âAllora dimmi, cara, perché mi hai invitato?â le chiese Kane.
âTu perché sei qui?â Tabatha evitò la domanda.
Kane sorrise. âSai che è da maleducati rispondere ad una domanda con una domanda.â
Per un attimo Tabatha fu sorpresa dal modo in cui il sorriso cambiò leggermente i contorni del suo volto, facendolo apparire altrettanto pericoloso e seducente come lei riteneva che fosse.
âPuò darsi.â disse Tabatha pensierosa. âMa sono io quella che stai seguendo e voglio sapere perché.â
Kane strinse le spalle âPerché voglio farlo.â
Tabatha lo fissò âE perché vuoi farlo?â
Kane inclinò la testa. âPerché un vampiro fa qualcosa?â
Tabatha aprì la bocca, la chiuse e poi la riaprì, incapace di formulare una risposta.
âPerché vuole farlo.â rispose Kane al posto suo.
Tabatha sospirò âAscolta, se non vuoi dirmi la verità , non posso costringerti. Ma se saremo amici, dobbiamo pur dirci qualcosa di vero.â
Le sopracciglia di Kane si inarcarono e lui sorrise âAh, allora stiamo giocando a âobbligo o verità â, adesso?â
Tabatha arrossì ricordando le poche volte in cui aveva giocato a quel gioco mentre era al liceo...a proposito di situazioni imbarazzanti. âSenza obbligo e tu risponderai per primo.â sussurrò lei.
Kane annuì âDâaccordo. Dato che sono io lo stalker, giocheremo secondo le tue regole.â
Tabatha sentì un brivido alla sua facile ammissione che la stava stalkerando. âPerché non ti piace Kriss? Lui non me lo dirà .â
âPerché tu non gli appartieni.â rispose Kane un poâ troppo in fretta.
âChe risposta è?â chiese Tabatha.
âTocca a me.â sottolineò Kane.
Tabatha brontolò âBene.â poi si tese, non sapendo cosa aspettarsi.
âTi piacciono i cani?â
Tabatha sbatté le palpebre. Quella domanda riguardava lâultima cosa che si sarebbe aspettata. Si rilassò, poi sorrise con piacere âLi amo. Quando ero piccola avevamo un piccolo cucciolo di Yorkshire, ma scappò via. Non mi sono mai veramente ripresa... A volte mi manca ancora.â
Kane ricambiò con un sorriso lento, mentre i loro occhi si incrociavano. âDovresti incontrare il mio Yorkshire qualche volta...si chiama Scrappy.â
Tabatha sentì brividi gelidi attraversarla e saltò letteralmente dal divano quando il telefono squillò. Alzandosi, si precipitò a rispondere, sperando che fosse una telefonata di Kriss. Afferrandolo, si voltò per guardare Kane, ma lui se nâera andato senza lasciare traccia che fosse mai stato lì.
Scrutò rapidamente la sua camera da letto, ma non trovò nulla. Con un sospiro, Tabatha premette il telefono allâorecchio. âPronto?â fece una smorfia quando udì la voce di Jason.
âChe ti è successo? Sparisci e non chiami per dirmi il perché?â Jason camminava avanti e indietro. âDannazione Tabby, mi hai fatto preoccupare.â
Tabatha sorrise nel ricevitore. In qualche modo essere sgridata da Jason la fece sentire un poâ più normale. Fece rapidamente i conti nella sua testa mentre iniziava a spiegargli cosa era successo, senza dargli alcun dettaglio di qualcosa che avesse a che fare con il paranormale.
Kane spostò un poâ i rami del cespuglio mentre vedeva Tabatha rilassarsi per la prima volta da quando Trevor lâaveva portata a casa. Le sue labbra accennarono ad un sorriso, sentendola dire la verità a chiunque fosse al telefono e mentire spudoratamente allo stesso tempo. Il suo sorriso svanì e la sua espressione si trasformò in desiderio. Cosa avrebbe dato per ricevere il suo sorriso con tanta facilità . Allontanandosi dalla finestra, sapeva che era giunto il momento di andare...sentiva Kriss avvicinarsi.
