Mentre usciva dalledificio e tornava sul marciapiede, Kotaro alzò lo sguardo verso la sua finestra, chiedendosi che cosavrebbe fatto quando avrebbe scoperto la verità su di lui. Le avrebbe detto tutto ma non era ancora il momento. Come fai a spiegare che sei più vecchio di qualsiasi essere umano e che hai dei poteri che si vedono solo nei film?
Scosse la testa mentre tornava verso il college, contemplando la sua prossima mossa riguardo alle ragazze scomparse.
Sapeva che cosa stava accadendo e, probabilmente, erano già morte o non morte, almeno. I suoi occhi brillarono di rabbia per un momento, rivelando il lato oscuro della sua anima di Lycan. Doveva rintracciare lodore di quei maledetti succhiasangue e di chi li guidava, prima che trovassero di nuovo Kyoko.
Capitolo 3
Kyoko setacciò larmadio alla ricerca del vestito che Suki laveva convinta a comprare lo scorso fine settimana. Ridacchiò tra sé ricordando che Shinbe le aveva seguite per dare dei consigli su qualsiasi cosa volessero. Il clou era stato quando era sgattaiolato nel camerino delle signore.
Da dietro la tendina, si era finto un assistente e aveva chiesto a Suki se aveva bisogno di aiuto con la zip.
Lei aveva risposto di sì e si era voltata. Kyoko era quasi caduta quando Shinbe fu scagliato contro la parete opposta.
Le aveva chiesto come avesse fatto a capire che era lui e la sua amica aveva risposto: «Non credo che permetterebbero a un assistente gay di entrare nel camerino delle signore e, quando ha infilato la mano nel vestito invece di tirare su la zip, si è fatto smascherare.».
«Povero Shinbe.» sospirò Kyoko mentre estraeva una camicetta bianca, corta e arricciata, con maniche di seta che si allargavano dal gomito al polso. La trovava davvero carina, In un certo senso le ricordava la veste di un angelo ma più sexy. Era abbastanza corta da mostrare lombelico, con la minigonna nera che le fasciava i fianchi.
Dopo essersi vestita e aver trovato le scarpe adatte, si legò i capelli in uno chignon spettinato, lasciando qualche ciocca libera. Si truccò e indossò una catenina con un ciondolo a forma di goccia, era pronta per andare ovunque Suki avesse intenzione di portarla.
Avrebbe voluto poter dire a Kotaro dove stavano andando, ma nemmeno lei sapeva la risposta. Si morse il labbro inferiore rendendosi conto di sentire la sua mancanza, poi cercò di scacciare la malinconia perché Suki lavrebbe notata.
Lultima cosa di cui aveva bisogno era la sua migliore amica che le faceva un milione di domande alle quali non voleva rispondere.
*****Shinbe si passò le dita tra i capelli mentre si appoggiava allo stipite della porta, sorridendo. Si era precipitato da Suki quando per telefono gli aveva detto di non passare perché sarebbe uscita.
Sillude se pensa di potersi liberare di me così facilmente. si disse con un sopracciglio alzato.
Quando lei aprì la porta con i capelli ancora avvolti in un asciugamano, le disse: «Oh mi sono perso te che facevi il bagno?». Fece un sorrisetto vedendo la sua espressione. Non appena aveva incontrato Suki e Kyoko aveva sentito il bisogno di stare vicino a loro in ogni momento. Spesso uscivano in quattro insieme a Toya.
Suki sapeva che lui si considerava il suo ragazzo solo perché era lunico con cui usciva, ma non gradiva molto la sua petulanza. Tentò di nascondere il rossore che minacciava impadronirsi de suo viso e ribatté: «Ci vorrebbe la candeggina e una palla da demolizione per sgomberare una mente come la tua.».
Lui le si avvicinò mentre i suoi occhi di ametista si oscuravano in modo attraente. «Se mi fai entrare penso che potrei trovare un motivo per farti fare un altro bagno.» le disse.
Suki sentì il proprio battito cardiaco accelerare al suono della sua voce roca e fece un paio di passi indietro mentre lui faceva alcuni passi avanti, chiudendo la porta dietro di sé. Decidendo di non fargli prendere il sopravvento, gli lanciò uno sguardo di avvertimento e fu ricompensata quando lui si fermò. Se avesse scoperto che effetto aveva su di lei sarebbe finita davvero nei guai.
