Monica non guidava una macchina antica da anni. Per questo era agitata. Decise di trascorrere il pomeriggio a guidare la vecchia macchina che teneva parcheggiata nel parcheggio sotterraneo e che non aveva toccato da quando si erano trasferiti. Se la conservava ancora, era perché correva voce che avrebbero introdotto unimposta per poter circolare sulle strade automatiche, oltre alla tassa che si pagava annualmente.
Monica guidò fino a una vecchia e abbandonata zona industriale della sua città, Elche. Lì avrebbero installato un nuovo laboratorio per esaminare i virus, dopo la demolizione e la ristrutturazione dello stesso, prevista per la fine dellanno.
Fino ad arrivare alla zona industriale, a vari chilometri dalla sua casa bifamiliare, la macchina di Monica si bloccò tutte le volte che lei si fermò.
Bene, Monica, puoi farcela si disse a se stessa , fallo per i tuoi figli e, per favore, cerca di non farti licenziare il primo giorno.
Monica continuò a esercitarsi tutto il pomeriggio, andò persino a prendere Samuel a scuola.
***Erano le dodici e mezza di sera quando Oscar entrò in casa.
Ti sei divertito? disse Monica dal divano.
Ciao, mamma, molto.
Sei tornato presto.
Dopo tante ore con loro mi sono stancato si giustificò Oscar sorridente.
A tuo fratello sei mancato oggi pomeriggio.
Perché non mi parli mai di mio padre? chiese cambiando argomento e ricordandosi delle lettere che sua madre teneva nascoste.
Vuoi davvero parlarne?
Sì.
Non sono pronta.
Mamma, sono passati diciotto anni, voglio conoscerlo.
Non so niente di lui da molto tempo. Magari potessi darti informazioni! Anzi, magari potessi dirti che tuo padre era meraviglioso o che ti ha cercato, ma non lha fatto, non si è mai preoccupato di te mentì Monica.
Oscar andò in bagno per cercare di calmarsi. Da quando aveva scoperto le lettere di suo padre due giorni prima, aveva la sensazione di aver vissuto tutta la sua vita con unestranea. Non conosceva più sua madre. Aveva sempre pensato che suo padre fosse la persona peggiore al mondo basandosi su quello che gli aveva detto sua madre, ma ora che aveva scoperto parte della verità, dubitava che sua madre fosse migliore. Quali ragioni poteva avere per non lasciare che gli si avvicinasse?
Monica salì per vedere se Samuel continuava a dormire. Quando scese di nuovo, trovò Oscar che guardava la TV angosciato.
Guarda, mamma, è esploso un laboratorio di virus a Taiwan.
È una tragedia. Per questo mi fa paura il fatto che vogliano costruire un laboratorio qui.
È normale, Elche è la città più importante della Spagna. Il fatto che non ce ne sia uno qui è illogico disse Oscar emozionato.
Non andrai avanti con quella stupidaggine dei ProHu, vero?
Stupidaggine? Ti sembra una stupidaggine rischiare la tua vita per salvare quella di altre persone? Io credo che si debba essere molto coraggiosi per fare qualcosa del genere Oscar era turbato.
Lhai appena detto tu stesso, rischi la tua vita. Che bisogno cè di farlo?
Qualcuno deve pur farlo, altrimenti tutti moriremmo. Se nessuno rischia, nessuno vince.
E devessere mio figlio?
Se cè bisogno, sì.
Cosa vuoi dimostrare?
Cerco solo di aiutare, aiutare le persone malate a curarsi e aiutare te e Samuel con i soldi.
Non devi farlo, ci sono già molti candidati.
Sei unipocrita, mamma. Hai sempre detto che i ProHu sono eroi, ma non ti va lidea che tuo figlio sia uno di loro. ProHu sì, ma senza sporcarsi le mani. Che coraggiosa che sei, mamma! Oscar aveva le lacrime agli occhi.
Vuoi parlare di coraggio a me? Chi ha cresciuto te e Samuel? Chi vi ha dato tutto?
