Salvato Da Una Ninfa Marina - Rebekah Lewis 2 стр.


Niente da dire, Underwood strascicò le parole. Certamente, dovresti essere libero. Te lo devo. Ora che ho scoperto la tua identità e che avrò la tua nave, potrei metterci una pietra sopra se tu convincessi tuo padre a considerarmi il miglior pretendente per tua sorella.

Finalmente, la vera ragione di tutta questa sciarada era venuta alla luce. James scoppiò in una risata ed Underwood lo guardò con cipiglio. Non sapevi nemmeno quale uomo avresti infastidito stasera, e adesso pensi che io potrei accoppiare la mia unica sorella con un bambino che vuole rubarmi la nave e ricattarmi? Sei veramente un illuso. Quei maledetti nodi nelle corde rifiutavano di sciogliersi. Aveva ormai la pelle screpolata. Se non fosse riuscito a convincere il ragazzo a lasciarlo libero, sarebbe stato finito.

Il monello si sporse in avanti, guardandolo male. Punse James leggermente nel petto con la punta della lama. Avrò Wendelin in moglie, non farti illusioni. E stata una felice coincidenza che stasera il mio bersaglio fossi tu.

Dovrai passare sul mio cadavere.

Il sorriso sul volto del ragazzo diventò più sinistro. Con piacere.

Underwood fece un cenno ai suoi ragazzi, che circondarono James, e ciascuno gli diede un gancio in faccia o un pugno in pancia, fino a quando non rimase senza fiato e con spasmi ovunque. Quando finalmente lo slegarono, vacillò, respirando con difficoltà. Non era così che doveva andare la mia fuga. A un certo punto perse di nuovo i sensi, probabilmente a causa del fatto che la ferita originale alla testa era stata colpita ripetutamente quando era caduto a terra.

***


RITORNÒ IN SÉ SU UNA barca con Underwood e due dei suoi monelli. La costa al limitare della tenuta di Summerfield era a malapena visibile. Mio Dio, avevano intenzione di buttarlo in mare e lasciarlo annegare? Lottava per restare vigile. Aveva di nuovo le mani legate. Maledette corde!

Underwood usò il pugnale per tagliare i legacci di James. La lama era affilata e non avrebbe avuto difficoltà a tagliare la corda spessa con un solo rapido gesto. Prima che James potesse reagire, i monelli lo afferrarono per le braccia e lo tennero stretto. Lui trasalì, forse si era rotto una costola o due. Lottava per respirare in questa nuova posizione.

Porgetemi la sua mano sinistra.

Poi, Underwood si inginocchiò davanti a lui ed alzò il pugnale con entrambe le mani in alto sopra la testa, mentre la manica di James veniva tirata indietro per rivelare la sua carne e la sua mano veniva tenuta saldamente oltre il bordo della barca.

Improvvisamente si rese conto di cosa stava succedendo e spalancò gli occhi. Cercò di liberarsi dai ragazzi, ma le costole urlavano dal dolore e lui era debole per essere stato atterrato due volte in così poco tempo. Probabilmente aveva una commozione cerebrale.

Non lo avrebbe fatto veramente, no? Underwood era poco più di un bambino. Un membro viziato dellaristocrazia. Perché avrebbe dovuto...

La lama spezzò di netto losso, con un unico colpo pesante. Il dolore non colpì James finché non si rese conto di cosa stava succedendo davanti ai suoi occhi. Mentre il sangue iniziava a sgorgare e la sua mano cadeva lontana dal suo polso, nel Mare del Nord, galleggiando per un momento prima di scomparire tra le onde, si morse le labbra per trattenere un grido, per non dare a nessuno quella soddisfazione.

Ma Underwood non aveva finito.

Chiamiamolo una questione di fortuna, capitano Harlow. Se riesci a tornare a riva e sopravvivi, farai in modo che tua sorella mi accetti. Se non ce la fai, beh, sarai morto e troveremo comunque i documenti di cui abbiamo bisogno per la nave nel tuo studio, e io sarò lì a consolare la povera Wendelin al tuo funerale. Si girò verso un ragazzo alto alla sua destra, che teneva la testa verso il basso e rifiutava di guardare James direttamente. Cauterizzalo. Non sarà affatto un gioco, se sanguina nel momento in cui colpisce lacqua.

