Se Non Farai Del Sogno Il Tuo Padrone - Stephen Goldin 3 стр.


I terroristi, però, non avrebbero ceduto senza combattere. Avevano posizionato nel corridoio una squadra suicida scelta tra le loro fila per sorvegliare il loro strumento di distruzione. Quegli uomini sapevano che, se la bomba fosse scoppiata, sarebbero morti: ed erano preparati a sacrificare le loro vite per la causa. Avrebbero combattuto come indemoniati per proteggere la bomba; non avevano niente altro per cui vivere e quindi non si sarebbero risparmiati in nulla.

Appena giunti nel corridoio dove era stata piazzata la bomba, Wayne e Janet afferrarono immediatamente la situazione. Cerano venti metri di pericolo a separarli dal loro obiettivo. Nel momento in cui apparvero nel campo visivo dei tre uomini di guardia del corridoio, fu allerta immediato. I tre, che già avevano i fucili spianati e puntati per una simile evenienza, con gesto spontaneo spararono immediatamente agli agenti governativi.

Wayne sentì laria calda del raggio laser del fucile di un terrorista sfrigolargli a pochissimi millimetri dalla guancia per poi perforare superficialmente lintonaco del muro. Sfruttò il tempo guadagnato con lo scatto e con una spinta si gettò pancia a terra, col fucile in mano, scivolando per poi fermarsi sul pavimento liscio; puntellò i gomiti al suolo, mirò rapidamente, ma con cura; fece fuoco. Lavversario che gli aveva sparato urlò dal dolore mentre il raggio ustionante della pistola di Wayne gli vaporizzava il tessuto della spalla destra.

Dopo Wayne era entrata in azione anche Janet. Entrando nel disimpegno era rimasta un passo dietro di lui, allertata in tempo dal rumore degli spari. Gettandosi dun lato finì in ginocchio con il fianco sinistro al sicuro, contro il muro. Anche lei aveva il fucile in mano e aprì il fuoco sul nemico.

Avvantaggiandosi dalla copertura, lui strisciò come un serpente per dodici metri lungo il corridoio e arrivò al pulsante che controllava il cancello di metallo che ostruiva la via per proseguire. Attorno a lui un susseguirsi di colpi laser, ma li ignorò, concentrandosi esclusivamente sul pulsante.

Per ottenere un effetto drammatico, Wayne rallentò un pochino il suo senso del tempo. Come tutto il Sogno, anche il corso del tempo era controllato dai Sognatori. Wayne poteva allungare un istante fino alleternità per far accadere tutto al rallentatore, oppure poteva comprimere un certo numero di avvenimenti in un singolo istante. Allungare il flusso del tempo era un effetto artistico per accrescere la suspence nel pubblico, facendo sembrare più lenta la sua avanzata e ingigantendo la minaccia dei laser dei terroristi. Tutti gli uomini che si identificavano con lui nel Sogno si sarebbero sforzati per raggiungere quel fatidico pulsante, eppure avrebbero dovuto agire nella vischiosità che Wayne imponeva. Naturalmente aveva discusso il cambio del flusso del tempo con Janet e anche lei aveva rallentato la sua percezione del tempo; altrimenti per Wayne i movimenti di lei non sarebbero stati altro che una rapida azione sfocata e così sarebbe stato per tutti gli spettatori di sesso maschile che vivevano lazione attraverso i suoi occhi.

Finalmente Wayne raggiunse il pulsante. Lo premette e, obbediente, il cancello metallico si avvolse sul soffitto. Contemporaneamente Wayne tornò al flusso di tempo normale. Ora sembrava avere la strada spianata per potersi impossessare della bomba. Ma proprio mentre veniva sommerso da unondata di trionfo fu colpito al polpaccio desto da un raggio laser avversario.

Era un effetto alquanto complicato e Wayne si era sentito lusingato quando il direttivo della stazione trasmittente gli aveva permesso di realizzarlo. Tutta lindustria aveva adottato regole molto severe riguardo al dolore percepito nel corso dei Sogni. Sensazioni del genere avrebbero potuto avere effetti traumatici su un utente tranquillamente addormentato nel letto di casa sua. Agli inizi dellattività i Sognatori avevano perduto diverse battaglie legali contro accuse di danni mentali e fisici causati da traumi. Ecco perché ora ci andavano coi piedi di piombo, toccando largomento stress nei Sogni con estrema cautela.

