Le immagini e i suoni sarebbero rimasti impressi per sempre nella sua mente e, in qualche modo, sapeva che non sarebbe mai riuscito a scacciare le sensazioni che lo stavano assalendo. Scrutando nella sua mente, Kyou capì che Kyoko nutriva sentimenti damore sia per lui che per i suoi fratelli. Poteva vedere ogni tocco, sentire ogni emozione che lo accarezzava e ogni lacrima nascosta che lo turbava, e di certo lei stava provando la stessa cosa.
Kyou rimase sconvolto quando si rese conto che Kyoko aveva più potere di quanto chiunque avesse mai immaginato... un potere che neanche lei sapeva di avere. Poteva vedere e sentire ogni ricordo che passava dalla sua mente a quella Hyakuhei come se venisse lanciato dritto al proprio cuore, da dove non se ne sarebbe mai andato.
Anni di amore, angoscia, e sacrificio... tutti in un istante.
Lacrime di rabbia rigavano le guance di Kyoko mentre scagliava nella mente di Hyakuhei ogni ricordo di amore e di amicizia, di dolore e di sentimenti segreti che nutriva per tutti coloro che combattevano con lei. Era lunica arma che le era rimasta.
La malvagità di Hyakuhei fu destabilizzata allistante. Tutti percepirono un cambiamento quando il cristallo iniziò a lampeggiare di una luce bianca accecante, e i demoni-ombra che tenevano Toya e Kyou si disintegrarono nel nulla.
Kyoko vide langelo delle tenebre andare in confusione, il suo viso perfetto era stravolto dal dolore.
Proprio mentre iniziava a scivolare, Kyoko allungò le mani e afferrò il cristallo, estraendolo dalla carne di Hyakuhei. Sapeva cosa doveva fare, perché sentiva già la propria mente che perdeva la lotta con i ricordi che non voleva dimenticare. Lacrime lucenti lasciarono una scia lungo le sue guance già bagnate.
Aveva rinunciato ai propri ricordi per salvare tutti. Prima che fosse troppo tardi, poggiò il Cuore di Cristallo Protettore sul proprio petto... allaltezza del cuore.
Si voltò e vide Toya e Kyou che correvano verso di lei, e sussurrò: «Ricordatevi di me, vi prego... ritrovatemi.».
Lultima cosa che Kyoko notò mentre la vista iniziava a sbiadire furono i due guardiani che gridavano il suo nome correndo, uno con gli occhi color oro e laltro con gli occhi color argento fuso... poi vide tutto buio.
Kyou sentì la forza vitale di Kyoko che svaniva e pensò che stesse morendo. Saltò insieme a Toya, nel disperato tentativo di raggiungerla, ma la visuale cambiò, come se gli fosse finita dellacqua davanti agli occhi. Onde increspate irradiavano da Kyoko e lei svanì. Poi Hyakuhei gridò di rabbia, e svanì anche lui.
La mente di Kyou andò in tilt quando il grido di suo fratello sinterruppe di colpo, come se il suono fosse stato letteralmente spezzato, e capì che anche Toya era sparito. Kyou atterrò con grazia nel punto in cui solo un secondo prima cera il suo bersaglio. Si guardò attorno furioso. Erano spariti tutti.
Kyou sentiva ladrenalina scorrergli nelle vene e mescolarsi con il suo nobile sangue di guardiano. Aveva visto e sentito tutto. Adesso possedeva i ricordi di Kyoko. Lei aveva dato tutta se stessa per salvarli e lui aveva ascoltato il suo ultimo desiderio. Probabilmente lei non si rendeva neanche conto di quello che aveva fatto... li aveva portati tutti con sé, lasciandolo da solo.
Lincantesimo di cui si era circondato per evitare che il cristallo sacro gli fosse usato contro gli aveva impedito di seguire gli altri, ovunque fossero finiti. Sussurrando poche parole, lei gli aveva portato via tutto.
Il corpo di Kyou era imponente e fiero. I suoi capelli argentei, lunghi fino alle ginocchia, gli svolazzavano tuttintorno e la sua camicia di seta bianca si muoveva con la brezza, come se si trovasse nel bel mezzo di una tempesta invisibile, la stessa tempesta che infuriava nel suo cuore tormentato.