âAspetta un attimo, Jason.â Tabatha aggrottò la fronte, avendo la strana sensazione di essere osservata. Girando la testa verso la finestra, si bloccò vedendo Kriss lì a guardarla. âJason, ti chiamo domani, okay?â Si voltò e riagganciò, ma quando guardò di nuovo Kriss era sparito.
Capitolo 3
La signora Tully scosse la testa mentre usciva dalla stanza di Micah e chiuse la porta dietro di sé, prima di rivolgersi verso la folla riunita nel corridoio. âSta bene...dorme ancora, ma sta bene.â
âAllora si riprenderà completamente?â chiese Quinn scettico.
La signora Tully si mise tra loro e la porta. âVoglio dire, sembra che si sia già ripreso. Non ha neanche un graffio.â Lei fece un passo avanti e allargò le braccia come una barriera quando alcuni di loro cercarono di superarla per andare a vedere di persona.
âNo.â disse lei con fermezza. âPer ora non voglio che venga disturbato. à in un sonno profondo e questo può essere parte di ciò che sta accelerando la sua guarigione. Se lo svegliate prima che lo faccia da solo, potreste interrompere qualsiasi incantesimo che sia stato usato su di lui.â
âIncantesimo?â chiese Jewel confusa. Stava iniziando a capire cosa significasse âImparare qualcosa di nuovo ogni giornoâ.
âIncantesimo o miracolo...sono la stessa cosa, per quanto mi riguarda.â La signora Tully sorrise alla nuova arrivata nella famiglia dei puma.
âGià guarito?â disse Steven con incredulità , poi alzò di un paio di centimetri il braccio che era ancora fasciato e lo indicò âQuesto mi fa male come lâinferno e non accenna ancora a guarire.â
âNon è il momento di essere invidioso della buona sorte di tuo fratello.â La signora Tully indicò la stanza di Steven. âForse se avessi ascoltato il tuo medico e fossi rimasto a letto, guarirebbe più velocemente.â
Steven si voltò e guardò Jewel. âLetto...suona bene.â
Gli occhi di Jewel si spalancarono e arrossì in tutte le sfumature di rosso, facendo sorridere Steven.
La signora Tully scosse la testa verso i piccioncini, sapendo che lâamore era una delle migliori cure miracolose a disposizione. Sarebbe stato bene entro un paio di giorni...esausto ma in buone condizioni.
âFarò in modo che non venga disturbato.â aggiunse Quinn mentre guardava con ardore verso la sua camera da letto, dove aveva lasciato Kat a dormire.
âVale anche per te.â la signora Tully lo spinse via.
Per fortuna sarebbero passate diverse ore prima che uno dei fratelli si facesse di nuovo vivo. Lei si chiese in silenzio chi fosse lâangelo custode di Micah e dove potrebbe trovarne uno. Quando il corridoio fu vuoto, diede ancora unâocchiata alla porta di Micah prima di uscire dal club.
*****
Alicia sentì la mano di lui sulla sua spalla, accarezzando la sua pelle nuda, e si girò verso di lui vedendo lo sguardo riscaldato negli occhi ametista di Damon mentre la toccava. Era completamente vestito...tutto di nero. I suoi capelli erano spettinati e non erano mai sembrati così sexy. Lei allungò la mano e passò le dita tra le ciocche scure. Le labbra di lui seguirono lâazione, baciando la zona vulnerabile del suo polso e sorridendo in modo diabolico, lasciandole intravedere le proprie zanne.
Lei inspirò profondamente e si allontanò da lui...solo per essere catturata nellâabbraccio di Michael. Mentre le sue labbra si aprirono con sorpresa, Michael si chinò per un bacio passionale, rubandole quel poâ di respiro che le restava. Le mani di lui erano bloccate con le sue, mentre lui la spingeva sul materasso morbido e si muoveva su di lei, facendo lâamore con lei in un bacio profondo.