Correndo, durante un Sogno, Wayne non aveva mai il fiatone; anche in imprese estenuanti non si stancava mai, mai aveva uno stiramento muscolare; ora che il copione prevedeva che venisse ferito, non poteva soffrire alcun vero dolore. Se si fosse lasciato sfuggire una cosa del genere attraverso le connessioni sarebbe stato licenziato immediatamente.

Invece doveva gestirsi la ferita a livello mentale. Invece di trasmettere la lacerante agonia causata da una vera bruciatura di laser doveva inviare il pensiero freddo e razionale della gamba colpita dal fuoco nemico e del dolore che provava. Larto non sarebbe riuscito a sopportare tutto il suo peso e avrebbe mostrato visivamente tutti gli effetti della ferita; lunico ingrediente mancante sarebbe stato proprio il dolore. Portare a termine con successo quella manovra significava conferire al Sogno un tocco da esperto; Wayne era contento delloccasione, perché poteva dimostrare le proprie capacità.

Urlò il suo dolore proprio mentre il laser di Janet sbaragliava lultimo terrorista rimasto. Wayne, però, non poteva permettersi di subire rallentamenti. Mancavano pochi minuti allesplosione programmata della bomba ed era lui, non Janet, lesperto artificiere. Ora il cancello era sollevato e sembrava non ci fosse nulla che gli impedisse di raggiungere lobiettivo. Con la gamba in quelle condizioni non riusciva a stare in piedi: ma con la forza della disperazione iniziò a trascinarsi sul pavimento con i gomiti per arrivare alla fine del corridoio.

I due terroristi sembrarono apparire dal nulla accanto al cancello. Fino a quel momento erano rimasti nascosti senza abbandonare le proprie postazioni, sperando che i loro compagni riuscissero a gestire la minaccia da soli. Rappresentavano lultima linea difensiva e indubbiamente erano i migliori uomini di cui la banda disponesse.

Wayne sentì dietro di sé il laser di Janet terminare la carica e lei mormorare imprecazioni soffocate; ma rifiutando di arrendersi e con una precisione da far invidia a un battitore di serie A, la donna lanciò larma dritta sulla mano armata di uno degli avversari rimasti. Ora toccò a lei dover allungare il senso del tempo; il fucile si librò al rallentatore in aria, verso il suo obiettivo. Lavversario avrebbe avuto tempo di sparare prima di farsi colpire? No! Allultimissimo secondo Janet accelerò di nuovo il tempo. La sua arma colpì quella del terrorista con forza sufficiente a scaraventarla lontano.

Anche laltro avversario era armato: proprio come Wayne, che aveva avuto tempo sufficiente per mirare al secondo uomo grazie alla manovra diversiva di Janet. Wayne aprì il fuoco, ma nel frattempo laltro si mosse appena e il colpo lo raggiunse solo di striscio ad una mano senza mettere veramente fuori combattimento il terrorista ma provocandogli dolore sufficiente a fargli cadere larma per scuotere la mano e alleviare la sensazione di bruciore. Che fosse un avversario a provare dolore nel Sogno andava bene: era solo una figura fantasma creata da Wayne e Janet, e nessuno spettatore si sarebbe identificato nelle sue sensazioni.

Wayne si preparò a colpire ancora, ma si accorse che anche lui era scarico. Disgustato gettò via larma e ricominciò a strisciare lungo il corridoio. Tra lui e la bomba cerano otto metri e due avversari con istinti suicidi, ma non poteva far altro che strisciare e sperare che fosse Janet a occuparsi degli avversari.

Il terrorista, perduto il fucile grazie allaccurato colpo di Janet, si guardò attorno per cercare la sua arma ma ad una prima, frettolosa ricerca attorno a sé non riuscì a trovarla. Rendendosi conto che era più importante fermare la missione di Wayne, luomo interruppe la perlustrazione e si mosse verso lagente che avanzava sul pavimento. A quel punto arrivò Janet a salvarlo di nuovo. Balzò in aria con il suo corpo delizioso modificato nel Sogno perché fosse più sensuale che nella realtà, con le gambe svettanti un poco più di quanto ci si potesse aspettare nel mondo reale - attaccò il robusto uomo e lo stese a terra. Colpendolo, fece roteare lateralmente le gambe e si trovò a precipitare sullaltro avversario che si dirigeva verso Wayne.