Aveva laspetto di un angelo, regale, potente e perfetto, mentre guardava il campo di battaglia deserto. Si toccò una guancia, catturando una solitaria lacrima rosso cremisi che neanche lui aveva il potere di fermare.
La visione di Kyou fluttuava, mentre le piume dorate delle sue ali appena spuntate volteggiavano davanti a lui, circondandolo con un bagliore dorato e rivelando la sua vera identità, per la prima volta nella sua esistenza millenaria.
Lunica ferita lasciata dalla battaglia era lo squarcio apparso nel suo cuore... un cuore che nessuno aveva mai pensato che possedesse. Posò lo sguardo sulla statua vergine che si trovava a pochi passi da lui, e sussurrò: «Kyoko, non ti abbandonerò. La distanza di oltre mille anni non basterà ad impedirmi di ritrovarti di nuovo.».
Capitolo 2 Il rovescio della medaglia
Dallaltro lato del Cuore del Tempo, due anni dopo... e più di mille anni nel futuro.
La lettera era indirizzata al santuario Hogo. Il l nonno, mentre tornava al tavolo dove stava sorseggiando il suo tè, guardò lelegante busta che gli era stata appena consegnata. Prima che bussassero alla porta, si stava godendo la pace e la tranquillità di quella casa solitamente caotica.
Erano usciti tutti. Tama era andato in sala giochi con gli amici e Kyoko era andata in biblioteca a studiare, mentre sua figlia era uscita per fare la spesa.
Prendendo un tagliacarte, fece scorrere delicatamente la lama affilata nella busta bordata doro. Tirò fuori una lettera autenticata scritta su carta di buona qualità, e iniziò a leggere. Più andava avanti, più spalancava gli occhi. Era una borsa di studio... una borsa di studio per una scuola molto costosa che si trovava dallaltro lato della città, in periferia.
«K.L. University.» disse, sbalordito per la prima volta in tutta la sua vita. Da come cera scritto era tutto spesato, anche il dormitorio, e cerano le iniziali del fondatore dellistituto, K.L.
Il nonno aveva un sorriso smagliante, Kyoko sarebbe stata più che felice. Era preoccupata che nessun istituto lavrebbe ammessa per le troppe assenze fatte a scuola, e adesso, invece, ne avrebbe frequentato uno che superava tutti gli altri della zona.
Il nonno si accigliò pensieroso... era quasi impossibile essere ammessi in quella scuola, non conosceva nessuno che ci fosse riuscito. Si vociferava anche che fosse frequentata da pochissimi studenti a causa dei rigidi requisiti di ammissione. Come aveva fatto Kyoko ad essere ammessa in un posto del genere senza neanche fare domanda?
La sua mente ripercorse gli ultimi due anni. Kyoko ci aveva messo un po a riprendersi dopo essere uscita dal santuario così disorientata. Erano tutti confusi per quel suo ritorno improvviso, lei non ricordava granché da quando se nera andata.
La famiglia Hogo sapeva dove andava perché entrava e usciva dal portale parecchie volte... ed era lunica ad avere unimprovvisa amnesia al riguardo.
Non si ricordava nemmeno di Toya. Ma per il nonno non era un problema, anzi, era un bene che avesse dimenticato quel guardiano che viaggiava nel tempo. Era meglio che dimenticasse cosa cera dallaltro lato del portale e il pericolo che esso rappresentava.
I suoi occhi si rattristarono per un attimo. La famiglia sapeva quasi tutto quello che succedeva perché Kyoko viaggiava continuamente tra i mondi e, quando tornava a casa, raccontava ogni cosa. Lui sapeva che sua nipote aveva tenuto nascosto molte cose. Segreti che non avrebbero mai saputo perché lei stessa li aveva dimenticati.
Anche se suo fratello minore Tama le aveva detto tutto quello che sapeva per farle tornare la memoria, Kyoko non aveva ricordato nulla. Ricordava soltanto di essere stata da sola nellaltro mondo, un mondo pieno di mostri.
Il nonno serrò le labbra mentre pensava. Sapeva che era andato tutto bene perché Kyoko ricordava qualcosa a proposito del Cuore di Cristallo Protettore che era tornato dentro di lei, e che era tutto finito. Dopo un paio di settimane si era buttata a capofitto nello studio, ottenendo ottimi voti, e adesso stava per essere ripagata. Il nonno sentì la porta dingresso che si apriva e sorrise.
