<<Dai, nessuno ci vede comunque. Non hai mai visto....voglio dire, un ragazzo tatuato prima, vero>>.
Capitolo 8 - Toccami
Sandy alzò gli occhi al cielo perché la trattava come se fosse una dodicenne.
<<Be' e' vero che non conosco molti ragazzi tatuati...ma tu ne hai davvero un'infinita'>> disse, gli occhi neri lucenti più del solito. Con quei capelli stretti in due codini da Britney Spears sembrava un piccolo angelo tentatore.
Lui sentì un brivido leggero che cercò di allontanare.
<<Toccami>> disse con voce rauca, e protese un braccio in avanti. Sui bicipiti era disegnata una testa di tigre in pieno assalto.
<<Non lo farei mai, per chi mi prendi?>> rispose lei, con altrettanta emozione nella voce. <<Cosa direbbe la tua fidanzata?>>
Ah, la fidanzata. Se avesse potuto, Justin si sarebbe fatto una bella risata, quella era una ragazzina che viveva in un mondo di soap-opere. Ma stranamente, lui non aveva alcuna voglia di pensare ad Annalisa. Tutto ciò che voleva ora era che Sandy gli accarezzasse la pelle con la sua piccola mano, che sicuramente doveva essere morbidissima. Sussultò al solo pensiero.
<<Non ti ho chiesto nulla di male, Sandy... se la cosa ti interessa, posso anche darti l'indirizzo di un tizio che fa degli ottimi tatuaggi>>. Stava per rinunciare quando lei protese una mano e gli toccò il braccio con un dito solo.
Lui trattenne il respiro. Il suo tocco era più delicato di una piuma, accarezzò lentamente la tigre per qualche secondo, poi si ritirò imbarazzata. A Justin parve che le fosse tremato la mano e si rese conto che anche il proprio cuore batteva più forte del normale. Era passato troppo tempo, dall'ultima volta che era uscito con una ragazza al college, a Chicago. Quell'amore da adolescenti, le timidezze, le occhiate con sottinteso, il primo sfiorarsi, i primi baci ...
Si chiese improvvisamente cosa sarebbe successo se avesse osato andarle più vicino.
In quel momento, un brusio inaspettato li fece trasalire. L'ascensore...stava salendo!
In meno di cinque secondi, prima che Justin e Sandy se ne rendessero conto, le porte si aprirono con un grande tonfo e loro si ritrovarono....all'ottavo piano, immersi di luce.
Con davanti praticamente l'intero personale della ditta, e in primo piano, Gerardo, Annalisa e Salvatore Quattrocchi.
Capitolo 9- Sesso nella vasca del capo
Forse per la prima volta in vita sua, Justin non seppe come reagire e rimase lì interdetto a fissare il suo capo, che lo stava fissando con altrettanto stupore, gli occhi sgranati come due polpette marroni.
Perché Justin si era scordato un piccolo dettaglio: era a torso nudo.
<<Amore, cosa ...stavate facendo?>> singhiozzò Annalisa, immagine dell'orrore, i capelli arruffati, occhi gonfi e trucco fino al mento. Come se li avesse colti in pieno delitto, l'uno sopra l'altro. Be' non sarebbe mancato molto, si disse Justin con un sussulto di orgoglio.
Cercò di guadagnare tempo e cominciò a infilarsi la camicia, mentre in quello stesso attimo Sandy si alzò da terra e se la diede a gambe prima che nessuno le potesse chiedere nulla. Era talmente scomposta, e quelle nei suoi occhi sembravano...lacrime?
Justin pensò di avere allucinazioni: la ragazza stava piangendo? Come se fosse appena stata...come se lui...
<<Justin Bennett Clark!>> ringhiò Gerardo, mentre Salvatore Quattrocchi lo aiutava imbarazzato ad alzarsi e a recuperare gli altri pezzi di abbigliamento. <<Nel mio ufficio! ADESSO!>>
Tre minuti dopo, lui e Gerardo Spiazzi avevano forse la discussione più furente di tutta la loro comune esistenza in quella ditta. Justin non lo aveva mai visto così fuori di sé, nemmeno quando per un grosso errore aveva perso anni fa' uno dei clienti più importanti .