Il terrorista, perduto il fucile grazie allaccurato colpo di Janet, si guardò attorno per cercare la sua arma ma ad una prima, frettolosa ricerca attorno a sé non riuscì a trovarla. Rendendosi conto che era più importante fermare la missione di Wayne, luomo interruppe la perlustrazione e si mosse verso lagente che avanzava sul pavimento. A quel punto arrivò Janet a salvarlo di nuovo. Balzò in aria con il suo corpo delizioso modificato nel Sogno perché fosse più sensuale che nella realtà, con le gambe svettanti un poco più di quanto ci si potesse aspettare nel mondo reale - attaccò il robusto uomo e lo stese a terra. Colpendolo, fece roteare lateralmente le gambe e si trovò a precipitare sullaltro avversario che si dirigeva verso Wayne.

Wayne non ebbe lopportunità di godersi la rissa; era troppo impegnato a raggiungere la bomba prima che esplodesse. Avendo letto il copione sapeva esattamente cosa stava accadendo: Janet era impegnata in uno scontro tutto personale, anche se il risultato era inequivocabile. Le donne che si identificavano in lei si sarebbero divertite parecchio prima di riuscire a mettere a tappeto i due avversari. Ma nel frattempo lui aveva unatomica da disinnescare.

Mantenne un senso del tempo placido e piacevole; non cera scopo di velocizzare lazione e un po di suspence in più non avrebbe fatto male a nessuno. Con la coda dellocchio teneva conto attentamente dei progressi di Janet: era la sua scena madre e lui non aveva il diritto di rovinargliela arrivando alla bomba troppo presto, prima che lei mettesse bene al tappeto tutti gli avversari.

La tempistica fu perfetta; raggiunse lobiettivo proprio mentre lultimo terrorista cadeva a terra incosciente. Janet non ansimava neppure.

Lo guardò chiedendo: Quanto tempo?

Wayne guardò il timer su un fianco della scatola. Tre minuti rispose. Con cautela esagerata si poggiò al muro, tirò fuori di tasca la scatola degli attrezzi miniaturizzata e iniziò a lavorare.

Con calma, senza permettersi fretta, svitò i quattro bulloni che tenevano fermo il timer nellalloggiamento. E poi lentamente, molto lentamente, tirò fuori il dispositivo di controllo del tempo fuori dalla scatola contenente la bomba e lo mise con cautela in terra accanto a sé. Si permise alcune gocce di sudore sulla fronte come tocco artistico; le tirò via pulendosi poi la mano sui pantaloni. Il timer segnava due minuti.

Il dispositivo a tempo era collegato alla bomba vera e propria da un groviglio di fili colorati un ingarbuglio tale che sicuramente un principiante si sarebbe confuso; ma Wayne aveva instillato nei suoi spettatori la fiducia di sapere ciò che stava facendo. Devo disconnetterli con una sequenza particolare disse a Janet, informando di conseguenza anche il suo pubblico. Se faccio uno sbaglio la bomba esplode immediatamente. Studiò lordine dei fili per alcuni lunghi secondi. Qui non sfugge nulla disse alla fine.

Tirando fuori un cacciavite elettrico dal piccolo kit iniziò ad allentare alcuni fili dal corpo del timer. Si guardò le dita che diventarono più affusolate e agili un altro effetto artistico per far apparire le mani più abili. Separò lultimo filo dal timer quando non mancava che un minuto: ma la bomba restò innescata. La guardò incredulo per un momento e poi disse: Ci deve essere un dispositivo ausiliario.

Ora il tempo era prezioso. Fece sentire meglio il ticchettio della bomba, tanto da farlo quasi echeggiare nello corridoio stretto. Controllò in fretta la superficie del dispositivo cercando un secondo fusibile. Devono averlo messo da qualche parte a portata di mano disse alla sua partner. Per poterlo disinnescare loro stessi se avessimo acconsentito alle loro richieste. E solo questione di. ah, eccolo qui. Indicò una protuberanza su un fianco della bomba.

