Lentamente, si scossero accorgendosi di movimenti intorno a loro. Nel buio della notte Daschamese si stava raccogliendo una folla di nativi, che emergevano dalle loro capanne per vedere almeno i postumi dellincredibile scena. Troppo timidi, arrivavano fino al bordo più esterno del cerchio di luce delineato dalla torcia di Dev. Tutto quello che lei poteva distinguere erano le sagome dei loro corpi grassottelli. Si raccoglievano in un semicerchio dietro a Dunnis e a lei, e fissavano i resti bollenti di Dmitor Zhurat. I nativi ondeggiavano leggermente avanti e indietro, saldi sui loro piedi, tutti allo stesso ritmo, e laria sembrava animata dal suono di una cantilena a bocca chiusa o di un canto da parte di un bel numero di gole ursine.
Dev chiuse gli occhi e si massaggiò le tempie con fare pensieroso con la mano sinistra. Si sentiva intirizzita e leggermente nauseata e ancora una volta desiderò di essere potuta restare a bordo della nave a leggere qualche libro interessante.
I desideri valgono solo nelle favole, si disse con fare tagliente. Questa è la vita vera, e hai dei doveri da compiere. Muoviti, donna.
Era sicura che fossero passati non più di trenta secondi dalla morte di Zhurat. Riaprendo gli occhi, si scosse dalla paralisi dovuta allo shock ed iniziò a fare un passo avanti quando un altro suono la raggiunse. Allinizio era a malapena udibile sotto la cantilena della folla intorno a lei e il battere della pioggia sul suolo fangoso, ma aumentò rapidamente fino a che laria riverberò con il suo volume. Era un brusio superiore ad un rumore bianco; era piuttosto il preludio a qualche altro suono che sarebbe seguito a tempo debito.
Ad accompagnare il brusio cera una luce che ammorbidiva loscurità della notte Daschamese. Veniva dallalto e diventava più chiara ad ogni secondo che passava. Un oggetto brillante stava scendendo dal cielo una discesa ordinata e lenta, destinata ad impressionare la platea con la sua maestosità. Non appena loggetto scese abbastanza in basso per essere visibile attraverso la pioggia battente, Dev si trovò a doversi schermare gli occhi dalla totale lucentezza della creatura davanti a lei.
Come forma, assomigliava ai nativi del pianeta, con due braccia e due gambe ed un corpo peloso rotondo, con un naso simile a un muso. Ma sulla schiena aveva un enorme paio di ali, che sbattevano dolcemente mentre la creatura si librava nellaria di fronte alla folla. Molto più grande del doppio rispetto ai nativi, Dev stimò la sua altezza in tre e mezzo, forse quattro metri, con una apertura totale delle ali che era facilmente cinque metri o più. La creatura emanava un bagliore freddo blu-bianco che illuminava la zona per un raggio di 24 metri, e in una mano impugnava una lunga spada che risplendeva, con uno sfolgorio oro brillante tutto suo. Gli occhi incassati della creatura brillavano di un rosso splendente, come due tizzoni ardenti in un caminetto buio.
Un orsetto vendicatore, fu la prima reazione di Dev, ma il suo umorismo era trattenuto allinterno della sua mente. Lessere che fluttuava nellaria a dieci metri di distanza e cinque metri dal suolo era impressionante, e molto diverso da un peluche con cui giocare.
Dev era in piedi con la mano appoggiata leggermente alla cintura a pochi centimetri dallimpugnatura della sua pistola laser in attesa di vedere cosa sarebbe accaduto poi.
Lessere luminoso girò la testa e il suo sguardo osservò lintera folla davanti a sé, raccoltasi sotto la pioggia. Poi infine aprì la bocca per parlare. Le cuffie di Dev erano pronte per tradurre.
Gli dei sono onnipotenti, ringhiò la creatura.
Dalla folla di Daschamesi si levò un coro di ringhi di risposta. Il computer di Dev tradusse i ringhi come un giro di Amen (così sia).
