Fino a quando Adalai non lo aveva privato del suo titolo, esentandolo dai suoi doveri, Dagger era stato incaricato di sorvegliare le Badlands. Ma non ci aveva mai tenuti al sicuro. Per cinque anni si era assicurato che le nostre vite fossero un inferno in terra. Dopo ciò che era successo, aveva promesso che avrebbe voltato pagina e fatto la cosa giusta. Ci avrei creduto quando lo avessi visto. Quando tutti gli omega mancanti fossero stati al sicuro.
«No che non ci vai.»
«Me lo proibite, Vostra Maestà?» chiesi con tono di sfida.
«Devi fidarti di Dagger» rispose Zelene, e non avevo idea di come riuscisse a mantenere una faccia seria pronunciando quella frase. Quelluomo era nostro nemico tanto quanto gli umani che catturavano gli omega e li trasformavano in lupi mutanti.
Non avrei lasciato che il peso della corona cambiasse mia sorella. Avrei fatto tutto il necessario per mantenerla fedele alle sue origini.
«Tu non credi che Dagger mi terrà al sicuro.»
Strinse le labbra e, per la prima volta da quando la corona era stata posta in cima alla sua testa, sembrò vulnerabile. Non debole. Nessun omega era debole. Soprattutto non la nostra Regina. Ma ogni tanto i nostri muri crollavano. Era impossibile tenerli sempre in piedi.
«No, non mi fido di lui» mi rispose. «Penso che farà tutto ciò che Adalai gli chiede per riavere il suo titolo, ma la cosa finisce lì. Ti vedrà come un problema, Tavia. E, ancora di più, come una rappresentazione di tutti i suoi fallimenti. Dagger non è riuscito a imporre la sua volontà sulle Badlands, soprattutto non su di noi. Per quanto ci abbia provato, non è riuscito a sottometterci. Si aspetterà che tu combatta da sola.»
«Ho combattuto per la mia vita ogni dannato giorno.» Da quando gli omega erano stati esiliati da Luxoria. Se Dagger pensava che mi sarei arresa facilmente, che avrei smesso di lottare solo perché mia sorella dormiva nel letto del Re, avrebbe dovuto ricredersi. «Sono pronta.»
Il sole iniziava a scivolare dietro le montagne. Per il mio cervello di omega significava che era ora di tornare nelle Badlands, perché, fino a poco tempo fa, era stato un reato farsi trovare entro i confini di Luxoria di sera, e le guardie avevano avuto carta bianca per risolvere quel problema come meglio avevano ritenuto opportuno. Alle nuove regole o alla loro mancanza era difficile abituarsi.
«Rielle arriverà presto. Chiedile cosa pensa del mio piano.» La nostra compagna di stanza lavorava negli alloggi privati del castello. Dalla notte in cui Zelene aveva fatto irruzione alla festa, la nostra vita era diventata un trambusto e non avevamo avuto molto tempo per parlare o per elaborare un piano. Ma forse gli Alfa avrebbero parlato delle loro strategie militari mentre lei si occupava delle faccende, pensando che non fosse abbastanza intelligente da capire cosa stavano pianificando.
Grosso errore.
«Sono sicura che ne sarà spaventata tanto quanto me. Ti farò sapere se le vengono in mente delle idee migliori» mi rispose Zelene sorridendo.
«Non è quello che voglio dire.» La baciai su una guancia prima di lasciarla per la notte. «Insisti perché ti dia delle informazioni. Sicuramente Dagger non mi dirà tutto, e io mi rifiuto di farmi cogliere impreparata.»
Gli occhi azzurri di Zelene erano enormi e sbarrati. «Per favore, ripensaci. Agli omega sei più daiuto da viva che da morta.»
Le parole daddio di mia sorella mi perseguitarono mentre mi avventuravo per le strade di Luxoria. Lungo la via di casa non mi ero mai fermata in nessuno dei negozi, prima di quel momento, né mi ero mai concessa di indugiare davanti alle vetrine. Fino a poco tempo prima, a noi omega era vietato entrare nelle attività commerciali, a meno che non fossimo lì per fare affari per conto di un Alfa o un beta. Il divieto era stato revocato, ma io avrei speso i pochi soldi che avevo nei negozi delle Badlands.
