Mai Sfidare Il Cuore - Amy Blankenship 7 стр.


I guardiani non potevano essere uccisi o almeno quella era la teoria beh, era una bugia. Hyakuhei aveva ucciso il loro padre, nessuno era immortale. Shinbe rotolò sulla ghiaia prima di fermarsi, poi si alzò, ripulendosi il sangue e la terra dalla faccia.

*****

Kyoko si chiese che cosa lavesse svegliata. Sentendo tonfi e ringhi soffocati, immaginò che il nonno fosse rimasto a guardare la TV ma fu presa dallo spavento quando Tama irruppe nella sua stanza.

«Kyoko!» esclamò lui indicando la finestra, «Cè cè qualcuno che che si azzuffa in giardino!» continuò balbettando, mentre lei correva alla finestra. Non riusciva a vedere nulla perché, a quanto pare, avevano fatto cadere il lampione.

Tama andò alla finestra e rimase a guardare proprio mentre un lampo rosso e nero apparve più vicino, sotto la luce del portico.

«Ma che» disse.

«Toya!» gridò Kyoko in preda al panico. Con chi stava combattendo? Con un demone nel suo mondo? Lo vide mentre veniva sollevato in aria allimprovviso e poi lanciato contro lenorme albero su cui lei si arrampicava da piccola. Il problema era che non riusciva a vedere chi o cosa lo avesse lanciato in aria, sempre che non fosse un fantasma.

«Vai a svegliare il nonno, io vado ad aiutare Toya.» disse, poi prese la balestra e uscì dalla stanza, lasciando Tama da solo.

Corse in giardino a piedi nudi, pronta a scoccare già una freccia eterea. Cercando di individuare il bersaglio, rimase scioccata nel vedere non uno, ma ben due guardiani, e si bloccò di colpo.

«Shinbe» sussurrò, mentre lo vedeva accasciarsi contro il muro del santuario. Le sembrò quasi di sentire limpatto, che le provocò una fitta al cuore. Notò un movimento laterale e si voltò, era Toya che si preparava ad attaccare di nuovo.

Kyoko abbassò la balestra e tese una mano per lanciare lincantesimo che funzionava soltanto con lui. «Toya! No!» urlò.

Lui stava saltando quando cadde a terra allimprovviso come una tonnellata di mattoni, finendo a faccia in giù.

Kyoko corse da Shinbe, scivolando sullerba per la fretta. Inginocchiandosi accanto a lui, si spaventò per le condizioni in cui era. «Shinbe, stai bene?».

Lui aprì un occhio e guardò suo fratello. «Fa un po male.» rispose, cercando di sorridere, ma svenne prima di riuscirci.

Toya guardò Kyoko e ringhiò per la sua espressione preoccupata. Come osava prendere le difese di quel pervertito?

Kyoko si voltò verso di lui con le lacrime agli occhi, «Che coshai fatto?».

Lui non riuscì a rispondere mentre il fratello e il nonno di Kyoko li raggiungevano. Luomo teneva in mano le sue pergamene di incantesimi, pronto a distruggere tutto ciò che osasse minacciare sua nipote.

Kyoko iniziò a singhiozzare, non sapendo cosa fare, «Aiutatemi a portare Shinbe in casa.».

Tama e il nonno non fecero domande e obbedirono. Luomo si limitò a guardare Toya con gli occhi socchiusi, mentre Tama non lo degnò neanche di un rapido sguardo. Si allontanarono lasciandolo ancora steso a terra e lui non si preoccupò di muoversi. Sapeva che Kyoko era così arrabbiata che, se avesse osato entrare in casa, probabilmente avrebbe usato quel maledetto incantesimo altre mille volte. Non era giusto, perché non capiva che la stava solo proteggendo?

La luce della luna illuminò i riflessi argentati dei suoi capelli neri mentre si girava, con il cuore pesante. Poi si alzò e attraversò il portale.

*****

Mentre il sole era ormai alto sul santuario della vergine, Toya stava ancora camminando avanti e indietro nella radura, cercando di capire cosa diavolo fosse successo. Come aveva fatto Shinbe ad attraversare il portale? Non era possibile. Quella domanda continuava a ronzargli nella testa, facendolo quasi impazzire.

Suki arrivò insieme a Kamui e Kaen, erano andati a cercarli. Vide Toya e gli fece un cenno con la mano.

