Per la gente del villaggio Sennin era una specie di sciamano, ma i guardiani sapevano chi era davvero. Era un maestro nel lanciare incantesimi e sapeva molte più cose della maggior parte degli umani del regno. Shinbe sorrise tristemente mentre vedeva il vecchio avvicinarsi.
«Perché quellaria triste, Shinbe?» gli chiese Sennin, squadrandolo con i suoi occhi stanchi. Il guardiano ametista si comportava in modo strano ultimamente e non era una cosa da sottovalutare perché, a suo parere, tutti i guardiani erano un po strani per natura.
Shinbe si alzò mentre si avvicinavano, come se stesse aspettando loro invece di litigare con Toya.
Suki guardò la statua dietro di lui e gli chiese: «Kyoko è già tornata a casa?».
Lui la fissò senza espressione e rispose: «Sì, se nè andata.».
Kamui smise di cercare da mangiare nel cestino e guardò suo fratello, con il sorriso che svanì per lasciare posto alla preoccupazione. «E perché se nè andata?» gli chiese. Poi gli venne in mente qualcosa e, restringendo lo sguardo, aggiunse: «Che cosha fatto Toya, stavolta?».
Shinbe gli mise una mano sulla spalla per tranquillizzarlo, sapeva che anche Kamui odiava quando Kyoko tornava nel suo mondo. «Va tutto bene, tornerà presto.» o almeno così sperava.
Suki sembrava turbata, Kyoko era tornata quella notte e non aveva avuto neanche la possibilità di parlare con lei, se non per qualche istante al mattino. «Gli ha lanciato lincantesimo?» gli chiese.
Shinbe la guardò e sorrise, «Credo proprio di sì. Adesso non è di buonumore.».
«Immagino. Sai per cosa hanno litigato, stavolta?» gli chiese Sennin restringendo lo sguardo, mentre si dirigeva verso la capanna. Suki lo seguì e Kamui riprese a rovistare nel cestino. Shinbe pensò a come rispondere alla domanda e disse: «Secondo voi a Toya serve un motivo per sgridarla?», poi scrollò le spalle, sperando che nessuno percepisse il suo senso di colpa.
Toya era seduto ai piedi di un albero non lontano dalla capanna e aveva sentito la loro conversazione. Aveva sentito anche la risposta di Shinbe e gli venne voglia di ridurlo in poltiglia ma, a pensarci bene, era meglio non raccontare quello che era successo. I suoi occhi emanavano scintille argentate mentre ripensava al bacio. Decidendo di tacere per il momento, si appoggiò allalbero e chiuse gli occhi, fingendo di dormire.
«Toya, sei sveglio?» disse Sennin.
Lui lo ignorò, non gli doveva niente.
Luomo fece una pausa, poi aggiunse: «Lhai fatto di nuovo. Non potevi aspettare che lei rimanesse ancora un po?».
Toya si sporse in avanti e gli lanciò unocchiataccia: «Sta zitto, tu. Non sai neanche di cosa stai parlando.», poi si alzò di scatto e si diresse verso la foresta.
Shinbe sospirò di sollievo, temeva che Toya gli avrebbe detto di quel bacio innocente e che lui avrebbe dovuto dargli una spiegazione. Ho detto innocente? si chiese mentalmente, sentendo un peso sullo stomaco. Se era così innocente, perché continuava a pensare a quanto fossero morbide le labbra di Kyoko? Gemette a quel pensiero ed entrò nella capanna.
Kaen, amico dei guardiani, meglio descritto come uno spirito di fuoco, apparve davanti a Kamui sorridendo. Spesso lo aiutava con lallenamento ed era molto protettivo nei suoi confronti durante la battaglia. Il fatto che potesse trasformarsi in un drago era utile rendeva lallenamento molto più intenso. Iniziarono a lottare fuori dalla capanna, e Sennin e Suki si scambiarono unocchiata.
Lei scrollò le spalle ed entrambi entrarono nella capanna. Shinbe era sdraiato di spalle su una stuoia, con un braccio sotto la testa. Lo guardarono ma nessuno dei due disse nulla sul suo umore depresso. Suki accese il fuoco mentre Sennin preparava il cibo per la cena.
*****Toya era rimasto lontano dalla capanna per tutto il giorno, finché il sole non era iniziato a calare. Si avvicinò in silenzio mentre sentiva Sennin e Suki che parlavano a bassa voce. Il suo udito di guardiano captò ogni parola sussurrata dalle loro labbra.