Gli dei sono ovunque affermò la figura splendente e la folla rispose con un altro coro di Amen.
Gli dei sono buoni, disse la figura e la risposta dalla folla fu la stessa. Dev decise di pronunciare a sua volta un Amen a titolo di sicurezza.
Finita la litania, la creatura splendente iniziò a parlare. Gli dei hanno potere di vita e di morte su tutti coloro che abitano su Dascham, disse. Gli dei rendono buona la caccia e ricco il raccolto, a loro discrezione. Oppure, per punire, possono rovinare i raccolti e diffondere pestilenze attraverso la foresta. Come scritto nei vecchi accordi, gli dei sono i signori supremi di Dascham, e di tutte le persone sul pianeta, e di tutte le cose esistenti al suo interno.
Amen, disse la folla e a scoppio ritardato Dev. Dunnis le scoccò uno sguardo buffo con la coda dellocchio, ma non disse nulla.
Le regole degli dei sono assolute, continuò la gigantesca creatura. Gli dei sanno tutto. Non cè modo di fuggire dal loro regno, dalla loro saggezza e dalla loro rapida giustizia. Non ci si può opporre alle loro regole caritatevoli. Ricordate, tutti voi il tempo del Rogo, e sappiate che ricompensa possono infliggere gli dei per la ribellione contro il loro regime.
La creatura tacque per un secondo, e Dev si fece quasi scappare un altro Amen prima di rendersi conto che nessuno lo stava dicendo. Soffocò la parola prima che le sfuggisse dalle labbra e attese in silenzio con il resto della folla, fino a che langelo decise di parlare ancora.
Quando arrivarono fra voi questi esseri dal cielo, non ci siamo opposti a loro. Sebbene molti di voi temessero che fossero i demoni che combattemmo anni fa, gli dei sapevano che erano creature mortali, proprio come voi, capaci di fare del bene e anche del male. Non obiettammo quando vi portarono commercio e merci, scambiandoli con i vostri minerali, ma quando portano anche leresia, allora gli dei devono fare qualcosa per difendere il mondo che è loro di diritto.
La creatura terminò il suo discorso fissando direttamente Dev, consapevole della sua posizione di capitano, e persona responsabile del comportamento degli umani. Lei sapeva che ci si aspettava da lei una reazione, il destino della missione commerciale della Foxfire qui poteva essere proprio in pericolo. Soffocando le sue emozioni per prevenire che qualsiasi nervosismo trasparisse dalla sua voce, avanzò e si rivolse al messaggero divino.
Oh, santissimo, ascoltami, disse. La voce assunse i toni accuratamente modulati che di solito riservava alle emergenze nella sala di controllo. Non cera assolutamente nessun eccesso di sarcasmo o di irriverenza. Gli esseri umani sono individui, come i Daschamesi. Lindividuo chiamato Zhurat, era continuamente irrispettoso dellautorità. Era anche ubriaco stanotte, come sicuramente tu sapevi. Nella tua saggezza, la saggezza di colui che vede tutto, sei consapevole che ho cercato di dissuaderlo dalle sue azioni avventate ed eretiche; è colpa mia ed anche mia vergogna non essere riuscita a fermarlo. Hai trattato Zhurat secondo le vostre leggi ed abitudini, come è tuo diritto. Gli dei sono veramente i signori di Dascham, e possono trattare i trasgressori nel modo che ritengono giusto. Ma gli dei di Dascham sono conosciuti in tutta la galassia per lequità della loro giustizia; io mi appello a questa giustizia e ti chiedo di non condannare tutti gli umani per la trasgressione di uno come Zhurat.
Lultimo pezzo era una balla colossale. Almeno il novantanove percento della razza umana non aveva nemmeno mai sentito nominare Dascham; e la distinta minoranza che lo conosceva, considerava gli dei un pittoresco pezzo di folklore. Ma dalle tante letture sullargomento della religione che aveva fatto Dev, sapeva che tutti gli dei avevano una caratteristica in comune: erano terribilmente sensibili alladulazione. In una situazione così critica, non le avrebbe certo fatto male il fatto di giocare con lego delle divinità di Dascham.