Lei sentì una mano calda sulla coscia...che scivolava lentamente sotto la maglietta lunga. Sapeva che non era Michael perché le loro mani erano intrecciate. Quando Michael la liberò dal bacio e tracciò un sentiero fino al collo, lei girò il viso per trovare Damon ancora lì...a guardarli con quegli occhi inquietanti, toccandola così intimamente come se Michael non fosse un problema.
Mentre le dita di Damon si avvicinavano al suo nucleo pulsante, anche la passione di Michael aumentò, facendo sussultare Alicia sotto di lui nello stesso momento in cui si contorceva verso Damon...desiderando che lui raggiungesse il suo obiettivo. Proprio mentre le dita di Damon sfioravano la sua intimità con il loro tocco delicato, Michael le alitò il proprio respiro caldo nellâorecchio e Alicia sentì la rapida spirale di spasmi formicolanti nelle parti basse mentre veniva.
Sedendosi di scatto sul letto, sbatté le palpebre vedendo la sagoma di qualcuno che guardava dalla porta a vetri del balcone. Quando la sua vista si schiarì, lâimmagine scomparve. Rimase lì seduta per un attimo, cercando di riprendere il fiato dopo il sogno, mentre fissava il sole che ora era piuttosto alto nel cielo.
Avvolgendo le braccia intorno a sé, Alicia notò quanto fosse calda la sua pelle, e il modo in cui sentiva la coperta mentre scorreva con i suoi movimenti. Sembrava una carezza sulla sua pelle eccessivamente sensibile e lei ebbe un improvviso flashback del sogno, scivolando rapidamente fuori dalla coperte e stando in piedi accanto al letto.
Guardò la coperta innocente come se essa fosse posseduta, e poi provò a ragionare. Magari si sbagliava sullâessere in calore e aveva solo un poâ di febbre per le ferite che aveva subito lâaltra notte dietro al Moon Dance, causandole così il sogno erotico. Si soffiò la frangetta dagli occhi desiderando che fosse più facile mentire a se stessa. Ad ogni modo, in questo momento non importava perché non aveva tempo per affrontare la cosa.
Guardò di nuovo verso il balcone, chiedendosi come avesse fatto a dormire fino a tardi quando non aveva ancora visto Micah. Afferrando alcuni vestiti dalla valigia sgattaiolò fuori dalla sua stanza, pregando di non incontrare nessuno mentre attraversava il corridoio verso lâenorme bagno che aveva trovato la scorsa notte.
*****
Micah aprì gli occhi come se avesse dormito per anni. Il suo primo istinto fu quello di non muoversi, sapendo che avrebbe provato dolore se lo avesse fatto, ma il ricordo della sera prima gli diede una scossa e, prima che potesse fermarsi, era seduto. Guardandosi intorno nella stanza, lo sguardo si fermò sulla propria immagine riflessa allo specchio. Le bende erano sparite...e anche il dolore.
Scivolando giù dal letto, Micah camminò verso lo specchio scrutando i propri occhi e si chiese se avesse le allucinazioni. Mentre abbassava la mano sul comò toccò una cornice, che dondolò e cadde. Con riflessi rapidi, la prese prima che potesse colpire il pavimento e se la portò agli occhi.
Guardò la ragazza dagli occhi azzurri. Non sorrideva, ma ciò non contaminava la sua bellezza. I suoi lunghi capelli biondi scendevano in onde astratte attorno alla sua espressione malinconica.
Poteva sentire gli altri nelle stanze vicine, ma câera solo una persona che desiderava vedere... Alicia. E lei era da Michael. Non capiva come facesse a saperlo, ma lo sapeva. Michael era il motivo per cui nessuno ricordava che lei era alla villa la scorsa notte.
Rimettendo la foto sul mobile, Micah si vestì in silenzio e aprì la finestra. Atterrando sul terreno duro, sentì i propri muscoli assorbire lâimpatto con facilità e si fermò, chiedendosi come fosse possibile che ora si sentisse meglio di quanto si fosse sentito prima di essere gettato nella piccola camera di tortura di Anthony. Sapendo che presto lo avrebbe scoperto, si diresse verso casa di Michael per assicurarsi che Alicia stesse bene.
