Ombra Di Morte - Amy Blankenship 4 стр.


Deth vide Shadow svanire nel mondo degli spiriti e sorrise quando i suoi sottomessi la seguirono. Rivolgendo la propria attenzione all’anello, si spostò alla luce della finestra per ammirarlo. Inclinò la testa, sentendo non soltanto il piacere di Tiara ma anche la frustrazione di colui che portava l’altro anello.

“Oh, tu la vuoi.” sussurrò Deth con voce suadente.

Girò l’anello, recitando silenziosamente gli incantesimi runici incisi su di esso, e sorrise di nuovo. L’anello iniziò a brillare di un rosso acceso e piccole fiammelle eruppero dall’iscrizione, illuminando le parole mentre lui le recitava.

“Tu avrai lei e tutto quello che ha da offrirti.” promise Deth. “Tutto quello che devi fare è uccidere chiunque si trovi sul tuo cammino.”.

Capitolo 3

Chad non aveva ancora rivolto la parola a Trevor quando entrarono nel parcheggio del Moon Dance. Soltanto Evey era riuscita a farlo parlare un po’ e Trevor stava iniziando a sentirsi escluso. Non era scontento del fatto che Chad vivesse da solo, cavolo no, capiva il significato di ‘privacy’.

Quello che lo spaventava di più era il pensiero che lui tornasse in quell’appartamento e che qualsiasi cosa lo avesse ucciso potesse tornare per il secondo atto. L’ultima volta erano arrivati tutti troppo tardi e lui non voleva affatto rivivere la scena della morte di Chad. Una volta era più che sufficiente.

Trevor sospirò quando Chad scese dalla macchina senza dire una parola e si diresse a grandi passi verso l’ingresso del club.

“Ehi, aspetta un attimo.” gridò Trevor chiudendo un po’ troppo forte lo sportello. Fantastico, ora si sentiva in colpa per entrambi i suoi amici.

“Che c’è?” Chad ringhiò senza voltarsi.

“Dai, amico.” disse Trevor raggiungendolo e posandogli una mano sulla spalla “Non ci siamo alleati contro di te. Vogliamo solo assicurarci che chiunque ti abbia ucciso non ci riprovi.”.

“E lo fate privandomi della mia libertà?” chiese Chad con uno sguardo duro.

Trevor scosse la testa “Tu non ti sei visto, sdraiato lì per terra senza vita, in una pozza del tuo stesso sangue... è una cosa che non voglio rivedere mai più. So che adesso sei vivo e vegeto, ma questo non cancella il fatto che sei morto perché uno stronzo ti ha piantato un coltello nel cuore e l’ha fatto fermare.”.

“Perché ti preoccupi?” chiese Chad incuriosito.

“Ecco, l’altro giorno mi hai chiesto come sono riuscito a controllare le mie emozioni riguardo quegli agenti morti. Ti ricordi la mia risposta?” Trevor si passò le mani tra i capelli, sentendosi in colpa per ciò che aveva detto quel giorno.

Chad si accigliò “Sì, hai detto che dopo un po’ sei semplicemente diventato immune o qualcosa del genere.”.

Trevor lo guardò dritto negli occhi “Ho mentito.”.

“Cioè?” gli chiese Chad, ricordando di averlo colpito in faccia per quello che aveva detto. All’improvviso ebbe l’impulso di farlo di nuovo, ma questa volta ci pensò su. Rimase stupito per la confessione del suo amico e rimase lì per qualche secondo dopo che Trevor gli era passato accanto per entrare.

“Entri o vuoi restare lì tutto il giorno?” chiese Trevor, sentendosi meglio adesso che si era tolto un po’ del peso che aveva sulle spalle.

“Sì, arrivo.” mormorò Chad, sentendosi un perfetto idiota per essersi comportato da ragazzino per tutto il giorno.

Trevor lo fermò prima di entrare, per alleggerire la tensione “Ho una reputazione da difendere, quindi, se non ti dispiace...”.

