Il Cuore Del Tempo - Amy Blankenship 6 стр.


Kyoko sussultò quando qualcuno bussò forte alla porta e la aprì senza aspettare.

Toya iniziava a preoccuparsi per la sicurezza della ragazza e pensò di intervenire, se non altro per salvarla dalla freddezza di Kyou. Mentre entrava, il suo sguardo fu subito attratto da lei.

«Bene, vedo che è sopravvissuta alla chiacchierata.». Sentiva che qualcosa non andava e le sue iridi brillarono di argento. «Se hai finito con Kyoko, Suki la sta aspettando.». Toya guardò fisso Kyou, ignaro delle pagliuzze argentate che iniziavano a brillare nei propri occhi. Laltro lo guardò con la solita aria annoiata e annuì in silenzio.

Kyoko guardò Toya affettuosamente. Adesso che stava usando i propri sensi, sentiva che era preoccupato per lei, anche se non sembrava.

Sarebbe morto per te. le parole di Kyou tornarono a perseguitarla.

Kyou la vide rilassarsi nei confronti di Toya e provò un desiderio remoto, ma familiare, che lo lasciò perplesso. Ricordava bene quella sensazione e restrinse lo sguardo sul Guardiano dArgento. Kyoko avrebbe sempre avuto quel legame speciale con suo fratello?

Kyoko si alzò in piedi, salutando Kyou con un cenno e rivolgendogli un sorriso che Toya non poteva vedere, poi si girò e rivolse a Toya un sorriso smagliante. «Arrivo, non voglio far aspettare Suki.». Si diresse verso la porta, lasciando Toya con una sensazione di calore. Una sensazione che soltanto i suoi sorrisi potevano provocargli.

Lui scosse la testa per cercare di scacciare quel calore, poi guardò Kyou, che lo stava fissando intensamente. «Che cè?» gli chiese con voce dura, sapendo che non avrebbe avuto risposta. Concludendo che non ne valeva la pena, se ne andò sbattendo di nuovo la porta, e si affrettò per raggiungere Kyoko.

La guardò mentre camminava in fretta lungo il corridoio. Sembrava avere fretta di allontanarsi da Kyou. Sorrise tra sé e accelerò il passo per raggiungerla... un gioco da ragazzi, visto che era un Guardiano. I suoi pensieri sincupirono, chissà se lei sapeva chi era. Ne dubitava, altrimenti non gli avrebbe sorriso in quel modo.

Arrivata alle scale, Kyoko capì che Toya laveva raggiunta perché riusciva a percepirlo. Sì, riusciva a sentire la sua aura potente, ma era una sensazione leggermente diversa rispetto a Kyou. Chiuse gli occhi per un istante. Non le importava se lui si era comportato in modo meschino, la sua aura era molto calda e la faceva sentire protetta.

Aveva capito che Toya era più giovane di Kyou e percepiva il suo potere nascosto. Un potere che, se sfruttato, avrebbe potuto oscurare suo fratello in un istante... anche se lei dubitava che uno dei due lo sapesse. Kyoko era felice di usare di nuovo i propri sensi.

«Allora...» gli chiese, «... dove sono Suki e Shinbe?».

Toya restrinse lo sguardo, era rimasto fregato dalla sua stessa bugia. Cosa voleva che ne sapesse di Suki e Shinbe? Era tornato soltanto per lei, per portarla via da Kyou.

«Non lo so.» biascicò pigramente.

Kyoko lo guardò accigliata, «Ma hai detto...».

Lui la interruppe: «Dovresti ringraziarmi per averti salvato.», avvicinandosi come per intimidirla.

«Salvato da cosa?» ringhiò Kyoko, non gradendo il suo atteggiamento. Cavolo, a volte si comportava come un vero idiota.

«Da Kyou.» ringhiò Toya in risposta, stringendo il pugno. Muovendo le sue belle labbra, Kyoko riusciva sempre a farlo incazzare. Belle labbra? Come gli erano venute in mente quelle parole? Confuso, si scostò da lei.

Presa alla sprovvista, Kyoko si limitò a guardarlo. Poi iniziò a ridere, sempre più forte. «Oh, davvero?» gli chiese, cercando di respirare tra una risata e laltra. «E perché dovresti?» sinterruppe e placò la propria risata, anche se mantenne un sorriso smagliante e i suoi occhi brillavano ancora di malizia.

