Quella sera non andò proprio così, però sapevo che lavrei rivista, e questo mi aveva fatto trascorrere un sonno non troppo sereno.
Assuefatto dai fumi dellalcool, e un po delirante, tiravo le somme della giornata appena passata. Non era stata una giornata normale, era il primo giorno che vivevo con i profitti della vita illegale. Imparavo a capire che i soldi non avevano né nome né padrone. Erano esclusivamente di chi lì possedeva. Ero riuscito a spendere quei soldi con estrema facilità e disinvoltura e cosa ancora più importante senza senso di colpa, e a dirla tutta, erano i soldi meno sudati in vita mia, o forse nei quali avevo utilizzato più testa per guadagnarmeli. Se ripensavo, che per la stessa cifra, quando avevo sedici anni, avevo lavorato un mese intero in fabbrica ad avvitare piccole viti sullintelaiatura di centinaia di lampadari, mi rodeva il fegato, considerato che in sole due ore, avevo racimolati gli stessi soldi. Certo mi era andata bene, però non potevo non tenere in considerazione questi piccoli particolari. Coccolato nelle coperte, dalla prima volta che mi ero congedato, ero tornato a fare una vita normale, avevo delle persone che non disprezzavano dormire sotto lo stesso mio tetto, e non mi guardavano come un criminale, ma come una normale persona che nella vita poteva commettere degli errori. Non si lamentavano della mia presenza e del mio alito un po alcolico, anzi erano loro a sentirsi a disagio con me, solo per il fatto che io ero Italiano e un tempo anche sbirro. Sentivo che la stima che avevano quelle persone nei miei confronti era più alta della mia, e questo mi faceva stare bene. Il resto non mimportava, ero vivo e dovevo vivere. Quello che il destino mi riservava, lo avrei scoperto passo dopo passo da solo, come avevo sempre fatto.
La sveglia come ormai mi capitava da diverso tempo, non sapevo neppure da quali lettere fosse composta e che suono avesse. Mi capitava di svegliarmi e di ritornare a dormire per un altro paio dore, e nessuno aveva nulla da obbiettare su quello. Dopo la sera appena trascorsa, successivamente che gli ospiti se nerano andati, mi ero trattenuto con Sophia a svuotare i residui di bottiglia rimasti. Ci facemmo compagnia per un po di tempo. Le parole presero colori e direzioni che nessuno dei due il giorno seguente si sarebbe ricordato. Lunica cosa che ricordavo, erano le due pietre di ossidiana che luccicavano quando mi guardava, ne ero assuefatto a tal punto che per sentirla accanto a me quando se nera andata, avevo cominciato a scrivere una poesia, come se tutto ciò, fosse la cosa più semplice del mondo, e quel gesto avesse la forza e la magia di trattenerla accanto a me un altro istante.
Il tuo sguardo è come quello duna pantera
Cosa mhai fatto questa sera?
Sei affascinante e pericolosa
Sconosciuta e misteriosa
Sei comparsa come dincanto
Ed io ho sentito il tuo pianto
Non mi son accorto quando sei arrivata
E tanto meno quanto te ne sei andata
Lo stomaco gridava di dolore
Non avevo mai sentito questo ardore
Il sangue ballava nelle vene
Ti prego sciogli le tue catene.
Quando mi svegliai la mattina avevo la testa che rimbombava; era come se ospitasse un batterista principiante ed isterico, il cui ultimo pensiero era cessare di far quel fracasso. Ipotizzavo che probabilmente anche per questo motivo non riuscivo a starmene sdraiato a letto. Mi giravo e rigiravo tra le lenzuola, senza trovare una posizione o soluzione, alche non mi era restato altro che donare la mia presenza al mondo civile.
