Visione D'Amore - Dawn Brower 3 стр.


"Povera cara - disse la duchessa, gentilmente - Vi farò portare subito un buon infuso per il mal di testa. O forse è meglio un cachet. Fece segno a un valletto che, dopo poco, tornò con due piccole compresse di aspirina. Fortemente grata, Anya le ingollò in un sol colpo. Finalmente sorrise alla duchessa. Molte grazie, sono sicura che a breve starò meglio! esclamò.

Nel frattempo il duca, che era rimasto sempre zitto, finito il suo the aprì il giornale del mattino, che un valletto gli aveva messo sul bordo del tavolo. Anche se era seduta lontano, Anya intravide i titoli di prima pagina, e ciò che lesse la fece sussultare di paura: si parlava della Germania e della sua campagna di militarizzazione! Non riuscì a leggere la data dellarticolo, ma gli accenni alle leggi razziali erano ben chiari. Si parlava dianti-semitismo? Ma in che anno erano? Per fortuna il duca, inconsapevolmente, le venne in aiuto.

Ancora questo Hitler. - borbottò - Ha tutta laria di voler dichiarare guerra al mondo intero. Qualcuno dovrebbe fermarlo. E dire che siamo nel 1933, diamine! esclamò. Il 1933? Ma lei non era ancora nata! O meglio: era nata, sìma avrebbe dovuto avere non più di tre anni! Come faceva invece a trovarsi nel corpo di una giovane donna? E di lei bambinache ne era stato? Il cuore le si fermò nel petto, a questo pensiero.

"Non avete ancora mangiato nulla, ma forse è meglio così. A breve vimbarcherete, e se soffriste di mal di mareMa sulla nave sarete servita di tutto punto. I vostri bagagli sono già pronti, Ida ha provveduto a tutto! Siete pronta per partire, mia cara? disse la duchessa. Ida. Doveva essere larpia che aveva conosciuto. Dio, se non le facesse tanto male la testa

"Credo di sìvostra grazia." Aveva detto giusto? Se non ricordava male era così che bisognava rivolgersi ai Duchialmeno a quelli di una volta. Nel 1951 le cose erano un po diversema non di tanto. E quella donna? Forse era la madre di Vivian, per questo le somigliava. Come si chiamava? Brianne, le sembrava.

"Ida mi ha informato quando è venuta a svegliarmi. Partirò per la Germaniagiusto? Il posto più terribile del mondo! Se era davvero piombata nel 1933la Germania era in piena epoca nazista e si stava preparando davvero per dichiarare guerra! Una tragedia orribile, con la deportazione e lassassinio di milioni di Ebrei, zingari, disabili, gayOh Dio! E leici si trovava giusto in mezzo!

"È una donna molto efficiente. La duchessa sorrise. È stato un piacere avervi nostra ospite. Abbiamo un debito di riconoscenza nei confronti di vostro padre, da quando siamo arrivati a New York due anni fa. Sapete che la mia famiglia è originaria della Carolina del Sud e ha una tenuta a New York.

Certo che lo sapeva ... solo che se lera dimenticato. La duchessa lanciò uno sguardo di rimprovero alla figlia. Fu quando perdemmo nostra figlia. Senza laiuto del vostro caro padre non lavremmo mai ritrovata a Central Park.

Hmmm. Interessante. Un aspetto di Lady Vivian che non conosceva affatto. Quindi, da piccola il suo capo era un po ribelle. Un momento: ma era la Lady Vivian che conosceva, quella? E che ci faceva da piccola a Central Parkda sola?

Mio padre è sempre molto gentile. mormorò, tenendosi neutra. Sperò di non stare dicendo cretinate.

Edward Wegner è un brav'uomo. Spero che gli piaccia il suo nuovo incarico di vice Ambasciatore in Germania. esclamò a sorpresa il duca. Ripiegò il giornale e lo mise da parte. "Ma credo che non resisterà a lungo, laggiù. Presto latmosfera si farà calda, in Germania. Abbiamo già sofferto tanto per una guerra, ma temo che se ne scoppierà unaltra sarà anche peggio.