Immagino la stessa persona che da quando sono nato mi ha sempre negato di conoscere mio padre disse Oscar cercando di recuperare la serenità.
Non dire sciocchezze. Tuo padre ci ha abbandonato. Non so niente di lui da diciotto anni.
Non continuare a mentire. So tutto, ho trovato la tua scatola.
Hai rovistato tra le mie cose?
Ti preoccupa di più che abbia trovato la tua scatola del fatto che è tutta la vita che mi stai mentendo? alla fine Oscar crollò e iniziò a piangere.
Lho fatto solo per proteggerti.
Da dove hai tirato fuori questa frase? Da un film?
Aspetta, dove vai?
Oscar aprì la porta principale e uscì sbattendola.
Oscar, aspetta!
Monica uscì in strada, ma era troppo tardi. Suo figlio, campione di atletica leggera, era già sparito.
5. Due sono meglio di uno
Keysi lavorava sul virus di Soria, faticava a studiarlo. Al computer suonava lopera di Wagner La Cavalcata delle Valchirie. Carolina, che mostrava evidenti sintomi di mancanza di sonno, prendeva appunti su un quaderno per poi aggiungerli nella sua tesi. Keysi premette il pulsante Pausa e disse a voce alta alla sua collega:
È come se fossero due virus, invece è uno solo.
Carolina si avvicinò a Keysi e guardò i dati provenienti dal computer.
Keysi, hai mischiato due virus? Questi dati non sono possibili. Qui ci sono variabili di due virus, è chiaro che cè qualche tipo di errore.
Gli addetti alla raccolta dei virus devono aver commesso uno sbaglio.
Dovremmo dirlo.
Ma, Carolina, potrebbero licenziarli. Un errore così grave potrebbe causare un licenziamento.
Mi sorprende che la pensi così, quando sei tu quella che trascorre più tempo qui perché è preoccupata per le persone infette.
Lo so, ma mi preoccupo anche per i miei compagni.
Daccordo. Elaborerò i miei campioni e confronterò i risultati con i tuoi, magari cè stato un errore.
Grazie, Carolina. Chiamerò lospedale di Soria per sapere come va lanziano e, già che ci sono, chiederò che ci mandino più campioni, se è possibile.
Carolina si girò, riprese quello che stava facendo e venti minuti più tardi iniziò a studiare il virus di Soria. Keysi uscì alla ricerca del numero di telefono dellospedale di Soria.
Jacinto, un giovane attraente di ventisette anni della sezione della raccolta dei virus, entrò nella Sala 4, la stanza dove ogni giorno lavoravano Keysi e Carolina, spaventando questultima, che era concentrata sul suo lavoro.
Non sai bussare? chiese Carolina arrabbiata.
Mi dispiace.
Ti dispiace? Jacinto, Keysi e io lavoriamo con del materiale molto delicato e siamo due delle poche persone che non indossano tute di isolamento, né nessunaltra protezione. Quindi, per favore, stai più attento.
Lo so, ma non siete mai esposte direttamente. Io corro più rischi quando vado a raccogliere virus. La mia tuta potrebbe strapparsi e io potrei essere contagiato.
E la tua interruzione avrebbe potuto provocare la caduta di questo flacone che tengo in mano contenente questo misterioso virus per il quale non abbiamo ancora una cura e contagiarci entrambi Carolina si tratteneva dal piegare il suo braccio.
Perché dici che è misterioso?
Perché tutti i virus hanno le proprie variabili simmetriche. Da quando i virus si possono catturare abbiamo potuto scoprire che tutti hanno lo stesso modello simmetrico con le loro caratteristiche.
Sì, questo lo sapevo già. Lavoro qui, ricordi?
Jacinto aveva da sempre una passione per i virus, per questo aveva iniziato a studiare Biologia per poi specializzarsi in Virologia Molecolare. Ma dopo essersi reso conto che avrebbe dovuto lavorato rinchiuso in un laboratorio, invece di Biologia studiò Raccolta e trattamento specializzato di microorganismi.
