Vicent Ferrer. Projecció europea d'un sant valencià - AAVV 17 стр.


Nel 1371, Vincenzo Ferrer fu inviato nuovamente a Lérida, questa volta ad insegnare logica dal capitolo provinciale di San Mateo (Gómez García, 2001: 211). A tal proposito si deve ricordare che il maestro dellOrdine Ugo di Vaucemain, nelle sue ordinationes, prescriveva che il lettore in filosofia naturale doveva aver seguito i corsi di teologia in uno studio provinciale, oltre ad avere unadeguata preparazione filosofica e logica. I capitoli generali degli inizi del XIV secolo intervennero sulla preparazione del lettore di logica che doveva aver atteso al corso biennale di logica nuova così come quello di filosofia, a differenza del lettore di filosofia che doveva aver letto le Sentenze o almeno aver seguito i corsi di teologia per due anni. Nel 1372 fu inviato presso lo studio generale di Barcellona dal capitolo provinciale, tenutosi in questa città per attendere agli studi biblici (Gómez García, 2001: 224), assegnazione poi confermata lanno successivo dal capitolo provinciale di Cervera (Gómez García, 2001: 236). NellOrdine domenicano fu la provincia di Provenza ad aprire nel 1290 uno studium Biblie in due suoi conventi (Douais, 1894: 333). Il capitolo generale di Padova nel 1308 stabilì che in ogni provincia vi fosse un convento sede di uno studium Biblie (Reichert, 1899: 34). Lanno seguente il capitolo generale di Saragozza portò a due il numero del conventi sedi di studi biblici (Reichert, 1899: 38) e nel 1312, infine, il capitolo generale di Carcassonne stabilì che nessuno potesse essere inviato ad uno studio generale senza aver udito almeno per un anno la Bibbia biblice. Allo stesso tempo si prescriveva agli studia Biblie di procurare lettori di Sentenze, per garantire ai giovani ivi assegnati laudientia queaestionum (Reichert, 1899: 56). Barcellona fu studio generale dellOrdine almeno dalla fine del XIII secolo, come si è detto, il capitolo generale di Besaçon nel 1303 (Reichert, 1898: 325) ne confermò lo status giuridico. Nel 1376 il capitolo provinciale di Catalayud assegnò fra Vincenzo a Tolosa, dove effettivamente si trasferì allinizio dellanno accademico 1377-1378 (Gómez García, 2002: 351-352). Terminato il corso, rientrò a Valenza dove fu ordinato sacerdote e poco dopo eletto priore del convento. Il santo valenzano iniziò la sua attività di docente alla fine degli anni 70 del XIV secolo. Le città in cui esplicò questo incarico furono tre: Lérida, Barcellona e Valenza. Nel 1389 infine è attestato da un documento del 1 febbraio già come maestro in teologia (Teixidor, 1999: 111, 214; Forcada, 1956: 16). Si tratta della Sentencia sobre la cuarta en los derechos de funerales. La cronologia della formazione intellettuale di Vincenzo Ferrer, pertanto, è la seguente: nel 1357 prese la tonsura. Dieci anni dopo vestì labito domenicano (1367) e, al termine del noviziato, professò i voti religiosi nel 1368, anno in cui si può collocare il suo insegnamento di Logica a Valenza. Nel biennio 1368-1370 attese agli studi di logica tra Barcellona e Lérida. Negli anni 1370-1372 insegnò logica sempre a Lérida. Nel triennio 1372-1375 studiò la Bibbia e le Sentenze a Barcellona, dove insegnò fisica dal 1375 al 1376, anno in cui venne assegnato a Tolosa. Qui dal 1377 al 1378 proseguì gli studi teologici. Rientrato a Valenza alla fine del 1378 venne ordinato sacerdote. Poco dopo lelezione a priore del convento di Valenza iniziò la stesura del trattato sullo scisma. Dal 1385 al 1391 le fonti lo attestano lettore di teologia alla Cattedrale della Seu di Valenza. Nel 1388 conseguì il magistero in teologia. La sua formazione quindi, avendo già effettuato studi precedenti al suo ingresso nellOrdine, durò circa nove anni, a differenza dei 15 o 14 anni riservati a coloro che vestivano labito fra i 14 e i 15 anni.

Spero di aver illustrato sufficientemente limportanza dello studio nellOrdine dei Predicatori, a partire dalla copiosa legislazione pensata per la formazione di un buon frate predicatore, tenendo presente la situazione degli studi nella Provincia dAragona, della quale fu figlio san Vincenzo Ferrer. Lenfasi posta sullattività intellettuale si riverberò sulla legislazione pensata per le biblioteche, strumenti privilegiati per fornire al fedele seguace di san Domenico quelle «armi» indispensabili per insegnare e difendere la verità e la dottrina: «Arma nostra sunt libri et sine libris nullus ad predicacionem vel confessionum audencia securus exoponatur»: senza i libri, nessun predicatore può con competenza predicare o confessare. E di questo fu certamente convinto assertore san Vincenzo Ferrer.

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1 «Item cum arma nostra sunt libri, et sine libris nullus ad predicacionem vel confessionum audiencia securus exponatur», cfr. Douais, 1894: 319.

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