Tornado alla teologia, la mazdea non è presente sostanzialmente nella Bibbia perché gli scribi e i sacerdoti giudei del dopo esilio sono preoccupati, nello stendere molti libri biblici27 , di salvaguardare, e [ri]fondare, la genuinità dâIsraele e, nel sostenere il monoteismo, tengono a bada lâintrigante Mazdeismo dualista che potrebbe essere un robusto concorrente. Semmai, aspetti della teologia di Zoroastro si riflettono e permangono, nonostante gli sforzi del capo popolo Esdra28 e dei suoi, su certo sentire superstizioso dei semplici fedeli che esaltano nella loro mente la potenza di figure demoniache; e aspetti teologici mazdei si proiettano pure nellâapocrifa letteratura apocalittica giudaica degli ultimi due secoli prima di Cristo; poi, tramite questa produzione letteraria, influenzano apocrifi cristianeggianti stesi dal II secolo d.C. e provocano credenze nellâambiente della Chiesa, dove il Diavolo è sentito a un certo punto talmente potente da apparire quasi come un dio del male, immortale anche se vinto, un poâ come per Arimane dopo lâultima prova che lo sconfigge per sempre.
Il Diavolo è Satana , ma non è il Demonio
Nel Primo Testamento la figura diabolica è piuttosto diversa da quella del Cristianesimo, con l'eccezione dei versetti in cui entra in scena, in forma di serpente, allâinizio del capitolo 3 della Genesi, quale raffigurazione dellâistigazione al peccato. Come punizione per aver indotto a peccare Adamo ed Eva è condannato da Dio a strisciare nella polvere: dunque prima aveva le zampe, era un dragone, e tale sarà di nuovo nella neotestamentaria Apocalisse. Si tratta in sostanza del simbolo di quel male che sarà sconfitto da Cristo una volta per tutte e non potrà più trionfare, al quale il Creatore preannuncia intanto, sempre nella Genesi, che avrà il capo schiacciato dalla stirpe della donna: per i cristiani, da Gesú29