Perdendosi con lo sguardo oltre il porto piccolo e la città, Conrad allargò le braccia intento allimpossibile, abbracciare il mare e lorizzonte. Suo padre lo guardava alle spalle ormai da minuti, e quando, avvicinatosi, gli stropicciò i lunghi capelli biondo-ramati, Conrad si voltò di soprassalto, quasi spaventato che laltro potesse rimproverarlo per il gesto banale che stava compiendo.
«Vuoi afferrare il mare, figliolo?» chiese Rabel, vestito di una semplice tunica bianca ma armato.
«È la cosa più bella che esista!»
«Temo che le tue tasche siano troppo strette per contenerlo tutto»
«Dio può contenerlo però!»
«Forse è proprio questo la Terra le Sue tasche... e noi ci siamo dentro.»
«Roul dice che Dio ci ha scelti tra tutta la gente perché il nostro sangue è il migliore che esista.»
Rabel sorrise e guardò anchegli il mare.
«Ogni nazione, così come ogni popolo, crede di essere migliore di unaltra. Guarda questa terra i maomettani credono di avere il favore di Dio, l'Imperatore di Costantinopoli crede di essere il Suo vicario e lo stesso crede il Papa... e prova a passare per la Giudecca di una di queste città e a chiedere da che parte stia Dio. Conrad, figliolo, cerca di divenire tu stesso una persona migliore, indipendentemente dal tuo sangue.
Ho visto maomettani battersi con più onore dei nostri sono sicuro che Iddio li stimi in gloria indipendentemente dal padrone che servono. Da quando siamo sbarcati su questa terra ho aperto gli occhi su molte cose.»
«E Roul?»
«Roul è il mio migliore amico, ma combattiamo per un bene diverso.»
«Dite che voi non combattete per il compenso?»
«Sono nato soldato e mio padre mi ha cresciuto perché divenissi tale. Da che la nostra stirpe lasciò le fredde lande dello Jylland31 non abbiamo mai impugnato qualcosa di diverso da una spada. Questo è il nostro mestiere, e il compenso per la battaglia è il nostro salario. Tuttavia, mio caro Conrad, il compenso può riempirti le tasche e può riempirti il cuore; sta a te decidere dove metterlo.»
«Dite che il compenso può essere pericoloso?»
«Tutto può essere pericoloso se ci conduce allasservimento di un vizio e di un fine egoistico. Potere, denaro e donne guardati bene da tutto questo!»
«Ma voi avete amato mia madre» affermò confuso e dubbioso Conrad.
«Non c'è nulla di male nel potere quando i tuoi sottoposti diventano i tuoi figli; nulla di male nel denaro quando sfama la tua bocca e quelle di coloro che comandi; e per nulla al mondo niente di sbagliato nel calore della donna che ami. Ma io, figlio mio, ho amato una sola donna e nessunaltra ha potuto prendere il suo posto. Tu le somigli molto i tuoi occhi, i tuoi capelli, il tuo colorito e il tuo nome, Conrad, ereditato dalla sua stirpe Mi presentarono una graziosa fanciulla già due settimane dopo la sua morte, eppure non volli che nessuno prendesse il suo posto e che tu fossi indotto un giorno a chiamare qualcun altro madre; non lavrei sopportato. Se serviva una finta madre c'era già la balia.»
«Cosa devo temere quindi?»
«Il desiderio che spinge allefferatezza. Quando la brama di avere qualcosa sorpassa lonore e ogni regola di umana pietà.»
«E le donne?» chiese perplesso Conrad, per via della curiosità tipica della sua età interessato a quellessere misterioso che è la donna, finora conosciuto solo nel seno della balia.
«Le donne nulla ti vieta di amarle, ma guardati dagli occhi di una donna che non ti appartiene!»
«Rabel!» chiamò qualcuno giunto tra le rovine appena fuori dallaccampamento.
«Roul, è già il momento?»
