede a terra, che si trasferirono in cucina premurosi di scaldarsi; perchè il temporale avea raffreddata l'aria, e inoltre attraversando la foresta, erano stati sufficientemente rinfrescati dalle gocciole di rugiada piuttosto densa che empiè le foglie e i rami degli alberi. La giovine confidandosi alcun poco nell'incanto delle sue vesti da festa, corse innanzi al marito per sostenere il primo impeto, intanto che la madre, come i veterani delle legioni romane, tenevasi al retroguardo per venirle all'uopo in aiuto. Entrambe cercavano di allontanare quanto si potea la necessità di scoprire il disastro accaduto; la madre mettendosi dinanzi al fuoco e facendo un antemurale della persona al luogo dello spiede mancante; la figlia intertenendo colla più cordiale accoglienza il marito e il ministro, e mostrandosi inquieta, per paura che avessero preso un raffreddore.
Un raffreddore! (Disse con poco garbo Girder, il quale non era nel novero di quei signori e padroni che si fanno umilissimi vicereggenti delle lor mogli). Che raffreddore? Lo piglieremo bene, se non ci lasci una volta accostare al fuoco!
Così parlando si aperse un varco per traverso alle due linee di circonvallazione, e avendo l'occhio rapido del pari e sicuro, s'accorse subito che uno de' due spiedi mancava dal fuoco.
Oh diavolo, diavolo! esclamò. Moglie?..
Oibò, che parolaccia, esclamarono ad un tempo la madre e la figlia. Non vedete lì il sig. Bidebent?
Ho avuto torto, disse il bottaio, ma
Veramente, soggiunse il sig. Bidebent, pronunziare il nome del maggior nemico dell'anima nostra, è una cosa
Ho avuto torto, lo torno a dire, ma
É cosa, continuò il reverendo ministro, che ci espone ad ogni sorte di tentazioni. É un invitarlo, uno sforzarlo in qualche modo, a scordarsi dei miserabili che tien sotto le branche, per volgere i suoi pensieri a coloro che ne invocano il nome, come or facevate.
Ho avuto torto, è la terza volta che lo ripeto. Quando un uomo conviene di aver torto, che cosa può fare di più? Però, permettetemi, Reverendo, di domandare a queste donne per qual motivo, prima del nostro arrivo, hanno ritirato lo spiedo dove giravano l'oca ingrassata e le anitre salvatiche.
Nessuna di noi le ha toccate, Giberto; gli disse la moglie; è è un accidente che
Un accidente! Disse Girder fisando l'occhio torvo sopra di lei. Voglio sperare che non abbiano fatto naufragio Ebbene! mi spiegherete una volta come siano le cose?
La moglie compresa da rispettosissima tema alla presenza di un tale marito, non osava rispondergli, ma venne coraggiosamente in suo soccorso la madre. Sono io, Giberto, son io quella che ha fatto un dono di quell'arrosto ad un mio amico. Che cosa vorrete dirmi adesso?
Quell'eccesso di franchezza rendè muto Girder per pochi istanti; ma poi ripigliò:
E voi avete regalate la mia oca e le mie anitre salvatiche, il miglior piatto del mio banchetto battesimale, ad uno de' vostri amici, vecchia strega? E chi è di grazia, questo amico?
Lo stimabile sig. Caleb Balderston di Wolfcrag, rispose la matrona coi pugni sui fianchi, e pronta a sostenere l'assalto.
A que' detti, la rabbia di Girder non conobbe più limiti. Non vi era cosa più atta a rincalzar la sua collera, quanto l'udire che si fosse avuta la stravaganza di fare un tal dono a Caleb, e si avesse l'altra di qualificarlo coi predicati di stimabile e d'amico; a Caleb, contro il quale egli nudriva vivissimo risentimento, e già i nostri leggitori ne sanno il motivo. Sollevò sulla vecchia uno scuriscio che tenea fra le mani, ma mistress Lightbody non indietreggiò, e brandendo una grande mestola di ferro, di cui valeasi ad irrugiadare il castrato posto nello spiede, lo minacciò di rincontro. Certamente il vantaggio dell'armi era per lei, e quanto a vigor di braccio, non gliene mancava; laonde Girder pensò essere cosa più prudente il far cascar la sua collera sulla moglie, che mandava una specie di gemito isterico, intanto che il degno ministro, la più ingenua e buona creatura che vi fosse sulla terra, stava contemplandola e in suo cuore compassionandola.
E tu sciocca, le dicea Girder, sei stata lì colle mani alla cintola, mentre vedevi donare la mia cena ad un poco di buono, ad un ozioso, ad un insolente, ad uno staffiere, e tutto ciò, perchè veniva a grattar le orecchie di una vecchia con belle parole, dove non è una sillaba di verità? Per dinci! Le pignatte rotte le hai tu da pagare.
Lo scuriscio fu sollevato in aria una seconda volta; ma il ministro trattenne il braccio al marito, e tra lui e la moglie si mise mistress Lightbody, sempre armata della sua formidabile mestola.
Sto a vedere che non mi sarà permesso di gastigare la mia donna! esclamò, valendosi del suo stile, il bottaio.
Gastigate pure le vostre donne, finchè volete, gli disse senza mostrare scompiglio mistress Lightbody; vi dico solo, che se toccate la punta di un dito a mia figlia, avrete che fare con me.
Oibò, sig. Girder! oibò! disse il ministro. Io non mi aspettava mai queste cose da voi. Come? abbandonarvi ad una colpevole collera contro la persona che debb'esservi la più cara di tutte nel mondo? E in qual momento? In quello di compiere il dovere più importante di ogn'altro per un padre cristiano. Per qual motivo? Pel più spregevole fra i beni di questa terra. Per una bagattella insulsa, superflua, inutile.
