Una serie di meccanismi e ingranaggi dai quali non possiamo rifiutarci di intrometterci perché così facendo smetteremo di vivere, ma anche allora, quellingranaggio continuerebbe nella sua macchinazione, e in modo prestabilito, irromperebbe nella nostra vita in modo semplice o tragico, ma sicuramente inaspettato, magari citofonando alla porta per una promozione pubblicitaria o passando sotto casa portando a spasso il cane.
Quando però queste coincidenze accadevano nella mia vita, ovvero mi si erano presentate davanti, ed io, solamente dopo qualche ora, o qualche giorno, rimembrando su ciò che mi era accaduto, e rendendomene conto a mente lucida, cercavo di darne una spiegazione logica e razionale, e se non ci riuscivo, ovvero ogni occasione, basavo la mia fiducia sul fato, sul destino peccaminoso e crudele che si abbatteva su ognuno di noi. La mia persona si smaterializzava dal corpo e come un burattino comandato da fili invisibili in mano ad una forza superiore, si lasciava guidare e comandare senza nulla potere o nulla fare, se non acconsentire a ogni ordine e movimento impressomi, anche perché se decidevo di intraprendere unaltra strada credevo che la stessa era già stata prestabilita in principio. Insomma tutto ciò che avevo fatto, che facevo, e che un domani avrei fatto, lo immaginavo scritto in un foglio invisibile che potevo solamente scoprirlo giorno dopo giorno. E vedendola sotto questo punto di vista, nulla sarebbe stato nuovo o lasciato al caso e tutto ciò che mi avrebbe circondato, le persone, i paesaggi, gli animali, era parte anchessi di questo percorso, e volente o nolente non lo potevano cambiare, forse scegliere, anche se quella scelta sarebbe stata esclusivamente e psicologicamente relativa.
Sai, non credevo mi aspettassi.
A dire il vero, nemmeno io. Caspita è passata più di unora e non me ne sono accorto, tra un esercizio e un altro il tempo è volato. Ma fatti guardare. Ma tu non dovevi uscire sconvolta, sudatissima e irriconoscibile?
Perché non lo sono?
Beh si, però era per dire che hai rispettato le tue premesse, però sei carina ugualmente.
Grazie, che carino che sei, ma non ci starai mica provando?
La domanda mi aveva lasciato, come dire spiazzato, e solamente perché ero già accaldato dalla corsa sul tapine roulant che non arrossì maggiormente.
Certo che no, se volevo provarci con te, tinvitavo a cena, non credi.
Ah eccovorrei ben vedere. Esternando un bellissimo sorriso.
Hai qualche impegno per questa sera?
La domanda mi era uscita schietta e sincera, senza tener conto che non avevo nemmeno i soldi per offrirle una pizza, il massimo che sarei riuscito a permettermi, forse, era un panino al Mc Donalds, sempre che non avesse preso il menù completo. Insomma mi ero inguaiato con le mie stesse mani, per la prima volta, da che la memoria me lo concedeva, speravo che una ragazza non accettasse il mio invito.
Che scemo che sei. Comunque sì.
Ecco ero rovinato, e ora cosa le avrei detto?
Eh
Ma perché quella faccia? Mi hai chiesto se avevo qualche impegno e ti ho detto semplicemente di sì. Mi spiace. Ora devo scappare, continueremo la conversazione la prossima volta, magari domani se vieni.
Ok. A domani allora.
Buona serata.
Anche a te. Ciao.
Ciao.
Mi piaceva. Questo suo atteggiamento cordiale e socievole nei miei confronti, senza sbilanciarsi troppo, e laver declinato il primo invito, mantenendo comunque largomento aperto per il giorno seguente, garantendomi la sua presenza, era il degno ingegno del sesso femminile. Forse ero io troppo ottimista nei suoi confronti e non capivo come al solito nulla sulle donne, oppure i segnali che mi stava mandando lì stavo percependo perfettamente e dovevo solamente cogliere il momento adatto per farmi avanti.
Che diavolo stavo facendo.
