Due lupi, uno di fronte all'altro, ringhiavano minacciando una feroce lotta in qualsiasi momento. Esaminò disperatamente i dintorni, cercando di trovare le tracce di Dayrsenne, che sembrava essere svanita. Esaminò le cime degli alberi, sperando che fosse riuscita ad arrampicarsi su uno di questi, ma non la trovò nemmeno lì. Alla fine gli animali si accanirono in una feroce lotta di morsi, sangue, ringhi e acrobazie, una scena in cui la prudenza avvertì Jaren della necessità di scappare. Mentre indietreggiava, senza togliere la mano dalla spalla gravemente ferita, pregò in cuor suo che quella giovane donna fosse stata in grado di fuggire. Tuttavia, non negava di essere preoccupato per lei. Era sola, ferita ed era chiaro che stava scappando da qualcosa. Quanto tempo sarebbe potuta sopravvivere in quelle condizioni nella foresta? Dove sarebbe andata se fosse riuscita ad uscirne viva? I suoi piedi lo fecero tornare sui suoi passi, ma la sua testa voleva solo andare avanti oltre quei lupi che lottavano per trovare Dayrsenne, o almeno avere la certezza che stesse bene, e fosse sana e salva. Immerso in quei pensieri, si fermò in mezzo al fiume, udendo un nuovo ringhio.
Quando alzò lo sguardo, incontrò gli occhi gelidi di un'altra di quelle bestie. Si chiese allora quanti dovevano essere a popolare quella foresta, e come fosse possibile che non ne avessero visto nessuno da più di tre mesi. Un branco era arrivato lì, proveniente da altre terre più remote. La fisionomia dell'animale gli fece dubitare che fosse un lupo: avevano la stessa fisionomia del lupo, ma era molto più grande, incredibilmente grande, e per Jaren c'era qualcosa di inquietante nella sua espressione. Sollevò il pugnale e uscì lentamente dall'acqua, dove era più difficile muoversi.
Dai bastardo, vieni qui se ne hai il coraggio.
Il lupo emise un suono gutturale, e finì per voltarsi e andarsene. Jaren pensò che avesse già mangiato, e sentì di nuovo che la disperazione si impossessava di lui. Ma era anche sicuro che li da solo, in mezzo alla foresta, non poteva fare nulla.
***
Quando tornò al villaggio, la festa era finita. La musica non si sentiva più, e la gente correva avanti e indietro, sconvolta e urlando, e questo confermò ad Jaren che qualcosa non andava. Si affrettò fino a raggiungere la piazzetta dove si era svolta la celebrazione.
Jaren!esclamò Erik, Santo cielo! Cosa ti è successo?
Sto benerispose. Aveva visto lo stesso sguardo da parte del suo amico per il sangue che solcava il suo volto nell'ultima battaglia, e ora era il fango e la sua camicia strappata quello che impressionava Erik.
Che cosa ti è successo?
Jaren non rispose, si fece strada tra la folla che circondava la giovane Sarah, seduta a terra che abbracciava il corpo insanguinato di suo fratello, Tordath.
Un'altra vittima dei lupi.mormorò Erik alle sue spalle.
Non era un luporispose lei con voce tremante. Era un mostro.
Jaren si accovacciò di fronte a lei.
L'hai visto?chiese.
Sarah annuì con veemenza.
Era enorme, scuro e i suoi occhi...sembravano come accesi dalle fiamme.
Tu non sei stata aggredita?
Sono venuta di corsa al villaggio, quando è apparso, ma Tordah no...è caduto...e io...non ho potuto...
Che diavolo stavi facendo fuori dal villaggio?chiese una voce dal tumulto. E' pazzesco.
E' pazzesco che tu taci su quello che è successo a Lora.urlò Sarah alzandosi. Lasciò cadere il corpo inerte di suo fratello e affrontò tutti. Anche Jaren si alzò in modo che la gente non gli saltasse addosso. Avresti dovuto avvisarci. In quale altro modo avremmo dovuto saperlo?Un donna muore fatta a pezzi e tu taci?Bastardi! Accidenti a tutti voi!