Quaranta secondi. Il timer era attaccato con una sola vite. Riprendendo in mano il cacciavite elettrico lo allentò. Venti secondi. Cauto, usò le lunghe dita sottili per staccare il timer dalle connessioni e esaminarlo. Cera soltanto un gruppo di fili.

Dieci secondi. Non cera tempo per fare i delicati. Wayne lasciò il cacciavite e prese la tronchese e con due movimenti precisi recise la coppia di fili. Il forte ticchettìo si arrestò di colpo a cinque secondi dalla detonazione.

Si fletté contro il muro con un gran sospiro di sollievo. Janet era seduta accanto a lui e anche sul suo viso il sollievo era evidente. Tese le braccia verso di lui e lo baciò lievemente sulle labbra; lo sguardo nei suoi occhi prometteva altre ricompense a seguire.

Poi si alzò e aiutò anche lui a rimettersi in piedi. Wayne le mise un braccio sulle spalle e si appoggiò a lei per non dover sforzare la gamba ferita. La posizione costringeva il suo corpo a restare a distanza ravvicinata dalla donna e fece godere agli spettatori e se stesso della sensazione.

E vediamo cosa ha da dire ora il Capo per come gestiamo le situazioni esplosive disse sorridendo Janet riferendosi a una frase pronunciata allinizio del Sogno. Anche Wayne sorrise e insieme zoppicarono per il corridoio.

Attorno a loro le pareti iniziarono a sbiadire, annerendosi. Il Sogno era finito; era tempo di tornare alla vita reale.

CAPITOLO 3

Mentre il biancore inerte del cubicolo gli si materializzava di nuovo attorno riprendendo vita, sentì la Calotta Onirica bruciare e pizzicare sul cranio. Wayne lotto contro limpulso di strapparla via; invece la alzò delicatamente dalla testa e la poggiò sul lettino accanto a sé, sedendosi per controllare le letture isometriche. A volte mi chiedo come faccio a sopportarla pensò, sapendo allo stesso tempo che senza di lei avrebbe odiato vivere. Come Sognatore era assuefatto a quella Calotta emozionalmente se non fisicamente come un drogato può assuefarsi alleroina. Cera una sensazione speciale che ben conoscevano tutti i Sognatori; sognare faceva parte di loro; era per questo che era entrato in Onirica.

Lo stomaco gli brontolava pure; così, giusto per informarlo di quanto avesse fame. Aveva mangiato prima di iniziare il Sogno, ma non pesante; avere la pancia troppo piena distoglieva dalla prestazione. Sognare assorbiva molto e anche se la stazione amplificava i suoi segnali per poter raggiungere le migliaia di spettatori sintonizzati, occorreva comunque proiettare nel ruolo gran parte di se stessi. Qualsiasi buon attore conosceva la sensazione di immergersi completamente nel lavoro e risalire da quellesperienza prosciugato, come per aver trascorso unintera giornata alle prese con un faticoso lavoro manuale. Di solito Wayne arrivava alla fine di un Sogno con una gran fame; si chiedeva costantemente come potesse, una persona come Vince Rondel, farlo sembrare un lavoro sempre privo di sforzi.

Ernie White bussò al telaio della porta della cabina e esclamò: Chiuso, Wayne. Il Sogno era ufficialmente finito e non cerano problemi tecnici di cui preoccuparsi. Se fosse stata una delle reti più importanti, sarebbero stati tutti pronti a iniziare un altro Sogno dopo lintervallo minimo di quattordici minuti, semplicemente introducendo un altro Sognatore per iniziare una nuova storia. Ma la Dramatic Dreams era soltanto una stazioncina locale di Los Angeles; non avevano personale a sufficienza per mantenersi operativa fino al mattino. A volte erano fortunati e riuscivano a ottimizzare le risorse per riuscire a far qualcosa ogni notte. Si sarebbero potuti utilizzare Wayne e Janet separatamente, invece che insieme nel medesimo Sogno, ma questo avrebbe comunque abbassato lascolto per via del diverso fattore di identificazione tra uomini e donne. Bill DeLong, il coordinatore dei programmi, aveva puntato a rafforzare gli indici utilizzando i due Sognatori insieme. Una scommessa che, apparentemente, aveva perduto.

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