Capitolo 3 Sesso e telecamere
<<Questo è inammissibile, inammissibile!>> continua a ripetere Gerardo da cinque minuti, facendo giri intorno alla scrivania, mentre i due colpevoli davanti a lui sono ormai maschere della disperazione.
<<Senti, Gera, non è come pensi..>>
<<Non è come penso? NON E COME PENSO????>> urla il grande capo, soffermandosi per un attimo davanti a Justin, come se costui fosse un pericoloso killer mascherato appena piombato dalla grande finestra.
<<Voi due avete fatto . Sesso sulla mia scrivania, dove lavoro e tengo i documenti più importanti e vorreste pretendere che io non vi licenzi proprio in quattro e quattro otto?>> si passa una mano sulla faccia rossa e riprende i giri intorno alla scrivania con espressione inorridita, quasi aspettandosi di veder spuntare da qualche angolo anche fruste e manette, a parte le famose mutandine rosso fuoco.
<<Tecnicamente sì >> cerca di rispondere Justin, mentre sta lanciando occhiate furiose ad Annalisa, che sembra ridotta ad un lungo, terrorizzato mutismo.
<<Tecnicamente sì? Che cazzo di risposta è questa, Justin? Ok, siete giovani e focosi, ma non potevate tenere le mutande fuori dal mio ufficio?? Datemi una buona ragione perché io non vi licenza, ora. Praticamente mi avete coperto di vergogna davanti allintero personale, per sempre!!!! Chissà cosa penseranno mia moglie, le mie figlie.>> Gerardo solleva le mani in un gesto apocalittico <<Questa è una condotta immorale, vergognosa, di cui si spargerà la voce dappertutto, anche fuori da queste mura, e che ci porterà dritto al fallimento!>>
<<Dai, non esagerare, non è poi così brutta come pensi..>>
<<E chissà da quanto tempo dura questa storia!>> tuona di nuovo Gerardo, fulminandoli con i piccoli occhi arrabbiati. <<Ma davvero mi stavate prendendo in giro a questo modo, dopo tutto quello che ho fatto per te, Justin? Grazia a Dio Sandy si è accorta di quelle di quella cosa rossa sotto la mia scrivania! O meglio, non se ne fosse accorta!>> si siede con un tonfo nella sua poltrona, appoggiando la testa sulla scrivania come un uomo finito, ma poi si alza di scatto, come se la scrivania luogo del delitto lo avesse appena bruciato.
<<No, dai Gera, non esagerare sai come sono queste cose ti prendono allimprovviso ieri sera avevamo lavorato troppo e quindi stappato una bottiglia di Franciacorta per rilassarci un po. Siamo venuti nel tuo ufficio a cercare il contratto della Rubinsterin & Co e ci siamo lasciati trasportare non è come se la gente ci avesse visti, non cera nessuno nellintero edificio può succedere>> dice Justin cercando di mantenere una parvenza di calma, con la stessa espressione omicida rivolta ad Annalisa.
Perché accidenti non aveva tenuto la bocca chiusa?
<<E solo colpa tua!>> sbuffa verso la fidanzata, che sembra la mummia di Tutankhamon appena risorta, in vestito verde aderente e tacchi a spillo.
<<Ma io ho solo detto che non erano mie >> riesce finalmente ad articolare Annalisa. Intendiamoci, lintelligenza non è esattamente tra le sue primissime qualità.
<<Ehm chiedo nuovamente scusa>> si sente dalla porta, e tutti saltano come se fossero morsicati da un cobra.
<<Tu, di nuovo qui?>> attacca Justin, non credendo letteralmente ai suoi occhi.
I codini dora nel vento e leggera come una piuma, Sandy si avvicina veloce alla scrivania di Gerardo ignorando i due sfigati, e dice quasi sottovoce ma assicurandosi di essere ben sentita: << Caro Gerardo, se ha voglia di dare unocchiata allintera scena di ieri sera, cè una videocassetta nellufficio di Quattrocchi. Come sa, la sua scrivania è sorvegliata giorno e notte >>
<<Che cosa???>> esplode Justin saltando dalla poltrona, come se avesse appena ricevuto un colpo di mazza in testa.
