Diavolo E Demòni - Guido Pagliarino 3 стр.


Tornado alla teologia, la mazdea non è presente sostanzialmente nella Bibbia perché gli scribi e i sacerdoti giudei del dopo esilio sono preoccupati, nello stendere molti libri biblici27 , di salvaguardare, e [ri]fondare, la genuinità d’Israele e, nel sostenere il monoteismo, tengono a bada l’intrigante Mazdeismo dualista che potrebbe essere un robusto concorrente. Semmai, aspetti della teologia di Zoroastro si riflettono e permangono, nonostante gli sforzi del capo popolo Esdra28 e dei suoi, su certo sentire superstizioso dei semplici fedeli che esaltano nella loro mente la potenza di figure demoniache; e aspetti teologici mazdei si proiettano pure nell’apocrifa letteratura apocalittica giudaica degli ultimi due secoli prima di Cristo; poi, tramite questa produzione letteraria, influenzano apocrifi cristianeggianti stesi dal II secolo d.C. e provocano credenze nell’ambiente della Chiesa, dove il Diavolo è sentito a un certo punto talmente potente da apparire quasi come un dio del male, immortale anche se vinto, un po’ come per Arimane dopo l’ultima prova che lo sconfigge per sempre.

Nel Primo Testamento la figura diabolica è piuttosto diversa da quella del Cristianesimo, con l'eccezione dei versetti in cui entra in scena, in forma di serpente, all’inizio del capitolo 3 della Genesi, quale raffigurazione dell’istigazione al peccato. Come punizione per aver indotto a peccare Adamo ed Eva è condannato da Dio a strisciare nella polvere: dunque prima aveva le zampe, era un dragone, e tale sarà di nuovo nella neotestamentaria Apocalisse. Si tratta in sostanza del simbolo di quel male che sarà sconfitto da Cristo una volta per tutte e non potrà più trionfare, al quale il Creatore preannuncia intanto, sempre nella Genesi, che avrà il capo schiacciato dalla stirpe della donna: per i cristiani, da Gesú29

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