Non appena terminò di parlare, retrocesse e chinò la testa umilmente aspettando la risposta dellangelo. La creatura splendente sembrò riflettere sulle sue parole per un mezzo minuto, prima di parlare di nuovo. Gli dei sono giusti annunciò, ad un coro di Amen che sembrava essersi risvegliato in quel momento. Hanno deciso che Zhurat ha agito da solo nel suo tentativo di diffondere leresia fra i veri credenti. È stato punito in modo adeguato, e gli dei hanno mostrato così il loro potere a tutti i dubbiosi. Una morte veloce sarà la fine di tutti coloro che si opporranno agli dei.
Altri Amen.
Gli altri umani sembrano innocenti della colpa di eresia. Gli dei hanno deciso che essi vivranno e continueranno con la loro missione commerciale come prima ma la morte di questo uomo dellequipaggio dovrà servire da esempio. Tutti coloro che si opporranno agli dei, moriranno.
Questa volta, Dev, avendo ora acquisito familiarità con il Sistema, guidò il grido di Amen degli spettatori.
Grandi sono gli dei, perché loro sono il potere e la gloria nei secoli dei secoli.
AMEN!
Con questultima dichiarazione, lOrsacchiotto Vendicatore risalì serenamente al cielo, battendo le ali di tanto in tanto. La sua spada splendeva come oro brillante mentre lui la muoveva in modo minaccioso. Dev non riusciva ad allungare troppo il collo per vederlo salire in cielo perché la pioggia torrenziale le colpiva gli occhi. Rivolse invece lo sguardo al posto dove erano state le ceneri di Zhurat. La divisa carbonizzata, ora sepolta nel pantano, rendeva impossibile distinguere i resti del suo uomo dellequipaggio dalla melma naturale di Dascham.
Scuotendo leggermente la testa, distolse lo sguardo. Sicuramente hanno messo in piedi uno spettacolo pazzesco, pensòma si guardò bene dallesprimere questo pensiero ad alta voce.
***
Dev e Dunnis tornarono alla Foxfire utilizzando il piccolo carro che i nativi avevano dato loro. Il daryek che lo trainava era un animale vecchio e dallaspetto malato, probabilmente lunico che i locali potevano permettersi di prestare.
Lanimale, per niente contento di essere obbligato a lavorare di notte, mostrava il suo risentimento arrancando a fatica con un passo che era appena più veloce di quello che gli umani avrebbero avuto a piedi. Il carro brontolava e avanzava a scatti attraverso i solchi sconnessi della strada, in un modo che sembrava fatto apposta per produrre i lividi peggiori al posteriore dei passeggeri. Eppure, Dev ricordava la camminata spiacevole lungo questa stessa strada per arrivare in città, e decise che queste scomodità erano assolutamente preferibili.
I due restarono in silenzio per metà del viaggio, pensando a quello che avevano visto. Infine, Dunnis emise un lungo sospiro. È stato spaventoso, disse. Tutti i segni di ubriachezza nella sua voce erano scomparsi; la morte di Zhurat lo aveva reso sobrio allimprovviso.
Dev sorrise debolmente. Non posso dissentire.
Cosa pensi che sia successo là, comunque?
Gli dei hanno disintegrato Zhurat per la sua blasfemia ed un angelo è sceso sulla terra e ci ha detto di non peccare più.
Dunnis le scoccò uno sguardo inquisitorio. Credi davvero a questa storia senza capo né coda?
È quello che è sembrato anche a me. Sono aperta a spiegazioni migliori, se ne hai.
Pensavo che voi Eoani non credeste in niente a parte voi stessi.