«Ascolta, devo finire di prepararmi perché stasera ho un impegno. Te lho già detto al telefono, ricordi?» gli disse. Sapeva che sarebbe venuto comunque se non altro per provare a scoprire dove sarebbe andata.
Togliendosi lasciugamano dalla testa, si diresse verso il bagno, parlando ad alta voce per farsi sentire: «Possiamo fare qualcosa domani sera, ok?».
Shinbe si appoggiò alla penisola che separava la cucina dal soggiorno. Stava per iniziare a lamentarsi quando il suo sguardo cadde su un volantino poggiato sul ripiano. Lo prese e lo esaminò rapidamente.
Alzò le sopracciglia per quellilluminazione.
IL CLUB PIÙ GRANDE E FAMOSO DELLA CITTÀ
CLUB MIDNIGHT
SPECIALE VENERDÌ SERA
SERATA AL FEMMINILE
Le parole serata al femminile erano state cerchiate con la penna. Shinbe poggiò il volantino dovera e si diresse verso il bagno. Nascose il proprio sorriso mentre entrava senza bussare e sgattaiolò dietro Suki, che stava per spazzolarsi i capelli.
«A domani allora.» le sussurrò allorecchio, poi la baciò su una spalla. Poi si voltò per andarsene senza dire altro.
Suki rimase immobile a fissarsi allo specchio, non le piacevano le vibrazioni che aveva appena sentito. Non era da Shinbe arrendersi senza supplicarla. Essendo troppo bello per essere vero, si affrettò e finì di prepararsi. Temendo che Shinbe avesse in mente qualcosa, decise di andare da Kyoko un po prima del previsto.
*****A diversi chilometri di distanza, due penetranti occhi rossi guardavano fuori dalla finestra di un attico con vista sulla città. Lunghe onde di capelli neri e setosi ricadevano lungo una schiena nuda, in contrasto con la pelle pallida come la luna. Il suo viso angelico era sorprendente, con lineamenti ben definiti, e il suo corpo era asciutto e scolpito come quello del mitico dio Adone.
Brillava al chiaro di luna e i muscoli sembravano danzare ad ogni movimento. Era bello per chiunque lo guardasse, eppure la sua anima oscura era malvagia e letale. Un sorriso apparve sulle sue labbra perfette mentre i suoi pensieri si rivolgevano agli eventi della sera prima.
Voltandosi, iniziò a prepararsi per la serata. Il suo sguardo si posò sulla sedia della regina Anna accanto al fuoco, e sulla giovane studentessa universitaria che vi sedeva senza vita. Hyakuhei sogghignò mentre pensava al sangue fresco che aveva bevuto la sera prima.
Peccato, era così bella. si disse. Si leccò le labbra, ricordando il piacere mentre prendeva la ragazza e si nutriva di lei. Non si sarebbe mai stancato delle giovani donne che attirava e prendeva per sé.
Quella sera sarebbe andato in un famoso locale notturno per cacciare la sua preda e doveva essere sicuro che i suoi figli fossero nutriti. Le serate al femminile davano sempre buoni frutti, per le creature della notte erano come un buffet di carne senza fine.
Lui era un potente signore dei vampiri e nessuno osava ostacolarlo o mettere in discussione la sua forza. Il piacere era stato il suo unico desiderio per oltre mille anni, ma adesso voleva di più. Voleva ciò che era suo di diritto. Si accigliò mentre meditava sulloggetto che era diventato la sua ossessione mentre aspettava che rinascesse nel mondo. Il leggendario Cuore di Cristallo Protettore.
Il cristallo sacro era un gioiello che si diceva fosse in grado di dare a un vampiro la capacità di camminare alla luce del giorno. Secondo la leggenda, una ragazza con il sangue non contaminato e il cuore di una bambina possiede il gioiello nel proprio corpo. Sarebbe una sacerdotessa di altissimo livello e con un potere enorme, la protettrice e la custode del cristallo.