«Pensi che sia malato?» chiese Suki preoccupata mentre guardava Shinbe, che stava ancora dormendo.
«Non ha mangiato nulla.» rispose Sennin mentre puliva le ciotole.
«Spero davvero che non si stia ammalando. Senza laiuto di Kyoko, domani avremo bisogno di lui per cercare i frammenti.» disse Suki, poi scrollò le spalle e srotolò il suo materassino. «Quando si sveglia gli preparo una tisana alle erbe.» aggiunse.
Sennin non pensava che fosse malato perché i guardiani avevano unelevata immunità alle malattie umane. In realtà, non ne aveva mai visto uno ammalarsi. Doveva esserci qualcosaltro.
Poi pensò al frammento del cristallo e il suo sguardo sincupì. Da quando la gemma era andata in frantumi, le schegge erano finite ovunque e quasi sempre nelle mani sbagliate. Un demone debole che ne possedeva uno diventava forte e molto pericoloso. Lesercito malvagio di Hyakuhei sembrava crescere di giorno in giorno e, ultimamente, Sennin aveva sentito il male avvicinarsi.
Toya era fuori dalla capanna, indeciso se entrare o no, quando si sentì nominare.
«Chissà per cosa si è arrabbiato Toya al punto da far andare via Kyoko.» disse Suki sbadigliando.
Sennin annuì: «Spero che abbia imparato la lezione. Abbiamo bisogno di lei quanto dei guardiani.».
Suki si sedette sul materassino e aggiunse: «Beh, non gli ci vuole molto per farla arrabbiare. Scommetto che le ha detto qualcosa sul fatto che si era ubriacata.». Si voltò per guardare Kamui quando sentì la sua risatina, poi afferrò un pettine e glielo lanciò dritto in testa, «Pensavo che stessi dormendo!».
Sennin rise mentre si dirigeva verso la porta, «Buonanotte, Suki Kamui.».
Toya era ancora lì fuori, aveva dimenticato che Kyoko si era ubriacata. Bene, non avrebbe avuto bisogno di dire cosera successo davvero anche se sarebbe stato bello mettere Shinbe nei guai con Suki. Si sarebbe arrabbiata così tanto che lo avrebbe picchiato per un secolo.
Saltando sullalbero, Toya rise allidea, sapendo che suo fratello non avrebbe mai reagito per fermarla.
Capitolo 5 Gelosia pericolosa
Kyoko era triste, non faceva che pensare a Shinbe, Toya e quello stupido bacio. Era sdraiata sotto le coperte, completamente sveglia, e rifletteva sul desiderio di essere baciata da entrambi. Da una parte cera Shinbe, il guardiano pervertito che flirtava con tutte le ragazze che incontrava. Avrà avuto parecchie donne, eppure il solo pensiero del suo bacio la faceva quasi svenire.
Dallaltra cera Toya, che la sgridava per le sciocchezze e cercava sempre di controllare ogni sua mossa. A volte, però, era molto dolce. Lo erano entrambi. Kyoko affondò la testa nel cuscino e sospirò. Che strano, di solito prima di dormire pensava soltanto a Toya, mentre da un po di tempo cera Shinbe nei suoi pensieri. Shinbe si addormentò dormendo sognandolo di nuovo.
*****Shinbe si svegliò madido di sudore nel cuore della notte, aveva fatto un altro sogno. Gemette mentre si alzava. Perché continuava a pensare a lei? Stava diventando matto. Si guardò intorno per assicurarsi che Suki e Kamui dormissero ancora. Sgattaiolando in silenzio, uscì dalla capanna e fece un respiro profondo guardando il cielo. In quel momento notò Toya che lo fissava dallalbero proprio di fronte alla capanna.
«Che cè?» gli chiese; non voleva litigare in quel momento, ma il modo in cui laltro lo stava fissando era irritante.
Toya annusò laria e ringhiò, percependo leccitazione di suo fratello, «Che stai facendo?».
Shinbe abbassò la testa e si toccò una tempia come se avesse mal di testa, anche se era impossibile per un immortale. «Vado a fare due passi, non sono affari tuoi.».
«Che cè?» gli chiese; non voleva litigare in quel momento, ma il modo in cui laltro lo stava fissando era irritante.