Accidenti, ci mancavano anche loro. pensò lui imprecando. Suki si fermò e lo fissò per un momento, cogliendolo di sorpresa con la propria espressione preoccupata.

«Toya, stai bene? Cosè successo?» gli chiese sfiorandogli il viso, e lui sussultò. Suki notò le ferite in via di guarigione e il sangue sui vestiti e sulle mani. Toya non si sporcava mai le mani in quel modo, che stava succedendo?

«Di chi è tutto quel sangue?» insistette. Quando lui non rispose e si voltò di spalle, Suki si guardò intorno per cercare Shinbe, certa che lui le avrebbe detto qualcosa. Non vedendolo, andò nel panico e spalancò gli occhi, «Dovè Shinbe?».

Kamui era rimasto indietro con Kaen, poi percepì lagitazione di Toya e si avvicinò. Aveva sentito la domanda e pregava di sbagliarsi sulla risposta. Sperando di calmare entrambi, cercò di sdrammatizzare: «Avanti, non vorrai farci credere che hai ucciso Shinbe?».

Toya digrignò i denti e sbottò: «Non ho ucciso nessuno, stupido bastardo, quindi chiudi la bocca!», poi si guardò le mani insanguinate non se nera neanche accorto.

Che cosho fatto? si chiese. Lultimo colpo doveva aver ferito gravemente Shinbe, si ricordò dei suoi artigli che gli affondavano nella carne mentre lui lo scagliava contro lalbero. Sapeva che quegli artigli potevano essere letali quando si allungavano in battaglia letali non solo per i demoni ma anche per gli immortali, compresi i guardiani.

Non avrebbe dovuto combattere contro suo fratello, ma era così furioso che non era riuscito a fermarsi. Perché aveva perso il controllo in quel modo, rischiando che il suo sangue demoniaco affiorasse? Di solito faceva più attenzione, accidenti. Se Kyoko non fosse arrivata in quel momento, chissà cosa sarebbe successo. Non aveva mai combattuto con Shinbe che diavolo gli era preso?

Il panico lo assalì quando sentì gli sguardi di Suki e Kamui su di sé. Shinbe era suo fratello era un guardiano che cosa aveva fatto? Senza guardarli, strinse i pugni e gridò: «Io non ho fatto niente!». Sentendo il bisogno di allontanarsi, schizzò via verso i boschi.

Kaen e Kamui si guardarono a vicenda con aria preoccupata.

*****

Kyoko era seduta alla scrivania con ago e filo in mano. Stava cucendo il soprabito di Shinbe, che era strappato in alcuni punti. Con Toya scomparso e Shinbe svenuto, aveva bisogno di tenersi occupata non cera neanche qualcuno a cui chiedere cosa fosse successo. E aveva la sensazione di essere lei la causa di quella rissa.

«Era solo uno stupido bacio.» borbottò con aria colpevole.

Dopo che il nonno aveva tolto i vestiti a Shinbe, lei li aveva presi per lavarli, mentre Tama gli aveva dato una mano con le ferite. Se Shinbe non fosse stato un guardiano e non avesse avuto anche la capacità di guarire in fretta, sarebbe morto dissanguato in pochi minuti. Guardando la stoffa strappata, Kyoko immaginò gli artigli di Toya e rabbrividì.

Shinbe era messo piuttosto male, ma il bernoccolo in testa era la cosa peggiore. Il nonno aveva detto che, probabilmente, ci avrebbe messo un po per riprendersi; e le aveva anche detto che la lotta tra due guardiani era più pericolosa di una tra due umani. Ah, il nonno e le sue leggende ma a lei non serviva una leggenda per capire che era una brutta situazione. Sperava solo che Shinbe non riportasse danni cerebrali, non era un buon segno che non si fosse ancora svegliato. Pregò che si svegliasse presto e le dicesse che stava bene.

Si era seduta accanto a lui dopo che il nonno aveva finito di medicarlo e lo aveva sistemato nel suo letto. Non si era più addormentata per paura che si svegliasse senza che lei se ne accorgesse.

Shinbe aprì lentamente gli occhi alla luce fioca della stanza. Dove si trovava? Fissò il soffitto bianco in confusione, gli faceva male tutto. Cercò di guardarsi intorno, ma provava dolore anche così. Vedeva tutto rosa, che posto era?