Parole sante! Il duca non sapeva quanto avesse ragione. Anya deglutì a fatica e cercò di mangiare qualcosa. Fece un boccone delle sue uova strapazzate sperando che, se fosse stata impegnata a mangiare, nessuno le avrebbe fatto altre domande.

"Oh Julian, siete sempre il solito! - esclamò amabilmente la duchessa - Non la spaventate con le vostre farneticazioni. Il viaggio sarà già lungo di suo. Non mettiamole in testa altri pensieri! Siete stato in Germania e me lo avete descritto come un paese adorabile, molto ben organizzato e ricco. Perché dovrebbe covare unaltra guerra?

C'era qualcosa che le sfuggiva, nel tono della duchessa. Era stata in Germania? Se Anya ricordava bene, il duca era stato una spia durante la prima guerra mondiale. Probabilmente era stato anche in Germania, ma la duchessa era Americana. Di sicuro lei se nera rimasta tranquilla a casa. Cosa ne pensava del regime nazista?

Anya ingoiò il suo boccone, che le scese dolorosamente in gola come se raspasse sulla carta vetrata.

"Non credo di farle paura. In fondo, va a trovare il suo fidanzato. disse il duca.

"Davvero? pensò Anya. Non era una domanda, quella del duca, ma unaffermazione. Quindi doveva essere così, era fidanzata. Che ci faceva il suo fidanzato in Germania?

La duchessa sorrise. "Sempre che Anya non abbia ripensamenti. Vostro padre ha detto che è nell'esercito tedesco ... un ufficiale di alto rango. "

Un ufficialenazista? Ma che cosa aveva in testa il suopresunto padre? Non sapreima non credo. mormorò. Decise di far credere che era una figlia obbediente e rispettosa. Magari amava davvero il suo fidanzato, chissà

"Bene. - disse la duchessa, sempre con quello strano tono - In ogni caso, avete tutta la vita davanti a voi. Ci sono decisioni che richiedono tempoe fidanzamenti che non possono essere spezzati tanto facilmente.

Anya sorrise con cortesia. Non capiva ancora dove volesse arrivare la duchessa. Intendevadissuaderla da quel matrimonio? Si pulì la bocca con il tovagliolo e si alzò.

Se Vostra Grazia vuole scusarmi, ho bisogno di preparare le ultime cose, prima di partire. disse.

"Certamente, mia cara. - rispose la duchessa, senza alzarsi - Odio gli addii, quindi non verrò fuori a salutarvi. Ricordate comunque che in questa casa siete sempre ospite gradita. Fate buon viaggio.

Avrebbe dovuto inchinarsi? Per tranquillità Anya optò per una graziosa riverenza ai duchi, poi uscì dalla sala. Aveva bisogno di calma per riflettere. Tutto quello che aveva scoperto non andava affatto beneAnzi, da quel poco che aveva capito era proprio in un mare di guai.

CAPITOLO TERZO

Ottobre 1933

Anya guardò fuori dal finestrino dell'auto che dalla stazione ferroviaria la stava portando alla sede transitoria dellambasciata Americana. Era alloscuro di tutto. O almeno, di ciò che la riguardava direttamente. Sapeva solo che tutti la credevano Anastasia Wegner, figlia di un membro dello staff dell'ambasciatore William Dodd.

Da quello che aveva intuito, non somigliava per niente a questa Anastasia. Dallidea che si era fatta, Ana era una ragazza un po succube e senza alcuna ambizione. Aveva persino accettato di fidanzarsi con un ufficiale Tedesco! Si sentì il sangue al cervello, al pensiero di dover sposare un nazista. Lei non avrebbe mai potuto farlo! Era tutto cosìstrano. Lunica cosa che era rimasta uguale era quellanello di opale che teneva al dito: era sempre quello che le aveva regalato sua nonna, preciso in tutto, dalla foggia al disegno floreale allopale rotondo.