Toya annusò laria e ringhiò, percependo leccitazione di suo fratello, «Che stai facendo?».
Shinbe abbassò la testa e si toccò una tempia come se avesse mal di testa, anche se era impossibile per un immortale. «Vado a fare due passi, non sono affari tuoi.».
Toya ringhiò di nuovo, saltò giù dal ramo e gli girò intorno come se stesse accerchiando una preda. «E invece sì.» continuò.
Shinbe lo guardò con la coda dellocchio e unespressione annoiata, ma mentalmente era pronto a colpirlo. «Non so che cosa stai insinuando ma, con tutto il rispetto, non ho bisogno che tu mi faccia da guardia.».
Toya si fermò e gli si parò davanti così in fretta da spostare laria. «Stai lontano da Kyoko, hai capito? Se mi viene il dubbio che lhai toccata», abbassò un braccio di scatto e fece comparire uno dei suoi pugnali, « non ci penserò due volte a ucciderti, anche se sei mio fratello.».
Shinbe non sopportava la pesantezza di Toya e ribatté: «Sì, sì, ho capito. Adesso, se non ti dispiace .».
Toya si scostò per farlo passare, Non mi fido di lui. pensò.
Shinbe si addentrò nella foresta senza una meta, voleva solo allontanarsi il più possibile dallo sguardo indagatore di Toya. Sapeva che lo avrebbe ucciso quando avrebbe scoperto quello che aveva fatto, ma almeno sarebbe morto felice. Sospirò guardando il cielo stellato, «Oh, Kyoko. Perché te ne sei andata? Accidenti a Toya.». Roteò il bastone e ringhiò: «Maledizione.».
Continuò a camminare senza alcuna intenzione di avvicinarsi al santuario, ma fu proprio lì che andò a finire. Si fermò allentrata della radura, sapendo che non avrebbe dovuto essere lì. Probabilmente Toya lo stava seguendo. Si guardò intorno per cercare eventuali segni della presenza del suo irascibile fratello. Quando non lo sentì da nessuna parte, si diresse lentamente verso la statua della fanciulla.
Si fermò a guardare la sosia di Kyoko dal passato, sognando ad occhi aperti, e non sentì i passi alle sue spalle.
«Che diavolo ci fai qui?» esclamò Toya con voce cupa. Shinbe perse lequilibrio per lo spavento e sarebbe caduto tra le braccia della fanciulla, se lui non lo avesse afferrato per un braccio.
«Devi smetterla di spaventare la gente in questo modo.» sbottò Shinbe, strattonandosi dalla sua presa.
«Ti ho detto di stare lontano da Kyoko. Non so che cosa sta succedendo nella tua testa ma, se devo picchiarti per farti ragionare, lo farò.» gli occhi di Toya sinfiammarono di rabbia al pensiero che suo fratello provasse qualcosa per Kyoko. Non in questa vita, non se ci fosse stato lui ad impedirglielo.
Shinbe ne aveva abbastanza delle sue minacce e scattò: «Ma che cavolo vuoi?!», roteò il bastone verso di lui, «Hai avuto un milione di occasioni con Kyoko, e hai sempre fatto finta di niente! E adesso pretendi di dirle con chi può stare e chi può baciare?», poi rise. «Non funziona così, Toya. Hai perso.». Shinbe scosse la testa e raddrizzò il bastone, preparandosi allattacco imminente. Sapeva di che cosa era capace suo fratello, ma era stanco di arrendersi.
Toya lo guardò scioccato, non riusciva a muoversi. Sapeva di non poter usare i pugnali gemelli, altrimenti avrebbe finito per ucciderlo. I suoi occhi si trasformarono in argento fuso mentre lo guardava storto. «Che cosa?! Mi stai dicendo che tu vuoi Kyoko?» ringhiò, poi aggiunse: «Tu sei soltanto un pervertito, Kyoko non potrebbe mai volerti!», e si scagliò contro di lui.
Shinbe schivò lattacco e rimase al proprio posto, «E invece dovrebbe volere te, che cerchi soltanto di controllarla e ti comporti come se non te ne fregasse niente dei suoi sentimenti?». Schivò un altro colpo e rise, poi aggiunse con voce cupa: «Che cè, ho colpito nel segno?».