Chad fece un cenno con la mano “Sì, sì, lo so... non devo farti sembrare una femminuccia, anche se la tentazione è forte.”.

Trevor gli mostrò un pugno e ringhiò, mentre Chad rise e sgattaiolò dentro. Era bello vederlo sforzarsi di ridere di nuovo. Chad odiava essere al centro dell’attenzione ma se lo meritava, per essersi fatto uccidere spaventando tutti a morte.

Quando Trevor sentì Envy gridare e Chad lamentarsi, aprì la porta ed entrò incuriosito. Un sorriso compiaciuto apparve sul suo viso quando vide Chad addossato al bancone, con un’estasiata Envy appiccicata a lui come un francobollo.

“È così bello vederti!” gridò Envy.

Gli occhi di Chad si spalancarono per la quantità di forza che lei stava usando per abbracciarlo. “Envy...” gemette lui scherzosamente “Non... respiro.”.

Seguirono alcune risatine alla reazione di Envy per suo fratello appena resuscitato... ma non potevano certo biasimarla.

“Scusa.” disse lei con una risatina lasciando andare Chad, poi sorrise a Trevor. Lui distolse subito lo sguardo e lei capì il perché nel momento in cui sentì il braccio di Devon stringerla.

Trevor osservò i preparativi per Halloween. Il club aveva già distribuito i volantini per la grande riapertura e doveva essere tutto pronto. Avevano cambiato idea, passando da una festa privata per Halloween alla riapertura al pubblico del loro club ingrandito e rinnovato.

“Allora, che succede?” chiese Envy.

“Chad non starà al castello e si rifiuta di vivere al Night Light.” rispose Trevor, ricevendo uno sguardo fulminante da Chad.

Envy si accigliò, esternando la propria preoccupazione “E perché no? Non puoi stare da solo.”.

L’espressione di Chad divenne minacciosa quando si rivolse a sua sorella “Sono adulto ma non sono ancora pronto per la casa di riposo. Non dovrebbe importarvi se vivo da solo o no. Se chi mi ha attaccato vuole trovarmi allora niente lo fermerà.”.

“Chi, o cosa...” Devon s’intromise nella conversazione e gli tese la mano “Bentornato nel mondo dei vivi.”.

Chad gli strinse la mano “Già, mi piacerebbe solo poter vivere questa vita con un senso di libertà.” Sospirò quando vide Trevor e Devon snobbarsi a vicenda.

Envy si accigliò “Ma perché non puoi vivere al Night Light? È il posto perfetto. Nessuno entrerà senza che un paio di dozzine di lupi gli saltino addosso.”.

“Non mi sentirei a mio agio lì.” rispose Chad sinceramente. “Se proprio devo, mi sistemerò in una delle celle private in centrale.”.

“Vuoi dire nel ‘buco’?” chiese Trevor con una smorfia.

Chad scrollò le spalle “Almeno sarò al sicuro e sotto costante sorveglianza... che è quello che sembrate volere tutti.”.

“Non è questo, Chad.” disse Envy tristemente. “Noi siamo la tua famiglia, i tuoi amici. Vogliamo solo assicurarci che niente ti attacchi di nuovo.”.

Trevor si passò una mano tra i capelli quando la tristezza di Envy lo colpì come un muro di mattoni “Okay, ne ho abbastanza. Chad, puoi trasferirti da me... ho più di una stanza libera e sono spesso fuori casa. Starai quasi sempre da solo, io mi farò vivo ogni tanto. Ha uno dei sistemi di allarme migliori sul mercato ed è molto più bella del ‘buco’.”.

Chad lo guardò con un’espressione accigliata. Non ci aveva mai pensato e il fatto che Trevor si fosse offerto non andava sottovalutato, poiché tutti sapevano quanto tenesse alla propria privacy.

“D’accordo.” disse Chad sottovoce, in realtà l’idea gli piaceva. “Più tardi andremo a prendere le mie cose e verrò a stare da te. Ma...” continuò “... terrò il mio appartamento. Così quando vorrò stare un po’ da solo avrò un posto dove andare.”.