Sì, questo lo sapevo già. Lavoro qui, ricordi?
Jacinto aveva da sempre una passione per i virus, per questo aveva iniziato a studiare Biologia per poi specializzarsi in Virologia Molecolare. Ma dopo essersi reso conto che avrebbe dovuto lavorato rinchiuso in un laboratorio, invece di Biologia studiò Raccolta e trattamento specializzato di microorganismi.
Sottoponendo i virus alla viocula la viocula era una macchina che mostrava tutte le caratteristiche osservabili di un virus, cosa che costituiva il punto di partenza per lo studio di ognuno di loro tra gli altri dati ci mostra questo grafico Carolina indicò lo schermo del computer.
La tavola caratteristica.
La tavola caratteristica era un grafico simile a una catena di DNA, che mostrava le qualità uniche dei virus.
Esatto. Qui possiamo vedere due tavole caratteristiche incrociate, cosa del tutto impossibile. Per questo crediamo che questo virus sia stato sottoposto a qualche tipo di contaminazione che lha alterato.
Carolina, questo è impossibile, io stesso raccolsi questo virus.
***Keysi chiamò lospedale dove si trovava lanziano di Soria, avviando una chiamata olografica e mettendo il suo telefono sul palmo della sua mano. Solo i cellulari moderni disponevano di chiamate olografiche, gli altri dovevano accontentarsi di chiamate vocali o videochiamate. Rispondendo allaltro lato della linea, sul telefono di Keysi apparve lologramma di una donna di mezza età con segni evidenti di essersi sottoposta a una terapia estetica del viso.
Keysi spiegò alla donna la ragione della sua chiamata.
Mi dispiace comunicarle, signorina, che lanziano è morto ieri sera. La buona notizia è che per ora non ci sono altre persone infette.
La donna promise di inviarle più campioni del virus quello stesso giorno e la salutò.
Keysi tornò nella Sala 4, dove trovò Carolina che parlava con Jacinto.
Devo andare. Ciao, Keysi salutò Jacinto, che uscì dalla porta consultando lubicazione di un virus del quale doveva raccogliere dei campioni.
Non dire niente disse Carolina alla sua collega indicandola con il dito.
Keysi sosteneva la teoria che Jacinto fosse innamorato di Carolina, cosa che faceva innervosire questultima, che considerava il suo giovane compagno solo come un amico.
Non volevo dire niente Keysi sorrise e tenne i suoi pensieri per sé . Ho brutte notizie annunciò lanziano è morto.
Ci sono altre persone infette?
Per il momento no. Ci manderanno più campioni oggi. Keysi guardò dalla finestra. Era una giornata soleggiata, i turisti camminavano pigri e il mare brillava . Credo che continuerò a studiare il virus australiano.
Perché non ti riposi un po? Stai chiusa qui a lavorare da quasi ventiquattro ore, hai bisogno di riposo.
Cosa credi che penserebbero i famigliari delle persone infette, se sapessero che invece di cercare una cura mi sto riposando? le chiese Keysi turbata.
Non credo che tu sia daiuto essendo stanca.
Non sono stanca! protestò la ragazza inglese.
Verso le due del pomeriggio arrivarono i campioni del virus tramite la Rete di trasporto di merci altamente pericolose. Si trattava di una rete di piccoli tubi ignifughi, anticongelanti, che non si potevano rompere, di due metri quadrati di diametro, molto rapidi, che stavano sotto terra e che comunicavano con i laboratori. Altrimenti, nel caso delle isole come Maiorca, il virus arrivava fino a un aeroporto, dove veniva trasportato da un aereo speciale fino alla sua destinazione. Allinizio avevano iniziato a costruire la rete per il trasporto di merci, ma a causa degli alti costi al suo posto si costruì una rete più piccola che fosse di utilità medica. La rete era costruita in parallelo alla Rete di trasporto sotterraneo, una rete che trasportava passeggeri, che univa praticamente tutto il mondo e che aveva una velocità che sfiorava i duemila chilometri allora.