Stai cercando di dirmi in cosa io credo? Dev era molto cauta nel dirlo. Sarebbe stato troppo facile interpretare la sua affermazione come sarcasmo. Invece, si assicurò di incurvare gli angoli della bocca in un largo, caldo sorriso, affinché il tecnico potesse vedere che dietro la sua osservazione non si nascondeva nessuna difensiva ostile.
Il grande rosso alzò le mani. Francamente Capitano, non so cosa pensare. Eri così sicura inchinandoti e dicendo tutti quegli amen ovunque di fronte a quel . quel
Angelo penso sarebbe il termine appropriato. E non mi sono inchinata una volta anche se visto che tutti gli altri intorno a me lo facevano, avrei dovuto farlo anche io. Educazione e buone maniere ti faranno sempre acquistare dei punti, se saranno applicate nel modo giusto.
Ma ti sei arresa così facilmente a quella cosa, praticamente leccandogli i piedi e scusandoti
I miei genitori non mi hanno allevata per essere un parafulmine, disse semplicemente Dev.
Sì, ma ...beh, se ci sono gli dei, perché sono solo qui, su questo pianeta così fuorimano? Perché non sono nello spazio o su qualsiasi altro mondo?
Non posso rispondere. Semplicemente, non ho abbastanza informazioni. Sicuramente sembra che nello spazio non ci siano, e so che non sono su Eos. Se ci fossero, la popolazione sarebbe stata incenerita molto tempo fa. Ma mi dicono che gli dei lavorano in modi misteriosi. Questo è un universo grande e variegato; tutto è possibile.
Ma
Ascolta, molto tempo fa, un poeta di nome Alexander Pope osservò una volta, Una verità è chiara: qualsiasi cosa sia, è giusta. In sostanza, quello è ciò che io credo. Quello che è vero per il resto delluniverso qui non ha nessuna importanza; quello che è vero su Dascham è che ci sono degli dei che hanno dei poteri incredibili. Per tutto il tempo che resterò qui, intendo tenere ben presente questo fatto, prima di fare o dire qualsiasi cosa. Ti suggerirei di fare lo stesso gli dei sanno tutto quello che si fa e possono udire tutto quello che viene detto su questo mondo
Ma stiamo parlando Galingua ora; di sicuro essi non possono capirlo.
Non sottovalutarli. Ho già perso un componente del mio equipaggio, non posso permettermi di perderne un altro. E con ciò, smise di parlare. Dunnis, rendendosi conto che non intendeva dire altro, si sedette imbronciato di fianco a lei e cercò di osservare la strada davanti a loro, attraverso la pioggia e loscurità mentre il loro daryek arrancava faticosamente.
***
Fortunatamente, Dev aveva acceso alcune luci esterne prima di lasciare la nave, altrimenti sarebbero passati oltre, avventurandosi nei campi, al buio. La Foxfire era piccola per essere una navicella cargo essendo solo un proiettile di trenta metri di altezza e dodici di diametro alla base sebbene qui su Dascham sembrasse gigantesca. Ma, pur mastodontica comera, paragonata agli edifici di piccole dimensioni di questo pianeta, avrebbe potuto essere completamente inghiottita dal buio totale della notte Daschamese.
Dev legò lo stanco daryek ad unaletta stabilizzatrice della navicella nella remota possibilità che la patetica creatura potesse cercare di vagare, allontanandosi durante quello che rimaneva della notte. Poi, tenendo in mano la divisa spaziale fradicia che era tutto quello che rimaneva di Zhurat, seguì Dunnis salendo la scala ed entrò nella camera stagna. Una volta allinterno, continuò a salire fino a raggiungere la prua, facendo segno silenziosamente al tecnico di seguirla. Passarono le zone del soggiorno ed andarono invece nella sala dei comandi, dove Dev camminò in modo deciso verso la console del capitano e azionò un paio di interruttori. Sospirò leggermente e chiuse gli occhi. Penso che staremo bene adesso.
Dunnis laveva guardata con crescente curiosità. Con le sue azioni aveva acceso gli schermi deflettori intorno alla nave. Temevi che le meteoriti potessero colpirci qui? le chiese.