*****
Michael aprì gli occhi, non vedendo nientâaltro che il cielo azzurro e sbatté le palpebre. Si era addormentato di nuovo sul tetto della chiesa. Mettendosi a sedere, guardò la strada appena in tempo per vedere Micah avvicinarsi alla porta dâingresso. Michael si bloccò. Il puma stava camminando con la grazia furtiva che la maggior parte dei mutanti poteva solo desiderare di possedere. Chiuse gli occhi e ringraziò qualunque dio lo ascoltasse, poi si accigliò quando udì una voce proprio dietro di sé.
âLo spettacolo è lì...perché noi siamo qui?â chiese Kane con un sorriso.
*****
Damon sâinfilò una camicia nera senza preoccuparsi di abbottonarla. Passandosi le dita tra i capelli, aprì la porta della sua camera da letto e si appoggiò al telaio per guardare il corridoio. Poteva sentire ogni rumore che lei stava facendo sotto gli spruzzi dâacqua, ma ciò non lo intrigava quanto i suoni che aveva emesso nel sonno poco prima. Si domandò se lei sapesse che i letti erano separati solo da un sottile strato di cemento.
Ringhiò per lâinterruzione dei propri pensieri quando sentì bussare allâingresso. Spingendosi via dalla porta, decise di sbarazzarsi dellâospite indesiderato il più velocemente possibile. Non sarebbe stata la prima volta che avrebbe spaventato qualcuno che non voleva tra i piedi.
Aprendo la porta, Damon alzò un sopracciglio verso lo sconosciuto. âSì?â
âTu non sei Michael.â Micah si accigliò riconoscendo lâuomo che era con sua sorella la scorsa notte. Pensava che Michael vivesse da solo. Vedendo lâuomo lì, vestito a metà e con la porta aperta appena, Micah volle assicurarsi che il tizio non aveva appena lasciato lo stesso letto in cui dormiva sua sorella.
âOk, neanche tu.â disse Damon con una voce impassibile.
Micah sentì la bestia dentro di sé che cercava di alzare la testa. âDovâè Alicia?â
Il modo in cui lâuomo pronunciò il nome di Alicia fece capire a Damon chi avesse sulla porta di casa. La notte scorsa il volto del puma era gonfio, escoriato ed insanguinato...niente di simile al rivale a cui stava per sbattere la porta in faccia.
Damon guardò Micah da capo a piedi con uno sguardo critico, concludendo che non aveva bisogno di questo mal di testa. âà indisposta. Ripassa domani.â Cercò di chiudere la porta, ma lâuomo più grande fu più veloce di quanto si aspettasse ed entrò nel momento in cui la porta si chiuse.
âSento il suo odore.â Micah grugnì, iniziando ad essere seccato. âAlicia!â gridò, questâuomo gli piaceva sempre di meno. Sapeva che aveva preso parte al salvataggio la scorsa notte, ma non sarebbe andato molto lontano se non gli avesse detto dovâera Alicia.
Micah si avviò per le scale, ma improvvisamente Damon fu in piedi su uno dei gradini più in alto, a fissarlo. I loro occhi si incrociarono e Micah provò un momento di paura sgradita...fin quando la ragazza avvolta in un asciugamano non scese di corsa giù per le scale verso di lui.
Alicia aveva sentito Micah gridare il suo nome ed essendo così eccitata non perse tempo a vestirsi, ma afferrò solo lâasciugamani più vicino e volò seguendo la sua voce. Appena girò lâangolo, i suoi occhi si illuminarono quando lo vide lì in piedi, sembrando comâera sempre... â¦perfetto.
âMicah.â sussurrò lei, sul punto di piangere. Allâinizio i suoi passi furono lenti, ma più si avvicinava, più rapidamente correva, fin quando non si lanciò impavida su di lui, facendo quasi cadere entrambi allâindietro sui gradini.