Apra, ho detto! rispose in tono autoritario.
Andatevene o chiamo la polizia! risposi, stanco di tante sorprese in un solo giorno.
Non avevo ancora finito di parlare che sentii un gran rumore, e una luce accecante illuminò la camera da letto e misi la mano sulla porta per isolarmi così dal resto della suite, ma non ne ebbi il tempo.
Sentii un forte fischio nelle orecchie. Non ci vedevo più, gli occhi mi lacrimavano, e facevo fatica a respirare; era una sensazione così sgradevole che quasi non riuscivo a pensare a quello che stava succedendo.
Si sieda!, si sieda! disse qualcuno mentre mi evitava di barcollare per la stanza.
Mi sente? chiese una voce molto alta, ma la sentii appena perchè avevo la testa come se stesse per esplodere.
Aspetti che le passi, metta la testa tra le ginocchia e si rilassi disse qualcuno che sentii a malapena.
Non so quanto tempo sia passato, ma non ricordo di aver vissuto una situazione così sgradevole negli ultimi anni. Era come si mi facesse male tutto,ma allo stesso tempo mi sentivo stretto e volevo liberarmi. Avevo caldo e freddo nello stesso tempo,e nonostante aprissi gli occhi di tanto in tanto, vedevo solo ombre.
Sta bene? riuscii a sentire dopo un momento.
Chi? riuscci a chiedere, senza poter vedere nulla.
E solo una granata stordente, non è niente di che! rispose una seconda voce in tono sarcastico.
Una granata, siete pazzi? dissi in tono sarcastico tentando di alzarmi, quando mi resi conto che qualcosa mi teneva insieme le mani.
Si calmi e non cerchi di alzarsi, è in arresto ed è legato mani e piedi con fascette di plastica a mo di manette.
Ammanettato? Che ho fatto? chiesi cercando di sfregarmi gli occhi, per capire se riuscivo a vedere qualcosa.
Che cosa non ha fatto, vorrà dire chiese quello che usava il sarcasmo come modo di parlare.
Lei è daccordo con le accuse di intralcio alla giustizia e coinvolgimento in unorganizzazione sospettata di riciclaggio di denaro? disse la voce autoritaria.
Appartenenza a cosa?, io lavoro e basta risposi, senza sapere a cosa si riferissero.
E questo?, Stava organizzando le sue prossime vacanze? chiese in tono sarcastico.
Quale? chiesi, cercando di pulirmi gli occhi per vederci, ma avevo ancora la vista appannata.
New York, Parigi, Vienna che cosa ci va a fare?, In vacanza? tornò a chiedere con sarcasmo.
Mi hanno dato un incarico risposi, senza capire cosa ci fosse di male in questo.
Molto bene, continui a collaborare e avrà una pena ridotta affermò quello che parlava in tono autoritario.
Pena? Quale pena? chiesi senza sapere neppure con chi stavo parlando.
Non crederà che arriveremo a un accordo per scagionarla?, per questo cè bisogno di molto più della sua testimonianza, dovremmo arrivare alla testa dellorganizzazione.
Quale organizzazione?,quale testa? chiesi confuso, perchè non riuscivo a capire a cosa era dovuta tutta quella situazione.
Non lo sa, la testa, il massimo dirigente, quello che chiamano Maestre disse il sarcastico.
Maestre? mi chiesi tra me e me, cercando di rispolvere i problemi nel poco tempo che ero riuscito a recuperare. Stanno cercando quelli con cui ho appena finito di parlare.
Non conosco nessun Mestre affermai categoricamente per vedere la loro reazione.
Sí, certo, allora ci siamo sbagliati. Abbiamo passato mesi sulle sue tracce, e anche quando ci ha portati in città, non sa quello che fa?, si è incontrato con lei e ha preso il primo volo di ritorno. Non le sembra sospetto? rispose con sarcasmo.
Forse la verità e forse no, può essere che avessero fretta risposi con lo stesso tono sarcastico.
Allora, conferma che lo conosce? disse la voce autoritaria.
Non ho detto questo risposi, confuso per la sua affermazione.
Ha appena detto che non conosce nessun Maestre e ora dice che aveva fretta, è chiaro che lo sta coprendo, perchè? chiese la voce autoritaria.
Mi portai una mano sulla testa, e dissi rapidamente:
Voglio un avvocato, non dirò altro senza un avvocato, conosco i miei diritti.