Pronunciai a bassa voce tra me e me, forse facendomi sentire dalle persone che passavano lì vicino, le quali effettivamente mi guardarono di sottocchio quasi fossi uno psicopatico.
Il mio obbiettivo era incontrare e conoscere Senna, cercare di avvicinarlo e in qualche modo agganciare dei minimi contatti con lui, sperando di prenderne confidenza entro poco tempo e invece dopo che Isabel se nera andata, senza pensarci su due volte, mandai a fare la doccia prendendo luscita sempre con la sua immagine in testa, pensando solamente al giorno seguente, tempo in cui probabilmente lavrei rivista. Questo sarebbe potuto essere anche naturale e accettabile per una persona qualunque, ma non per me, non dovevo perdermi su queste sciocchezze e debolezze, lavevo fatto sino a qualche mese prima, e mi ero ripromesso che sarei dovuto cambiare. Questa era una nuova vita, maturata sugli errori del passato, perché era di sbagli che si stava parlando.
Uscivo dallo spogliatoio con la mente offuscata, e indispettito dal mio stesso comportamento. Aprendo la porta andai a sbattere contro la prima persona che avevo incrociato.
Scusami.
Ehi, ma che cazzo fai? Non ci vedi. Che sei su un altro mondo?! Dai levati, hai intenzione di startene lì impalato come un mulo?
Oh, vedi di rilassarti. E dire che mi sono pure scusato, sai che ti dico, ma chi cazzo ti credi di essere? Se sei nano e non ti vedo non è mica colpa mia! Metti i tacchi la prossima volta, levati va che non riesco a uscire.
Mi feci avanti dandogli una spallata. Il gesto improvviso gli fece perdere lequilibrio e arretrare di qualche passo, ma questo mi aveva permesso di passare e raggiungere luscita della palestra.
Sentii la voce del personal trainer avvicinarsi nella nostra direzione.
Senna, tutto bene, cosè successo, qualche problema?
Tutto bene, tranquillo.
Mi sentii il suo sguardo sulla schiena e ciò mi faceva molto piacere. Non avrei potuto far incontro migliore. Non sapevo se il gesto era stato dettato dalla coincidenza o dalla mia sbadataggine, sta di fatto che sebbene in un primo momento, non lavessi riconosciuto, successivamente, approfittai della situazione per farmi vedere uno che non si faceva mettere i piedi in testa dal primo che passava, e la cosa non poteva essere che positiva.
Ero sceso dallautobus e avevo cominciato a passeggiare per tornare a casa, sebbene non fosse proprio casa mia, bensì lunico posto dove potevo andare. A esser sincero non riuscivo a capire perché lavevo definito casa. E la risposta non potevo trovarla solamente nel fatto che avevo un tetto sotto al quale dormire, certo anche per questo, anche se dentro di me ero consapevole che era dovuto alle persone che animavano quellambiente, e nel loro modo di interagire con me. Erano incredibili, e giorno dopo giorno lì riuscivo ad apprezzare sempre di più, sebbene lidea che avessi per la loro popolazione in linea generale, rimaneva comunque pessima.
Limbrunire era sceso, sfumando i contorni dei palazzi con i suoi scuri colori.
Un solo pensiero avevo nella mente, ma più mi ronzava dentro e maggior era la volontà con cui cercavo di cacciarlo via, come si trattasse di una zanzara.
I suoi occhi stavano diventando lentamente il buco nero dei miei pensieri, le sue dimensioni erano piccolissime, ma gradualmente crescevano sino a riempirli completamente; la cosa maffascinava ma mi faceva una paura immane. Anche perché ora come ora non avevo tempo da perdere con una donna. Avevo fissato un obbiettivo nella mia vita e lavrei dovuto raggiungere in un modo o nellaltro, ma era altrettanto vero che un uomo non era un vero uomo se non aveva una donna al suo fianco che lo rispettava e lo sorreggeva nei momenti di sconforto qualora fossero entrati senza bussare. Non avrei dovuto fasciarmi la testa prima ancor di rompermela, ma vivere la cosa per come sarebbe andata, fatto sta che lei era veramente incantevole, e non potevo non desiderarla con tutto il mio corpo e la mia mente.