Quella domanda presentava il personaggio. Roul Pugno Duro era il compagno darmi da cui Rabel non si era mai separato. Erano partiti insieme alla volta dellItalia e si erano sempre protetti in battaglia. Roul era un energumeno di quasi due metri, dalla voce possente e dai modi poco raffinati. Una barba più folta del normale marcava il suo viso e i capelli erano più scuri della media, con una lunga trecciolina che scendeva sul lato destro della testa. Tradivano il suo anormale colorito quasi mediterraneo gli occhi azzurri, i lineamenti nordici e la statura fuori dal comune. Era un poco di buono, lo sapevano tutti, ma era pure un ottimo soldato, uno dei migliori nelluso dellascia da combattimento. Cosa centrasse Roul con il nobile animo di Rabel se lo chiedevano in tanti, e forse era proprio il carattere misericordioso del secondo il collante di quellamicizia. Rabel tollerava gli eccessi di Roul sia perché erano cresciuti insieme e sia perché Roul sapeva coprirgli bene le spalle in battaglia.
«Non ancora; parlano di domattina allalba. Ma è arrivato il vino e tutti aspettano frate Rabel per festeggiare.»
Frate Rabel, è così che lintera compagnia normanna, sin da quando in trecento avevano passato il Faro32, chiamava il nobile de Rougeville. Adesso era arrivato il vino e chiedevano la presenza di tutti.
Per quanto i viaggiatori arabi più dediti alla mondanità avessero vantato il vino di Sicilia, esso era una cosa rara da trovare. Infatti, dato che gli islamici vietavano la coltivazione della vite sui territori da loro controllati, su queste terre si vedevano solo modeste quantità di acini. Già allarrivo di Maniace, nel 1038, i cristiani avevano presto ripiantato le viti per riattivare la produzione di massa, ma ancora non erano sorti grappoli a sufficienza e bisognava importare grandi quantità di bevanda se si voleva brindare alla buona sorte.
«E porta anche Conrad; è ora che si diverta come sanno fare gli uomini!»
Rabel fissò il figlio e scosse la testa, indicandogli la sua contrarietà per linvito dellaltro.
«Willaume e Dreu?»
«I fratelli de Hauteville33 siedono allo scanno della taverna già da unora.»
Guglielmo de Hauteville, Willaume nella loro lingua, sarebbe stato soprannominato Braccio di Ferro, in quanto si narra che uccise, con lausilio di una sola mano e brandendo la lancia, un campione saraceno che aveva fatto una grande strage di greci e nordici durante una fase precedente dellassedio di Siracusa. Ma era ovvio, nonostante aleggiasse già la leggenda tra le truppe, che la storia fosse improbabile. Tuttavia il nome della sua casata acquisiva sempre più lustro tra gli uomini del contingente normanno già al suo comando.
«Sarebbe più saggio raccogliersi in preghiera e in contemplazione. Servirà soprattutto laiuto del buon Dio. Abd-Allah ha raccolto le intere forze di Sicilia, e dallAfrica ne sono giunti altri. Crede che riuscirà a farci levare lassedio a questa città, e farà di tutto per ricacciarci da dove siamo venuti. Dobbiamo respingere il contrattacco prima che lemiro giunga per schiacciarci contro queste mura, ma questa volta temo che non basterà il coraggio dei più prodi a trascinare lintero esercito.»
«Se bevessi di più e pregassi di meno saresti più ottimista!»
Consapevole di poter poco nel tentativo di convincere laltro, Rabel si rivolse al figlio, serio che di più non avrebbe potuto.
«Hai sentito? La partenza è per domani allalba. Sai cosa devi fare.»
Quindi seguì Roul lungo il cammino per la taverna.
Conrad sapeva bene quello che doveva fare, ed era quello che faceva ormai da due anni: preparare il bagaglio del padre, sistemare la sua armatura, dare lultima affilata al taglio della spada e preparare lo stendardo con su lo stemma di famiglia, unascia danese sovrastata da una verde foglia di quercia inserite in uno scudo a campo rosso... stendardo che proprio Conrad avrebbe sostenuto per tutto il tragitto fino al luogo della battaglia, in marcia a cavallo accanto al padre.