“Troppo tardi.” disse Envy senza sensi di colpa. “Ieri ho rescisso il contratto e tutte le nostre cose sono già impacchettate.” Scrollò le spalle allo sguardo che Chad le lanciò e alzò il mento con aria di sfida “Che c’è? Sul contratto c’era anche il mio nome.”.

“Pazienza.” Chad cedette, decidendo di abbandonare l’argomento.

Trevor annuì e gli diede una pacca sulla spalla “Beh, pensaci... è meglio questo che vederla dare fuoco alla casa e poi doverla arrestare. Io mi accontenterei, se fossi in te.” Guardò Envy appena in tempo per vedere la luce nei suoi occhi e capì che l’aveva appena resa molto felice.

“Andiamo.” disse Envy emozionata. “Devi vedere tutto quello che abbiamo fatto al club. È molto più grande di prima.”.

Chad sorrise e si lasciò trascinare da un lato all’altro del club. Trevor li seguì a poca distanza, osservando le nuove decorazioni e sogghignando per le numerose zucche illuminate che gli altri stavano attaccando alle pareti della pista da ballo.

Warren era sull’impalcatura, appeso a testa in giù davanti alla palla stroboscopica per appendervi qualcosa.

“Accendi.” gridò Warren dopo essersi alzato in piedi.

Le luci si spensero e la sfera si illuminò. Trevor rimase perplesso mentre la palla rifletteva la luce sul pavimento e sulle pareti. Centinaia di streghe, scheletri e gatti neri sembravano rincorrersi a vicenda.

“È fantastica, fratellone.” gridò Devon.

“Ti sei ricordato di ordinare il fluido per la nebbia?” chiese Warren.

Devon fece un cenno col pollice in su “Arriva domani mattina. Nick si è offerto di andare a ritirarla.”.

“È VIVO!” si sentì urlare.

Chad gridò per lo spavento quando si sentì afferrare da dietro all’improvviso e si girò di scatto. Quando i suoi piedi toccarono di nuovo il pavimento dovette aggrapparsi alla ringhiera per reggersi. Guardando dietro di sé vide Nick.

“Nick.” lo ammonì Envy. “Non fare così.”.

“Perché no?” chiese Nick con un ghigno. “È il periodo giusto per spaventare a morte la gente. E poi non capita tutti i giorni di vedere qualcuno che ha ingannato la morte. Anch’io merito un abbraccio.”.

Chad si era ripreso e sbatté le palpebre verso Nick. “Perché, signor Wilder?” disse con voce dolce e mielosa “Non sapevo che le importasse.”.

Nick si fermò e girò lentamente lo sguardo verso Chad, che stava ridendo come un ebete.

“Accidenti.” disse Nick quando realizzò che Chad lo stava prendendo in giro. “Finché non lo rifarai MAI più andrà tutto bene.”.

“Ciao, Trevor.” disse Alicia, arrivando dietro Nick. Non vedeva Micah da due giorni perché lei e Damon stavano ancora testando la loro nuova casa al Love Bites. Anche Michael e Syn dovevano vivere lì ma, fino a quel momento, non si erano ancora trasferiti. “Micah si sta comportando bene al lavoro?”

Trevor sorrise “Se non contiamo le battaglie con gli aeroplanini di carta, usando la finestra per colpire i passanti ignari, e il continuo impedirgli di ricoprire l’auto di Tasuki di stelle filanti... sì, si sta comportando bene.”.

Alicia sorrise “Già, mi ha raccontato del nuovo arrivato che si è unito a lui e Titus e, da quello che dice, Tasuki sembra piuttosto carino.”.

Damon ringhiò alle sue spalle e lei si voltò prontamente per schiaffeggiarlo sul braccio. “Smettila.” disse Alicia, poi si rivolse a Nick “A proposito di vampiri pazzi, ho qualcosa per te.” Lo allontanò dagli altri, non volendo che nessuno vedesse il regalo che aveva per lui.