Salvatore Quattrocchi è il manager del reparto sicurezza e la videocamera nellufficio di Spiazzi era una cosa del tutto imprevista. Fino a quel momento nessuno sapeva che in certi punti strategici della cerano telecamere di sorveglianza
Dopo aver bisbigliato per un po nellorecchio del capo, Sandy esce così comè entrata, quasi correndo, senza degnare di uno sguardo i due sfigati protagonisti.
Gerardo li fissa con eloquente aria omicida, sta proprio per licenziarli, non cè via di scampo.
<<Aspettami qui, Gera, non ti muovere, ora poniamo fine a questa commedia>> dice Justin e si avventa furioso alla ricerca di Sandy.
Capitolo 4 Una studentessa da ammazzare
<<Sandy! Saaaandy!>> urla Justin nel corridoio, così forte che sicuramente lo stanno sentendo dalla strada davanti alledificio.
Varie teste escono dagli uffici accanto e si mettono a ridere sottovoce, ma spariscono subito appena Justin si avvicina.
<<Guardate bene e imparate come si ammazza un personaggio di cartone animato!>> urla ancora più forte, ma ad un tratto scorge la gonna grigia dietro ad una colonna in acciaio.
<<Eccoti!>> e si mette ad inseguirla.
Sandy se la da a gambe tra le varie scrivanie, con Justin che la insegue proprio a due passi di distanza. Meno male che non indossa mai i tacchi, le sue Toms vanno sempre bene in ogni occasione.
<<Feeermati!>> grida Justin così forte che quasi le provoca un infarto, a lei e a tutti quanti nella sala.
La ragazza urta una sedia che per qualche attimo impedisce Justin nella sua corsa, ma solo per qualche attimo. Polvere e documenti cominciano a spargersi nellaria, mentre lintero personale del reparto finanziario segue i due giovani con le bocche spalancate.
<<Cosa stai combinando, Jus?>> chiede dun tratto De Angelis, responsabile delle pubbliche relazioni.
<<Signor Bennett, ha perso una scarpa!!> fa notare Adriana, la segretaria di costui, raccogliendola perplessa con due dita.
<<Tienimela per dopo!!> risponde Justin, e riesce finalmente a raggiungere Sandy, che si sta appoggiando disperatamente sul pulsante di chiusura delle porte dellascensore, ma lui con uno sforzo immane ci infila il piede, per sfortuna quello scalzo, e con un grido di dolore riesce a gettarsi dentro.
Capitolo 5 Bloccati in ascensore
Sandy schiaccia disperatamente un pulsante mentre Justin ne schiaccia un altro, e un altro ancora, caoticamente. Lascensore comincia a trepidare pericolosamente con dentro i due giovani che si fissano in cagnesco.
<<Stai cercando di ammazzarci tutti e due?>> grida la ragazza, dandogli dei piccoli colpi sulle braccia.
Justin è davvero fuori di sé, sudato, respira con affanno e i capelli biondo cenere di solito perfettamente pettinati sono arruffati come se si fosse appena fatto la doccia.
<<Se mi tocca farlo per darti una lezione>> dice lui <<allora ne vale la pena!>>
<<OH al diavolo, Justin Bennett!>> dice Sandy, rinunciando e coprendosi il viso con le mani. Anche lei è scomposta, capelli fuori posto e il cuore che le batte allimpazzata. Non si è mai ritrovata da sola in ascensore con un pazzo che ha appena dichiarato di volerla ammazzare, e si chiede preoccupata cosa seguirà.
<<Stavi andando alla riunione con il signor Pagliettini di Pesca & Cioccolato, giusto?>> fa Justin andando dritto al punto. <<La riunione che doveva essere con me il progetto che doveva essere mio>> sottolinea furibondo.
<<Stavi andando alla riunione con il signor Pagliettini di Pesca & Cioccolato, giusto?>> fa Justin andando dritto al punto. <<La riunione che doveva essere con me il progetto che doveva essere mio>> sottolinea furibondo.