Zelene temeva che Luxoria non fosse pronta ad accogliere un popolo unito, ma non aveva considerato i bisogni della sua gente. Noi non volevamo essere considerati al pari degli Alfa. Volevamo essere riconosciuti per quello che eravamo, ma senza essere ricoperti di vergogna e miseria.
Non cerano più guardie a presidiare i cancelli. Adalai aveva detto che ci sarebbe stata una cerimonia per demolire i muri che separavano gli omega da Luxoria.
Forse mi stavo comportando da sciocca, insistendo per continuare a combattere. Mi guardavo le spalle da anni, assicurandomi che i miei amici rimanessero al sicuro, ma scendere in battaglia non era la stessa cosa. Dagger, che mi fidassi o meno di lui, era un soldato addestrato. Non mi aveva presa sul serio prima che mia sorella diventasse Regina, quando seguivo il vuoto protocollo che ci era stato imposto e andavo da lui con i problemi del villaggio. Mi diceva che ne era al corrente e mi congedava. Mi guardava a malapena.
Questa missione non sarebbe stata altro che un esercizio di frustrazione. E probabilmente quelluomo non avrebbe perso il sonno se fossi stata catturata. Per lui ero una spina nel fianco da troppo tempo.
«Lady Tavia!» mi chiamò una voce familiare, seguita da passi pesanti nella polvere. Mi voltai e vidi Maryellen, unamica di mia madre, una donna che aveva combattuto con lei nella vecchia guerra.
«Sono solo Tavia, Maryellen.» Notai che stava piangendo. «Cosa cè che non va?»
«Jacoby.» Suo figlio. «È sparito.»
Oh merda. Era stato in prima linea nella battaglia per la giustizia omega, una delle guerre combattute dopo la Divisione. Avevamo lavorato insieme molte volte, a tarda notte, nellombra, sussurrando in modo che le guardie non ci sentissero.
Non potevo farle sapere quanto fossi spaventata per lui. «Quando è successo?»
«Non è rientrato a casa dopo la celebrazione del matrimonio.» Si coprì la bocca per soffocare un singhiozzo, e io le posai una mano sulla spalla. «Ho cercato di inviare un messaggio a una di voi ragazze, ma dopo la fine della Divisione tutto è stato un caos tremendo. Non ci sono guardie. Niente regole. Non pensavo che le cose potessero peggiorare, ma è così.»
Se gli umani avessero capito cosa stavamo facendo, se avessero intuito i sogni di rivoluzione che non avevano nulla a che fare con il Re o la sua corte, si sarebbero assicurati di stroncarli sul nascere.
«Farò tutto il possibile per riportarlo a casa.» Labbracciai velocemente, ma non avevo il tempo di restare e confortarla.
Dovevo lavorare con Dagger. Per quanto sperassi che Rielle ci rivelasse i segreti dei Reali, dovevo far sapere a lui i nostri.
Non cera modo di vincere questa guerra se io e lui non fossimo rimasti uniti.
Tre
Dagger
Caricai un altro contenitore di provviste nella piccola stiva dellHumvee elettrico. Volevo partire allalba e il cielo si stava già schiarendo. Re Adalai aveva insistito che portassi con me un gruppo di uomini, e gli avevo fornito un elenco di alcuni dei più bravi nellattività di spionaggio. Senza dubbio avrebbe mandato in missione i migliori, dato che era così importante per la sua Regina, ma se non lo avesse fatto... beh, non avrebbe avuto importanza. Avrei trovato una cazzo di soluzione.
Tornando allarmeria, caricai fucili e munizioni. Ero già armato fino ai denti, come un qualsiasi altro giorno, ma non faceva mai male avere qualcosa in più. Soprattutto visto che avrei potuto scontrarmi con bestie che erano sessanta centimetri più alte di me.
Tornando al veicolo, i primi accenni di sole iniziarono a fare capolino dalle mura della città, e i rumori del risveglio di Luxoria trasformarono i suoni della mattina tranquilla in un sordo ronzio. Gli uomini si stavano radunando vicino al castello per prepararsi al nostro viaggio. Era un piccolo esercito, per lo più composto da beta, che riuscivano a entrare facilmente in posti in cui noi Alfa non eravamo i benvenuti.
