Comunque la quotidiana vita deglitaliani continuava nonostante il pandemonio terroristico ormai sfrenato e non mancavano eventi festosi come, 10 aprile 1973, linaugurazione del nuovo Teatro Regio di Torino. Per decenni nellarea di piazza Castello, sulla quale aveva risonato in passato, per due secoli, la gloria musicale delloriginale Teatro Regio edificato nel 1740, cerano stati solo più i suoi ruderi, causa un incendio devastante divampato nella notte fra l8 e il 9 febbraio 1936;ma finalmente, dopo anni di lavori, il teatro era risorto e la serata dinaugurazione del nuovo Regio era ormai prossima. Sarebbe stata di gran gala, naturalmente, alla presenza del Presidente della Repubblica Giovanni Leone col suo seguito romano e delle più alte personalità e i primari dirigenti cittadini e regionali. In scena, lallestimento sontuoso del melodramma verdiano I vespri siciliani, con la regia dei grandissimi cantanti Maria Callas e Giuseppe Di Stefano.
Sebbene lavvenimento fosse da alta cronaca mondana e, apparentemente, non riguardasse noi della nera, il direttore aveva voluto che Ada e io fossimo tra i cronisti invitati perché, ci aveva detto, cè sempre il pericolo che i soliti gruppi di esaltati provochino uno dei loro scompigli davanti al teatro, o peggio. Se dovesse succedere, voi due di corsa6 in un bar a telefonarcelo per la finestrella di prima pagina, poi al volo qui per i vostri articoli in cronaca. Chiaro?
Ada doveva essere in vena dumorismo e, con voce soave, gli aveva risposto ritmicamente: Siamo noi sempre pronti alla bisogna.
Io, di tuttaltro umore, infastidito dalla possibilità di finirmene in mezzo alla violenza di squinternati volgar marxiani7 o, peggio, esploso da una vigliacca bomba neofascista, gli avevo solo restituito un rassegnato Chiaro. Ceranodavvero pericoli dipesantissimidisordinie non nascondo che mera stata più che bastante lavventura nerissima del 1969 dalla quale avevo contratto, e mi rimarrà a vita, uno shock post traumatico per il quale, ancor oggi dopo tanto tempo, giunto ultrasettantenne nel terzo millennio, a volte il ricordo del dolore inflittomi mi rispunta improvviso in animo e minvade la mente, quasi come se stessi subendo di nuovo quelle torture.
Lottimo direttore maveva sorriso: Non me la dai a bere, Ranieri, lo so che andarci ti secca e nesopure il motivo; peròè da farsi!Oh, ovviamente, tu cravatta nera e tu, Ada
...sì, Giorgio, io abito lungo: nellarmadio ho il solito, che va benissimoogni voltacon buona pace degli affari degliatelier.
Ne soffrono di certo amaramente, le aveva zufolatoil capoin divertitaribattuta allendecasillabo di lei.
Laserata dellinaugurazionesi sarebbe svoltasenzincidenti?Loccasione eradavveroghiotta per gli eversori.
FOTOGRAFIA FUORI TESTO
Prima pagina del quotidiano Corriere della Sera del 13 dicembre 1969, giorno successivo a quello della strage di piazza Fontana a Milano. Fonte prima La Martesana, articolo La strage cinquantanni dopo (1969-2019), pagina web https://primalamartesana.it/cronaca/bomba-al-cuore-sono-passati-50-anni-dalla-strage-di-piazza-fontana/
Capitolo II
Come sera potutifinire nellagghiacciantebabele degli anni che sarebbero stati definitidi piombo?
Nel 1968,dopoprecedenti isolatiepisodi diprotesta giovanile,lascontentezza politica e inmolticasi larabbiadi tantiragazziseraespressacon forzaattraversomanifestazionidi piazza, per lo più distudentinon tutti in realtà preparati politicamente,non pochi di lorosemplici utopistioppuremarxisti immaginari,come li avrebbedefinitinel 1975chi il marxismobenconosceva8,enon tutti su posizioni di sinistrama, in parte,pseudonietzschiani o fascisteggianti quando non fascisti.Talidimostrazioni nonerano statefisicamente violente agli inizi,maerano stateincalzatedaaltreche avevano causatodanneggiamenti e feriti.Poila societàitalianaaveva dovuto subirelecanagliatestragistedestremadestrae leazioniomicidedigruppiarmatidisinistra:Leversioneneofascista, o nera,aveva praticato,contro la mentalitàprogressista,unterrorismobombarolo,iniziandola propria criminosa attività nel 1969con un ordigno esploso, durante lorario di ricevimento clienti,nellafiliale in piazza Fontana della Banca Nazionale dellAgricoltura.Giammaiperòglistragistiavrebberoindicatola loroidentità ideologica, peraltro intuibilmente destremadestraanche se ceranostati funzionari di Polizia che,aglinizi,avevanosospettato e perseguitoanarchici.Questatipologiadeversorilasciavaappositamentenellincertezzail finedelle stragi,rivoltead anonimicittadiniammazzatiin massaa caso;malintentoera ben intuibile,pursea propria voltanon dichiarato:terrorizzare lapopolazionee indurlaa richiedere un Governo forte, dittatoriale, che ponesse fine al disordine.Per apparente assurdo,era purutile atalescopo, anche sedi