Il dolore e la confusione lo resero insensibile ai movimenti dei ragazzi, mentre scaldavano una spada con una candela nella cabina della barca, per cauterizzare la sua ferita. Cosa aveva fatto di tanto terribile nella sua vita, da meritare che finisse in quel modo? Il contrabbando era illegale, ma nessuno era mai stato ferito sotto il suo comando. Avevano un cannone sulla nave, ma non avevano mai avuto una ragione per usarlo. Inoltre, Wendolin aveva la minima idea che questo pazzo conte aveva posato gli occhi su di lei? Dio mio, che orrori avrebbe fatto passare Underwood a sua sorella se fosse riuscito nei suoi intenti? Il calore intenso del metallo che bruciava contro la carne e i tendini lo risvegliò dalle sue preoccupazioni.

Doveva combattere. Doveva sopravvivere. Per il bene di sua sorella. James sarebbe andato avanti ed avrebbe visto Underwood morto prima che sua sorella potesse anche solo restare sola con lui.

Gli uomini lo gettarono fuoribordo. Nel momento in cui lacqua salata penetrò nelle sue ferite, si permise finalmente di urlare, ma il suono andò perso nelle profondità marine.

Combatti. Nuota!

La sua camicia si gonfiò intorno a lui, un pallido sudario, mentre sprofondava nellabisso accogliente.


Capitolo 2


Cerano giorni in cui vivere sotto le onde era meraviglioso ed eccitante. Oggi non era uno di quelli, perché Ione se ne era andata di casa. Veramente. Beh, era libera di andarsene se lo desiderava, ma non aveva intenzione di tornare nel Mare Egeo. Come molte delle sue quarantanove sorelle prima di lei, Ione alla fine ne aveva avuto abbastanza e aveva bisogno di spazio. La conseguenza di quel concetto era che loceano forniva un sacco di spazio.

A volte fin troppo.

In effetti, non sapeva proprio per certo in quale oceano o mare fosse finita, a furia di nuotare senza una meta, senza prestare attenzione ai dintorni, persa nei propri pensieri su cosa avrebbe fatto in seguito. Lacqua era molto più fredda che a casa, quindi era andata sicuramente a nord. O a nordovest. Avrebbe dovuto fare più attenzione...

Mordendosi le labbra e guardandosi intorno, fece oscillare la coda dietro di sé fino a mettersi in verticale, poi guardò in su. Una piccola barca galleggiava sulla superficie. Gli umani erano fortunati ad avere così tanta libertà sulla terraferma. I pericoli per i mortali erano in agguato da ogni parte nellacqua. Sulla terra, erano minori. Almeno lo pensava. Ione non si era mai avventurata oltre la linea costiera. Non si era mai sentita al sicuro sulla terraferma prima. A causa della sua natura. Per quello che avrebbe dovuto fare per proteggersi se fosse rimasta troppo a lungo...

Forse sarebbe dovuta andare alla ricerca dellIsola Evanescente che alcune delle sue sorelle avevano cercato per anni precedentemente. Non rimaneva mai nello stesso posto per due volte ed avrebbe offerto più sicurezza se avesse provato il desiderio di accoppiarsi. Forse non avrebbe dovuto annegare luomo che avrebbe usato per generare le proprie figlie, se si fosse trovata in qualche posto al sicuro. In qualche posto che non spingesse gli umani a cacciare i suoi simili per paura o curiosità. Era ormai pronta ad accoppiarsi con un uomo, ma non riusciva a convincersi di ciò. Inoltre, non voleva uccidere qualcuno dopo un atto del genere. Sembrava...sbagliato. Cosa sarebbe successo se le fosse piaciuto e avesse voluto farlo di nuovo con lui?

