"Non capita tutti i giorni di incontrare un uomo buono", disse Narissa con voce malinconica. "Potrei aver trovato l'ultimo uomo decente nellalta società."
"Potreste avere ragione." Narissa aveva sposato il Duca di Blackmore ed erano felici e contenti. "Perdonatemi, adesso devo andare a incontrare Lulia."
"Molto bene," disse Narissa e la mandò via con un gesto della mano. "Sapete dove trovarmi se avete bisogno di me."
Diana uscì dall'ufficio e andò nel retrobottega dove si esercitavano per I duelli di scherma. Lulia e Bessie erano già lì. Lulia aveva le sue nere ciocche di capelli raccolte in una lunga treccia che le ricadeva in mezzo alla schiena. Non indossava indumenti protettivi mentre faceva lezione a Bessie. Bessie non avrebbe indossato indumenti protettivi più tardi durante il duello, ma li indossava adesso che si esercitava. Non voleva infortuni che avrebbero potuto impedire il duello di quella sera. Tutti nel programma di scherma prendevano le lezioni sul serio. Imparare la scherma era unoccasione preziosa che non capitava spesso. Non era facile per una donna trovare un istruttore, ed era una passione che Diana aveva dalla sua sedicesima estate.
Lulia e Bessie cominciarono a parare, le loro lame scivolarono l'una contro l'altra. Il rumore metallico risuonò ed echeggiò in tutta la stanza. Diana sospirò mentre continuavano a fluttuare nella stanza in una danza di braccia, piedi e lame. Forse una volta terminato lincontro, si sarebbe presa il tempo di duellare con Lulia. Era uno sport che amava moltissimo e ne approfittava per prenderne parte.
Finalmente, dopo diversi lunghi attimi, lincontro terminò. Bessie e Lulia erano entrambe senza fiato, ma avevano grandi sorrisi e sprizzavano gioia da tutti i pori.
"Non siete così male", disse Lulia a Bessie. "Potreste vincere."
Diana batté le mani. "È molto più di non così male. Non c'è dubbio che batterà Lady Mary ".
Lady Mary Addington giocava liberamente d'azzardo nel salotto di Fortuna. Suo padre l'aveva viziata ed era stata addestrata da un maestro di scherma. Si vantava di poter battere chiunque avesse una spada e Bessie aveva accettato la sfida. Questo non era il primo incontro di scherma che Diana organizzava, ma era uno dei più significativi. Bessie era la cameriera di Mary. Se Bessie avesse vinto, Mary le avrebbe dato una piccola fortuna concedendole quindi la possibilità di ritirarsi in campagna. Se avesse perso, sarebbe stata licenziata senza referenze. Era lincontro più importante da quando Diana aveva cominciato a organizzare gli incontri. Bessie stava correndo un rischio enorme e, se avesse vinto, la ricompensa sarebbe stata monumentale.
"Sono pronta" dichiarò Bessie. "Anche se perdo ne sarà valsa la pena."
Diana avrebbe volute dire a Bessie che si sarebbe assicurata di trovare un'altra posizione se avesse perso, ma si trattenne. Avrebbe combattuto più duramente se avesse pensato di avere tutto da perdere. Se avesse fallito, Diana si sarebbe offerta di assicurarle una nuova posizione. Sarebbe stato molto meglio se avesse tenuto l'offerta per sé per il momento.
"Sono contenta che voi ci crediate", le disse Diana. "Perché potrebbe essere quello a cui dovrete aggrapparvi dopo che questa notte sarà finita." Si rivolse a Lulia. "È tutto pronto per il duello di stasera?"
"Ho una cameriera che si assicura che tutta la nostra attrezzatura sia sistemata nel mezzo del giardino di Silverton." Lei sorrise. "E un servitore che ha accettato di aiutarla se necessario."
Probabilmente Lulia aveva flirtato con lui e lo aveva così convinto ad aiutarla. Era piuttosto bella e la maggior parte degli uomini la trovava irresistibile. Meraviglioso. Ci vediamo lì. "Si voltò come per andarsene e concedere loro più tempo per esercitarsi. E così fece, e, per la prima volta da quando aveva iniziato, aveva una sensazione di vuoto nello stomaco. Avrebbe dovuto essere eccitata, eppure, non riusciva a liberarsi della sensazione che mancasse qualcosa. Diana non si era pentita delle sue scelte di vita. Come avrebbe potuto quando aveva realizzato così tanto?
