Indice
Trama
1. Dagger
2. Tavia
3. Dagger
4. Tavia
5. Dagger
6. Tavia
7. Dagger
8. Tavia
9. Dagger
10. Tavia
11. Dagger
12. Tavia
13. Dagger
14. Tavia
15. Dagger
16. Tavia
17. Dagger
18. Tavia
19. Dagger
Charolet
Lautore
Questa è unopera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi ed eventi sono frutto dellimmaginazione delle autrici o sono usati in modo fittizio e non devono essere considerati come reali. Qualsiasi riferimento a fatti realmente accaduti o a persone, in vita o defunte, è puramente casuale.
His Defiant Omega © 2019 P. Jameson and Kristen Strassel
www.pjamesonbooks.com
www.kristenstrassel.com
Cover Design e modifiche successive © Sotia Lazu
La sua Omega Insolente Traduzione italiana © 2021 Chiara Vitali
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo libro può essere utilizzata o riprodotta elettronicamente o stampata senza autorizzazione scritta, fatta eccezione per brevi citazioni inserite nelle recensioni.
Pubblicato da Tektime www.traduzionelibri.it
Creato con Vellum
Unomega insolente costringerà questo soldato Alfa a infrangere tutte le sue regole.
Le Badlands sono nei guai. Qualcuno ha rapito gli omega e il Re Alfa ha incaricato uno dei suoi soldati più fidati di riportarli indietro.
Dagger è il mio più grande nemico. Un Alfa di cui non posso non voglio fidarmi. Insisto per unirmi alla missione, per tenerlo in riga. Ma nemmeno essere la sorella della Regina facilita il mio compito.
Lavorare con il mio nemico si rivela più difficile di quanto mi aspettassi. Ma quando Dagger apre il suo cuore e rivela un segreto che ha sempre voluto tenermi nascosto, il mio odio per lui si trasforma in unemozione molto più pericolosa. Desiderio.
Ora non sono più sicura di chi sia il vero nemico, e se luomo che ho odiato per così tanto tempo sia davvero la chiave del mio futuro.
Uno
Dagger
Mi trovavo nel bel mezzo delle Badlands di quello che ne restava e osservavo le rovine davanti a me. Laccecante sole del deserto splendeva alto nel cielo, mettendo in evidenza le baracche demolite, i recinti carbonizzati, i beni devastati che gli abitanti avevano messo da parte per i giorni disperati. Con o senza il sole, non potevo evitare le persone smarrite che si aggiravano attorno a me.
Perse. Anche io sembravo perso, ai loro occhi?
Quella terra, che confinava a sud con Luxoria, ospitava gli omega, la classe più bassa di mutaforma tra il popolo dei Weren.
No. Non la più bassa. Non più.
Non da quando Re Adalai aveva preso unomega come Regina, e aveva dichiarato finita la Divisione.
Niente più segregazione, niente più branco spaccato in due. Adesso eravamo un unico popolo. Alfa, beta e omega, tutti sullo stesso piano.
Avrei dovuto esserne felice, come tanti degli altri. Come Evander e Cassian. Nemmeno Solen si era messo a sputare nel piatto del Re, per come erano andate le cose. Oltretutto, in quei giorni cera unatmosfera più leggera in città, anche se gli omega si guardavano ancora intorno con occhi sbarrati.
Ma io non ero contento di ciò che stava capitando.
Cera un posto per tutto e per tutti. Il posto degli omega era nelle Badlands. Il mio era... era stato... al fianco del Re. Comandante del Confine Meridionale. Supervisore delle Badlands. Non più. Spogliato del mio titolo, ero solo un altro Alfa in lizza per un posto nel mondo. Non avevo niente e nessuno, a quel punto.
Tranne la mia missione.
Re Adalai mi aveva ordinato di ritrovare gli omega che erano stati rapiti dalle Badlands negli ultimi anni. Le denunce delle persone scomparse non erano giunte nuove alle mie orecchie, ma non le avevo mai prese sul serio. Le Badlands erano... beh, terre cattive, letteralmente. Aveva senso che alcuni mutaforma disperati tentassero di andarsene, in cerca di qualcosa di meglio. Non lo avrebbero trovato. Chiunque dotato di un po di buon senso sapeva che al di là del deserto cera solo altro deserto.
Ed esseri umani. Umani che da noi volevano determinate cose. Volevano sfruttare le nostre capacità e fare esperimenti su di noi a loro vantaggio. Esseri umani che volevano la nostra tecnologia in modo da poter prosperare in ciò che rimaneva del nostro pianeta, dopo che i brillamenti solari e la Grande Tempesta di Polvere avevano mandato lumanità nel caos.