Ah! la chiamate bagattella? Gridò Girder. So dirvi che non ho mai veduto guazzar nell'acqua un'oca più grassa, e che non furono mai ammazzate da un cacciatore più belle anitre.
Sia, amico mio! voglio crederlo; riprese a dire il ministro. Ma osservate quante cose superflue rimangono ancora sul fuoco. Vi è stato un tempo, quando un solo di que' pani che vedo sulla credenza, sarebbe stato un dono prezioso ad uomini mezzo morti di fame, vaganti per le rupi, e da caverna in caverna, per amore dell'Evangelio.
Ed è quanto mi tormenta di più. (Soggiunse il bottaio che accortamente volea condurre il ministro a partecipare con lui di una collera, non priva, per dir vero, di fondamento). Non ci baderei niente affatto, se quella vecchia sgraziata avesse fatto questo donativo a qualche santo che patisse per amor di Dio, e poi, a qual si fosse altro, fuorchè a quel mascalzone di un Tory, a quel miscredente, a quel bugiardo, a quello scorridore stipendiato dagli oppressori, che in altri tempi militò, sotto il tiranno Allano Ravenswood, contro il duca di Argyle, armatosi per la buona causa. Non so che cosa non mi dicessi; dar la parte migliore del mio banchetto a un tale malvagio!..
Che cosa serve, sig. Girder? Bidebent lo confortava. E in ciò ancora non riconoscete il dito della Providenza? In questa occasione almeno, non vediamo i figli del giusto mendicare il pane; pensate che il figlio di un formidabile oppressore è ridotto a imbandir la sua mensa del superfluo della vostra.
Aggiugnete, parlò allora mistress Girder, che un tal dono non è stato fatto per usar cortesia nè al sig. Balderston, nè al sere di Ravenswood, come a quest'ora Giberto lo saprebbe, se ci avesse lasciato parlare; è stato fatto per un riguardo al lord come lo chiamano?.. al lord cancelliere, che mentre parliamo è a Wolfcrag.
Ser Guglielmo Asthon a Wolfcrag! esclamò stupefatto il bottaio.
Ser Guglielmo, si fece a dire la madre, ed egli e il sere di Ravenswood son fra loro come il guanto e la mano.
E l'uno dà all'altro in isposa la propria figlia. Aggiunse la giovane.
E gli restituisce tutti i suoi beni. Incalzò la vecchia.
Eh, finitela! Le interruppe il bottaio. Siete due scimunite. Quel vecchio scaltro vi farebbe credere che la luna è un formaggio fresco. Il lord cancelliere e il lord Ravenswood amici insieme! Son come cane e gatto, come lepre e levriero.
Ed io vi dico che sono come marito e moglie, soggiunse la vecchia, e forse anche qualche cosa di meglio. E poi, ecco qui! il bottaio Pietro Puncheon, magazziniere della regina, a Leith, è morto.
E il suo impiego è da dar via disse mistress Girder.
E chi lo darà, se non è il lord Cancelliere? aggiunse la madre.
E chi parlerà di voi al lord Cancelliere, se non è il sere di Ravenswood? proseguì la figlia.
E come vorreste che il sere di Ravenswood gli parlasse di voi, senza una preghiera del sig. Balderston? rinforzava l'argomento la madre.
Zitto, zitto, una volta! gridò Girder; non so quale ascoltar delle due, e voi non mi date il tempo di ascoltarne nessuna, nè di meditare sulle cose che mi raccontate. Che cosa pensate voi di tutte queste novità, mastro Guglielmo? chiese al suo lavorante, che nel fervore della disputa era entrato in cucina.
La padrona ha ragione, questi rispose, e non v'è nulla, in quanto ella ha detto, che non sia vero. Ho veduti quest'oggi i servi del lord Cancelliere che mangiavano e bevevano all'osteria di Lucia Smalltrash.
E il lor padrone è a Wolfcrag?
Sì, in fede mia che vi è.
In buona amicizia con Edgardo di Ravenswood?
Bisogna bene che sia così, se è in casa sua.
E il bottaio Puncheon è morto?
Sicuro! la botte è ribaltata; il vino andato via; restan le doghe, non buone più che da gettare nel fuoco; ma quanto allo spiede ed agli arrosti, il cavallo ha ancora la sella, e se lo volete, in una galoppata raggiungo tosto il sig. Balderston, e lo costringo a restituire il mal tolto. Non può essere molto lontano di qui.
Ottimamente, Guglielmo! Preparatevi a partir subito, ma prima seguitemi; v'instruirò sulle cose da dirgli, quando lo avrete raggiunto.
Uscì per dare queste particolari istruzioni al suo lavorante, nè increbbe alle due donne, e nemmeno al ministro, di vederlo allontanato.
Anche questa è una vaga idea, considerava mistress Lightbody. Mandare quel povero innocente ad inseguire un uomo armato! Come se non sapesse che il signor Caleb porta sempre con se una squarcina!
Non so, disse alle due donne il ministro, se sia stata una cosa ben pensata il racconto che gli avete fatto. Può derivarne una briga, e non posso per dover di coscienza starmi dall'avvertirvi, che chi è cagione del male, lo sia pur anche per imprudenza, non può riguardarsi affatto innocente.
Non v'inquietate di questo, sig. Bidebent, perchè non torna mai a conto il metter la mano tra il martello e l'incude. Io so come devo impastare il mio pane, e i ministri della Chiesa non hanno da mescolarsi nelle cose che accadono tra moglie e marito, tra madre e figli. Su via, Giovanna! imbandisci la tavola, e non si parli più di questa miseria.