Ione scosse la testa, scuotendosi via i capelli dal viso nel farlo. Non apparteneva al mondo degli umani, ma la prospettiva di annegare dei mortali aveva contribuito a tenerla lontana. Non aveva una natura violenta e quasi tutte le ninfe marine erano femmine, mentre solo una parte di loro aveva le pinne come lei. Suo cugino Tritone- figlio di Poseidone e suo messaggero, come lo era Hermes per Zeus al di sopra delle onde- aveva una coda come la sua, così come i suoi figli, sia maschi che femmine. Poteva accoppiarsi con uno dei tritoni maschi se lo desiderava, ma i suoi cugini non facevano niente di romantico per lei. Certamente erano dei maschi decenti, ma lei voleva qualcosa di... diverso. Se si fosse mai accoppiata, voleva qualcuno di nuovo ed eccitante. Qualcuno che non le ricordasse di come era cresciuta. Che non appartenesse alla famiglia. Qualcuno tutto suo. Forse un umano.

La sua famiglia sarebbe inorridita se lei ne avesse lasciato vivere uno per il proprio piacere? Il desiderio la pervase mentre ci pensava. Le ninfe avevano bisogno di due cose nella vita: lelemento dal quale traevano la propria forza e il sesso. Erano secoli che stava nel mare, ma il sesso...si occupava di se stessa quando nasceva il desiderio, ma aveva bisogno di stroncare quella parte di sé. Più la negava, più diventava triste. Per questa ragione non sopportava più di stare a casa. Ed era dovuta partire. Aveva bisogno di molto di più di quello che avrebbe dovuto desiderare.

Il rumore di un tuffo le fece alzare lo sguardo di nuovo. Uno degli umani era saltato nellacqua. Che strano. Il bel mezzo della notte non era proprio il momento ideale per farsi una nuotata, se non si avevano le pinne. Gli umani non avevano la vista acuita come lei...né le branchie. Quindi perché stava facendo così?

Il mortale, un maschio, continuava ad affondare, muovendo appena un braccio o una gamba, scalciando per tornare verso la superficie o la barca, che stava andando via come se loro non avessero notato affatto che si era allontanato. Lei rimase a bocca aperta. Per gli Dei, stava affogando! I suoi compagni lo avevano lasciato a morire di proposito? Perché lo avrebbero fatto?

Prima di avere preso qualsiasi decisione, mosse la coda ad unandatura veloce, scivolando verso lalto fino a quando non afferrò luomo sotto le braccia. Era divisa tra listinto di proteggere lumano ed quello di proteggere il segreto della sua gente da quelli come lui, quindi Ione si affrettò ad allontanarsi con lui nella direzione opposta rispetto alla barca. Il fatto che il cielo notturno nascondesse tanto quanto il chiaro di luna svelasse, era daiuto. Era sempre stata affascinata dal bagliore della luce della luna- ma ora non era il momento di stupirsi per quelle cose.

Quando portò la testa delluomo fuori dalle onde, lui non respirava. Temendo di averlo tenuto sotto troppo a lungo, lo circondò con un braccio e gli posò la mano sul petto, sopra il cuore, poi fece scivolare il palmo sotto la stoffa ampia dei suoi vestiti. La carne era fredda al tocco, forse a causa della temperatura dellacqua e non perché fosse troppo tardi. Incanalando tutta lenergia nella mano, avvicinò le labbra alle sue, chiedendo allacqua che lui aveva inalato di tornare a lei. Di uscire dal suo corpo. Quando lacqua salata raggiunse le sue labbra, si tirò indietro, mentre lui tossiva e sputava lacqua fuori dal corpo.

Quindi Ione lo guardò ed ammirò la sua bellezza maschile. I capelli scuri si erano liberati dal laccio che ne teneva ancora una parte legata dietro la nuca. Aveva gli occhi blu- un blu notevole per i suoi sensi resi più acuti dalle necessità della vita sottacqua. Aveva la mascella squadrata e un struttura del viso piacevole. Mentre la guardava, sbatté gli occhi, come se non riuscisse a crederci. Poi trasalì.

Devo dire, disse a denti stretti con un tono che le provocò i brividi. Pensavo che il paradiso fosse un posto meno...bagnato. Quindi girò gli occhi e perse i sensi.

Gli umani erano talmente fragili.