<<Cosa può fare linvidia di un ragazzo simpatico>> osserva gelida Sandy, cercando di mantenere la calma e sistemarsi la camicetta. Un bottone si stacca allimprovviso e lei si china per raccoglierlo.
<<Cosa stai combinando adesso?>> chiede lui circospetto, ma improvvisamente cè uno spaventoso scricchiolio, un tonfo violento e lascensore si ferma di botto tra i piani. La luce principale di colpo non cè più e Justin e Sandy si ritrovano per terra, luno contro laltra, avvolti dal buio e dalla paura.
Capitolo 6 Obbligo o verità
<<Oddio, stavi davvero cercando di ammazzarci!>> bisbiglia Sandy terrorizzata, e con quasi un salto si stacca subito da lui.
Justin non ha ancora capito cosa sta succedendo ma per un attimo lo percorre un brivido .. quasi piacevole. Sandrine Martignon, secchiona della Bocconi, si trovava nelle sue braccia, la guancia incollata al suo petto, tremando. Lui poteva sentire il profumo delicato dei suoi capelli, percepire attraverso la sottile camicetta i battiti irregolari del suo cuore, premuto un secondo contro il suo.
<<Ora moriremo soffocati, spero che sei contento!>> grida lei dall'angolo dove si e' rifugiata e le sfugge un singhiozzo.
<<Basta, tranquillizzati>> esordisce Justin, passandosi le mani tra i capelli. Cerca e trova il pulsante di allarme dell'ascensore. <<Qualcuno ci sentirà, sanno tutti dove siamo, e' solo questione di tempo. Il tuo amico Salvatore Quattrocchi ci tiene sicuramente d'occhio...per così dire.>>
La piccola battuta non riscontra alcuna reazione. Sandy si e' chiusa in una specie di mutismo, accasciata per terra, sembra quasi presa da un attacco di panico.
Justin comincia a sentirsi un po' nervoso. Insomma...tutto ciò che voleva era dare una lezione alla piccola peste, non si aspettava che lei sembrasse così...vulnerabile.
O forse era solo una tattica per prendersi di nuovo gioco di lui?
<<Cosa c'e', soffri di claustrofobia?>> dice cercando di darsi un tono ironico.
Nessuna risposta.
<<Sandrine....Sandy! Pianeta Terra a Sandrine Martignon!>>
<<Senti Sandy>> fa Justin alla fine. <<Non avere paura, non ti tocco. Senti , visto che probabilmente ci vuole ancora qualche minuto prima che ci tirino fuori da qui...>>
<<Altro che qualche minuto!!>> viene rapida la risposta scontrosa di lei.
<<...perché non giochiamo ad un piccolo gioco? Così ci passa la paura.>>
<<E quale sarebbe?>>
<<Obbligo o verità. Dai, ci divertiamo un po'! Il fatto è>> dice lui veloce, senza lasciarle tempo di protestare,<<che vorrei davvero sapere perché stai cercando di distruggermi. Forse ti ho fatto qualcosa e non me ne sono reso conto...>>
<<Non sto cercando di distruggerti!>> grida Sandy, acida.
<<E allora come mai ce l'hai sempre con me? Mi dai l'impressione di essere anche simpatica, invece tutte le volte sembra che tu sia....in competizione con me.>>
<<La tua mente malata sta facendo apparire alla superficie mostri del tuo subconscio>> afferma lei improvvisamente molto calma.
Justin fa uno sforzo per rimanere calmo, cosa vorrebbe dire esattamente? si chiede per un attimo grattandosi la testa.
<<E il progetto Pesca & Cioccolato? Sapevi benissimo quanto ci tenevo!>> non può impedirsi di chiedere.