Il cristallo sacro era un gioiello che si diceva fosse in grado di dare a un vampiro la capacità di camminare alla luce del giorno. Secondo la leggenda, una ragazza con il sangue non contaminato e il cuore di una bambina possiede il gioiello nel proprio corpo. Sarebbe una sacerdotessa di altissimo livello e con un potere enorme, la protettrice e la custode del cristallo.
Riportò il suo sguardo oscuro verso il cielo notturno, dove una luna rosso sangue incombeva dallalto. «Ti ho perso una volta, mia cara sacerdotessa, ma non commetterò errori, ti ritroverò.». Restrinse lo sguardo e promise: «Questa volta avrò sia te che il cristallo».
*****Lo scorso fine settimana Suki aveva fatto shopping con Kyoko proprio per questa serata, ma non laveva detto alla sua amica. Anche lei aveva comprato un vestito. Tirandolo fuori dallarmadio, se lo infilò con trepidazione. Era un abito tutto nero e molto attillato, se nera innamorata appena laveva visto.
Meno male che Shinbe non cè. pensò con un sorrisetto mentre si guardava allo specchio. Era molto corto ma non lasciava intravedere granché solo quel tanto che bastava per stuzzicare limmaginazione. Si legò i capelli con un elastico nero, si truccò e, dopo aver preso le chiavi, si diresse verso lappartamento di Kyoko.
Kyoko uscì dalla sua camera sperando di avere il tempo per fare uno spuntino prima di uscire ma, prima ancora di arrivare in cucina, qualcuno bussò alla porta.
Oddio, speriamo che non sia Toya. pensò, chiedendosi se avrebbe dovuto rispondere o no. Mancavano ancora venti minuti allappuntamento con Suki, perciò decise di ignorare i colpi alla porta per il momento, intimorita da chi poteva essere.
È incredibile come la paura ci faccia sentire bambini. Kyoko alzò un sopracciglio e trattenne il respiro.
I colpi divennero un po più forti ma, questa volta, furono seguiti da una voce: «Avanti, Kyoko, lo so che ci sei. Non farmi sfondare questa porta!».
Kyoko alzò gli occhi al cielo per il tono di Suki. Aprì la porta e si sentì trascinare fuori allistante. «Forza, sbrighiamoci. Ho la brutta sensazione che, se non ce ne andiamo subito, Shinbe tornerà qui o chissà cosa.». Kyoko ebbe a malapena il tempo di chiudere a chiave la porta prima che Suki la tirasse fuori.
*****Kyou aprì le pesanti tende nere della finestra adesso che era arrivato il crepuscolo. I suoi lunghi capelli argentati svolazzarono come un ventaglio mentre apriva la finestra, permettendo al vento di accarezzare il suo viso angelico. Vestito di nero, sembrava un angelo caduto.
Il denaro gli aveva dato la libertà di stabilire i propri orari e il potere gli garantiva che non sarebbe stato disturbato. Acquistando lultimo piano dellhotel più costoso della città, si era assicurato la solitudine di cui aveva bisogno e la vista che desiderava. Guardando dallaltra parte della strada, vide che si era già formata una fila allingresso del Club Midnight, il club più famoso della città. Era il posto perfetto in cui le creature della notte potevano sfamarsi.
In coda cerano moltissime studentesse viziate, insieme ai teppistelli che le accompagnavano. Gli occhi di Kyou erano colmi di disprezzo mentre scrutare la fila, chiedendosi quale di loro avrebbe attirato lattenzione delluomo cui dava la caccia. Chi sarebbe stata la prossima vittima di Hyakuhei?
Kyou sentiva la sua presenza nella città e si chiedeva se Hyakuhei sentisse la morte che lo perseguitava. Questa volta le cose erano diverse. Kyou lo aveva trovato troppo facilmente, come se Hyakuhei gli avesse lasciato una traccia da seguire. Le morti e le sparizioni delle studentesse del college erano un palese biglietto da visita che portava solo ad una persona.
Non gli piaceva il pensiero che Hyakuhei lo avesse condotto lì. «Non sono più sotto il tuo controllo.» ringhiò Kyou mentre gli gocciolava il sangue tra le dita serrate, e i suoi occhi divennero rosa. «Tu non hai alcun potere su di me non più!». Placando la propria rabbia, assunse di nuovo unespressione impassibile e nascose la propria aura. Era giunta lora che il predatore diventasse la preda.