All'inizio non ci aveva fatto caso, tra il mal di testa e tutta quella serie di cose che lera capitato tra capo e collo

Eppure, eccolo lì, come sempre. Poteva trattarsi di una coincidenza, ma qualcosa le diceva che non lo era affatto. Era probabile, invece, che fosse l'anello di fidanzamento di Ana. Solo per questo provava il forte impulso di strapparselo dal dito e buttarlo chissà dove. Ma si trattenne. La dolce Ana non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Simpose quindi di mantenere il controllo.

Sospirò e chiuse gli occhi. Presto sarebbero arrivati all'ambasciata e avrebbe dovuto incontrare il padre di Ana. Quel poco che aveva scoperto su di lui non le aveva fatto per nulla una buona impressione. Forse, aveva conquistato i duchi di Weston con i suoi modi, ma di sicuro sembrava avere un pugno di ferro con la propria famiglia. Tuttavia, lei avrebbe dovuto tenere la bocca chiusa e fingere di essere la dolce e obbediente ragazza che il padre si aspettava. Altrimenti era sicura che avrebbe dovuto subire pesanti punizioni.

Più o meno, era questo che aveva capito in quel lungo viaggio con Ida che, sfortunatamente, le faceva da dama di compagnia.

Dopo che avevano lasciato la casa del Duca e della Duchessa, Ida si era mostrata per quello che era davvero: una brutta acida arpia che intendeva tenerla al guinzaglio, sotto la minaccia di raccontare a suo padre ogni piccola trasgressione. Più di una volta le aveva rinfacciato la maleducazione di quella mattina, quando laveva svegliata, e laveva ammonita di non permettersi mai più di trattarla a quel modo. Insomma, quella donna era come un mastino, sempre attaccata a lei. Anya avrebbe dovuto trovare un modo per levarsela dai piedi, se sperava di ottenere un minimo di libertà.

Ma come uscire da quel corpo e tornare nel suo tempo?

"Siete tornata la brava ragazza di sempre. - le stava dicendo Ida, con grande soddisfazione - Continuate così, signorina. Vostro padre ripone grandi speranze in voi. Le accarezzò un braccio. La vostra permanenza a Londra è stata una necessità, ma adesso siete a casa. Questa sarà la vostra nuova patria. Tra pochi mesi vi sposerete e diverrete proprietà di vostro marito. Comè giusto che sia.

Anya si morse la lingua. "Sì, Ida. - rispose Anya, dolce come un agnellino - Farò quello che mi comanda papà. Sarà orgoglioso di me. Dio, avrebbe voluto uccidere quella brutta arpia! Invece doveva fingere il più possibile, se voleva allentare la presa su di lei. Più imparava a conoscere il suo presunto padre, Edward Wegner, più lo odiava.

Dopo un lungo tragitto, lauto si fermò davanti al cancello di un grande edificio completamente recintato con filo spinato. Lautista parlò un attimo con le sentinelle armate, poi una di loro fece cenno allaltra di alzare la sbarra del cancello e di farli passare. Lauto entrò nel grande viale. Anya cominciò a tremare di paura. Il momento di incontrare il suo terribile padre era arrivato.

Scese dall'auto e si fermò per aspettare Ida. Poi, insieme, entrarono all'ambasciata. Adesso sì che la presenza di Ida le faceva comodo: altrimenti non avrebbe proprio saputo dove dirigersi.

Una volta dentro, una guardia le salutò e venne ad accoglierle. Luomo indossava una divisa nera, quasi della stessa tonalità dei suoi capelli, e i suoi occhi blu argenteo erano davvero magnifici. Ad Anya sembrò una figura familiare. Non riusciva a distogliere lo sguardo da lui, ipnotizzata dalla sua bellezza.

"Buongiorno, signore. - le salutò il soldato - Signorina Ana, benvenuta. Ho avuto lincarico da vostro padre di occuparmi di voi. Vi farò da guardia del corpo e vi proteggerò. Vi ricordo che non potrete uscire dalledificio se non scortata da me o accompagnata da vostro padre o il vostro fidanzato.

Cosa? Prigioniera diquegli uomini? Anya andò su tutte le furie, ma mantenne il controllo. Dopotutto, quella sua guardia del corpo non era affatto male. Forse, avrebbe cercato di entrare nelle sue grazie, per godere di un po di libertà.

