Ma questo potrebbe ritardare il nostro lavoro si lamentò la ragazza inglese.
In effetti questo è il mio timore più grande. Se invece di andare avanti con la ricerca dovrete fargli vedere le tecniche, come funzionano i nostri aggeggi e via dicendo, mi preoccupa che ci mettiate troppo tempo per trovare degli antigeni. Farò il possibile perché vi lascino in pace. Keysi, a che punto sei con i possibili antigeni che mi avevi detto?
Cè qualcosa che non va. Quando applico il virus sulle cellule sintetiche e poi inietto i miei antigeni, il virus cresce. Non so come, ma lo massimizzo, quando in realtà cerco di fare il contrario.
È chiaro che hai una o più variabili al contrario disse Carolina.
È quello che ho pensato. Ho fatto altre combinazioni coerenti, ma continua a non funzionare.
A volte essere incoerente è la cosa più coerente disse Norberto.
Come vanno i ProHu del virus indiano? chiese Keysi, preoccupata se per caso il suo antigene avesse fallito.
Stanno tutti benissimo e senza effetti secondari, non devi preoccuparti di niente. Lantigene è stato un successo.
Due ore dopo cera un ProHu pronto per provare lantigene creato da Carolina. Era un uomo giovane, di circa trenta anni, che sudava per lansia, steso su una barella.
Si rilassi gli disse una delle infermiere che lavoravano nella Sala delle prove.
Hai una famiglia? Figli? gli chiese Carolina per farlo rilassare.
Due divorzi, quattro figli rispose luomo senza guardarla.
Sei molto coraggioso, poca gente osa essere ProHu.
Lo faccio per i miei figli.
Vuole essere addormentato durante il processo? Lavverto che questo potrebbe avere degli effetti negativi lo informò linfermiera.
Mi ha chiesto se voglio morire addormentato?
Non dire così, non morirai.
A essere sincero, per me fa lo stesso. Chissà chi avrà creato questo siero miracoloso che mi inietteranno?
Questo siero miracoloso come lo chiama lei è possibile che eviti che migliaia di persone muoiano e che altrettante vengano contagiate e finiscano allo stesso modo. E lho creato io disse Carolina arrabbiata.
Mi dispiace si scusò luomo, guardando in faccia Carolina per la prima volta . Sei molto giovane, non sapevo che le persone che studiano queste cose fossero così giovani. Sei anche molto bella.
Carolina arrossì di fronte al complimento delluomo.
Farà male?
Non lo so.
Linfermiera entrò nel modulo di isolamento dove si trovava il ProHu. Con la sua tuta di isolamento si avvicinò a lui, gli iniettò il virus e subito dopo gli iniettò lantigene.
Rimarrò qui un po a osservarlo. Se ho bisogno di aiuto, chiamerò uno dei medici.
Adesso non resta che aspettare disse Carolina allinfermiera.
6. Ti sei perso, ma io ti ho trovato
Samuel si svegliò alle quattro del mattino piangendo per colpa di un incubo. Trovò Monica al piano di sotto seduta sul divano, con unespressione addolorata. Monica aveva passato tutta la notte a svegliare tutti i suoi conoscenti e vicini per chiedergli se sapevano dovera suo figlio Oscar. Nessuno sapeva niente.
Monica rimase seduta sul divano, con Samuel che dormiva con la sua testolina sulle sue gambe, ed era addolorata per la discussione con suo figlio. Lunica persona che non aveva chiamato era il padre di suo figlio, ma escluse subito che Oscar potesse essere con lui. Non sapeva dove viveva e non si era portato dietro il cellulare, quindi in pratica era impossibile.
La sveglia iniziò a suonare alle sette del mattino. Quel giorno iniziava a lavorare di nuovo. Monica si alzò dal letto, aveva dormito solo pochi minuti. Al suo fianco stava dormendo suo figlio minore. Dopo essersi vestita, lo svegliò.
Svegliati, cucciolo Samuel emise un lamento . Svegliati o ti faccio il solletico.
No! protestò il piccolo.
Preferisci Maribel o Rocío?
Nessuna delle due.
Devi scegliere, la mamma deve lavorare.
Non posso rimanere con il mio fratellino?