La giovane donna iniziò a picchiare alcuni uomini, mentre altri la trattenevano cercando di calmarla. Jaren abbandonò il tumulto e si affrettò in direzione dell'accampamento. Erik riusciva a malapena a stargli dietro.
Jaren!
Hai ragione.rispose senza fermarsi Non avremmo dovuto tacere su quello che è successo, avremmo dovuto avvertire tutti all'istante.
Volevamo solo un po di calma, una treguacercò di giustificare Erik.
Questa volta Jaren si fermò.
In tal caso spero ti sia piaciuto, perché è finita.
Si voltò di nuovo e si fermò di colpo quando vide arrivare Donko, solo.
Cosa diavolo è successo?insistette Erik.
Ho visto quell'animalerispose Jaren. con uno sguardo vacuo. Si avvicinò al suo destriero e prese le redini, montando il cavallo.
Lo hai...?Jaren cosa intendi fare?
C'è una giovane donna gravemente ferita nella foresta. Ha cercato di scappare, ma non andrà lontano, con quelle bestie in libertà. Ce n'è più di uno. Li ho visti, Erik, sono enormi, come afferma Sarah: non so se siano lupi o cosa, ma non ho mai visto niente del genere.
Non puoi andare da solo.
Jaren Assynt arrivò lì correndo. Cosa vuoi fare?
Sono qui, Assynt rispose Ne ho visti tre. Si deve dar loro la caccia e si deve fare prima che muoia qualcun altro. Riunisci tutti.
Si voltò, e senza aspettare nemmeno la risposta del generale, cavalcò nella boscaglia. Mentre si allontanava udì la voce di Assynt che ordinava al resto dei soldati di prepararsi.
*****
L'oscurità della foresta inghiottiva tutto, mentre la luna iniziava a nascondersi dietro le grosse nuvole che minacciavano tempesta. Il vento agitava le fiamme delle torce portate dai soldati e dagli abitanti del villaggio. Molti di questi ultimi avanzarono a piedi, mentre i primi, per la maggior parte andarono a cavallo. Le inquietanti ombre che si proiettavano in controluce del fuoco non aiutavano ad alleviare la tensione, Jaren si occupò di Erik, credendo che fosse al sicuro nel villaggio. Conoscendolo, doveva aver immaginato che non avrebbe accettato di stare fermo e permettere agli uomini di Vianta di mettere in pericolo la propria vita per salvare lui e tutti i suoi concittadini. Si erano divisi in gruppi e stavano avanzando con tutta la furtività di cui erano capaci. Jaren scese da cavallo e avanzò lentamente fino a raggiungere il suo amico, che sussultò, sconvolto:
Per l'amor di Dio, vuoi uccidermi?disse, quasi senza voce.
Al contrario, avrei preferito che restassi a casa, ma siccome non conosci ragioni, almeno monta Donko.
E tu?
Preferisco camminare.
Sei sicuro?
Certo, Erik. Sali.
Il giovane obbedì senza fare domande e silenziosamente sollevato dal disagio che la sua gamba gli stava causando quella notte, come faceva quando il tempo cambiava, cosa che tuttavia odiava ammettere.
Chi è la ragazza di cui hai parlato? chiese, mentre scendevano dalla collina.
Non la conosco , non l'avevo mai vista prima, ma era ferita, non può andare lontano.
Ed era sola?
Jaren annuì. All'improvviso si fermarono, quando un'ombra fugace passò davanti a loro, a pochi metri di distanza.
Che cos'era?chiese Atsel.
Jaren alzò la spada e scrutò i dintorni con la massima attenzione. L'ombra passò di nuovo, come un'esalazione, schernendoli, finché alla fine, aizzata da uno dei soldati di Jaren, si fermò davanti a tutti loro. Di nuovo, quel lupo dalle dimensioni enormi e dallo sguardo sinistro era difronte a lui; i suoi occhi color ambra ardevano di rabbia mentre mostrava una fila di denti aguzzi con lunghe zanne e un'espressione affamata.