«Ahi!» esclamò Kyoko quando si punse con lago, e si succhiò il dito. Si girò leggermente e Shinbe la vide, con la luce della scrivania che le illuminava il viso.

«Devo essere in paradiso.» sussurrò, e la vide voltarsi verso di lui con gli occhi spalancati. Cercò di sorridere, ma la testa gli faceva troppo male e chiuse di nuovo gli occhi.

Kyoko quasi rovesciò la sedia per andare a sedersi sul letto accanto a lui. «Shinbe no, ti prego, non addormentarti di nuovo.» lo implorò con voce tremante, mentre iniziavano a scenderle le lacrime. Lui percepì il loro odore nellaria e riaprì gli occhi ma perché stava piangendo? Cercò di mettersi a sedere ma un dolore lancinante gli esplose in una tempia.

Kyoko gli mise una mano sulla spalla, «Non muoverti, sei ferito.». Si passò una mano sulla guancia bagnata e sorrise.

«Dici davvero?» disse lui cercando di ricambiare il sorriso, ma il dolore ancora non glielo permetteva, e si portò una mano dietro la testa. Che bernoccolo. pensò, guardando Kyoko confuso.

Lei non riuscì a trattenersi: «Sei un idiota, avresti potuto farti ammazzare.», e iniziò a singhiozzare, coprendosi il viso con le mani.

Shinbe allungò una mano e le accarezzò una guancia, «Mi dispiace. Spero che Toya sia ridotto male quanto me.».

Lei abbassò le mani e rispose: «Non lo so.», poi si voltò e andò alla scrivania per versargli un bicchiere dacqua. Allimprovviso si sentiva arrabbiata con entrambi. Avrebbero dovuto cercare il talismano insieme, non combattere tra loro.

«Come non lo sai?» chiese Shinbe cercando di alzare un sopracciglio, ma scoprì che gli faceva male anche quello. Decise che, la prossima volta che avrebbe combattuto con Toya, non si sarebbe limitato a difendersi avrebbe contrattaccato.

Kyoko gli si avvicinò e lo aiutò a bere, poi sorrise e disse: «Non lho più visto, dopo che gli ho lanciato lincantesimo.». Sapeva che quelle parole gli avrebbero tirato su il morale.

Shinbe tossì, «Lincantesimo?», poi si portò una mano sul petto fasciato e gemette: «Ti prego, non farmi ridere. Fa male.».

Lei lo guardò con aria triste, «Mi dispiace tanto. Non potevamo portarti da un medico umano senza che beh, lo sai. Il nonno ha cercato di ricucire le ferite meglio che poteva e sono guarite quasi tutte.».

Shinbe le fece locchiolino invece di annuire con la testa, «Sì, capisco. Grazie per esservi presi cura di me.». Poi la curiosità lo sopraffece, «Non sei andata a cercare Toya?».

Kyoko si alzò, voltandogli le spalle, e rispose: «No, sono rimasta qui ad aspettare che ti svegliassi.». Andò alla scrivania per prendere unaspirina, poi si rese conto che non avrebbe fatto effetto su un guardiano. «Perché stavate litigando?» gli chiese, anche se non voleva sapere la risposta. Poi riprese laspirina, di certo non gli avrebbe fatto male.

«Per quanto tempo ho dormito?» chiese lui, cercando di ridurre il dolore al minimo. Aveva sentito la sua domanda ma preferiva che la cosa rimanesse tra lui e Toya.

«Per diverse ore.» rispose Kyoko, facendogli prendere la pillola e aiutandolo a bere, «Prendi questa e bevi.».

Shinbe obbedì e pensò: È rimasta al mio fianco per tutta la notte?, e chiuse gli occhi per riflettere. Poi sentì la sua mano fresca sulla fronte e li riaprì.

Kyoko sorrise e disse: «Non riesco a credere che tu sia qui nel mio mondo.», poi scrollò le spalle come se non fosse importante, e invece lo era. «Ok, adesso che so che stai bene penso che dovrei andare a dire agli altri che non torneremo per un po. Tu riposati, sarò qui quando ti sveglierai.».

Shinbe la fissò sbalordito si guardò intorno e finalmente capì era nel suo mondo! Doveva aver battuto la testa molto forte per non essersene accorto prima.