Clara si affrettò a portare i campioni nella Sala 4.
Ecco a voi. Per qualunque cosa, chiamatemi si offrì Clara, che quel giorno aveva una pettinatura allantica, propria di due secoli prima, che simulava la figura di un leone feroce.
Credo che uscirò un po.
Anchio. Andrò a casa mia a mangiare. Potresti venire con me. Adesso che le mie compagne sono in viaggio sto da sola. Così non dovresti vedere Carolina evitò di nominare Raúl, lex fidanzato di Keysi.
Non ce nè bisogno, però ti ringrazio.
Carolina se ne andò di corsa, rovesciando una bibita nel corridoio del laboratorio. Keysi rimase un paio di minuti in più, controllando lo strano virus, cercando di trovare un difetto. Fuori dal laboratorio Jacinto laspettava.
Keysi, aspetta.
La ragazza britannica si fermò di colpo, aspettando che Jacinto continuasse a parlare.
Mi faresti un favore?
Un altro?
È uno piccolino.
Daccordo, dimmi cedette la ragazza inglese.
Mi aiuteresti a sedurre Carolina?
Keysi assunse una faccia sorpresa.
Jacinto, so che è dura, ma devi accettare che non le piaci.
Ma le piacerò disse allegramente.
Non ti arrendi mai?
Con lei no.
Da quando la conosci?
Da un paio di anni, da quando ho iniziato a lavorare qui.
E da quando sei innamorato di lei?
Credo da due secondi dopo che lho conosciuta.
Non credo alle favole disse seccamente.
E lo dice quella che lasciò tutto il suo mondo e venne a vivere in Spagna poco dopo aver conosciuto un ragazzo.
Keysi arrossì.
Non posso aiutarti.
Sì che puoi, ma non vuoi. Dai, non ti costa nulla, trascorri tutto il giorno insieme a lei.
Non abbiamo questo tipo di relazione.
Keysi continuò a camminare, finché arrivò al suo appartamento. Entrò e si rallegrò di essere da sola. Accese la sua macchina di cottura, mise tutti gli ingredienti negli scompartimenti indicati e aspettò che il merluzzo con patate arrosto accompagnato da salsa di porro fosse pronto.
La ragazza britannica iniziò a trangugiare il cibo per finire quanto prima e poter tornare subito al laboratorio. La sua ossessione di scoprire antigeni velocemente cresceva giorno dopo giorno. Quando stava finendo di mangiare, Raúl entrò nellappartamento, accompagnato da una donna mora molto giovane e attraente.
Oh, mi dispiace, Keysi, non sapevo che eri qui.
Non scusarti.
La donna rimaneva in silenzio vicino alla porta. Teneva in mano una piccola valigia.
Ti presento mia sorella Marina, è venuta da Alicante Raúl e tutta la sua famiglia erano di quella città per trascorrere qui alcuni giorni in vacanza.
Keysi si pulì i resti di cibo dalla faccia con un tovagliolo che profumava di vaniglia la spezia preferita della ragazza inglese , si avvicinò alla sua ex cognata e la salutò.
Marina e Keysi parlarono allegramente per un po, finché la prima se ne andò con suo fratello, che voleva farle vedere questa bella città vicino al mare.
Keysi aveva dormito a malapena negli ultimi giorni e, anche se aveva detto alla sua collega che non era stanca perché non voleva ammetterlo, lo era. Si sdraiò sul divano con lintenzione di chiudere gli occhi per alcuni secondi che si trasformarono in ore.
***Carolina si sentì svuotata entrando nel suo appartamento, a nord della città. Viveva con due studentesse di Diritto, una di Valencia e laltra di Barcellona, che in quel periodo erano in viaggio a Nizza. Col tempo erano diventate grandi amiche, anche se non aveva molte cose in comune con loro.