<< Prima scopi Annalisa sulla mia scrivania....poi neanche ventiquattro'ore dopo cerchi di molestare una studentessa nell'ascensore? Mio Dio Justin, sei LETTERALMENTE IMPAZZITO? Ma non hai imparato davvero nulla in questi anni da quando stai lavorando con me: gli affari non si mescolano alla vita personale?? Stai per caso facendo uso di cocaina, recentemente? Hai problemi personali? Dimmelo, te lo supplico, perché così non possiamo assolutamente andare avanti!>>
<<Gera, Gera...>> cercò Justin di interrompere quello che sapeva che sarebbe stato un interminabile battibecco. Questa volta il suo capo sembrava veramente furibondo, e benché gli sembrasse che tutti stavano un po' esagerando, non poteva non sentirsi un tantino preoccupato.
<<Rispondi, per l'amor del cielo!>> tuonò Gerardo, facendolo sussultare sulla poltrona.
<<Ti rispondo se ti dai una calmata>> disse Justin, gelido.
Qualcuno bussò alla porta ed entrò senza aspettare. Era Adriana, la segretaria di De Angelis.
<<Scusate>> disse, <<penso che questo sia suo, signor Bennett>>.
Cosa? Da quando gli dava del lei, la scorsa settimana erano andati con un gruppo di amici a giocare al bowling e si erano divertiti un mondo!
Ma ora Adriana era più rigida di un palo dell'elettricita' quando gli gettò in braccio...la sua scarpa, quella che aveva perso quando stava inseguendo Sandy per l'intero pianerottolo.
<<Wow grazie Adri, me ne ero quasi scordato>> fece lui arrossendo, ma non ottenne che un'occhiata glaciale da parte sia della collega che del capo.
<<Mi adora>> assicurò Justin perplesso, mentre lei sbatteva la porta.
<<Ah ne sono convinto>> disse Gerardo, infilandosi in bocca uno stuzzicadenti e osservando il suo amico contorcersi e sudare nell'intento di infilarsi la scarpa.
Volle aggiungere qualcosa, ma qualcun'altro entrò all'improvviso. Questa volta, Annalisa irruppe nella stanza come un uragano, o meglio dire, quanto di uragano ci poteva essere in una donna barcollante, arrampicata su dei tacchi quindici e con la faccia cosparsa di trucco.
<<Ehi, cos'e' questo, un gabinetto pubblico?>> la sgridò Gerardo, fissandola con ostilità. Ci mancava proprio l'IQ di resistenza della Touchè' Comunicazioni e la sua giornata sarebbe stata perfettamente rovinata.
<<Amore mio!>> urlò Annalisa, facendo praticamente un salto dalla porta dritto nelle braccia di Justin, schiacciandolo contro la poltrona. Fece per dargli un bacio, e invece...lo schiaffeggiò con violenza.
Sia Justin che Gerardo rimasero spiazzati, sbattendo ripetutamente le palpebre come in una scena della Famiglia Adams. Scattando in piedi, le mani sui fianchi e l'espressione omicida, il seno prosperoso che quasi esplodeva dal decolleté generoso, Annalisa sembrava una versione italiana di Angelina Jolie in Mr e Mrs Smith. Quasi ci si aspettava che togliesse una pistola dalla giarrettiera e sparasse sette colpi nel petto nudo e tatuato di Justin.
<<Amore mio, cosa...stai facendo?>> articolò costui, sfregandosi incredulo la guancia.
Gerardo stava quasi ingoiando lo stuzzicadenti.
<<Cosa sto facendo?>> ripeté lei in tono drammatico, gli occhi in fiamme. <<Ti sto mollando, ecco cosa sto facendo. Hai cercato di violentare quella stupida nell'ascensore, che sei stato sempre tu a bloccare! Ti odio, Justin Bennett Clark, sei veramente una merda e non voglio più vedere la tua schifosa faccia nemmeno in quelle splendide foto che abbiamo scattato nella vasca idromassaggio di Gerardo Spiazzi! Ti vorrei vedere morto, e che prima ti venga una malattia al pene, che ti cada come un fagiolino secco, che sia divorato dai corvi! Ed io sarò la prima a venire al tuo funerale, ma non per piangere, io sarò quella che ride, ride, ride!!>> ripeté con espressione melodrammatica, colpendosi le cosce ripetutamente come se avesse già studiato quella scena un bel paio di volte prima.