«È carino da parte tua, non sapevo che tinteressasse.». Arricciò il naso, cercando di mantenere unespressione seria.

Toya la fulminò con lo sguardo, aveva la sensazione di essere preso in giro. «Quindi alla fine hai deciso di restare, sacerdotessa?» pronunciò lultima parola come se avesse lamaro in bocca.

Kyoko smise di sorridere e avvicinò il viso a pochi centimetri dal suo, guardandolo dritto negli occhi. «Sì, ho deciso, guardiano.». Alzò un sopracciglio, poi si voltò e corse giù per le scale ridendo.

«Sì!» esclamò Kyoko a bassa voce, e segnò mentalmente un punto a proprio favore. Kyoko 1... Toya 0..

Toya spalancò gli occhi per un istante, prima di rendersi conto che quella ragazzina lo aveva fregato. «Maledizione!» sibilò, e la seguì.

Kyoko era quasi in fondo alla scalinata quando sentì i propri sensi si attivarsi. Percependo un altro guardiano oltre a Toya, si guardò intorno. Lunica persona abbastanza vicina da provocarle quella sensazione era uno studente in fondo alle scale, che la osservava con interesse.

Lo guardò e rimase meravigliata per i riflessi violacei dei suoi capelli selvaggi e dei suoi bellissimi occhi. Mentre lo fissava, le parve di vedere scintille di tutti i colori nelle sue iridi.

Toya aveva raggiunto Kyoko. Vedendola fermarsi allimprovviso, capì che stava fissando Kamui. Quindi adesso sa riconoscere gli immortali. pensò tra sé. La prese per un braccio e disse: «Vieni, te lo presento.».

Aveva scoperto il punto debole di Kamui appena lo aveva incontrato. Tutto quello che sapeva di lui era che non aveva i genitori ed era cresciuto in affido, fin quando Kyou non gli aveva offerto un posto lì.

Kyoko si lasciò trascinare da Toya verso lo sconosciuto. Sentiva che era un immortale, e percepiva in lui anche una straordinaria gentilezza. Esplorò la sua aura con i propri sensi e vi trovò il calore... insieme allinnocenza che poteva appartenere soltanto a un bambino.

«Ehi Toya, chi hai portato?» gli chiese Kamui, guardando la ragazza con espressione estasiata. Si sentiva come se la aspettasse da tanto tempo... anche se non aveva idea di chi fosse. Era come se avesse sentito terribilmente la sua mancanza. Riprese fiato e fece un respiro profondo, sentendo il suo odore che gli sembrava molto familiare.

Guardò Toya e gli chiese: «Allora... ti sei trovato una ragazza?», poi sogghignò con unespressione divertita.

«Neanche per sogno.» ringhiò laltro, «Non è il mio tipo.».

«E come fai a saperlo? Non ce lhai mai avuta una ragazza.» esclamò Kamui, ridendo della sua stessa battuta.

Kyoko si sforzò per non ridere, ma era difficile con il divertimento negli occhi di Kamui e lespressione accigliata di Toya.

«Questa è Kyoko.» disse Toya voltandosi verso di lei, e le lasciò il braccio come se si fosse appena ricordato che glielo stava stringendo. «Kyoko, questo è Kamui. Anche lui ha ricevuto una borsa di studio e sarà in classe con te.».

«Sì, anchio sono uno scroccone.» disse Kamui con aria seria, facendo scoppiare a ridere Kyoko.

Lei si rivolse a Kamui e allungò una mano. Se lui era lì con una borsa di studio, allora era stato suo amico in passato; con un sorriso cordiale gli disse: «Ciao Kamui, piacere di conoscerti. Da quanto tempo sei qui in Accademia?».

A Kamui piaceva già quella ragazza così socievole. «Circa due anni. Allora, cosa ci fai con questa testa calda? Ti sta portando in giro?». Guardò Toya con un sorrisetto, poi guardò di nuovo Kyoko. Il lato malizioso della sua personalità emerse, e le prese la mano. Chinandosi leggermente, se la avvicinò alle labbra e la baciò con delicatezza.

Kamui quasi rise per locchiataccia che gli lanciò Toya. Solo un idiota poteva non accorgersi dellevidente attrazione che laltro provava per quella ragazza adorabile.