Jaren alzò la spada e scrutò i dintorni con la massima attenzione. L'ombra passò di nuovo, come un'esalazione, schernendoli, finché alla fine, aizzata da uno dei soldati di Jaren, si fermò davanti a tutti loro. Di nuovo, quel lupo dalle dimensioni enormi e dallo sguardo sinistro era difronte a lui; i suoi occhi color ambra ardevano di rabbia mentre mostrava una fila di denti aguzzi con lunghe zanne e un'espressione affamata.
Marlok!gli gridò il ragazzo all'uomo che aveva aizzato il lupo.Non provocarlo
E come potrebbe andarsene altrimenti. Sta qui. Andiamo a prenderlo.
Marlok avanzò con la spada sollevata mentre l'enorme animale gli balzò addosso. Cadde a terra e rotolò, mentre gli altri attaccarono il lupo, impedendogli di nutrirsi di Marlok. Il piccolo corpo di un abitante del villaggio volò in aria quando il lupo lo afferrò tra le fauci e lo sbatté contro un albero. I cavalli si innervosirono e cercarono di fuggire davanti alle reticenze dei loro padroni, alcuni riuscirono a farlo, facendo cadere i loro cavalieri. Jaren afferrò le redini di Donko, cercando di calmarlo in modo da non buttare giù Erik, ma finì per liberarlo quando sentì la pelliccia di un lupo sfiorarlo mentre attaccava Atsel, che stava urlando.
Gli altri soldati correvano dietro all'animale, cercando di liberare il loro compagno, così come lo stesso Jaren. Il ragazzo riuscì ad affondare la sua spada nella dura pelle della bestia, anche se la lama alla fine si spezzò e cadde a terra quando il gigantesco lupo si voltò. Il suo muso era a pochi centimetri di distanza, quando il forte impatto di una pietra sulla testa dell'animale lo fece infuriare.
Vieni qui, maledetto mostro.gridava Erik.
L'animale gli saltò addosso, mentre era ancora a cavallo, prima del vano tentativo di Jaren di afferrare il lupo per la pelliccia e impedirlo. I colpi e le ferite indotte dai soldati finirono per indurlo a lasciare il ragazzo e accanirsi contro di loro, che si mantenevano a debita distanza dall'enorme animale. Jaren vide Erik che era caduto a terra, spaventato a morte, anche se apparentemente stava bene. Annuì in segno di ringraziamento, e si voltò alla vista di un secondo animale, leggermente più piccolo del primo, ma altrettanto impressionante. Vedendo che gli uomini picchiavano l'altro animale, ancora infuriato, il secondo lupo si lanciò contro di loro e strappò, con stupore di tutti, il collo di Marlok, che urlava. Un momento di titubanza fu sfruttato dagli animali per balzare su Atsel, che cercava di sottrarsi al morso del lupo, pugnalandolo ripetutamente. Grida provenienti in lontananza fecero voltare Jaren, che vide altri tre lupi inseguire un altro gruppo di soldati e abitanti del villaggio, che fuggivano terrorizzati. Reagì rapidamente e corse in aiuto di Atsel, prendendo a calci il lupo e affondando la lama del suo pugnale nella schiena dell'animale. L'animale gli ringhiò in faccia, facendolo cadere a terra, mentre si lanciava contro di lui, ferendogli la spalla con la sua zampa. Erik sfoderò in quel momento la sua spada con rabbia sull'animale, e nel momento in cui altri due soldati lo attaccarono, Jaren afferrò l'amico per il braccio e lo trascinò via.
Ritirata!gridò.
Quando ebbe allontanato Erik abbastanza dal combattimento, prese le redini di Donko, che stava vagando, disorientato, e aiutò il suo amico a rialzarsi.
Va via!gli gridò.
E tu?
Jaren non rispose e tornò giù per il pendio a cercare Atsel, che giaceva a terra, tremante. Anche il cavallo del ragazzo cercava di scappare in qualche modo, ma Atsel l'aveva legato a un ramo di un albero e l'animale era riuscito solo ad impennarsi nel suo tentativo di fuga. Jaren riuscì a rassicurarlo e trascinò il corpo di Atsel, che pesava un po, nonostante l'aspetto fragile del ragazzo. Poi alcune braccia lo aiutarono e Jaren fu colto di sorpresa quando si rese conto che si trattava di Goriath. L'ex generale non gli disse nulla, lo guardò e se ne andò una volta che il corpo di Atsel fu sul destriero. Jaren lo slegò e cavalcò accanto a lui.