Nick si accigliò quando Alicia gli mise qualcosa in mano. “Che cos’è?” chiese incuriosito mentre fissava la collana nel proprio palmo.

“È un ciondolo che ho creato per proteggermi dall’incantesimo dei vampiri.” sussurrò Alicia, poi sorrise maliziosamente a Damon. “Ho sostituito la catenina d’oro che indossavo io con un laccio di cuoio nero, così ti starà meglio. Non dire a nessuno che ce l’hai. Se la indosserai alla festa allora Michael non potrà costringerti a travestirti da donna.”.

Nick aveva un sorriso stampato sulla faccia “Fantastico! Chi ha detto che devo aspettare Halloween per indossarla?” S’infilò subito la collana, sentendosi già più al sicuro. Ignorò Damon che aveva ripreso a ringhiare e nascose il ciondolo sotto la maglietta. “Ti sono davvero debitore.”.

Damon trascinò Alicia verso Envy, prima che Nick decidesse di abbracciarla. Lei non sarebbe stata molto contenta se avesse strangolato il giaguaro con la sua collana. Sapeva che Nick non ricordava nulla ma l’immagine di lui e Alicia nel salotto di Michael era ancora troppo fresca nella sua mente.

Alicia si accigliò quando diverse lampadine sul soffitto s’illuminarono e poi esplosero. Guardò Damon quando Warren, da sopra le travi, gridò qualcosa a proposito di un corto circuito. Nascose il proprio sorriso mentre avvolgeva le braccia attorno a Damon nel tentativo di risparmiare un sacco di fatica extra al club.

“Da cosa ti travestirai?” chiese Chad a Nick quando raggiunse gli altri.

“Sarò la versione moderna di ‘Billy the Kid’.” rispose Nick con aria seria.

“In poche parole...” mormorò Alicia “... si travestirà da se stesso.”.

Tutti ridacchiarono quando Nick scrollò le spalle e andò ad aiutare Quinn e Kat dietro al bancone. Alicia sussultò all’improvviso e si precipitò verso il retro del club, con Damon che la seguì con uno sguardo predatorio.

“Secondo te che succede?” chiese Chad perplesso.

“Tu che dici?” Devon sorrise.

Trevor guardò Envy e si accigliò quando notò che, tutto d’un tratto, sembrava un po’ pallida.

“Envy, stai bene?” le chiese piano.

La ragazza gli rivolse un sorriso smagliante e mentì “Certo, sto benissimo...”.

Lui si lanciò per afferrarla nel momento in cui i suoi occhi si chiusero.

“Envy.” Chad la raggiunse mentre Trevor la adagiava sul pavimento. “Che diavolo è successo?”

Devon si era mosso nello stesso istante ma Trevor era più vicino. S’inginocchiò accanto a Chad e accarezzò la guancia della sua compagna.

“Envy.” sussurrò lui mentre le sfiorava la pelle. “Avanti, piccola, apri gli occhi.”.

“Ha dormito abbastanza?” chiese Chad con tono accusatorio.

Envy strizzò gli occhi mentre le voci si allontanavano e gemette prima di riaprirli lentamente. Si accigliò quando tutti e tre gli uomini sospirarono di sollievo.

“Perché mi guardate in quel modo?” chiese, e si guardò attorno confusa. “Sono caduta?”

“Sei svenuta.” spiegò Chad, ottenendo una piccola rivalsa per tutta la preoccupazione che sua sorella aveva scaricato su di lui. “Stai bene?”

Envy gli afferrò la mano e si alzò lentamente in piedi “Sì, dev’essere tutta l’eccitazione del momento. Mi stavo divertendo così tanto con i preparativi che magari ho dimenticato di mangiare, o qualcosa del genere.”.

Trevor scosse la testa per quella bugia “Questa non me la bevo.” Prese il cellulare e compose rapidamente un numero. Il telefono squillò alcune volte prima che una voce familiare e cordiale rispondesse.

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