Il tuo fratellino non cè, scegli lo sollecitò Monica mentre si pettinava.
Rimango solo.
Non è possibile.
Vengo con te.
Non è possibile neanche questo.
Cavolo, mamma, è che Maribel e Rocío non mi piacciono.
Trentadue minuti dopo, Monica arrivava a casa del suo cliente. La casa era una grande villa in periferia, circondata da alberi rigogliosi.
Un uomo imbronciato, con un vestito completamente bianco e con un fazzoletto viola nella tasca della sua giacca, che teneva in mano un bicchiere di plastica pieno di caffè, aprì la porta posteriore della limousine che guidava Monica.
È consapevole del fatto che è arrivata due minuti più tardi? Spero che non si ripetano più dei ritardi, sennò dovrò licenziarla luomo fissò il sedile di copilota . Chi è questo bambino? Monica arrossì.
Mi dispiace, è mio figlio, non sapevo dove lasciarlo e si scusò Monica.
Già, sì, si risparmi le sue scuse, non mi interessano e non mi piacciono le persone che ne hanno sempre una pronta, preferisco le persone decise. Non mi importa che abbia portato suo figlio, mi piacciono i bambini. Ma perché non parte?
Mi dispiace, non so dove lavora. Potrebbe dirmi dove andare?
Non le hanno dato lindirizzo?
No.
Luomo sospirò.
Daccordo, stavolta le dirò dove andare. E, per favore, non si scusi più e non mi dia del lei, non sono così anziano.
Luomo aveva un aspetto giovane, nonostante fosse pieno di capelli bianchi. Monica calcolò che doveva avere allincirca quaranta anni.
La donna di Elche mise in moto la limousine seguendo le indicazioni del suo capo. Era agitata, non voleva rovinare il suo nuovo lavoro dal primo giorno. Il tragitto durò appena dieci minuti. Se fosse andata per una strada automatica, ci avrebbe messo più di cinquanta minuti. Monica iniziò a capire il senso dellutilizzo delle strade antiche: evitare ingorghi e arrivare prima alla meta.
Sono piacevolmente sorpreso di lei luomo regalò un sorriso a Monica per la prima volta . Quanti anni hai? chiese a Samuel.
Samuel alzò la mano nascondendo il pollice e indicando un quattro. Luomo gli si avvicinò e gli accarezzò la testolina.
Ci vediamo alluna, non arrivi in ritardo stavolta disse rivolgendosi di nuovo a Monica, che fece sì con la testa.
Luomo si mise degli occhiali da sole abbastanza moderni e scese dalla limousine, con così tanta sfortuna che rovesciò il resto del caffè sui pantaloni bianchi.
Merda! Cazzo!
Samuel e sua madre risero mettendo la mano davanti alla bocca per nascondere la risata. Il capo di Monica si girò e sorrise forzando le labbra.
La donna di Elche si diresse con suo figlio verso un parcheggio abbandonato non molto lontano dallazienda del suo capo, ricordandosi delle parole delluomo che laveva chiamata il giorno prima per dirle di non allontanarsi dallazienda.
Dobbiamo aspettare in macchina fino a che finisca?
Sì. Vuoi che giochiamo a qualcosa?
Samuel scosse la testa per dire di no.
Preferisco leggere.
Sai, anche a tuo papà piaceva molto leggere.
Mamma, quando andrò allaldilà, lo vedrò?
Non lo so, amore mio, speriamo di sì gli rispose molto dolcemente.
Samuel prese uno dei due libri che si era portato e iniziò la lettura. Monica, invece, cercò su Internet il suo nuovo capo. Si chiamava Alexis, aveva quaranta anni come aveva immaginato e, quando era più giovane, era stato sulla copertina di numerose riviste a causa dei suoi scandali. Da quello che poté scoprire, si era sposato quattro volte, tutti matrimoni brevi tranne quello attuale, che durava già da quattro anni e dal quale erano nate le sue due meravigliose figlie: Yolanda di tre anni e Aura di un anno e mezzo. Lazienda dove laveva lasciato, Il diamante dorato, apparteneva alla sua famiglia da tre generazioni. Si occupava della fabbricazione e della ricerca di nuovi aggeggi tecnologici. Inoltre costruiva centri di immagazzinaggio dellenergia solare e bacini idrici in zone molto piovose per un progetto a scopo umanitario che permettesse di avere elettricità e acqua potabile a costo zero nelle case, un progetto annunciato anni prima, che Monica e altre persone bisognose non vedevano lora che si realizzasse.