Andiamo, ragazzi!disse, mentre spronava il cavallo.
*****
Al mattino, il villaggio era ancora nella più totale confusione. Le facce felici per la fine della barbarie erano durate a malapena poche ore. Erik aveva detto che Vianta era maledetta, e per quanto pazzo potesse sembrare, infondo Jaren stava cominciando a chiedersi se il suo amico avesse davvero ragione. La casa del guaritore non poteva fornire abbastanza aiuto e molte delle donne del villaggio si erano offerte volontarie per aiutarlo a guarire le numerose ferite che presentavano molti di loro. Per ora, il bilancio dello scontro era di quattro morti tre abitanti del villaggio e Marlok numerosi feriti e Atsel che stava tra la vita e la morte. Jaren si scostò i capelli dal viso e sussultò mentre muoveva la spalla sanguinante. Alla caduta della notte precedente si era aggiunto l'artiglio dell'animale, e non si era ancora fatto curare, preoccupato com'era per tutto quello che era successo. Di Dayrsenne non c'era traccia, i diversi gruppi in cui aveva diviso i suoi uomini e gli abitanti del villaggio che volevano aiutare, avevano ispezionato diverse zone della foresta con identica fortuna.
Dopo il dubbio iniziale di dover informare tutti dell'esistenza della ragazza che voleva passare inosservata per un motivo ancora sconosciuto, Jaren finì per informarli della ragazza ferita che stava fuggendo dai lupi, e che avrebbero dovuto metterla in salvo se l'avessero incontrata, ma nessuno fu capace di fornirgli alcuna informazione al riguardo. Inoltre, aveva perso uno dei suoi uomini, mentre un altro stava lottando tra la vita e la morte, un ragazzo di appena diciotto anni, proprio come lui. Marlok era più grande, ma a ventisei anni era sposato e aveva due figli che erano rimasti orfani. Pensava a come dare la notizia alla moglie, che era qualcosa che lo inorridiva. Ripensò alla ferocia di quell'animale; erano riusciti a ferirlo, eppure continuava come se nulla fosse successo, distorcendo vite a ogni graffio, a ogni morso. Il giovane principe si alzò quando tre dei suoi uomini lasciarono il tempio, rivolgendosi verso di lui con uno sguardo accusatore, prima di proseguire insieme ad altri due che erano usciti senza che lui se ne accorgesse. Jaren sapeva che lo incolpavano, e non sapeva fino a che punto potessero o no aver ragione, ma una cosa era chiara. Si voltò quando Assynt lasciò la casa del guaritore.
Allora?chiese
Sempre uguale? Tutti credono che queste prime ore siano fondamentali per Atsel, ma ho visto troppi uomini morenti e ne riconoscerei uno a mille chilometri di distanza. Ha le ore contate.
Jaren inspirò profondamente.
Il re ci ucciderà!aggiunse poi Assynt Due vittime, cosa che non era successa neanche durante le battaglie con Likara, e che abbiamo subito a causa dell'attacco di alcuni cani.
Cani...mormorò Jaren Pensi che lo siano?
Ad essere onesto sono assolutamente indifferente a cosa fossero, ragazzo. Vorrei solo che ce ne andassimo. La guerra è finita e qui non abbiamo più niente da fare. Mi dispiace per quello che stanno soffrendo queste persone, Jaren, ma non è nostro compito salvarle; non possiamo salvarli da tutto.
Potete andarvene, se volete.disse, sedendosi di nuovo.
Cosa significa che possiamo andarcene? chiese Assynt, accigliato.
Che lui rimarràla voce di Goriath non scosse neppure Jaren, ma l'altro uomo si. Il generale arrivò e fissò lo sguardo sul ragazzo.
Non sarà così, vero?chiese Assynt.
Capisco che volete andarvene e che non ho il diritto di fermarvi per questo motivo, ma non ho intenzione di abbandonare queste persone.