Luxoria era unoasi di cui tutti volevano un pezzo. Aveva senso che gli omega disperati che chiamavano casa le Badlands fossero andati alla ricerca di un altro posto come quello.
Adesso sapevo che non era così.
Gli omega venivano rapiti da anni, uno alla volta, da uomini che li trasformavano in armi viventi. Versioni contorte di loro stessi, bestie metà uomini e metà mutanti, che sbavavano acido e potevano tagliare a metà un lupo con i loro artigli.
Erano venuti per distruggere le Badlands e avevano fatto un ottimo lavoro. Lunica cosa buona della notte appena passata era che nessuno dei mutanti era tornato vivo dagli umani.
Ma il numero degli omega che mancavano allappello era quasi a tre cifre. Il che significava che cerano molti altri mutanti o presto tali nellarsenale degli umani. Stava a me trovarli prima che andassero incontro a quel destino.
Ciò che stavo per intraprendere era in parte una punizione per il ruolo che avevo avuto nella distruzione delle Badlands, in parte una missione di salvataggio. LAlfa che era in me si opponeva a prendersi anche solo un grammo di colpa, ma il Re e gli altri pensavano che avessi trascurato i miei doveri. Facile, da parte loro, visto che erano responsabili dei beta e degli altri Alfa. Era mio il compito di sorvegliare gli omega. I senza legge, i dimenticati. La spazzatura di cui nessuno si interessava. Difficile che qualcuno capisse la situazione in cui mi aveva messo il mio incarico.
Se me ne fosse importato troppo, la mia lealtà verso la corona sarebbe stata messa in dubbio.
Se me ne fosse importato troppo poco... beh, ecco comera andata a finire.
Lequilibrio che avevo dovuto mantenere era stato impervio e impossibile, ma i miei veri sentimenti erano sempre stati da qualche parte a metà strada. A volte, mi relazionavo meglio con gli omega che con quelli della mia stessa classe. A volte odiavo gli Alfa tanto quanto facevano gli omega.
Odiavo me stesso.
Perché vivevo dallaltra parte dei cancelli, mentre le persone di cui dovevo occuparmi soffrivano, che se lo meritassero o no. Perché sapevo che i bambini morivano di fame mentre i Reali mangiavano a sazietà. Per non aver mai riferito queste cose al Re, che gliene importasse o meno.
Per aver guardato una femmina omega, desiderando che potesse essere mia.
Rimasi immobile quando la vidi in lontananza, sbattendo le palpebre due volte per assicurarmi che fosse davvero lei. Non era sporca come la prima volta che lavevo vista al castello. E sebbene il suo vestito ora fosse modesto, non era logoro e strappato come prima. Portava i capelli scuri intrecciati dietro la testa, ma non erano più incrostati di fango.
Tavia era diversa ora che sua sorella era la Regina, ma le piaceva ancora fingere di essere una di quei disperati. Mi aveva fatto odiare ancora di più me stesso, e non ne era nemmeno consapevole. Se avessi avuto qualcosa da dire al riguardo, avrei taciuto.
Allontanando gli occhi da lei, mi concentrai sullorizzonte.
Gli omega erano diventati il mio popolo senza volerlo. Ero io stesso la Divisione, metà devoto a loro e metà al mio Re. La barriera tra loro e la città. Era stato il mio segreto più oscuro e meglio custodito, e sarebbe rimasto tale fino al giorno in cui fossi morto.
Chi cazzo ero io, adesso? Qual era il mio posto in quel nuovo branco unificato per il quale Re Adalai lottava?
Nessuno dei sentimenti che gli omega suscitavano in me contava più della mia posizione. Il posto che mi spettava.
Ora dovevo riguadagnarmelo.
Sarei partito allalba. Avrei trovato tutti gli omega spariti sotto la mia supervisione e li avrei riportati a casa. E, già che cero, avrei ritrovato me stesso. Non sarei mai più stato combattuto tra lonore e il dovere.
Mai più.
Due
Tavia
«Parto per una missione di salvataggio» annunciai. Quelle parole rimasero sospese tra me e mia sorella come una ragnatela, e nessuna delle due allungò una mano per strapparla via.
Diventare la prima Regina omega in una generazione non si avvicinava nemmeno lontanamente alla cosa più spericolata che mia sorella Zelene avesse mai fatto. Tenere il suo culo fuori dai guai, per me, era stato un lavoro part-time, e non avevo mai osato confessarle che era quello il motivo per cui ero stata licenziata dal mio lavoro al castello. Dal primo, in ogni caso. A quel tempo, mi era sembrata la fine del mondo. Avevo pensato che fosse un segreto che mi sarei portata nella tomba. Se non ero stata abbastanza brava per lavorare al servizio dei Reali di Luxoria, avevo temuto che nessun altro mi avrebbe assunta. E non avevo potuto mettere a rischio anche il suo, di lavoro, perché saremmo morte di fame.