Non lo so, amore mio, speriamo di sì gli rispose molto dolcemente.
Samuel prese uno dei due libri che si era portato e iniziò la lettura. Monica, invece, cercò su Internet il suo nuovo capo. Si chiamava Alexis, aveva quaranta anni come aveva immaginato e, quando era più giovane, era stato sulla copertina di numerose riviste a causa dei suoi scandali. Da quello che poté scoprire, si era sposato quattro volte, tutti matrimoni brevi tranne quello attuale, che durava già da quattro anni e dal quale erano nate le sue due meravigliose figlie: Yolanda di tre anni e Aura di un anno e mezzo. Lazienda dove laveva lasciato, Il diamante dorato, apparteneva alla sua famiglia da tre generazioni. Si occupava della fabbricazione e della ricerca di nuovi aggeggi tecnologici. Inoltre costruiva centri di immagazzinaggio dellenergia solare e bacini idrici in zone molto piovose per un progetto a scopo umanitario che permettesse di avere elettricità e acqua potabile a costo zero nelle case, un progetto annunciato anni prima, che Monica e altre persone bisognose non vedevano lora che si realizzasse.
Rovistando tra le foto da adolescente di Alexis, finalmente se lo ricordò. Se non laveva riconosciuto, era per colpa del suo grande cambiamento fisico. Quando era più giovane, era cicciottello, aveva la faccia piena di brufoli e si poteva dire che era brutto. Adesso, non potendo dire che era bello, era molto attraente, in parte grazie al suo aspetto più maturo. Da giovane aveva avuto un sacco di ragazze che gli si avvicinavano per i suoi soldi. Monica si ricordò che una di quelle ragazze era proprio una sua amica dellinfanzia che non ebbe molta fortuna. La sua attuale moglie era una vecchia modella svedese di biancheria intima, famosa per aver sfilato tre volte per la prestigiosa sfilata del disegnatore italo-spagnolo Fiordi Ramos e per aver avuto qualche particina in film famosi.
Senza che se ne rendesse conto, intenta comera a scoprire nuovi dettagli sul suo capo, lorologio segnò luna meno un quarto. Monica mise in moto la limousine e si avviò.
Alexis salì senza dire una parola. Iniziò subito a leggere qualcosa sul suo cellulare, di stragrandi dimensioni. Monica lo guardava dallo specchietto retrovisore. Le sarebbe piaciuto scoprire di più sul suo nuovo capo, ma non osava parlargli, e inoltre non doveva. Quando arrivarono alla villa, scese senza salutare ed entrò in casa sua. Monica pensò che era antipatico.
Appena tornò a casa, vi entrò precipitosamente e cercò suo figlio maggiore, ma Oscar non era tornato. Subito dopo essersi assicurata che suo figlio non fosse tornato nel lasso di tempo in cui era al lavoro, suonarono il campanello di casa. Monica corse alla porta pensando che dovesse essere suo figlio. Invece vi trovò Ignacio con una rosa rossa un po pallida nella mano sinistra e uno sguardo che assomigliava un po a quella di un attore che recita in modo esagerato cercando di sedurre e un po a quella di un sadico assassino.
Ciao, bella disse mentre abbassava lo sguardo.
Cosa vuoi, Ignacio? chiese Monica mettendo le braccia sui fianchi.
Non voglio arrivare alla difficile situazione di doverti sfrattare, quindi ci stavo pensando. Da sempre ho notato una certa attrazione tra noi Monica tossì per non ridere , ma dato che ieri Maribel mi ha detto che tu senti qualcosa per me, mi è parsa una buona idea uscire insieme. Se tu fossi parte della mia famiglia, non dovresti pagarmi laffitto. Pensaci, sarebbe stupido rimanere per strada perché non vuoi uscire con me. In futuro potremmo persino sposarci e avere dei figli, se vuoi, anche se non mi piacciono molto i bambini.