"Diana," la chiamò Lulia. "Aspettate. C'è qualcosa che vorrei discutere con voi".
Si fermò e si voltò verso la sua amica. In un certo senso Lulia aveva tutto. Non dovrebbe dovuto provare risentimento nei confronti della sua amica; tuttavia, non poteva farne a meno. A volte non importava se qualcosa avesse un senso o no era così e basta. "Sì?"
Lulia si avvicinò e la strinse in un abbraccio. Sembrate triste, piccola. Cosa vi assilla?"
Forse perché oggi era il giorno in cui era nata. Forse era per questo che era così maledettamente malinconica. Nessuno se ne era accorto o le aveva almeno augurato una buona giornata. "Non è niente." Diana non voleva essere un peso per la sua amica. Non c'era motivo di ricordare a nessuno che oggi sarebbe dovuto essere in qualche modo speciale. Era sciocco da parte sua desiderare che qualcuno lo ricordasse.
In qualche modo ne dubito sorrise Lulia. Ma sorvoliamo per ora. Ho qualcosa per voi."
Lulia si avvicinò a una sedia nellangolo dove giaceva il suo mantello. Allungò una mano ed estrasse una piccola scatola, quindi la portò a Diana. "Non è molto, ma volevo che voi aveste qualcosa per festeggiare la vostra giornata."
"Non pensavo che qualcuno ricordasse ..."
"Non dimentico nulla." Disse Lulia toccandosi la testa. Nulla sfugge una volta memorizzato qui. Sono i dolci di quel negozio che vi piace così tanto. Non mangiateli tutti in una volta o finirete con un mal di stomaco. "
"Siete una buona amica." Non aveva mai avuto amica migliore. L'unica altra donna con cui aveva una relazione stretta era Lady Katherine Wilson. Si erano conosciute alla fine della scuola ed erano entrambe timide e poco socievoli. L'avevano seguita nel salotto di Fortuna e erano entrate a far parte del gruppo. "Grazie per questo." Sollevò la scatola di dolci. "Non so cos'altro dire."
"Bah." Lulia agitò la mano. "Non ringraziatemi. Non è niente."
"Non è vero." La sua famiglia non si accorgeva più di lei. I suoi genitori non erano nemmeno venuti a Londra. Preferivano il paese e lavevano mandata lì con solo una domestica come accompagnatrice. Non le dispiaceva davvero. Le dava la libertà di gestire i suoi incontri di scherma, ma a volte si sentiva piuttosto sola.
Andate a fare ciò che tutte le donne fanno prima di un ballo. Devo fare un po di allenamento con Bessie. Ha bisogno di tutto l'aiuto possibile. "
Il sorriso di Diana si allargò. Non aveva bisogno di ringraziarla ancora. Lulia era ben consapevole di quanto Diana la apprezzasse.
"Ottimo. Allora vado via e vi lascio alla vostra esercitazione. Non stancatela troppo. Abbiamo bisogno che dia il suo meglio stasera.
Lulia si chinò e sussurrò: "Sarà eccellente, ma non ditele che l'ho detto. Non vorrei che si montasse la testa. Deve rimanere umile ancora per un po. La renderà una combattente migliore. "
Diana rise. "Non dirò niente". Si portò il dito sulle labbra. "Il vostro segreto sarà al sicuro con me."
Con queste parole Diana lasciò la stanza ed uscì dal circolo. Il salotto di Fortuna era pieno di attività e pieno di donne di tutte le classi. Il covo segreto era il suo paradiso, e non si era mai pentita di essere entrata a farne parte. Ora doveva tornare alla casa di città e prepararsi per la serata. La gara di scherma doveva andare liscia, senza alcun intoppo. Il futuro di Bessie dipendeva da questo.
Capitolo 2
Luther fissò il libro mastro sulla sua scrivania e si accigliò. I numeri traballavano davanti ai suoi occhi e si confondevano in un disordine senza senso. Non aveva il coraggio di esaminare i conti della sua proprietà in quel momento o in qualsiasi momento ad essere sinceri. Sfortunatamente, quel compito arrivò con la responsabilità di diverse proprietà e l'eredità del titolo di Conte di Northesk. Suo padre sarebbe stato disgustato dall'uomo che era diventato. Trascorreva quasi tutti i giorni nel suo circolo a bere brandy e fare un po' di sport. Da quando era venuto a Londra, anni fa, non aveva fatto nulla di produttivo e, il più delle volte, lo si trovava ebbro. Il brandy lo aiutava a calmare il dolore e non vedeva alcun motivo per non berne il più possibile. Forse avrebbe dovuto rivalutare le sue scelte di vita, ma aveva difficoltà a trovare un motivo valido per farlo.