Se avesse percepito la forza vitale di Hyakuhei, avrebbe dovuto muoversi con cautela per evitare che anche lui percepisse la sua.
*****Kyoko era sorpresa da quanto fosse grande la discoteca. Rimase a bocca aperta quando entrarono nellenorme parcheggio. Suki era voluta arrivare prima per evitare la fila ma, a quanto pare, cerano già molte persone, perciò scesero di fretta dallauto. Kyoko vide dei volti familiari del college che frequentavano e sorrise quando notò che cera anche il suo vecchio amico Tasuki.
Il ragazzo aveva notato Kyoko e Suki tra la folla. Si era lasciato convincere dai suoi amici, non aveva niente di meglio da fare ora che gli esami erano finiti, perciò aveva accettato volentieri. Era bello e aveva un bel fisico, con capelli castani lunghi fino alle spalle e occhi color cioccolato che facevano sciogliere il cuore a tutte le ragazze.
Era uno dei ragazzi più popolari del campus, ma era noto soprattutto per i punteggi alti che aveva ricevuto in tutti i corsi ed era più gentile della maggior parte dei ragazzi. Era anche una delle persone più ricche dellistituto e, sebbene non ostentasse mai nulla, la sua reputazione ne beneficiava.
Facendosi strada tra la folla, si avvicinò a Kyoko con un sorriso. La conosceva dai tempi delle medie e aveva sempre avuto una cotta segreta per lei. Erano usciti insieme ma niente di serio erano amici ed era anche passato molto tempo dallultima volta che erano usciti.
Le avrebbe chiesto di uscire più spesso, ma quel Toya e il capo della sicurezza le ronzavano sempre intorno, ultimamente. Lultima volta che le si era avvicinato mentre lei era con uno di loro, gli era sembrato di sentire un ringhio.
Si guardò attorno nervosamente, sperando che fosse da sola. Non che ne avesse paura no, mai.
Suki notò il nervosismo di Tasuki e scoppiò a ridere. «Tranquillo, siamo venute da sole.» gli disse, poi sorrise per lo sguardo confuso di Kyoko e afferrò Tasuki per il gomito, facendolo mettere in fila con loro. Lei e gli altri che lo conoscevano sapevano che provava qualcosa per Kyoko che era lunica a non saperlo.
Kyoko arrossì quando Tasuki si girò, non si era resa conto di quanto fosse diventato alto. «Ciao Tasuki, da quanto tempo. Ho sentito che anche questanno stai andando alla grande con i voti.». Il suo viso silluminò, era passato troppo tempo da quando erano usciti lultima volta. Si era sempre sentita al sicuro con lui come se fossero migliori amici. Le era mancato.
Tasuki le rivolse un lieve sorriso, apprezzando il fatto che lei non lo avesse dimenticato. Forse aveva ancora una possibilità. Voleva davvero la possibilità di dimostrarle che gli importava ancora di lei e che voleva stare con lei, e che non era fuori dalla sua portata come aveva sempre creduto.
Per qualche motivo, Kyoko era convinta che lui volesse vederla solo perché erano amici fin dalle scuole medie. Tasuki intendeva chiarire quel malinteso. «Già. Se ti serve aiuto, sarò felice di darti ripetizioni quando vuoi.». Gli venne la voglia di sbattere la testa contro il muro perché, ancora una volta, era sembrato un amico e non come un possibile fidanzato.
Suki scosse la testa vedendo la silenziosa sofferenza negli occhi di Tasuki mentre sorrideva a Kyoko. Povero ragazzo. pensò tra sé, poi sorrise maliziosamente. Aveva solo bisogno di una piccola spinta nella giusta direzione.
*****Kyou osservava la fila di ragazze ingenue che era aumentata. Cè molta scelta per Hyakuhei. rifletté. Era sempre la stessa storia, prendeva una vita e spariva proprio aveva fatto in passato. Si afferrò al davanzale per la frustrazione, pensando a come fermare il massacro.