I piedi toccarono terra a fatica, e non appena mi ero sollevato, mi chiesi che diavolo stavo facendo e dove diamine stavo andando. Strascinai praticamente il corpo in cucina, ma prima che potessi effettuare qualsiasi altra cosa, accesi la televisione per avere un po di compagnia. La mia intenzione era ascoltare un po di musica per riuscire a svegliarmi lentamente. Pigiai il pulsante del telecomando, e quasi immediatamente ecco accendersi dincanto, un po di sana e orecchiabile musica pop. Con gli occhi da cinese mi destreggiai per la cucina, cercando di non sbattere da qualche parte, e non cominciare così la mattinata con unimprecazione, anche se ormai era mezzogiorno passato, sempre che le lancette scrutate dai miei occhi e recepite dal mio cervello, fossero corrette. A dire il vero non mi accorgevo quando la musica cessava per lasciare spazio ai conduttori del programma, anche se distrattamente captavo una notizia decisamente importante e inaspettata. La morte di Lucio Dalla. Lì per lì non ci avevo fatto molto caso, forse perché i miei neuroni non riuscivano ancora a interagire tra loro, ma poi con il passare dei minuti e con lavvicendarsi degli speaker, e dei cronisti e di alcuni personaggi famosi con le loro parole di sconforto, mi rendevo conto che un artista della musica italiana era morto. La cosa non mi riguardava gran che, anche perché non lo conoscevo di persona, sebbene mi era capitato di incrociarlo per le vie di Bologna, seduto a bere qualche cosa in piazza dei Celestini, dove ero solito passare a piedi per raggiungere via dAzeglio. Lo coglievo lì, tranquillo a chiacchierare come qualsiasi altra persona al mondo. E ora non cera più. Quando unartista lasciava questo mondo così inaspettatamente, mi capitava di pensare cosaltro avrebbe potuto dare a tutti noi. Quello che una persona era riuscita a dare sino al giorno del suo addio era indubbiamente importante, ma cosaltro sarebbe riuscita a regalarci? Era una cosa che mi aveva sempre solleticato la mente. Cercare di pronosticare il potenziale di una persona che oramai non cera più, era alquanto difficile e impossibile da effettuare, però era altrettanto affascinante e misterioso. La speranza era che lanima di quella persona, come quella di qualsiasi altra persona al mondo che lasciava questa vita terrena, fatta eccezione per persone crudeli ed egoiste, rimanesse immortale, passando in una vita che si stava accendendo proprio in quel momento. Comprendevo che questo fosse un pensiero strano e aggrovigliato, ma se fosse vero, ci permetterebbe di sapere che tutte le persone a cui noi teniamo, e che persino noi stessi, noi come essere umani, avremmo un futuro e non saremmo solamente esseri finiti e limitati; in tutta sincerità però, questa cosa mi faceva molta paura. Come potevo sperare di poter tramandare la mia anima in unaltra persona se non ricordavo il percorso delle vite passate? Anche se questo ragionamento era relativo, considerato che in alcuni momenti della vita mi era capitato di rincontrare lanima di un altro, di ritrovare o rivivere esperienze già vissute, però mai provate. Forse era stato per una situazione psicologica instabile, o per leccesso di alcool o forse perché il passato che avevo consumato in un'altra vita non riusciva a rimanere placato. Sta di fatto che avevo vissuto e provato molte situazioni e sensazioni delle quali però non avevo mai avuto la forza e la capacità di spiegarmele. Credo che il senso di tutto questo si concentri a maggior ragione nellistinto, nella reazione immediata a un determinato evento, al desiderio forte e incontrollabile deffettuare qualche cosa, qualunque essa sia, ma che per noi era la più normale e straordinaria al mondo.
Come posso dire che mi piace tirare con larco se non lho mai provato e quando accade il gesto mi risulta facile e corretto? Come posso altrettanto affermare di saper interloquire o esprimermi ad un vasto pubblico quando non lho mai fatto, però quando mi ritrovo di fronte a centinaia di persone mi sento a mio agio e pieno di me? Come posso sentirmi unico e speciale e tutte le persone che mi circondano me ne danno conferma? Come posso desiderare di conoscere una cultura e una civiltà completamente diversa dalla mia a partire dalla storia, seguendo con la lingua, alle usanze e ai caratteri somatici, a tutto ciò che caratterizza una popolazione da unaltra, e poi studiandola trovarla straordinariamente affascinante e famigliare. A volte non ci sono spiegazioni a determinate cose, esistono, si provano e si portano avanti con la consapevolezza che non si possa dare a tutto una spiegazione, a volte bisogna vivere e farsi trasportare dal nostro cuore e dalla nostra anima, perché questi ultimi conoscono cose e mondi che noi non riusciremo mai a comprendere.
Le notizie alla tv susseguivano come le canzoni, ma erano solo da contorno ai miei pensieri. Avevo appena terminato di mangiare e ora mi preparavo a uscire, oggi sarebbe stato il mio primo giorno di palestra e speravo che un po di fortuna mavrebbe aiutato, sebbene non riponevo in essa il mio futuro.
CAPITOLO CINQUE Incontri inaspettati
Praticamente la quota discrizione e i primi tre mesi dabbonamento, il minimo richiesto, mi scipparono tutto il malloppo, lasciandomi in tasca la cifra per una pizza. Con la mia bella tenuta, mi ero preparato con estrema calma, avviandomi agli attrezzi. Sbrigate le pratiche con il personal trainer, cominciavo a mettere in moto muscoli da tempo inutilizzati. Cercavo di perdere più tempo possibile, anche perché, oltre a non esserci molta gente, non avevo nientaltro da fare e lunico mio obbiettivo per oggi era riuscire ad incontrare e conoscere il mio futuro collega di lavoro. Giusto per scaricare un po i nervi e visto che era passata più di unora, mi misi a correre un po sul tapis roulant ascoltando la musica diffusa dallimpianto centralizzato. Non mi garbava moltissimo, ma certo, non avevo a disposizione un Ipod, quindi mi sarei dovuto accontentare.