Mi avvicinai al gruppo, sorpreso di trovare Cassian tra gli uomini. Era il Sovrintendente dei Confini Occidentali. Aveva un esercito tutto suo da comandare. Perché Adalai lo avrebbe dovuto mandare con me?
Cassian incrociò il mio sguardo mentre caricavo le armi sullHumvee. Si avvicinò, più cupo del normale.
«Il Re ti ha mandato a tenermi docchio?»
Lucidò una mela sui suoi pantaloni di pelle, e lo scricchiolio del morso che le diede risuonò nella calma mattutina. «Qualcosa del genere.»
Feci un sorrisetto. «Chi lavrebbe mai detto. I potenti cadono molto in basso quando una femmina li tiene per le palle.»
Cassian inarcò un sopracciglio. «Non credo che lo tenga per le palle. Il Re è accoppiato. Legato. Un vero legame come qui non se ne vedeva da molto tempo. Penso che la Regina Zelene abbia conquistato il suo cuore.»
«Il suo cuore.»
«Sì. Quella cosa che ti batte nel petto. Boom, boom. Boom, boom.»
Mi accigliai. «Ho presente, grazie.»
Cassian si raddrizzò, fissando oltre la mia spalla, e io mi voltai per vedere cosa aveva attirato la sua attenzione. Due omega si stavano dirigendo verso di noi. Le riconobbi entrambe. Charolet, che ora era una delle dame della Regina, e lunica omega che sicuramente non mi aspettavo di vedere di nuovo prima di partire.
Tavia.
Nessuna delle due indossava un abbigliamento adatto al castello. Invece indossavano... indumenti militari?
Il mio lupo interiore sobbalzò in segno di avvertimento quando le due omega si fermarono accanto al veicolo. Non riuscivo a staccare gli occhi da Tavia e dal bagliore che sembrava permanentemente inciso sul suo volto.
«Cosa ci fate qui?» chiesi.
«Siamo qui per prendere servizio, Signore.» Il tono di Tavia fu tuttaltro che rispettoso, ma non fu quello a darmi più fastidio.
«Il vostro posto è al castello» dissi, allontanandomi per finire di caricare.
Lei mi seguì. Come laltra omega. E Cassian.
«Non questa volta» ribatté Tavia. «Verremo con voi a dare la caccia agli umani.»
Il mio sguardo si fissò nel suo. «Devi passare sul mio cadavere prima di farlo.»
Inclinò la testa di lato. «Passare sul tuo cadavere. Sì. Che bella espressione che hai utilizzato.» Schiarendosi la gola, fece un gesto verso la sua amica. «Conosci già Charolet, vero?» La femmina in questione annuì con decisione. Sembrava un soldato, anche se stava solo giocando a travestirsi. «Potresti averla già vista combattere in prima linea, ma dubito che conoscessi il suo nome.»
La frecciatina non mi sfuggì. Pensava che non mi importasse nulla delle persone che ero incaricato di sovrintendere. Che non sapessi nulla della loro lotta. Aveva torto, ma non glielo avrei detto. Perché tutto quello che pensavo di sapere su di loro non compensava il fatto che avevo reso la loro esistenza un inferno.
Scossi la testa e continuai a camminare. «Ho già il mio esercito, e non mi serve nessun altro. Siete entrambe congedate.»
Tavia rise di gusto. «Congedate? No, scusa, Lord Da voglio dire Dagger. Re Adalai ha deciso che lesercito dovesse essere formato anche da omega. Quindi eccoci qua. Io e Charolet.»
Il Re non mi aveva detto niente di tutto ciò.
«Non è necessario» mormorai.
Si avvicinò, come se volesse condividere un segreto con me. «Non hai più la facoltà di decidere cosa sia necessario o no. Verremo con te a dare la caccia agli umani e troveremo i membri scomparsi del nostro popolo.»
Guardai Cassian, che aveva smesso di mangiare la mela. Nascondeva la sua sorpresa meglio di me.