«Se bevessi di più e pregassi di meno saresti più ottimista!»
Consapevole di poter poco nel tentativo di convincere laltro, Rabel si rivolse al figlio, serio che di più non avrebbe potuto.
«Hai sentito? La partenza è per domani allalba. Sai cosa devi fare.»
Quindi seguì Roul lungo il cammino per la taverna.
Conrad sapeva bene quello che doveva fare, ed era quello che faceva ormai da due anni: preparare il bagaglio del padre, sistemare la sua armatura, dare lultima affilata al taglio della spada e preparare lo stendardo con su lo stemma di famiglia, unascia danese sovrastata da una verde foglia di quercia inserite in uno scudo a campo rosso... stendardo che proprio Conrad avrebbe sostenuto per tutto il tragitto fino al luogo della battaglia, in marcia a cavallo accanto al padre.
Quei discorsi sulle donne e sul vino fecero una strana ed inedita gola a Conrad - il mistero del proibito fa sempre gola ai ragazzini - cosicché, appena i due cavalieri lasciarono il luogo dei fabbricati in rovina, si diresse anchegli verso la taverna, la quale era in realtà un ritrovo accomodato a tale uso da un contadino cristiano che sperava di speculare sui bisogni delle truppe.
Era appena la quinta ora, come detto, e il sole picchiava ancora forte sulla testa di Conrad. Passava tra le tende affollate da soldati di ogni sorta, con gruppi a destra e a manca tutti in conversazione nel proprio idioma... e tra i preti predicatori, in piedi e in posizione elevata, che facevano la voce grossa dopo decenni di preghiere dette a bassa voce. Benedicendo ogni soldato che passava sotto i loro sgabelli, santificarono anche il ragazzo quando fu loro vicino.
Quindi Conrad entrò nella taverna e fu allora che si trovò a tu per tu col bieco vizio che domina gli adulti. Calici strapieni di vino, giocatori di dadi ad ogni tavolo ed una manciata di prostitute, quelle che ci si improvvisavano per denaro e quelle costrette perché adesso le fanciulle del popolo dovevano darsi ai conquistatori. Conrad scappò via, temendo che tra quegli uomini si imbattesse nella vista di suo padre.
Capitolo 6
Inverno 1060 (452 dallegira), Raba di Qasr Yanna
Umar chiuse la porta spazientito. Le richieste della povera ragazza cristiana, che pure si era umiliata al punto di baciargli i piedi, vennero perciò interrotte definitivamente.
«Non ho tempo per gli scocciatori. Se si ripresenta, cacciatela!» ordinò alla solita donna della servitù che in un primo momento le aveva aperto.
I singhiozzi disperati del pianto di Apollonia dallaltro lato della porta vennero ignorati con ancor più facilità delle richieste verbali di poco prima.
Nadira se nera stata in un angolo buio della stanza dingresso, intenta ad osservare la scena che si stava consumando sulluscio di casa, ma ora che la porta era stata chiusa, tagliando la voce e le speranze alla povera ragazza di fuori, si avvicinò al fratello e gli disse arrabbiata:
«Non bastava la vergogna con cui ti stai già coprendo?»
E lui, estremamente infastidito dal giudizio della sorella, già in collera per la discussione del pomeriggio e per il fatto che sua madre fosse intervenuta in difesa della figlia, minacciò:
«Bada, Nadira bada bada che non ti mandi dal tuo Qāid su di una lettiga!»
«Me ne andrò felice dal mio Qāid, pur di non vederti più!»
«Perché non te ne andasti allora quando venne a chiedere la tua mano? Mi pare che lui volesse portarti al suo palazzo già il giorno dopo.» rispose Umar, indicando col dito in alto verso la direzione di Qasr Yanna, sede del palazzo di ibn al-awwās.
«Perché richiesi di poter aspettare che tua moglie partorisse, così da vedere il tuo terzo figlio.»