Mentre era intento a guardare il video che passava nel monitor posizionato di fronte a me della canzone Welcome to Saint Tropez, fantasticando sulla mia vita futura. Con gli occhi pieni ancora di quelle splendide ragazze, ecco che si era sovrapposta nella traiettoria del mio sguardo una creatura mitologica, Medusa. Rimasi impietrito al solo suo sguardo. Non una parola riuscii a pronunciare inizialmente, e la sorpresa mi fece quasi inciampare suoi miei passi. Lei se nera accorta e aveva accennato un leggero sorriso, nascondendolo immediatamente con lestremità delle dita. Era così carina e spontanea da provocarmi una tenerezza immensa.
Ciao, non sapevo frequentassi questa palestra, ma è da molto che vieni?
Ciao, che sorpresa. Non sapevo che fossi iscritta qui, anche perché se lo avessi saputo sarei venuto decisamente prima. Comunque sì, direi che oggi è il mio primo giorno, vuoi farmi da personal trainer?
Eh eh, non credo che tu ne abbia bisogno, e poi Paolo laggiù potrebbe essere geloso, non so se capisci, appena lho salutato era indaffarato a guardare il tuo lato B, io starei attentoa meno che
A meno checosa? Non vorrai mica scherzare, non che abbia qualcosa in contrario contro gli omosessuali, anzi, più ce ne sono e meglio è per mevisto che sono singletu che dici?
Sei sempre il solito. Certo che molte volte sono proprio uno spreco, ce ne sono molti di così cariniva behfa nullaora però ti devo salutare, vado, ho il corso di step che mi aspetta, quanto rimani ancora?
Ad esser sincero non lo so, però unaltra oretta sicuramente.
Bene allora, ci vediamo quando esco, anche se sarò irriconoscibile e puzzolente.
Beh, secondo me sarai ancora più carina, era quello che avevo pensato ma che non ero riuscito a dirle perché oramai si era allontanata.
Era stata una vera e fortunata coincidenza. Non mi sarei mai aspettato di vedere Isabel in quella palestra, anche perché non avevo la minima idea di dove abitasse e cosa facesse nella vita. Lavevo conosciuta una sera in discoteca, accompagnata a casa e poi mai più richiamata. A essere sincero non le avevo nemmeno chiesto nemmeno il numero di telefono, per quello ero rimasto pietrificato quando lavevo vista. Coincidenze della vita, pensai, anche se a esser sincero, credevo che queste, non esistevano affatto. Erano come i tasselli del Tetris, i quali girandoli e guardandoli sotto prospettive diverse riuscivano a incastrarsi perfettamente con situazioni e luoghi a volte improbabili, divenendo una volta posizionati, semplici e naturali. A volte non provocavano alcuna reazione, lasciando il gioco immutato, altre volte lo scombussolavano, semplificandolo allinvero simile, o complicandolo in modo irreparabile, o almeno facendolo sembrare così.
Una serie di meccanismi e ingranaggi dai quali non possiamo rifiutarci di intrometterci perché così facendo smetteremo di vivere, ma anche allora, quellingranaggio continuerebbe nella sua macchinazione, e in modo prestabilito, irromperebbe nella nostra vita in modo semplice o tragico, ma sicuramente inaspettato, magari citofonando alla porta per una promozione pubblicitaria o passando sotto casa portando a spasso il cane.
Quando però queste coincidenze accadevano nella mia vita, ovvero mi si erano presentate davanti, ed io, solamente dopo qualche ora, o qualche giorno, rimembrando su ciò che mi era accaduto, e rendendomene conto a mente lucida, cercavo di darne una spiegazione logica e razionale, e se non ci riuscivo, ovvero ogni occasione, basavo la mia fiducia sul fato, sul destino peccaminoso e crudele che si abbatteva su ognuno di noi. La mia persona si smaterializzava dal corpo e come un burattino comandato da fili invisibili in mano ad una forza superiore, si lasciava guidare e comandare senza nulla potere o nulla fare, se non acconsentire a ogni ordine e movimento impressomi, anche perché se decidevo di intraprendere unaltra strada credevo che la stessa era già stata prestabilita in principio. Insomma tutto ciò che avevo fatto, che facevo, e che un domani avrei fatto, lo immaginavo scritto in un foglio invisibile che potevo solamente scoprirlo giorno dopo giorno. E vedendola sotto questo punto di vista, nulla sarebbe stato nuovo o lasciato al caso e tutto ciò che mi avrebbe circondato, le persone, i paesaggi, gli animali, era parte anchessi di questo percorso, e volente o nolente non lo potevano cambiare, forse scegliere, anche se quella scelta sarebbe stata esclusivamente e psicologicamente relativa.
Sai, non credevo mi aspettassi.
A dire il vero, nemmeno io. Caspita è passata più di unora e non me ne sono accorto, tra un esercizio e un altro il tempo è volato. Ma fatti guardare. Ma tu non dovevi uscire sconvolta, sudatissima e irriconoscibile?
Perché non lo sono?
Beh si, però era per dire che hai rispettato le tue premesse, però sei carina ugualmente.
Grazie, che carino che sei, ma non ci starai mica provando?
La domanda mi aveva lasciato, come dire spiazzato, e solamente perché ero già accaldato dalla corsa sul tapine roulant che non arrossì maggiormente.