certonolente,lazioneallarmantedelterrorismodi sinistra.Questultimoera per la maggior parteesercitato dalle Brigate Rosse,ben strutturateemilitarmente armate,pur non mancandoaffattomolteorganizzazioni minoriche operavano episodicamentecome,ad esempio,la Lotta Armata per il Comunismo, i Nuclei Armati Potere Operaio,ilGruppo XXII Ottobre,iGAPGruppi dAzione Partigiana-Esercito popolare di liberazione.Diversamente da loro, leBrigate Rosse,oB.R. come i mezzi di comunicazionesoventelechiamavano,già nei primi tempi avevano agitocon frequenza esu ampia scalain Lombardia, Liguria e Piemonte.Nellimmediato,purtroppo,lapericolosità delle B.R.era statasottovalutatadai mezzi di comunicazione.Moltimedialeavevanooltretuttodefinitesedicenti,non pochigiungendoa sostenereche si trattavadi fascisti desiderosi di lordarelimmagine delcomunismo:evidentemente, lideale deglintellettualidemocraticicomunisti,di gran lunga preponderantiin quegli annisu quellinon marxisti,non poteva accettareleazioni diviolentisovversivi destrema sinistra edunque,passionalmente,respingeva con sdegno cheprovenisserodaindividuidella sinistra marxiana.Non era ancorachiaro che il punto di vista ideologico del movimentoeversivoprincipalee dei gruppuscoli suoi analoghierainvecefermamente di sinistra:sinistrarivoluzionaria.Quei terroristi rossiritenevanoche,finita lasecondaguerramondiale,loppressionenazifascistafosse stata rimpiazzatadaquella delmascherato,ma non menomicidiale,potere economico imperialistadelle multinazionali,ragionper cuifosseindispensabilela continuazione della lotta armata partigiana,un prosieguo della Resistenzache avrebbe dovuto,in primo luogo,smontareviolentementegliapparatiistituzionalidoppressionedel proletariato,per accenderepoiunarivoluzionenazionaleliberatoria.
FOTOGRAFIA FUORI TESTO
La celebre fotografia, scattata da Paolo Pedrizzetti, del terrorista comunista Giuseppe Memeo con pistola durante lo scontro del 14 maggio 1977 di via De Amicis a Milano. Era stato dapprima un militante di Autonomia Operaia poi era entrato, divenendone uno dei principali membri, nei Proletari Armati per il Comunismo. Catturato e condannato a 30 anni di reclusione per duplice omicidio e sette rapine, iniziò ad allontanarsi e quindi rifiutò i principi della lotta armata. A fine pena, si era dedicato ad unattività sociale pacifica. Fonte dellimmagine, di pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=798951
Capitolo III
La serata dellinaugurazione delnuovoTeatro Regio,contrariamente ai timori,sera svolta tranquillae festosa.Al termine, dopolesodo ditutte le autoritàconle loro scorte armate, Ada eio eravamo uscitiin piazza Castellopertornarcenesveltamenteal giornale,relazionareoralmente al direttoreil nulla accadutoeandarcenesubito dopoa lettoa casadi lei.
EravamomontatisullasuaautocontrassegnataSTAMPA-PRESS,unafuori serieFIAT500 bluScioneri,volante,cruscottoe pomello del cambioinlegno esediliimbottitiparticolarmentecomodi9,cheallarrivoellavevaparcheggiatoin via Ponon moltooltrepiazzaCastello,in direzione del fiume.
Svolta a U e,un cento metri dopo,curvaadestra,di nuovodavanti al Regiocon lintenzione dicompiere,subito dopo,mezzogiroa sinistraattorno al centralecastelloCasaforte degli AcajaealsuoposteriorePalazzo Madamaeimboccarequindi,a destra,la via Garibaldi.Questa,anche se sarebbe presto divenuta pedonale,nel 1973potevaancorpercorrersiin autoin entrambi i sensi,purnonessendomoltolarga ecorrendovisopradoppibinari del tramquasi rasentiagli stretti marciapiedi.Per via Garibaldisaremmo giunti,tirandodritto,allincrocio coisusseguentisicorsiPalestro-Valdocco equi,svoltando a destranel secondo,saremmoarrivati,poche decine dimetri dopo,allingressodellaGazzetta.
Si dicebanalmentechequandouncane mordeun essere umano non fanotiziamentre sarebbe pubblicabile,anche sein unmerotrafilettosorridente,il casodun uomo che mordesseun cane10. Ebbene,come vedremofra pochissimo,possono essercieccezioni:anche un cane che morde un uomo puòessere unimportantenotizia,anzi molto importante:Avevamo appena iniziato ilgiroattorno al complesso architettonicocastelloCasaforte degli Acaja-palazzo Madamaquando,alla nostra sinistra,immobilecome leimponentistatuebellichedella piazza,avevamo notatounaltrettanto appariscentecaneseduto immobileinnanzial monumento a Emanuele Filiberto Duca DAostaantistanteil Regio:si presentava come untemibilemolossoideda combattimentodi colore negro,forseunBandog11:ai massiccicani Bandog si addebitavano attacchibrutalia esseri umanie molti Paesi al mondo,non lItalia,ne vietavano detenzione e allevamento.Lanimale doveva esserealtoalmeno 70 centimetri al garrese e il suo peso non appariva inferiore al mezzo quintaleEra seduto pacificamentedasolo,ma lespressione del muso era attentissima,quasicome in attesa dun ordineduninvisibilepadrone.