Credo di non averti capito bene. Mi proponi di prostituirmi in cambio dellaffitto?
No, mi hai capito male. Io voglio solo che trionfi lamore. Siamo due persone innamorate, perché non stare insieme?
Monica pensò che aveva sentito abbastanza stupidaggini, quindi rifiutò qualsiasi offerta dicendogli con durezza:
Per te non sentirò mai niente di simile allamore, quindi mettitelo in testa. Non tornare mai più per farmi una proposta così indecente come quella che mi hai appena fatto.
Monica si girò e sbatté la porta, davanti alla faccia stupita di Ignacio, che rimase lì in piedi senza sapere come reagire.
***Erano le nove del mattino quando la porta principale si aprì. Monica vi accorse turbata. Oscar entrò con la faccia stanca.
Tieni disse Oscar a sua madre, consegnandole una busta.
Monica laprì, meravigliandosi della quantità di denaro che conteneva.
Dove li hai presi? E dove sei stato da quando te ne sei andato? chiese turbata.
Tranquilla, sto bene. Paga Ignacio disse con voce serena.
No, finché non mi dici dove hai preso tutti questi soldi.
Me li hanno dato i nonni, bastano per un anno intero.
Monica rimase a bocca aperta.
Vedi, mamma, a volte non essere orgogliosi non è così brutto.
Voglio che glieli restituisca subito disse con tono autoritario.
Ne abbiamo bisogno, o questi o la strada.
Non più. Oscar, ho un lavoro, mi hanno assunta come autista.
Ora era Oscar a essere meravigliato.
Cosa? Pensavo fosse uno scherzo. Sulle strade antiche guidano solo pazzi che cercano una scusa per sfidare la morte.
Non mi succederà niente, le strade antiche sono quasi deserte.
È quel quasi che mi preoccupa.
Riguardo allaltro ieri Monica cambiò argomento.
Non voglio parlarne.
Oscar iniziò a camminare verso le scale.
Oscar, tuo padre non è come credi.
Mamma, per favore, ho detto che non voglio parlarne.
Ma abbiamo bisogno di parlarne.
Parlare di cosa? Del fatto che sei una bugiarda?
Ti ho deluso, vero?
Non sai quanto.
Oscar salì al secondo piano e si chiuse in camera sua. Monica, invece, prese il cellulare e chiamò i suoi genitori.
Chi è? Non vedo niente si sentì parlare una voce femminile allaltro lato della linea.
Non è una chiamata olografica, è solo vocale una seconda voce si unì alla conversazione.
Mamma, papà, sono io. Monica.
Tesoro, devi comprarti un cellulare più moderno perché ti possiamo vedere come se tu fossi qui.
Te ne regaleremo uno disse suo padre.
Nonni! disse Samuel uscendo dalla cucina.
Tesoro, attiva la videochiamata, voglio vedere mio nipote.
Mamma, non ce nè bisogno. Samuel, sali in camera tua ordinò a suo figlio.
Samuel obbedì e salì le scale di corsa.
Perché avete dato soldi a Oscar? Non ho bisogno dei vostri soldi.
Io credo di sì, ci ha detto che vi avrebbero sfrattato.
Papà, non intrometterti, ho già trovato lavoro.
Bene, figlia, bene. Comunque tienili.
Non ho intenzione di farlo.
Questo tuo orgoglio ti farà fuori. Sai chi ho visto ieri dal parrucchiere?
No, mamma.
La madre di Oscar.
La madre di Oscar sono io.
Figlia, sei molto brava a fare la finta tonta. Sai cosa mi ha detto?
Non ho voglia di indovinelli, mamma.
Mi ha detto che vuole vedere suo nipote, e ne ha il diritto. Diciotto anni e lha visto solo nelle foto.
Le hai fatto vedere foto di mio figlio? chiese arrabbiata.
È sua nonna. Per tua fortuna Oscar non ha avuto la faccia tosta di chiedere la custodia condivisa.
Non avrete mica detto qualcosa di questo a mio figlio?
Non gli abbiamo detto niente, ma se ce lo chiede, glielo diremo.
Papà, è una questione tra me e mio figlio.