Per studiare il livello di incidenza di suicidi tra i pazienti con disturbo depressivo maggiore, è stata condotta unindagine dalla Scuola di Medicina dellUniversità Cattolica della Corea in collaborazione con lUniversità Nazionale della Corea (Corea) (Seo et al., 2014). Lo studio ha incluso 1.183 pazienti con diagnosi di depressione maggiore inclusi in uno studio più grande chiamato Clinical Research Center for Depression (CRESCEND) condotto tra il 2006 e il 2008. Tra i partecipanti, il 21% ha avuto tentativi di suicidio (253 pazienti) e il 34% ha avuto idee suicide (407 pazienti), ovvero più della metà (55%) dei pazienti con depressione maggiore ha avuto idee o tentativi suicidari. Su 138 partecipanti, è stato effettuato un follow-up per i successivi dodici mesi, di cui 23 avevano avuto tentativi di suicidio, 59 avevano solo ideazione suicidaria e 56 senza precedenti di tentativi di suicidio. A tutti è stato somministrato un questionario standardizzato sul carattere e il temperamento chiamato Temperament and Character Inventory (Garcia et al., 2017).
I risultati indicano che non ci sono differenze significative tra le persone che hanno avuto tentativi di suicidio e quelle che non li hanno avuti, in termini di carattere o temperamento, se non nellautogestione, in cui coloro che hanno comportamenti suicidari mostrano livelli significativamente più bassi rispetto agli altri partecipanti allo studio. Questo concetto si riferisce allautodeterminazione, allautostima e alla capacità dellindividuo di controllare, regolare e adattare il proprio comportamento a una situazione in conformità con i valori e gli obiettivi personali, ovvero le persone che hanno subito il maggior numero di tentativi di suicidio sono state quelle che controllavano meno i propri impulsi, avevano una bassa autostima e difficoltà a adattarsi alle esigenze di ogni momento, mostrando comportamenti fuori luogo.
Allo stesso modo, lauto-trascendenza era significativamente più alta tra coloro che hanno tentato il suicidio rispetto a coloro che hanno avuto solo unidea suicida, il che spiega un certo uso del suicidio verso una fine oltre latto suicida, cioè le persone che stanno per commettere questo attentato alla propria vita hanno trovato un significato trascendente come tipo di reclamo o denuncia rispetto a coloro che hanno solo idee suicide. Nonostante il fatto che lo studio abbia cercato di prevedere lideazione e il comportamento suicidario analizzando il carattere e il temperamento dei pazienti con depressione, non è stato possibile dimostrare che questa relazione esiste.
Per quanto riguarda lincidenza della depressione nella polizia, unindagine longitudinale sui casi di suicidio tra gli agenti di polizia tra il 2000 e il 2012 in Australia ha rilevato che al 13% degli agenti di polizia era stato diagnosticato un Disturbo Depressivo Maggiore (NATIONAL CORONIAL INFORMATION SYSTEM, 2015) una cifra che è raddoppiata dal numero di casi diagnosticati tra i vigili del fuoco e il personale di emergenza, rispettivamente dal 32 al 35%.
Tra le cause di suicidio nella polizia italiana si trovano problemi emotivi nel 39% dei casi; disturbi psichiatrici 11%; 6% difficoltà economiche e 2% problemi fisici(Grassi et al., 2019).