Un attimo aveva appena detto che sarebbe andata di là da sola? E se Toya le avesse impedito di tornare? E se le fosse successo qualcosa? Lui doveva continuare la caccia insieme agli altri, doveva stare lì per proteggerla da Hyakuhei.

Shinbe cercò di mettersi a sedere per dirglielo, ma il dolore lo fece ricadere allindietro.

Kyoko si fermò e tornò indietro per controllarlo, «Per favore, non cercare di alzarti. Non sappiamo se le ferite interne sono già guarite e non vorrei che morissi dissanguato mentre io sono via.» disse quasi scherzando, ma cera davvero il rischio di danni interni se non stava fermo.

«Ma non posso restare qui, non so nemmeno dove mi trovo.», stava iniziando ad andare nel panico al pensiero che se ne andasse. Kyoko doveva aver percepito la sua paura perché, mentre apriva la porta per andarsene, gli disse a bassa voce: «Non preoccuparti, Shinbe. Manderò il nonno a farti compagnia.», e chiuse la porta prima che lui avesse la possibilità di protestare.

Capitolo 6 Malintesi

Dopo aver detto al nonno che Shinbe era sveglio, Kyoko prese il suo zaino e lo riempì con tutte cose che i suoi amici avrebbero gradito. Cerano la carne essiccata per Toya, le barrette al cioccolato per Kamui e, naturalmente, i chewing-gum preferiti di tutti.

Poi prese anche un paio di bottiglie di soda e delle mandorle ricoperte di cioccolato per Suki e Sennin. Adesso si sentiva meglio sapendo che Shinbe sarebbe tornato presto. Ad ogni modo avrebbe dovuto parlare con Toya della lite e del fatto che avesse rischiato di uccidere suo fratello. Poi si chiese come aveva fatto Shinbe ad attraversare il Cuore del Tempo. Il portale non lavrebbe mai lasciato passare senza un motivo. «Forse era per interrompere la lotta.» borbottò sottovoce.

Poi infilò nello zaino anche le solite scorte, come bende, cerotti e aspirine. Guardandosi intorno nella cucina, si chiese se non fosse il caso di controllare Shinbe unultima volta, ma decise di non farlo. Era stato già abbastanza difficile andarsene. Le sembrava di vedere ancora il suo sguardo implorante, come se la stesse pregando di non andarsene, ma sarebbe stata via solo per alcune ore. Sarebbe stato bene con Tama e il nonno. Chiuse lo zaino e si diresse verso il tempietto.

*****

Il gruppo aveva trascorso le ultime ore a cercare Shinbe. Non riuscivano a trovare le sue tracce, quindi non sapevano da dove cominciare. Non facevano che pensare al peggio, anche se non riuscivano a trovare le prove che fosse effettivamente successo qualcosa di brutto. Stavano letteralmente impazzendo per la preoccupazione. Come se non bastasse, Toya non era tornato allaccampamento, quella sera, e questo li aveva portati a pensare che fosse lui il responsabile della scomparsa di Shinbe. Suki ne era convinta.

In più, la lontananza di Kyoko faceva sembrare tutto ancora peggiore. «Se Toya torna, giuro che lo ammazzo con le mie mani.» singhiozzò Suki con le mani sul viso, mentre Sennin la confortava.

Kamui era seduto accanto a lei in silenzio mentre gli balenava nella mente limmagine di Shinbe morto. Ma lui lo avrebbe saputo se suo fratello fosse morto no? Lui e Kaen avevano capito che qualcosa non andava appena avevano messo piede nella radura nellarea cerano vibrazioni che emanavano rabbia e qualcosaltro che non erano riusciti ad identificare.

Unaltra prova era il fatto che alcuni massi attorno alla statua erano stati dissotterrati. E poi, dovera Kyoko? Questo pensiero lo portò a chiedersi cosa fosse successo esattamente anche lei era ferita? Non era ancora tornata e lui iniziava a preoccuparsi. Sospirò, sapendo che Kaen era ancora fuori a cercare Shinbe.

«Ehi, cè nessuno?» disse Kyoko con voce allegra mentre apriva la porta della capanna. Notò subito laria afflitta di Suki e, poggiando lo zaino a terra, corse da lei. «Che succede?» le singinocchiò accanto, Suki non piangeva mai era lei la piagnucolona del gruppo.

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