<<Cosa sto facendo?>> ripeté lei in tono drammatico, gli occhi in fiamme. <<Ti sto mollando, ecco cosa sto facendo. Hai cercato di violentare quella stupida nell'ascensore, che sei stato sempre tu a bloccare! Ti odio, Justin Bennett Clark, sei veramente una merda e non voglio più vedere la tua schifosa faccia nemmeno in quelle splendide foto che abbiamo scattato nella vasca idromassaggio di Gerardo Spiazzi! Ti vorrei vedere morto, e che prima ti venga una malattia al pene, che ti cada come un fagiolino secco, che sia divorato dai corvi! Ed io sarò la prima a venire al tuo funerale, ma non per piangere, io sarò quella che ride, ride, ride!!>> ripeté con espressione melodrammatica, colpendosi le cosce ripetutamente come se avesse già studiato quella scena un bel paio di volte prima.
<<Ehi...un momento>> esclama Gerardo, facendo praticamente un salto al di sopra la scrivania, ma Annalisa era già uscita, degna come una regina e inciampando goffamente nella spessa moquette azzurra.
<<Tesoro...amorino!>> la chiama Justin con disperazione, letteralmente le lacrime agli occhi.
<<Com'e' quella storia di voi due nella mia vasca idromassaggio???>> urla Gerardo, più che mai in preda ad un attacco cerebrale.
Capitolo 10 - Una visita inaspettata
<<Ehmmm...scusate se interrompo...>> Quattrocchi si infila attraverso la porta, ma quasi si becca in testa la palla da pallacanestro di Spiazzi che sta tentando i suoi colpi migliori facendo risuonare l'intero pianerottolo. Mentre Bennett lo osserva con l'aria più rilassata del mondo, sorseggiando languidamente qualcosa in un bicchiere di plastica.
<<Non si entra senza bussare!!>> dicono in coro Justin e Gerardo poi scoppiano entrambi dal ridere, una risata isterica che lascia Quattrocchi di stucco. Si era aspettato di vedere sangue e cadaveri sparsi per l'intero ufficio, invece i due accaniti giocatori di pallacanestro sembrano intendersi meglio che mai. Quella era davvero una strana giornata.
>>Ehmm....volevo solo annunciare una visita>> riuscì articolare con difficoltà.
<< Leone Santoro Barbieri e' qui e desidera vedere tutti e due al più presto possibile>>
Sia Gerardo che Justin saltano letteralmente in piedi, fissando scioccati il piccolo Quattrocchi che indietreggia verso la porta, sul punto di scappare. Sì, giornata decisamente fuori dall'ordinario per le sue abitudini.
<<Il...capo della Nestlè'? Ma sei impazzito, da quanto tempo sta aspettando? Fallo subito entrare, e di' ad Elena di preparare tre espresso, uno decaffeinato e con tanto sciroppo di agave!>> ordina Gerardo quasi lanciandoglisi addosso per strangolarlo.
<<Era tanto che non si vedeva Leone Santoro Barbieri, come mai da queste parti?>> rifletté Justin a voce alta, fissando il suo capo e amico con aria interrogativa.
<<Di qualsiasi cosa si tratti, Santo Barbieri non muove le chiappe se non c'e' di mezzo una questione vitale>> concluse Gerardo, preoccupato. <<Immagino sia il nuovo prodotto del gruppo, che vogliono lanciare l'anno prossimo...Forse dobbiamo dare loro una mano>> sottolinea, con un gran sorriso da un orecchio all'altro.