Ma, a volte, la scintilla che mia sorella aveva negli occhi ogni volta che combinava dei guai era lunica luce nelle Badlands.
E in quel momento eravamo lì, nella suite privata del castello reale di Luxoria. No, non ci eravamo intrufolate in quella stanza lussuosa. Ci vivevamo. Beh, Zelene ci viveva, ora che si era accoppiata con Re Adalai.
Mia sorella era una Regina, una vera Regina. Mi ci sarebbe voluto un bel po di tempo per farmelo entrare in testa.
Ecco perché, nonostante le proteste di Zelene, ogni sera tornavo a casa nelle Badlands, dove gli omega erano stati condannati a una vita di stenti, così che il precedente sovrano, il padre di Adalai, potesse consumare la sua vendetta. Come suo figlio, anche lui si era innamorato di unomega, ma ciò non gli aveva impedito di farci finire in una tale miseria.
Per quel motivo non mi sarei mai fidata di Adalai o di nessun altro della sua corte. Assetati di sangue e spietati, ero convinta che avrebbero fatto di tutto per tutelare i propri interessi. Dopo venticinque anni nelle Badlands, avevo capito cosa fosse listinto di sopravvivenza più di quanto avrei mai voluto. La differenza tra gli Alfa e me? Io non avrei mai messo qualcun altro in pericolo pur di salvarmi.
Però ora stavo per essere imprudente per il bene superiore. Fissai mia sorella, sfidando la sua espressione scioccata. Era il mio turno di essere temeraria.
«In quanto tua Regina, posso proibirti di andare. Ti posso ordinare di rimanere nel castello.» Zelene si strinse un cuscino di velluto al petto. La sua gamba rotta la costringeva a rimanere in quella stanza. Aveva le stampelle, ma odiava mostrarsi debole. Tutte le persone che abitavano in città, e quelle fuori dai suoi confini, osservavano con attenzione la Regina omega. Il suo posto preferito era vicino alla finestra, dove poteva guardare il giardino. Oltre a esso, in lontananza, potevamo scorgere le Badlands. Qualcuno avrebbe potuto dire che si stava nascondendo, ma lei era la prima linea di difesa da un altro attacco.
«Mi proibiresti di tornare nelle Badlands? Ti sei dimenticata molto in fretta da dove vieni» la derisi. Zelene mi aveva giurato che non lo avrebbe mai fatto.
«Se avessi intenzione di restare lì, forse ti lascerei fare. Ma oltrepassarle? Andare dove vivono gli umani?» Scosse la testa. «Non è sicuro. Non lo è mai stato, ma soprattutto non adesso. I mutanti ti daranno la caccia, perché per gli umani sarebbe fantastico catturare la sorella della Regina.» Rabbrividì, e lo stesso brivido percorse la mia schiena. «Quindi sì, posso ordinarti di restare qui. E se tu ti rifiutassi...»
Non aveva niente.
«Quale punizione credi di inventarti che sia peggiore di quello che abbiamo già passato?» Guardai verso la porta, per assicurarmi che il Re non ci avesse fatto una visita a sorpresa. Lo faceva spesso, molto spesso. Probabilmente intrufolarsi nella stanza della sua nuova sposa avrebbe dovuto essere romantico, ma io non ne sapevo molto di quelle robe da piccioncini. A me sembrava che ci stesse controllando.
«Se vieni scoperta, nessuno sa cosa ti succederà.» Zelene rabbrividì, forse per la testa le passavano la miriade di cose che mi sarebbero potute capitare. Stavano sicuramente passando per la mia, di testa. «Gli umani trattano già gli omega come topi da laboratorio. Se riescono a metterti le mani addosso...»
«Non credo che Dagger tornerà indietro con gli omega ancora in vita. Farà un accordo con gli umani per ottenere ciò che vuole, non ciò che è meglio per le Badlands. Non ci ha mai trattato come avrebbe dovuto. Ecco perché vado con lui.»
Fino a quando Adalai non lo aveva privato del suo titolo, esentandolo dai suoi doveri, Dagger era stato incaricato di sorvegliare le Badlands. Ma non ci aveva mai tenuti al sicuro. Per cinque anni si era assicurato che le nostre vite fossero un inferno in terra. Dopo ciò che era successo, aveva promesso che avrebbe voltato pagina e fatto la cosa giusta. Ci avrei creduto quando lo avessi visto. Quando tutti gli omega mancanti fossero stati al sicuro.
«No che non ci vai.»
«Me lo proibite, Vostra Maestà?» chiesi con tono di sfida.