Toya rimase a guardarlo, avrebbe proprio voluto usare i suoi pugnali. Voleva disperatamente vedere il sangue di Shinbe e non gli servivano armi per farlo. «Tu non hai il diritto di parlare di quello che faccio.» gli disse con voce glaciale; poi abbassò la testa e la frangetta nascose il rosso che si stava insinuando nei suoi occhi argentati.
Shinbe lo guardò con un sopracciglio alzato, «Ah-ha, avevo ragione. Interessante. Il guardiano dargento prova dei sentimenti per la sua sacerdotessa. Ma non hai comunque il diritto di dirle chi può baciare. Come ha detto lei, non ha alcun fidanzato; perciò, per come la vedo io, è un gioco alla pari.» disse Shinbe scrollando le spalle, poi si voltò verso il santuario.
Toya ne approfittò per saltargli addosso, «Dannazione, non osare voltarmi le spalle!». Lo colpì con forza, facendolo volare in aria il bastone.
Shinbe finì a terra ma si rialzò allistante, pronto ad affrontare di nuovo Toya. I suoi lunghi capelli blu notte ondeggiavano nella brezza mentre i suoi occhi color ametista brillavano pericolosamente. Entrambi i guardiani rimasero a fissarsi in rabbioso silenzio per un attimo. Lerba che circondava loro e la statua brillava ancora dellaura nemica di cui non si erano accorti.
Disarmato e in svantaggio, Shinbe tese una mano in avanti e invocò i propri poteri. I massi circostanti iniziarono a staccarsi dal terreno in cui erano rimasti intrappolati per così tanto tempo. Ma si rese conto di non avere il tempo per completare lincantesimo quando Toya si lanciò di nuovo verso di lui. Cercò di spostarsi ma le sue gambe cedettero quando colpì la statua di lato.
I massi crollarono a terra nellistante in cui Toya gli finì addosso, afferrandolo per la gola. Shinbe lo afferrò per la camicia mentre entrambi fluttuavano in una calda foschia azzurra.
Invece di atterrare con un tonfo come si aspettava, Shinbe si sentì avvolgere da una luce blu soffusa. La prima cosa che pensò fu che stava morendo, visto che Toya aveva cercato di strangolarlo. La foschia misteriosa svanì ed entrambi atterrarono con un tonfo.
Toya teneva ancora le mani al collo di Shinbe che, riprendendosi in fretta, riuscì a liberarsi dalla sua presa, spingendolo a terra. Fu allora che Toya realizzò doverano finiti, «Ma che?», attraverso il buio vide il tetto sopra di loro. Erano finiti nel mondo di Kyoko? Shinbe era nel mondo di Kyoko?! «No!» ringhiò mentre si alzava da terra, guardando storto suo fratello. Nessun guardiano aveva mai attraversato il Cuore del Tempo, tranne lui. Era lunico ad avere il permesso. La gelosia iniziò a sfrigolare nel suo sangue.
«Adesso ti ammazzo sul serio!» gridò scagliandosi verso di lui, e lo colpì a una tempia.
Shinbe non era debole come sembrava, scosse la testa e allungò una gamba mentre cadeva, facendo perdere lequilibrio a Toya, che ringhiò mentre finiva contro il muro.
Shinbe si appoggiò alla parete di legno per cercare di riprendere fiato. Aveva il soprabito strappato in alcuni punti e la tempia gli sbatteva. Guardò suo fratello, che non sembrava stare meglio di lui aveva unespressione furiosa.
Toya gridò: «Tu non hai il permesso di stare qui!». Si lanciò di nuovo verso di lui ma colpì il muro quando Shinbe si scostò allultimo secondo. Sarà anche stato più forte, ma lui era più veloce. Shinbe si voltò e gli inviò una scarica di potere che avrebbe ferito anche un dio.
Toya fu sbattuto allindietro ma la rabbia gli impediva di provare dolore. Si asciugò il sangue dalla bocca mentre i suoi occhi diventavano color mercurio. Doveva calmarsi ma la rabbia non glielo permetteva. Voleva colpire Shinbe e fargli davvero molto male. Lo vide chinarsi poggiando le mani sulle gambe e colse lattimo per afferrarlo per il soprabito, lanciandolo fuori dal santuario.
I guardiani non potevano essere uccisi o almeno quella era la teoria beh, era una bugia. Hyakuhei aveva ucciso il loro padre, nessuno era immortale. Shinbe rotolò sulla ghiaia prima di fermarsi, poi si alzò, ripulendosi il sangue e la terra dalla faccia.