«Potrebbero essere utili» convenne. «Potrebbero saperne più di noi, sui mutanti. Li conoscevano da prima che gli umani riuscissero a prenderli.»
Tavia fece un cenno col mento verso Cassian. «Ascolta questo qua. È intelligente.»
Questo qua? mimò Cassian con la bocca, sbalordito. Prima dellabolizione della Divisione, un omega sarebbe stato brutalmente punito per essersi rivolto a un Alfa in quel modo. Soprattutto a uno che apparteneva alla stirpe dei Reali.
«Tu invece sei uninsolente» ribattei. «Faresti bene a stare attenta a come ti rivolgi a un Alfa.»
Tavia strinse gli occhi azzurri, e il fatto che non indietreggiasse me lo fece venire duro. Merda. Non era così che doveva andare. Un Alfa chiedeva sottomissione, ma io ero eccitato dal suo atteggiamento di sfida.
«È una minaccia?» Si avvicinò finché i nostri petti quasi si toccarono, fissandomi come un piccolo pezzo di dinamite che avrebbe potuto esplodere da un momento allaltro.
Lanimale in me voleva farla esplodere. Far sì che mi odiasse ancora di più.
«Non è una minaccia, peperina» ringhiai a bassa voce. «Un consiglio.»
«Oh. Bene. In tal caso, no grazie. Parlerò come voglio, ora che sono libera di farlo.»
Charolet sembrava divertita. Trovava che fosse divertente? Cosa aveva per la testa Adalai quando aveva mandato la sorella della Regina in questa missione? Soprattutto lei. Come potevo fare il mio lavoro quando lei era così determinata a sfidarmi?
«Il sole è sorto» intervenne Cassian, suonando scocciato quasi quanto me. «Dovremmo muoverci se vogliamo trovare un posto sicuro dove accamparci prima che faccia buio.»
Le labbra di Tavia si piegarono in un sorriso sarcastico. «Sì. Dovremmo andare. Non mi piace perdere tempo.» Mi sfiorò, oltrepassandomi, e il suo familiare profumo speziato mi avvolse mentre si avvicinava al veicolo e si arrampicava per trovarsi un posto sul sedile posteriore.
«Ciao, ragazzi» disse, salutando gli uomini sbalorditi e accigliati che erano stati scelti per la missione. Si lasciò cadere tra due enormi beta mentre Charolet la seguiva. E poi guardò nella nostra direzione, lanciandomi un sorrisetto di circostanza.
«Porca puttana» mormorai.
«Sì» concordò Cassian. «Porca puttana. Non sarei nemmeno qui se tu avessi fatto il tuo lavoro.»
«Il mio lavoro?» sbottai. «E qual era esattamente il mio lavoro?»
«Eri a capo delle Badlands.»
«E cosa pensi che significhi esattamente?»
Cassian mi fulminò. «Erano sotto la tua autorità. Se qualcosa non andava, laggiù, avresti dovuto segnalarlo.»
Annuii, guardando oltre le porte della città verso il deserto polveroso e fatiscente. «Segnalarlo. Avrebbe fatto qualche differenza, per qualcuno di voi, se fossi venuto al Consiglio e avessi detto che alcuni degli omega erano scomparsi?»
Cassian non rispose.
«Il Re avrebbe inviato delle squadre di ricerca? Avresti riunito lesercito occidentale e lo avresti mandato in avanscoperta? Per gli omega? E che mi dici di Solen ed Evander? Nessuno dei due avrebbe alzato un fottuto dito per aiutarli.»
Ancora nessuna risposta.
Mi voltai di nuovo verso di lui. «Vedi, mi sembra che tutti voi stronzi vi stiate dimenticando che fino a quando il Re non si è accoppiato con Zelene, a nessuno importava nulla degli omega. E ora che la legge è cambiata, state tutti cercando qualcuno a cui dare la colpa. Questa è la parte di merda che nessuno di voi è pronto ad accettare. Tutti noi li abbiamo delusi. Tutti noi abbiamo fallito.» Salii dietro il volante e avviai il motore elettrico. Attesi che Cassian si sedesse accanto a me, quindi partii verso il deserto vuoto oltre le Badlands.