<<Ma non ho colpa se hanno scelto la mia idea! Di fatti, aprire un negozio on-line mi sembra il modo migliore per ampliare l'affare, così potranno consegnare i dolci direttamente a domicilio, in tutta Milano. Sinceramente, e' un'idea fantastica.>>
<<Ma...>>
<<Niente ma, ho solo dato loro la soluzione più ovvia. Basta, mettiti l'anima in pace>> dice risoluta. <<Non sto affatto cercando di distruggerti. Ora tocca a me.>>
<<Che cosa?>>
<<Tocca a me fare le domande. Di che segno sei?>> dice, e lo fissa con quei suoi grandi occhi neri tanto espressivi e seri.
Capitolo 7 Impazzisco per i tuoi tatuaggi
Justin rimase per qualche attimo perplesso. Lei aveva proprio chiesto...ciò che gli era sembrato di sentire?
<<Sono leone>> mentì. Perbacco, se voleva sapere cose di lui non le restava che chiederlo a Teodora, capo del personale.
<<Bugie, sei Ariete>> fa Sandy con una semplicità quasi infantile.
<<Allora se lo sai perché chiedi?>> dice lui, di nuovo incavolato.
<<Per vedere se sei onesto. Stai dando tutta la colpa a me, ma stai giocando sporco>>.
<<Sei fantastica! Tu di che segno sei?>> dice Justin per dire qualcosa, mentre la sua mente lavora con velocità. Ma quella ragazza...si stava per caso prendendo una cotta per lui?? No. Non poteva essere.
<<Sono toro>> dice lei con semplicità. <<Posso farti un'altra domanda? Come mai tutti quei tatuaggi sulle braccia? E' una moda in America, vero? Come i cantanti famosi...Mi sorprende che Gerardo te lo abbia permesso, tutto qui, secondo me ti sta permettendo troppe cose>> Si mise a strisciare un piede avanti e indietro con fare infantile che voleva essere quasi provocante, e Justin seppe che alludeva all'episodio delle mutandine rosse.
Vedeva attraverso la semi- oscurità gli occhi lucenti di Sandy, pieni di una specie di velato rancore e di tanto altro... Deglutì non senza fatica. La ragazza era evidentemente interessata... alla sua persona. Ad un tratto ebbe quasi voglia di ridere, così facile sarebbe stato?
<<Ti piacciono? I miei tatuaggi>> disse cercando di avere un tono normale.
<<Ehmmm...>> La risposta si lasciava aspettare e Justin avrebbe giurato che lei quasi stava arrossendo.
Era finalmente riuscito a risolvere il mistero Sandy: non lo voleva distruggere, aveva una cotta per lui ed era probabilmente gelosa!
Si rilassò all'istante, perché si trattava di una questione che sapeva fin troppo bene maneggiare.
<<Ti piacerebbe toccarli?>> fece, abbassando il tono in maniera sexy.
<<Cosa?>> sussultò lei, portandosi una mano ai capelli. Justin sapeva che era segno di nervosismo, non stava più nella pelle.
<<I miei tatuaggi...puoi toccarli, se vuoi>>
<<Davvero??>> L'incredulità' mescolata alla speranza nella sua voce lo fece quasi intenerire.
Improvvisamente molto di buon umore, si tolse la giacca leggera e si sbottonò la camicia mostrando il petto nudo coperto di tatuaggi, che Sandy poteva solo intravedere attraverso la luce debole che proveniva di sopra l'ascensore. L'oscurita' contribuiva a creare un'atmosfera intima e carica di elettricità, e Justin si congratulò con se stesso, bloccare l'ascensore era stato un vero colpo di genio. Avrebbe dovuto ricordarselo per altre situazioni, compreso le ore piccole in ufficio con Annalisa.
<<Tu sei pazzo>> fece lei sogghignando, e rise anche lui, di gusto. Si rese conto che si stava rilassando. Lei aveva un sorriso radioso, che brillava nell'oscurità', e quelle che si intravedevano nelle sue guance erano delle deliziose fossette? per la prima volta si disse che per una piccola secchiona non era niente male e probabilmente se avesse vestito in maniera diversa avrebbe anche potuto fare colpo su una grande quantita' di adolescenti come lei, pieni di ormoni oppressi .