«Come se Ghadda avesse bisogno di una ragazzina dalla testa montata per essere aiutata nella sua gravidanza»
«Non hai preso neppure un capello di nostro padre...» rispose Nadira, che dunque, avvicinandosi un altro po, gli puntò il dito in faccia e proseguì:
«Sei un ingrato con me come con quei poveri contadini che servono questa casa da che sono nati. Se non lo fossi non avresti ignorato quella disgraziata che ancora piange dietro la nostra porta.»
Il richiamo del muezzin allora si levò alto per tutto il Raba; lultimo raggio di sole era scomparso dietro al monte di Qasr Yanna.
«È una disgraziata, hai detto bene, e sempre lo sarà Spiegami perché devi prendere tanto a cuore questa cosa.»
«Perché se tu fossi stato legato a quel palo, io mi sarei gettata ai piedi del tuo aguzzino con ancor meno dignità della ragazza cristiana.»
Detto questo Nadira scoppiò in lacrime, ma pure continuò, mentre Umar si trovava spiazzato da quellinaspettata dichiarazione di devozione nei suoi confronti.
«E mi chiedi perché ho chiesto al Qāid di aspettarmi per tre mesi...»
Tuttavia Umar si fece serio e raccolse in sé tutta la forza che aveva per mostrarsi duro.
«Tu e i tuoi pianti, Nadira. Non riuscirai ad impietosirmi!»
«Mi chiedo quanto ti dispiaccia che ci vedremo solo se Allah vorrà dora in avanti.»
«Spero allora che Allah accolga la mia richiesta di tenerti lontana.»
Nadira prese a piangere più forte e, battendogli sul petto, urlò:
«Non sei nulla, Umar nulla e forse se sarai finalmente qualcosa sarà solo grazie a me!»
Umar, che non poteva sopportare quelle parole che come lame ferivano il suo orgoglio, le mollò uno schiaffo e le disse:
«Non senti che è lora della alāt del tramonto? Va a purificarti prima che la notte arrivi completamente.»
«E tu va a lavarti pure lanima!»
Si lasciarono frettolosamente, ognuno per le sue camere, arrabbiati e in collera luno con laltra.
Quando Umar finì la sua preghiera rimase pensieroso e si sedette sul suo letto, rimuginando su quello schiaffo dato in preda allira.
«Cosè successo poco fa sulla porta? Ti ho sentito litigare durante ladhān34.» domandò Ghadda, venendosi a sedere accanto mentre si teneva il grosso pancione.
«Mia sorella mi manda in bestia! Da quando il Qāid ha chiesto la sua mano non fa altro che criticare il mio operato.»
«E tu, Umar, non fai altro che provocarla Da che vivo sotto questo tetto non avevo mai visto nessuno legato al palo del cortile. Non sarà che da quando il Qāid ha chiesto la mano di Nadira tu ci tieni a ribadire chi comanda in questa casa e sullintero villaggio? Tutti parlano di tua sorella, molto più di quanto lo abbiano mai fatto di te. Ma in fondo, mio amato, voi due siete uguali testardi e sempre pronti ad imporre la propria parola sullaltro. Per di più siete cambiati entrambi da quel giorno lei si è montata la testa, ma tu hai smarrito la via di tuo padre. Manca anche a me lUmar che conoscevo.»
«Vorresti insinuare che io sia geloso di Nadira? Che io tema di perdere il ruolo di persona più importante di questa casa?»
«Non solo della casa, ma dellintero Raba.»
«Io geloso di Nadira; che sciocchezze!» concluse Umar, ridendo nervosamente nel tentativo di nascondere il suo disagio di fronte a quella verità che anche una parte di sé sapeva essere esatta.
«Padrone, la sentinella sul terrazzo chiede di parlarvi.» interruppe una serva da dietro la porta della stanza.
Umar quindi si alzò e ringraziò la fortuna, dal momento che lo stava liberando da quel discorso scomodo.