Non siamo poliziotti, e neppure del fisco, siamo della Sicurezza Nazionale, e lei ha un grosso problema. Questa gente che difende è sospettata di molti delitti, traffico dinfluenza, riciclaggio di denaro, tratta di esseri umani e la lista continua, in realtà fanno quello che vogliono, quando vogliono e dove vogliono affermò luomo con la giacca che aveva unarma in mano e che parlava in tono autoritario.
Alla fine riuscii a vederci bene mentre mi si schiarivano le idee. Nella stanza cerano sei persone oltre me. I due con la giacca che erano quelli che parlavano e altri quattro che avevano giubbotti antiproiettile e caschi, e i mitra, quelli di piccoli dimensioni,come la portano le forze di intervento rapido in caso di sequestro o simili.
Ma in quelloccasione io ero la vittima e loro i sequestratori, almeno così sembrava per la proporzione di sei a uno, e perchè tutti erano armati tranne io.
Di quale corpo avete detto di essere? chiesi, ricordando che non mi avevano mai letto i miei diritti.
Non glielo abbiamo detto affermò quello che doveva essere il capo, che parlava con voce autoritaria.
Non so cosa volete, ma sono sicuro che avete sbagliato persona insistetti sulla mia innocenza.
E questi biglietti? chiese il secondo con la giacca che agitava nervosamente la propria arma come se volesse sparare in alto, mentre mi mostrava i biglietti del treno e la documentazione che avevo ricevuto pochi minuti prima.
E un incarico, ve lho già detto.
Deve portare qualcosa?
No.
Deve andare a prendere qualcosa?
No.
Allora per cosa va? chiese quello con la giacca, nervoso, sventolandomi i biglietti in faccia.
A fare un profilo di queste persone.
Un profilo?, ci prende in giro? Crede che qualcuno ricercato a livello internazionale si disturberebbe per un profilo?, ci ha presi per stupidi? chiese duramente, abbandonando il suo tono ironico.
Non so nulla di lui, nè cosa fa o non fa, vi dico solo che mi ha dato questo incarico.
E quanto le ha offerto?
Offerto?
Sí, per il lavoro, quanto?
A dire il vero non abbiamo parlato di denaro.
Come? Stia a sentire!, non posso sentire altre sciocchezze, mi faccia prendere informazioni a modo mio disse luomo con la giacca, nervoso, allaltro che doveva essere il capo dammi una mezzora con la porta chiusa e canterà come un usignolo.
E la verità dissi, mentre tentavo di alzarmi.
Non si alzi!, le ho detto affermò luomo autoritario mentre mi puntava la pistola in mezzo agli occhi.
Va bene!, va bene!, rimango dove sono, ma vi assicuro che è tutto quello che so.
Perchè vuole questi profili?, Chi sono queste persone?, bersagli?, contatti?,
Non so nulla, vi ho detto tutto quello che so insistetti, guardando larma che teneva a pochi centimetri dalla mia fronte.
Sarà meglio che sia così. Faremo così, vogliamo che continui con il piano e intervisti queste persone, e che porti a termine il lavoro, e quando porterà i profili interverremo noi disse luomo autoritario mentre con un gesto faceva uscire gli altri dalla stanza.
Quando e dove sarà la consegna? chiese quello nervoso, mentre gli uomini armati di mitragliette uscivano dalla stanza camminando allindietro.
La consegna?, che consegna? chiesi, vedendo che lautoritario non aveva ancora abbassato larma.
I profili!, quando e dove deve consegnarli? chiese lautoritario, avvicinando ancora di più larma.
Non lo so, non lhanno detto risposi, cercando di essere il più convincente possibile.
Vuole dirci che è venuto qualcuno a darle un incarico, e non sa se la pagherà, nè quando e dove deve consegnare il frutto dellincarico? chiese, sarcastico, il secondo uomo con la giacca.
Sì! cercai di dire con voce strozzata.
Non è credibile, ci sta facendo perdere tempo, ma crede che siamo scemi? chiese di nuovo luomo nervoso mentre camminava da un lato allaltro della stanza.
Vi ho detto tutto quello che so, cosaltro volete da me?
La verità!, per cominciare disse luomo che mi teneva la pistola puntata con voce autoritaria.
Ve lho già detta. E venuto, mi ha dato lincarico,mi ha dato la busta, e poi se nè andato. Dentro ho trovato le schede di tre persone e i biglietti.
Molto astuto, lei è un corriere affermò quello che aveva la voce autoritaria mentre abbassava larma.
Un cosa? chiesi, confuso.
Un corriere, qualcuno che va in qualche posto senza conoscere la sua destinazione, così se la prendono non può dire nulla spiegò in tono euforico luomo nervoso.