Deglutì a fatica e annuì. "Capisco ... signor ..." Si era presentato? Non riusciva a ricordare il suo nome.

"Arthur Jones. Al vostro servizio, signorina. disse luomo, facendo il saluto militare. Grandioso, quel tipo la trattava come se fosse un colonnello! Sorrise timidamente, continuando a impersonare la dolce Ana.

Era un soldato, quelluomo. E, se la Germania non era ancora in guerra, si stava comunque preparando per questoanche se il resto del mondo non lo sapeva.

"Sig. Jones - disse - non ho intenzione di mettermi in pericolo. Seguirò i vostri consigli. Grazie.

Lui la fissò per un attimo, in silenzio. Poi annuì.

Molto bene. mormorò. Che cosa si aspettava? Che lei si mettesse a piangere e a strepitare? Anastasia era comunque una signorina di nobili origini, se aveva ben capito; avrebbe comunque fatto buon viso a cattivo gioco. Anya si sentì ancora più confusa: cosa ci si aspettava veramente daAna? Ida le aveva farcito la testa durante il viaggio con il panegirico sulla Germania, e su quanto fosse bello tornarci. Ma adessodubitava di aver capito tutto.

Si girò verso la sua carceriera. Se non vi dispiace, vorrei andare a riposarmi. E stato un viaggio lungo e stressante, e avrei bisogno di dormire un po.

Cioè di rintanarsi da qualche parte a riflettere. Se fosse andata in camera sua, Ida l'avrebbe lasciata in pace. E Anya avrebbe potuto trovare un modo per liberarsi di lei definitivamente.

"Certo. disse larpia. E fece cenno alla guardia di accompagnarle nei loro alloggi. Luomo annuì e le precedette, dopo aver lanciato unennesima occhiata ad Anya. Beh, non è bello, ma ha decisamente del fascino, pensò Anya. In altri momenti, ci avrebbe fatto un pensierino.

Avrebbe voluto scrutarlo meglio, ma si costrinse a guardare fisso davanti a sé. Se Ida avesse solo sospettato un suo minimo interessamento nei confronti di Arthur Jones lavrebbe spifferato a suo padre, e probabilmente le avrebbero messo al fianco uno spietato nazista. Inoltre, non ci poteva essere niente, tra loro. Lei non apparteneva a quellepoca, e Anaera anche fidanzata.


Anya guardò fuori dalla finestra della sua stanza. Si trovava in Germania da una settimana ormai e non aveva ancora capito se le sarebbe mai stato possibile tornare nel suo tempo. Cominciava a temere che si sarebbe dovuta rassegnare a vivere lì. Forse lavevano spedita nel 1933 perché aveva una missione da compiere. Tra poco sarebbe scoppiata la guerra più sanguinosa di tutti i tempi, e milioni di persone sarebbero morte. Se fosse stata coraggiosa e abbastanza intelligente, forse avrebbe potuto fare qualcosa per salvare qualcunodegli Ebrei, forse. In fondo si trovava allambasciata Americana.

E se Dio, o il destino, avesse proprio quello in serbo per lei?

Sospirò. Se voleva cominciare a programmare qualcosa, per prima cosa doveva lasciare lisolamento in cui lavevano relegata. Nascondersi non avrebbe aiutato nessuno, nemmeno se stessa. Magari, poteva cercare di uscire e andare da qualche parte, scortata dal quellaffascinante Arthur Jones: essere la fidanzata di un gerarca nazista le avrebbe concesso qualche beneficio, no? Inoltre, nessuno poteva sospettare che lei si adoperasse per la causa Ebrea, visto che la guerra non era ancora stata dichiarata. Da quel che sapeva, per adesso cerano le leggi razziali, ma di deportazioni non se ne parlava ancora. Ma come fare per scovare qualcuno in pericolo e metterlo in guardia? Se avesse fatto un passo falso era sicura che lavrebbero incarceratao peggio. C'erano anche cose peggiori della morte ...

Con un sospiro, si allontanò dalla finestra, andò verso la porta e l'aprì. Se voleva cominciare a fare qualcosa, doveva innanzitutto uscire da quella prigione.

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