Con un sospiro, lo tenne stretto e nuotò verso la riva. Poteva distinguere a malapena una spiaggia in lontananza e sperava che la notte avrebbe offerto loro abbastanza privacy, in modo che il suo emergere in superficie non mettesse in pericolo lei o la sua gente. In ogni caso, sentiva il brivido dellavventura. Ed il desiderio di accoppiarsi tambureggiava nelle sue vene.

***


AVEVA MALE DAPPERTUTTO. Se era morto, James non avrebbe dovuto sentirsi più leggero? A meno che non fosse finito allinferno, il che non aveva senso, visto che era sicuro di avere visto un angelo prima di perdere di nuovo i sensi. Un bellangelo dai capelli dorati che aveva recuperato la sua anima direttamente dalloceano. Era completamente inzuppata, come si sentiva lui ora.

Quando unonda lo colpì direttamente dietro la nuca, il suo corpo fu spinto in avanti e lacqua salata gli entrò in gola, facendogli bruciare gli occhi e le narici.

Le mie scuse. La voce era melodiosa e dolce, e lui si lamentò, quando si rese conto che la donna era rimasta con lui. Lo teneva tra le braccia e la sua pelle morbida e liscia strusciava contro di lui mentre lo portava a riva a nuoto. Il suo angelo. James si girò per guardarla. I capelli dorati e la pelle perfetta, senza alcun difetto, che ricordava. Mio Dio, era...

Colpì la sabbia con le ginocchia e ricevette unaltra ondata in faccia. Erano approdati sulla spiaggia e lei lo stava trascinando lontano dalle onde...con una notevole difficoltà. Avrebbe dovuto aiutarla, ma metà del suo corpo era insensibile e laltra metà avrebbe voluto esserlo.

Allungò le mani per appoggiarsi alla spiaggia e tirarsi su, ma il suo moncherino ancora aperto e bruciato toccò la sabbia. Trattenne il respiro e si lasciò cadere, anche se erano immersi nellacqua fino al ginocchio. Aveva perso la mano. In qualche modo aveva dimenticato quel dettaglio altrimenti indimenticabile, distratto comera dal bel viso dietro di lui e dal fatto che aveva male dappertutto.

Sei ferito!, esclamò la donna con la sua voce melodiosa. Era una persona terribile, visto che sentiva sollievo perché lei si strusciava contro di lui?

Solo un graffio, in realtà. Perché voleva impressionarla? Era chiaro che fosse mezzo morto. Perché cercava di proteggere il proprio orgoglio? Lei lo aveva tirato fuori dallacqua ed avevano nuotato fino a riva.

Strabuzzò gli occhi quando scoprì che la sua ipotesi, prima di avere il viso pieno di sabbia, era corretta. Lei non indossava niente.

James si lasciò cadere sulla schiena, deciso a dare un bello sguardo alla sua salvatrice senza appoggiarsi al braccio sinistro. Capì immediatamente di essere stato vittima di unillusione febbrile, perché aveva compreso che la donna non era affatto un angelo- sentiva troppo dolore per essere in Paradiso- ed era sicuramente nuda, ma non poteva essere umana. Era troppo perfetta, troppo bella, e si sentiva troppo a suo agio nellacqua. Quando abbassò lo sguardo, e si maledisse perché gli mancava lautocontrollo di un gentiluomo- trattenne il respiro. Era impossibile. Lei non poteva esistere, a meno che lui non stesse impazzendo. Sei una...

Lei si guardò. La maggior parte della metà inferiore del suo corpo restava nascosta nellacqua poco profonda, ma le scaglie dorate della coda da pesce arrivavano fino al suo addome, per fermarsi al di sopra dellombelico, e risalivano un po più in alto sui lati fino a coprirle i fianchi. I suoi capezzoli nudi erano dello stesso colore delle sue scaglie e dei suoi capelli. Anche se cera poca luce, i suoi occhi sembravano della stessa sfumatura. Con la sua pelle morbida ed abbronzata, anche al chiaro di luna sembrava fatta doro. Lui desiderava toccarla, ma strinse le dita della mano che gli restava per reprimere quel bisogno. Le storie di sirene che aveva sentito durante i suoi giorni in mare le descrivevano come perverse cacciatrici con un bel viso, ma con motivazioni sanguinarie. Avrebbe perso laltra mano se avesse osato?

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