Kamui quasi rise per locchiataccia che gli lanciò Toya. Solo un idiota poteva non accorgersi dellevidente attrazione che laltro provava per quella ragazza adorabile.

Kyoko arrossì e ridacchiò per il testa calda. Vedendo Toya fulminare Kamui con lo sguardo, sorrise. «In realtà stiamo cercando Shinbe e Suki. Per caso li hai...».

Prima che finisse la frase, qualcuno la afferrò per un braccio, trascinandola tra Kamui e Toya. Kyoko si voltò e si ritrovò davanti a Suki, che aveva unaria preoccupata.

«È andato tutto bene, Kyoko? Rimarrai, vero?» la ragazza sembrò quasi implorarla.

Kyoko annuì, ricordando la voce suadente di Kyou che le chiedeva di restare. «Non andrò da nessuna parte.» disse, poi fece un cenno a Shinbe, che sembrava piuttosto compiaciuto di quella risposta.

Toya rimase perplesso per le parole di Kyoko. Chissà che cosa le aveva detto Kyou per farle cambiare idea con una tale determinazione. Adesso si comportava in modo diverso, sembrava quasi felice. Di solito, quando qualcuno parlava da solo con Kyou, poi se ne andava spaventato e spariva per ore. Quel tipo dava i brividi anche a lui, ogni tanto.

Kyoko prese Suki a braccetto e si avviò verso le scale: «Se stasera andiamo a ballare, devi aiutarmi a trovare qualcosa da mettere.». Le due ragazze si strinsero a vicenda e si allontanarono parlottando. Si comportavano come se si conoscessero da sempre.

Shinbe, Kamui e Toya le osservavano mentre salivano le scale. Shinbe, preoccupato, chiese a Toya: «Ma lei sa che cosa sta succedendo?».

Toya osservò Kyoko che parlava con Suki, e rispose: «Sì, credo di sì.». Poi si voltò verso gli altri due e cambiò argomento: «Kamui, vieni con noi stasera?».

Shinbe, sorpreso, esclamò: «Toya! Verrai a ballare sul serio?!». Era scioccato. Strano, non è da lui. pensò tra sé.

«Beh, ho lordine di sorvegliarla come un falco, quindi non credo di avere altra scelta, tu che dici?» ribatté Toya con tono irritato, così avrebbero pensato che lo stesse facendo controvoglia. In realtà, allimprovviso sentiva di non volerla perdere di vista.

Il battito cardiaco gli rimbombava nelle vene, come per dirgli che doveva proteggerla a tutti i costi, che gli fosse stato ordinato o meno. Immaginare Kyoko che si muoveva a ritmo di musica non gli era affatto di aiuto. Il suo istinto protettivo emerse, avrebbe preferito che lei non andasse a ballare.

Un ringhio sommesso si fece strada nella sua gola e Toya scosse la testa, cercando di scacciare il pensiero di troppi occhi indiscreti che la guardavano... occhi che non ne avevano il diritto.

«Sembra divertente. Vengo anchio.» intervenne Kamui. «Nei weekend bisogna fare qualcosa per staccare la spina da questo posto.». Si sentiva quasi stordito per il sollievo di sapere che Kyoko sarebbe stata lì con loro, dora in poi. «E poi dobbiamo trovare una fidanzata per Toya.» aggiunse con tono innocente.

«Idiota, chi ti dice che ho bisogno di una ragazza?» ringhiò Toya, dando uno scappellotto a Kamui. «Tu non sai neanche che cosè una ragazza.».

Shinbe intervenne sorridendo: «Penso di essere lunico qui a saperne qualcosa e, se voi due verginelli volete, posso dimostrarvelo.». Fece un passo indietro quando i due si voltarono e lo fulminarono con lo sguardo.

Cambiando subito argomento, Shinbe si avvicinò a Toya e gli chiese: «Kyou ti ha ordinato di sorvegliare Kyoko?», e si voltò a guardare nella direzione in cui lei se nera andata. «Sapete... ultimamente ho percepito un cambiamento negli equilibri, come se stesse per accadere qualcosa. Il male si sta avvicinando. Mi chiedo se lei centri qualcosa.». Listinto di Shinbe non sbagliava quasi mai, e questo lo preoccupava.