Capitolo 2
Luther fissò il libro mastro sulla sua scrivania e si accigliò. I numeri traballavano davanti ai suoi occhi e si confondevano in un disordine senza senso. Non aveva il coraggio di esaminare i conti della sua proprietà in quel momento o in qualsiasi momento ad essere sinceri. Sfortunatamente, quel compito arrivò con la responsabilità di diverse proprietà e l'eredità del titolo di Conte di Northesk. Suo padre sarebbe stato disgustato dall'uomo che era diventato. Trascorreva quasi tutti i giorni nel suo circolo a bere brandy e fare un po' di sport. Da quando era venuto a Londra, anni fa, non aveva fatto nulla di produttivo e, il più delle volte, lo si trovava ebbro. Il brandy lo aiutava a calmare il dolore e non vedeva alcun motivo per non berne il più possibile. Forse avrebbe dovuto rivalutare le sue scelte di vita, ma aveva difficoltà a trovare un motivo valido per farlo.
Raccolse un invito e lo fece roteare in mano. Forse sarebbe dovuto andare a una festa invece che al suo circolo. Le parole si offuscarono leggermente sulla carta davanti a lui. Luther socchiuse gli occhi per metterli a fuoco - ah il ballo di Silverton. Non frequentava alcun evento da molto tempo e fu sorpreso che qualcuno si fosse ricordato di invitarlo. Probabilmente speravano che avrebbe scelto di partecipare alla loro festa e dare loro motivo di vanto. Tutti sapevano che, a un certo punto, avrebbe dovuto mettere ordine nella sua vita e cercare una donna da sposare. Il titolo sarebbe morto con lui se non lo avesse fatto e non avrebbe voluto deludere suo padre. Aveva già fatto troppo per farlo rigirare nella tomba.
La caraffa di brandy stave lì di fronte a lui. La sollevò e riempì il suo calice fino allorlo. Due dita non facevano per lui perché sarebbero sparite troppo in fretta.
A volte si chiedeva perché si preoccupasse di versarlo nel bicchiere. Bere direttamente dalla caraffa avrebbe avuto più senso. Era un uomo che era stato stato cresciuto per essere un signore e i signori non erano così grossolani da bere direttamente da una caraffa. Quelle abitudini venivano lasciate alle classi inferiori. Spesso poteva essere abbastanza ubriaco da non parlare un inglese proprio perfetto, ma non era mai sceso così in basso da unirsi alla gente comune.
Fissò di nuovo l'invito. Un ballo poteva essere proprio ciò di cui aveva bisogno. Luther posò l'invito e si alzò in piedi. Se avesse partecipato a una festa dellalta società, avrebbe dovuto cambiarsi e pregare di essere abbastanza sobrio prima di arrivare. Altrimenti si sarebbe reso ridicolo. Se fosse andato al suo circolo non avrebbe avuto molta importanza. I clienti si aspettavano un comportamento anomalo. Anzi, non consumare grandi quantità di brandy sarebbe stato considerato strano.
"Dobbs", Luther chiamò ad alta voce il suo servitore mentre si precipitava nella sua camera da letto.
Dobbs si affacciò alla porta della camera di Luther. "Sì, mio signore?" I suoi capelli sulle tempie erano grigi e gli occhi erano pieni di rughe. Dobbs era stato il servitore del padre di Luther prima che diventasse il suo. In un certo senso era strano per lui. L'uomo anziano conosceva suo padre meglio di Luther. Era un po' difficile da digerire quando ci pensava.
"Ho bisogno che tiriate fuori i miei abiti da sera e mi aiutate a prepararmi per una serata fuori."
"Un'altra lunga notte in programma nel vostro circolo?" Dobbs corrucciò la fronte.
