Non ebbi nemmeno il coraggio di alzare lo sguardo, quando vidi Stefan allontanarsi.
Sentivo solo i suoi passi intorno a me.
Allimprovviso, vidi unombra vicino al mio viso.
Stefan era posizionato dietro di me. Si era abbassato e il suo viso sfiorava il mio.
Non riuscivo a muovermi a causa della tensione, mentre la sua barba sfiorava la mia testa.
«Sono ancora uno smidollato impacciato?», mi soffiò allorecchio.
«Io non lho detto.»
«Ho sentito ciò che hai detto su di me.»
«Allora mi sono espressa male.»
«Non importa. Avrai tempo per aggiustare il tiro e capire davvero chi hai di fronte.»
«Sicuramente non lo Stefan di sette anni fa.»
«Quello che hai fatto licenziare.»
«Ce lhai ancora con me per quella storia, vero? Ti avrò chiesto scusa mille volte e poi sei sparito.»
«Mi sono trasferito a Londra e ora ho unagenzia di temporary management . Quel fatidico licenziamento è acqua passata.»
«Allora perché ho la sensazione che tu ti stia vendicando?»
«Non mi sto vendicando. Voglio solo farti provare ciò che mi hai fatto vivere tu anni fa.»
«Questa è vendetta!»
«Tu sei una preda troppo facile per poter parlare di vendetta. Ancora un passo falso e ti faccio licenziare prima della fine della giornata. Con te non devo neanche sforzarmi di pianificare un modo per sbatterti fuori, perché ci penserai tu da sola. Al contrario di me, tu non sei cambiata per niente. Sei sempre la solita irresponsabile, frivola e disattenta ragazza di allora.»
«Non è così. Anchio sono cambiata.»
«Ne dubito», mi rispose gelido, alzandosi e andandosene lontano da me.
Avrei voluto scoppiare a piangere.
Non era così che volevo cominciare la giornata.
Non era così che avevo sempre sognato di mostrarmi a lui, se un giorno lavessi rivisto.
Dopo la nostra rottura, mi ero fatta una promessa e lavevo mantenuta.
Non ero più quella testa calda di tanti anni prima.