Anche Toya laveva percepito e voleva delle risposte. «Chi ha tempo non aspetti tempo. Perché non chiedere la verità a Mister Ghiacciolo?» disse. Sapeva che Kyou stava nascondendo qualcosa e lui aveva intenzione di scoprire cosa.

Prima che Shinbe potesse fermarlo, Toya stava già salendo le scale. Shinbe fece una smorfia, «Non mi piace quando sono da soli nella stessa stanza. Lho già visto una volta, e non è stato bello. Si comportano come due fratelli, o qualcosa del genere.». Con i suoi occhi color ametista, osservò Toya che saliva i gradini a due a due.

Kamui annuì, a volte Kyou lo spaventava a morte. «Meglio lui che io. Ci vediamo stasera.» disse, e se ne andò, lasciando Shinbe da solo, a guardare le scale.

Nel profondo della sua mente, dove i suoi poteri guardiani si riflettevano allinterno del suo io, Shinbe si chiedeva quale sentimento provasse per la sacerdotessa. Chiudendo gli occhi, cercò la verità nella sua stessa anima.

Quando li riaprì, in essi brillavano segreti che soltanto lui conosceva.


*****

Kyou era perso nei propri pensieri, rifletteva su come comportarsi con Kyoko, adesso che laveva portata nel posto giusto. Fu interrotto bruscamente da qualcuno che bussò alla porta. Sbatté le palpebre e cercò di non alzare gli occhi al cielo, sapendo che non poteva essere altri che Toya. Guardò verso la porta e la vide aprirsi senza permesso.

Toya entrò di scatto e individuò il proprio bersaglio seduto sul divano. «Che diavolo sta succedendo con Kyoko?» gli chiese senza giri di parole.

Gli occhi di Kyou guizzarono verso di lui, ma il suo viso rimase impassibile alla domanda.

Toya conosceva gli stati danimo di Kyou meglio di chiunque altro e sapeva che non lavrebbe neanche guardato, se lui non lavesse colpito nel segno. Capire Kyou era come studiare una materia scientifica. Persino un suo battito di ciglia poteva significare qualcosa. Toya andò a sedersi sulla poltrona di fronte a lui.

«Andiamo, non sono uno stupido. Se devo proteggerla, devi dirmi perché. Qui siamo tutti da soli, perché per lei è diverso?» sbottò, quasi disgustato allidea, «È solo una debole umana.».

Toya si ritrovò una mano artigliata attorno alla gola e la afferrò per liberarsene, mentre scrutava lespressione furiosa di Kyou.

«Tu farai come dico io.» disse Kyou con la voce tremane per la rabbia.

Toya restrinse lo sguardo, adesso aveva la prova che cera qualcosa sotto. «Bene.» sibilò, e fu liberato dalla stretta. La rabbia di Kyou svanì allistante mentre lui tornava a sedersi, e la sua maschera gelida gli riaffiorò sul viso come se fosse uno scudo dietro cui proteggersi. Toya scosse la testa e sbottò: «Devi dirmi perché lei è così importante per te.», enfatizzando le ultime due parole.

Kyou, in un certo senso, lo capiva. Lo aveva allevato dal giorno in cui era nato. Sapeva che suo fratello non era lontano e, quando emise il suo primo respiro in questo mondo, lo sottrasse ai suoi genitori umani perché non lo avrebbero compreso. Lo stesso valeva per gli altri fratelli anche se, per un po, Kyou aveva preferito sorvegliarli a distanza.

Aveva sperato di cambiare la personalità di Toya in qualche modo, eppure sembrava sempre la stessa, nonostante tutti i suoi sforzi. Alla fine, aveva concluso che Toya era sempre Toya, a prescindere dalla vita che viveva. Aveva pensato che incontrare Kyoko gli avrebbe fatto ricordare qualcosa ma, finora, suo fratello non mostrava alcuna reazione, solo un po di interesse. Kyou si accigliò pensieroso.

«Non provi niente per lei?» gli chiese, con un tono che fece rabbrividire Toya.

«Dovrei?» ribatté laltro, sapendo che in realtà provava qualcosa per lei, ma non lo avrebbe mai ammesso. Incrociando le braccia, assunse la sua solita espressione annoiata, ignaro delle pagliuzze argentate che gli brillavano negli occhi.

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