<<Gera! Vuoi dire che ...potrebbe chiedere proprio il nostro di aiuto? Dopo tutto ciò che li abbiamo fatti passare con il latte per neonati, secoli fa'?>>
<<Eravamo una ditta più giovane, allora....Vediamo cosa vuole ma non dimenticare che mi devi ancora spiegare cosa facevi con Annalisa nella mia vasca, all'anniversario del mio ventesimo anno di matrimonio....Signor Santoro Barbieri, prego, si accomodi!>>
Un uomo di mezza età, calvo e imponente fece l'entrata nell'ufficio. Se non fosse stato per l'espressione troppo glaciale per i suoi gusti e l'eleganza spinta all'estremo, a Justin gli sarebbe parso l'attore Bruce Willis in persona.
<<Signori>> disse Santo Barbieri senza molte cerimonie, <<ho una cosa molto importante da discutere con voi, con la Touchè' Comunicazioni. Ma prima vi devo chiedere un favore: ho sentito che c'e' tra di voi una fresca collaboratrice, una certa Sandrine Martignon, studentessa alla Bocconi. Che, a soli due mesi di stage, sta svolgendo un lavoro fantastico guadagnando clienti importanti. Se non vi dispiace, vi chiederei di chiamarla perché la nostra offerta ha a che fare anche con lei.>>
Capitolo 11 - Un incontro premeditato
Il piccolo bar non era molto affollato, si era appena a metà marzo, fuori stagione turistica.
Justin entrò quasi furtivamente, evitando con cura di essere visto. Aveva inseguito l'Audi Cabriolet di Sandy non senza perplessità: i suoi dovevano essere davvero benestanti per regalarle una macchina del genere, o forse...si trattava di un ricco fidanzato?
Comunque la ragazza non sembrava fidanzata, era arrivata nella piccola località situata sul Mar Ligure accompagnata soltanto da un'amica.
Justin pensò per la centesima volta in quella settimana che, se la voleva dissuadere dal folle progetto di Santoro Barbieri, sapeva troppe poche cose sul suo conto. Sapeva che tra poco si sarebbe laureata alla Bocconi, che suo padre lavorava a Roma, in un importante centro finanziario. E che, così come appariva nella debole luce di quel bar di paese, era una creatura del tutto fuori dal mondo. Elegantissima.
Justin non l'aveva mai vista così, e solo a fissarla per qualche secondo gli venne una sensazione vicina allo svenimento. Se una tale cosa era ancora possibile, alla sua età.
Indossava una gonna pantalone bianca, un top colorato e sandali con zeppe all'ultima moda, forse Louboutin, che la rendevano particolarmente fascinosa. I capelli messi in piega le scendevano ondulati sulle spalle con delicate sfumature di biondo acceso (dov'erano finiti i codini?), e indossava più trucco che mai.
Quando per sbaglio si girò e finalmente si accorse della sua presenza, l'espressione sul viso di lei fece bruscamente irrigidire la parte sotto la cintura dei suoi jeans. Sembrò completamente scioccata, ma per un piccolissimo attimo...piacevolmente scioccata.
<<Giù amico, sta' buono e lascia a me la conversazione>> disse alle sue parti basse e con uno sforzo di volontà si diresse verso le due ragazze sedute nell'angolo opposto all'entrata.
<<Chiedo scusa per il disturbo ma lei assomiglia in maniera davvero affascinante ad una mia carissima collega di lavoro, una ragazza splendida, dolce, amorevole..>> fece, togliendosi il buffo cappello di paglia che avrebbe dovuto ripararlo dal sole. Per lui venire in quel paesino dimenticato dal mondo era un po' come andare nel Far West, si era vestito in maniera davvero noncurante. E non si sarebbe meravigliato se da qualche portone fosse sbucata qualche mucca come sulle confezioni di cioccolato Milka.
<<Here we go again...>> rispose Sandy acida, roteando gli occhi e sorseggiando controvoglia un po' del suo cocktail.
<<Sandrine?!>> esclamò Justin con finto tono scioccato. <<Tu, davvero qui? Non e' un sogno felice dal quale non vorrei svegliarmi? Che piacevole sorpresa, posso farvi compagnia? Non tutti i giorni di passaggio in un paese di mare ci si imbatte non in una ma in due bellissime donne! Justin Bennett Clark a vostra disposizione>> tese la mano verso l'amica di Sandy, una mora altrettanto perfettamente vestita e truccata, che gli getto' un'occhiata divertita e curiosa e gliela strinse con garbo.