Probabilmente lo stava giudicando e Luther non poteva dargli torto. Quasi sempre era un stupido di prim'ordine. Era giunto il momento di affrontare la verità e di iniziare a fare alcuni cambiamenti dovuti da tempo. Non poteva continuare, dopo sei anni, a permettere al suo dolore di dominare la sua vita; non era, quello, un bel modo di vivere. Suo padre avrebbe voluto più da lui di una costante baldoria che stordiva lui e il suo dolore. Luther incrociò lo sguardo di Dobb. Niente circolo stasera. Parteciperò al ballo di Silverton. "
Dobbs era ben addestrato, ma Luther gli vide spalancare gli occhi prima che tornasse alla sua solita compostezza. "Molto bene, mio signore."
Luther aveva imparato negli anni come apparire sobrio quando era completamente ubriaco- forse, però aveva bevuto troppo per riuscire in quellimpresa al ballo. Aveva bevuto brandy da quando si era svegliato di mattina. Magari non riusciva a pensare chiaramente, ma sperava di aver preso la decisione giusta. Il ballo di Silverton era l'inizio di un nuovo Conte di Northesk. Dopo quella notte voleva raggiungere due obiettivi: la sobrietà e una nuova posizione nella società.
Il suo servitore lo aiutò a vestirsi e avere l'abito formale da sera indosso lo fece sentire come se potesse cambiare la sua vita in meglio. Poteva anche non essere mai perfetto, e di certo non si sforzava di esserlo, ma sarebbe diventato il miglior uomo possibile. Era piuttosto disgustoso che si fosse trasformato in un furfante e uno scellerato.
"C è altro, mio signore?" chiese Dobbs mentre spazzolava il cappotto di Luther.
"È tutto", gli rispose Luther. Non c'era molto che il cameriere potesse fare che non avesse già fatto. Il resto sarebbe dipeso da lui. Dobbs non poteva andare al ballo al posto suo. "Non aspettatemi sveglio."
"Va bene." Dobbs si inchinò e lasciò Luther da solo.
Respirò profondamente ed uscì dalla sua camera da letto. Non voleva essere il primo ad arrivare al ballo. Era molto meglio essere in elegante ritardo. Così avrebbe anche avuto più tempo per smaltire tutto il brandy che aveva bevuto. Invece di chiamare la sua carrozza, o il suo cavallo, decise di camminare fino alla casa di Silverton. Più tempo avrebbe impiegato ad arrivare, meglio sarebbe stato per lui.
Luther uscì da casa sua. L'aria fresca della notte lo colpì immediatamente e gli diede il coraggio di seguire il percorso che si era prefissato. Sarebbe andato tutto bene - per forza, perché era stanco delluomo che era diventato. Si strofinò le mani per scaldarle un po e si avviò verso il ballo. Il suo futuro lo attendeva lì.
Diana scrutò la sala da ballo. La danza era iniziata e quasi tutti coloro che erano stati invitati erano presenti. Il ballo di Silverton era sempre stata un attrattiva. Uno dei motivi per cui era un evento interessante erano gli incontri di scherma. Più persone cerano intorno più era facile per lei sparire, e non essere scoperta. Cera sempre un rischio ma ciò contribuiva a rendere gli incontri emozionanti.
Lulia e Bessie sicuramente erano già nel giardino a prepararsi alla gara di scherma. Era compito di Diana giudicare la gara e proclamare un vincitore in caso di dubbio. Lady Mary era in un angolo con molti dei suoi pretendenti e mostrava un atteggiamento piuttosto allegro.
La debuttante era una delle fanciulle più ammirate dalla società e aveva diversi uomini che la seguivano ad ogni evento. A Diana non dispiaceva più di tanto, ma una piccola parte di lei non poteva fare a meno di odiarla. L'altra signora faceva sembrare tutto così facile. Diana lottava per adattarsi perfettamente alla società e il suo sforzo non aveva mai portato a qualcosa di neanche lontanamente carino. Non era bella e non spiccava come un bel diamante da ammirare. Nella migliore delle ipotesi era nella media con i suoi chiari capelli biondi e gli occhi azzurri: una semplice ragazza di campagna senza niente di speciale.
"Il Conte di Northesk" annunciò uno dei membri del personale dei Silverton.
Diana si voltò per guardarlo mentre entrava. Non riusciva a ricordare l'ultima volta che l'aveva visto a una festa dellalta società. Le voci sulle sue attività erano numerose, però. Era diventato il furfante più cattivo dellalta società. Beveva troppo e, spesso, giocava d'azzardo e stava dietro a qualsiasi prostituta si trovasse nelle sue vicinanze. Che accidenti ci faceva al ballo di Silverton?