Ehy Archimede, come va? Andata bene la giornata oggi?
Si si, tutto bene.
Quel personaggio così fuori luogo e incredibilmente inaffidabile, era incarnato in una persona alta circa un metro e settanta, dalla corporatura esile e disidratata, e dal sorriso tuttatro che perfetto. Quando sorrideva dei piccoli fori scuri,marchiavano il suo sorriso. I capelli neri crescevano a ciuffi qui e là, facendosi notare grazie alla loro lunghezza relativamente corta. Dimostrava molto più dei suoi 24 anni, ma non sembrava interessarsi della cosa, anzi, disprezzare la cura della sua persona, ora che lo conoscevo da poche ore, pareva un risultato cercato, e a dire il vero, pienamente trovato. I vestiti che indossava erano sempre stropicciati e solo saltuariamente profumati, anche se non potevo dire che emanasse un odore sgradevole, ma solo un po nauseante. In poche parole era lopposto del fratello, il quale, anche a causa, o per fortuna del lavoro come interprete, doveva mantenere un certo tipo di dignità e pulizia. Ahmed invece vestita con delle semplici magliette da pochi euro, e dei pantaloni definibili quasi jeans, calzando ovviamente dei sandali, cosa che in casa ometteva puntualmente. Le unghie dei piedi, per comerano tagliate, sembravano strappate via a morsi.
Ho capito non hai fatto nulla come al tuo solito, e chi lo sente tuo fratello ora che torna a casa?!
Quello che spetta a me, spetta pure a tenon è che tu abbia fatto molto più di me, anzi, te ne sei andato in palestra, giusto?
Certo che sono andato in palestra, ma a te quello che faccio io non ti deve interessare, e poi ora come ora lultima cosa che mi serve è trovare un lavoro, ma questi non sono affari che ti riguardano, e poi sei tu quello che vive sulle spalle del fratello da anni e prima che tu possa aggiungere qualcosa, la mia sistemazione qui è momentanea, ancora pochi giorni e ringrazierò il sangue del tuo sangue dellospitalità che mi ha concesso.
Sai, pure io detto così, invece eccomi qua, sono mesi che vado avanti come te e credo che tu sarai uguale a me, poi che te ne frega se trovo lavoro o no, tu non mio parente.
Chai ragione, ma sai che potresti fare, mi potresti aiutare.
Fare che cosa?
A imparare il marocchino, che ne dici, me la dai una mano?
Se paghi, ok.
Sei proprio un genio, vedi che faccio bene a chiamarti Archimede, ma con cosa diavolo ti pago se non ho i soldi nemmeno per lalcool, me lo dici? E poi non ti ho mica chiesto un polmone cavolo, qualche parola al giorno.
Ok, è scusa per rimanere più tempo qua, ma ok, basta che non mi rompi, e se dico, oggi no, è oggi no, ok?
Si padrone.
Proprio mentre terminavamo la conversazione ecco sentire il tintinnare delle chiavi fuori dalla porta e comparire dietro alluscio Khan.
Buona sera a tutti e due, comè andata oggi?
Prima che tu possa dica qualcosa, io fatto nulla.
Ahmed di questo non avevo il minimo dubbio, tu invece Enrico comè andata la giornata, fatto qualcosa di interessante?
Sono andato qualche ora in palestra a scaricare un po di tensione accumulata in questo periodo con la speranza di ri-integrarmi nella società, anche se credo che dovrò cambiare città per riuscire a costruirmi una nuova vita, dove nessuno abbia pregiudizi su di me.