E una buona cosa? chiesi, senza sapere se era luscita da quella situazione.
Non creda che per questo è libero, è colpevole come gli altri, solo che è meno informato affermò luomo autoritario.
Allora? chiesi, vedendo che la situazione si stava tranquillizzando.
Allora lei finisce il suo lavoro, ma noi saremo lì, non la perderemo mai di vista. Il problema è che è fuori dalla nostra giurisdizione, e non ho alcuna autorità in qiesti paesi, quindi le assegneremo un compagno.
Un compagno? chiesi senza sapere di cosa si trattasse.
Sarà il suo cane guardiano e ci darà buon conto della sua performance. Se si comporta bene e collabora, potrebbero ridurre la pena.
Ancora con la pena! protestai contro quella minaccia.
Non crederà mica che verrà liberato? chiese luomo nervoso mentre guardava larma.
Domattina avrà visite, e da lì deve fare quello che dico, intesi?
Sí, certo, ho capito risposi, mentre vidi che il nervoso raccoglieva i biglietti che aveva ritirato.
Nel caso ci voglia fregare ci portiamo via i fogli con i biglietti, la sua carta di identità e il passaporto, certo, dovè?
Sul comodino risposi mentre allungavo le mani unite con le fascette di plastica a mo di manette.
Dopo avermi sequestrato il passaporto e aver tagliato le fascette, mi dissero:
E come unoperazione sotto copertura, non deve fare sciocchezze, nè far sospettare la nostra presenza, collabori e tutto andrà bene.
Detto questo, uscirono dalla stanza da letto, camminando allindietro proprio come avevo visto fare a quelli che avevano i mitra.
Dopo aver respirato profondamente diverse volte, uscii dalla stanza da letto e vidi che sulla porta cera una receptionist con la testa dentro la stanza, ma senza entrare.
Va tutto bene? chiese, vedendomi uscire dal dormitorio.
Sí, credo di sì.
Che è successo? chiese ancora.
Un equivoco risposi, cercando di defilarmi.
Mi hanno obbligata ad aprirgli disse in tono di scuse.
Va bene così!, non si preoccupi dissi, mentre osservavo il disordine che avevano fatto entrando con la forza.
Uscii dalla stanza e mi diressi alla sedia dove ero solito stare a leggere i giornali e come se fosse una notte qualsiasi, mi lasciai cadere sopra di essa. Guardandomi attorno, dissi tra me e me in che guaio mi sono cacciato?.
E abbassando la testa, mi sono accorto che sopra il comodino cerano ancora i resti del sigaro del mio primo visitatore.
CAPITOLO 2. LEI
La giornata era iniziata come una qualunque. Ricordavo a malapena i dettagli del giorno precedente, anche se quando misi mano al portafogli vidi che mancavano i documenti e ricordai quello che era successo la notte precedente.
A dir la verità, non riuscivo a ricordare i dettagli su quegli agenti che erano entrati con le armi, ma ricordavo che lunica cosa che avevano fatto era minacciarmi e dirmi che mi avrebbero messo in prigione. Nessuno dei loro discorsi aveva senso, e i loro modi non mi sembravano molto professionali.
In qualunque paese civile che si rispetti, si ha bisogno di un mandato per entrare in una casa, e perchè avevano così tante armi?
Chiusi il portafoglio e finii di vestirmi quando sono uscito nel piccolo corridoio della mia stanza, dove per terra cera ancora qualche oggetto , rotto da quegli agenti, dei quali non ricordavo bene a quale organo di governo avevano detto di appartenere.
Presi una valigetta che usavo per trasportare i libri, e guardai lorologio, se mi sbrigo riesco ancora a prendere il treno delle 7:00.
Detto questo, uscii in fretta dalla mia stanza dalbergo, quando allimprovviso vidi, appoggiata a una delle pareti vicine allascensore, una donna vestita con una gonna plissettata rossa.
Buongiorno le dissi, pensando che fosse unaltra cliente dellhotel.
Buongiorno?, è così che tratta i suoi clienti? rispose con tono di disprezzo.
Cliente?, deve esserci un errore. Non ho mai portato nessuno qui. Se ha un appuntamento faccia come gli altri, vada alle mie sedute, infatti, sto andando proprio lì.
Un appuntamento?, non mi serve un appuntamento rispose con quel tono di sfida.
Beh, sarà per unaltra volta, ho dei clienti che mi stanno aspettando. Buongiorno risposi, dirigendomi verso lascensore.
Dove crede di andare? chiese la donna, mettendosi accanto a me, con lascensore alle spalle.