Anche se suo fratello minore Tama le aveva detto tutto quello che sapeva per farle tornare la memoria, Kyoko non aveva ricordato nulla. Ricordava soltanto di essere stata da sola nellaltro mondo, un mondo pieno di mostri.
Il nonno serrò le labbra mentre pensava. Sapeva che era andato tutto bene perché Kyoko ricordava qualcosa a proposito del Cuore di Cristallo Protettore che era tornato dentro di lei, e che era tutto finito. Dopo un paio di settimane si era buttata a capofitto nello studio, ottenendo ottimi voti, e adesso stava per essere ripagata. Il nonno sentì la porta dingresso che si apriva e sorrise.
Baciò la lettera come se fosse un amuleto portafortuna, poi vide Kyoko che entrava in cucina... sarebbe impazzita di gioia.
Tre settimane dopo
Un paio di occhi dorati osservavano la ragazza dal passato mentre arrivava a scuola. Finalmente laveva trovata e, in qualche modo, avrebbe riaggiustato le cose. Sentì le proprie difese umane abbassarsi per un attimo e i suoi occhi sinfiammarono al ricordo di ciò che era successo quel fatidico giorno, in mezzo al campo di battaglia.
I raggi del sole mattutino che filtravano dalla finestra proiettavano una strana ombra a forma di ali dietro di lui. Si guardò una mano mentre gli artigli tornavano a nascondersi sotto le sue sembianze umane.
Volgendo lo sguardo verso la Sacerdotessa, placò i propri poteri. Era giunta lora ormai, e, insieme alla purezza di Kyoko, sentiva anche il male che si stava risvegliando. Presto la battaglia incompiuta sarebbe cominciata. Ma stavolta lui non avrebbe commesso lo stesso errore.
Kyoko fissò lenorme edificio. Le sembrava un grande castello di un passato sconosciuto. Sorrise tra sé, non riuscendo a trattenersi. Era ancora troppo felice per la borsa di studio, e per il fatto che avrebbe vissuto lì.
Poi guardò Tama. Le era stato di grande aiuto ad accompagnarla lì con le valigie. Era contenta di aver convinto sua madre e suo nonno a restare a casa, e di averli salutati lì. Ora si sentiva quasi inebriata da tutta quella libertà e fece un respiro profondo, assaporandola.
«Kyoko, vuoi startene lì tutto il giorno o andiamo a cercare la tua stanza?» brontolò Tama, sebbene fosse affascinato anche lui da quella visuale. Osservò sbalordito il gigantesco arco che portava allingresso principale.
Kyoko riprese la mappa che aveva in mano e indicò lenorme edificio collegato allala destra dellistituto. «Dovrebbe essere lì.». Si voltò e fece locchiolino a Tama, «Grazie per avermi aiutata.».
Lui sorrise un po imbarazzato e le disse: «Figurati. Non averti tra i piedi per un po sarà la mia ricompensa.». Si scostò e si mise a correre, ridendo a crepapelle.
Kyoko iniziò a inseguirlo ma, sentendosi osservata, si fermò.
Con la brezza che le scostò i capelli dal viso, si voltò verso ledificio, chiedendosi chi la stesse guardando, ma non vide nessuno. Da qualche anno sentiva cose strane ed era sicura che, in quel momento, qualcuno la stesse spiando. Le sembrava quasi che quello sguardo la toccasse.
Le parve di intravedere un movimento in una finestra al piano superiore ma, guardando meglio, vide che non cera nessuno. Sospirò tra sé, quella strana sensazione era svanita. Si morse il labbro inferiore, aspettando che la delusione passasse. Alla fine raggiunse Tama che stava entrando. Entrambi si guardarono intorno e si bloccarono.
«Questo posto è fantastico.» sussurrò Tama, poi le si avvicinò e, con tono serio, aggiunse: «Forse dovresti tenere la mappa... conoscendoti, ti perderai qui dentro.».
Kyoko non sembrava dargli ascolto mentre osservava latrio principale. La sala in cui si trovavano era alta almeno tre piani, con le scale che sinerpicavano a spirale. Da un lato cera unenorme biblioteca, mentre dallaltro cera una sorta di zona ricreativa e, appeso al soffitto a volta, cera un gigantesco lampadario.