I pregiudizi ce li hai tu nella tua testa, non ti devi far influenzare dal pensiero degli altri, ognuno di noi è quello che decide di essere, cosa dovrei dire io che, non appena arrivato in Italia e ancora oggi, tutte le persone per strada mi guardavano di sottecchi, e quando sanno che sono marocchino esternano i risentimenti che hanno sulla mia popolazione; tu sotto questo punto di vista sei avvantaggiato, ti basterà frequentare posti che non frequentavi e la conoscenza di persone nuove verrà automaticamente, e poi questa città è così grande che non avrai certo alcun problema a ricostruirti una vita. Una cosa ti consiglio, trovati un lavoro e con esso anche le amicizie verranno. Ma oltre allo sbirro non sai fare nullaltro? Possibile che non conosci altri mestieri, o che ti piacciono altri lavori che magari vorresti imparare, sai non si è mai troppo vecchi per imparare cose nuove, anzi, tener la mente attiva aumenta il quoziente intellettivo, almeno così dicono.
Non è che non conosco altri lavori, o meglio, è così, però non ho voglia di cementarmi con altre cose e poi in questo periodo non riesco a sgomberare la mente come vorrei. Però a essere sincero un lavoro che mi è sempre piaciuto è quello del barista, stare al contatto con la gente, in mezzo alla musica, alle belle donne, insomma
Si ho capito, allalcool.
Beh, anche, perché no, comunque vedi, il barista, magari domani faccio una passeggiata e vado a chiedere nei locali che non frequentavo, giusto per non trovarmi a rispondere a domande imbarazzanti.
Oh bene, vedrai che piano piano riuscirai a sistemare la tua vita. Questa sera che facciamo di bello? Che ne dite se andiamo da Abdlak nel dopocena?
Per me va bene, non ho impegni, te Archimede vieni con noi oppure continui ad accecarti in bagno?
Ah ah, spiritoso, ma chi ci sarà?
Non so chi viene, ma dovremmo essere una decina di persone, dai sempre i soliti e poi cosa diavolo me lo chiedi ogni dannato giorno, solo per farmi dire le solite cose, comunque lì conosci tutti i miei amici, ci vieni o no?
Rimango qui ad accecarmi, come ha detto Fra, ma cosa significa?
Va beh, come preferisci. Ehy Enrico ti va di prendere un kebab al volo e poi andare da Abdlak?
Se offri te, per me va bene.
Dai scroccone andiamo.
Giuro che un giorno te li ritorno tutti questi soldi, e con gli interessi.
Si si, dicono tutti così, tanto lo so come va a finire, che ci ritroviamo tutti e tre davanti a una chiesa con il berretto in mano.
Eh eh, mi sa che ci vedi lungo te. Senti una cosa Khan. Ma Abdlak, che lavoro fa? Dove abita? Perché ho limpressione di averlo già visto ma non ricordo più dove.
Abdlak? Lui ha una pizzeria da asporto in via Ferrarese. E non pensare male, non lhai arrestato credimi. Ti dico io dove lhai visto. Ti ricordi lultimo periodo che lavoravamo assieme?
Beh, certo che mi ricordoperché?
Un giorno siamo andati a mangiare assieme, nella pausa pranzo, ti ricordi?
Certodai non farmi stare sulle spine, spiegati meglio.
Quel giorno mi eri venuto a prendere a casa perché vi serviva una traduzione urgente sullindagine in corso, nel riportarmi indietro, considerato che nessuno dei due aveva cenato, ti avevo invitato a fermati nella pizzeria di Abdlak, e lì lo hai conosciuto.
Ah si, ora ricordo. E se non sbaglio cera anche tuo fratello. Giusto?
Giusto.
E non ci sono più ritornato perché la pizza faceva schifo.
Ah, quello lo sai tu. A me piace.
Diciamo che la pizza è unaltra cosaperò ora comprendo come mai quella brutta faccia mi fosse famigliare.
Abdlak è una persona sulla quale ti puoi fidare. Ha passato momenti difficili, e come hai potuto constatare, lo hanno segnato, ma ora è una persona diversa.
Se lo dici tu mi fido. Dai andiamo se no si fa tardi.
Eccoci arrivati a casa di Abdlak. Prima di entrare, prendi la borsa che cè nel bagagliaioe dì che la offri tu. E non ti preoccupare, lho già inserita nel tuo debito.