«Sarebbe un bel guaio se cadesse.» disse, facendo un cenno con la testa.
In corrispondenza del lampadario cerano dei salottini con sedute imbottite. Cerano già alcuni studenti indaffarati, anche se era molto presto. Lei era voluta partire il prima possibile, e adesso erano le 07:30 del mattino. Guardò di nuovo la mappa, chiedendosi dove sarebbe dovuta andare.
Guardò Tama e indicò le scale. Poiché si stava trasferendo lì, aveva portato quattro valigie, ed erano molto pesanti.
Tama impallidì, «Stai scherzando, vero?». Lasciò andare i manici della valigia più grande, sapendo che stavolta le ruote non gli sarebbero state di aiuto. «Non ho tutta questa forza.».
Kyoko raddrizzò le spalle con decisione, poi fu colta di sorpresa quando sentì una voce maschile dietro di sé: «La signorina Kyoko Hogo?».
Lei si voltò allistante e rispose: «Sì.». Spalancò gli occhi quando si trovò davanti un bel ragazzo. Aveva dei meravigliosi occhi color ghiaccio e lunghi capelli neri, raccolti in una coda di cavallo. Mentre lo guardava affascinata, sentì una strana brezza che le fece svolazzare i capelli sul viso.
Quel tipo aveva un sorriso ammaliante. Con suo grande stupore, lo vide schioccare le dita e due ragazzi comparvero quasi dal nulla, presero le sue valigie e salirono su per le scale. Kyoko rimase meravigliata ma, prima che riuscisse dire qualcosa, il ragazzo le prese una mano e vi posò un bacio delicato.
«Io sono Kotaro. Non avrei sopportato lidea di vedere una ragazza così bella che sale le scale con delle valigie così pesanti. Se vuoi seguirmi, ti mostro la tua stanza.». Tenendola per mano, si voltò e si avviò per le scale.
Il calore improvviso che gli scorreva dalle dita lungo il braccio sembrava continuare a diffondersi in tutto il corpo... risvegliando il suo sangue di guardiano. Quello era un segreto. Le strinse leggermente la mano, sapeva che era lei la persona che aveva aspettato con tanta pazienza. Laveva capito nel momento in cui era entrata nelledificio.
Kyoko alzò un sopracciglio, pensando tra sé: Che gli dei mi salvino. Un ragazzo che fa il galante... ma dove sono finita?.
Voltandosi verso suo fratello, vide che era rimasto a bocca aperta. Piegò la testa di lato e alzò un sopracciglio, «Attento, così ti entrano le mosche in bocca.». Poi, prima che lui potesse riprendersi, si voltò e seguì quel ragazzo di nome Kotaro.
Sulla sua lavagna immaginaria segnò il punteggio di uno a zero per a sfavore di Tama. Lo sentì sbuffare mentre salivano le scale, lo stava battendo.
Incrociarono un altro ragazzo che scendeva e, mentre passava senza neanche guardarla, Kyoko sentì un tuffo al cuore e trattenne il fiato. Tutti i rumori svanirono mentre lui le passava accanto quasi al rallentatore. Poi tutto tornò alla normalità, e intanto il suo cuore saltò un battito, per poi accelerare.
Provò una sensazione di disagio, come se le mancasse qualcosa... anzi, come se avesse perso qualcosa che adesso le mancava da morire. Cercando di scrollarsi di dosso quella strana sensazione, non si voltò a guardare il ragazzo in questione, era meglio non farlo.
«Be, almeno ci sono parecchi ragazzi per cui sbavare.» sussurrò Tama, facendola ringhiare mentalmente.
Arrivati in cima alle scale, Kotaro imboccò un lungo corridoio con numerose porte su entrambi i lati. Immaginò che fosse il dormitorio, ma il ragazzo non rallentava né si fermava ancora davanti a nessuna stanza. Alla fine del corridoio cera una porta con su scritto DIVIETO DI ACCESSO. Rimase un po confusa quando Kotaro e i ragazzi che portavano le valigie entrarono come se niente fosse, percorrendo unaltra rampa di scale.
Tama si avvicinò a Kyoko e la punzecchiò: «Secondo me ti portano nelle prigioni sotterranee.». Lei gli sorrise da sopra una spalla, «Stiamo salendo, stupido.». «Allora è una stanza vuota e fredda in cima alla torre.» continuò Tama.