Aspetta!gridò una voce di donna.
Jaren si voltò e controllò se si trattava di Sylvaen, che probabilmente si era nascosta da tutti dalla vergogna, dopo che suo fratello l'aveva smascherata. Un gesto che faceva capire, se ci fosse stato ancora qualche dubbio, che Erik non sapeva nulla dei piani di sua madre e sua sorella, e che se lo avesse saputo non l' avrebbe mai accettato.
Cosa vuoi?chiese seccamente il ragazzo, incapace di identificare la misteriosa ombra.
Ho bisogno di aiuto, per favore.
Non era la sorella di Erik, alla fine ne fu sicuro quando udì di nuovo la voce e non la riconobbe. Inspirò, rassegnato a resistere all'ultimo tentativo di un'altra giovane donna di evadere dalla vita semplice di Vianta e collocarsi su un trono, e lentamente si fece strada lungo il sentiero verso il fiume. Quando arrivò, si fermò e vide che la giovane donna che era seduta per terra aveva un'enorme scheggia conficcata nella parte interna della coscia destra. Si avvicinò lentamente e si accovacciò di fronte a lei, fissando la ferita sanguinante.
Come te lo sei fatto questo?chiese. In quel momento il ragazzo abbassò la guardia, poiché era improbabile che qualcuno potesse farlo apposta solo per attirare la sua attenzione.
Stavo correndo attraverso la foresta. Sono scivolata e sono caduta.confessò.
Jaren si sporse in avanti e cercò di verificare a quale profondità potesse essere conficcata la scheggia e quanto potesse essere complesso estrarla.
Correndo attraverso la foresta?Non dovresti farlo e ancor meno non...
Quando alzò la testa per guardare il viso della ragazza per la prima volta, non solo constatò che era una perfetta sconosciuta, ma confermò anche che era la più bella sconosciuta che avesse mai visto. I suoi capelli scuri ondulati ricoprivano buona parte del suo viso, ma il color miele dei suoi occhi, che fissavano quelli di Jaren, ipnotizzandolo, aveva una carnagione scura, e la sua bocca semiaperta era come un invito immaginario che in quel momento dovette rifiutare, vista la delicatezza della situazione. Vide anche che i vestiti della giovane donna erano a brandelli e che non indossava quasi nulla che la coprisse, ma la cosa sembrava non importarle troppo, dal momento che non stava cercando di coprirsi.
Vado a chiedere aiuto al villaggio.disse Jaren, cercando di concentrarsi sulla ferita.
No!esclamò prendendogli la mano. Non voglio l'aiuto di nessun altro. Ho solo bisogno che tu mi aiuti a tirarla fuori.
Non posso togliertela cosi!
Si che puoi. Un tiro rapido e secco. E' tutto quello di cui ho bisogno.
Poi bisognerà curare la ferita o potrebbe infettarsi. Potrebbero esserci delle schegge dentro e non...
Se non vuoi aiutarmi, vattene, ma se porti qualcuno. attento alle conseguenze.
Di cosa mi stai minacciando esattamente?chiese. Lei non rispose e Jaren fece mille ipotesi, tra le più assurde: una ragazza scappata di casa? Una criminale? Una spia della guerra che credevano fosse finita?Perché non voleva che nessuno la vedesse? Perché aveva quell'aspetto?
Un sudore freddo gli inzuppava il viso e il collo. Jaren poteva sentire il suo respiro, che alzava e abbassava il suo petto. Non poteva essere di Vianta, perché era sicuro che l'avrebbe notata subito, e dubitava addirittura che sarebbe stata in grado di notarne un'altra.
D'accordorispose alla fine, ignorando il motivo. Tra tutte le possibilità che valutò nella sua testa, quello che riteneva più giusto da fare era di portarla a Vianta. Ti aiuterò.
Graziemormorò lei.Ho bisogno....che tu me la tiri fuori. Deve uscire a primo colpo, intera.
Mi stai innervosendo. So come farlo, anche se so che questo non ha senso.
Ok, al tre.insistette la giovane donna.
Bene.Jaren mise una mano sul ginocchio della ragazza e con l'altra tenne saldamente la scheggia, senza esitazione.Pronta?Uno...due...e...
Aspetta!esclamò lei
Cosa'
Mi farà male?
Certo che farà male. Era proprio per questo che volevo andare a cercare aiuto.
La ragazza negò con veemenza.
No, va bene, basta, sono pronta.
Guardandola di nuovo, Jaren si rese conto che una lacrima le scorreva lungo la guancia e non potette immaginare la sofferenza che stava passando.
Va bene Allora vado. Uno...due...
Le sue labbra si posarono su quelle di lei, prima che avesse il tempo di reagire e allontanarsi. Teneva il suo viso minuscolo e sudato tra le sue mani, e mentre godeva di quell'atto impulsivo, si sorprese della tranquillità della giovane donna. Jaren non sapeva se quel modo incauto di fare le cose potesse esser considerato in lui una virtù o un difetto, ma le sue ore stavano finendo e il giovane principe sentì che non voleva lasciare nessun desiderio in sospeso, un pensiero che sicuramente rispondeva al suo dubbio: in lui essere impulsivo era un difetto perché esaudiva tutti i capricci che gli passavano per la mente, senza considerare nulla. L'aveva vista, gli piaceva e voleva baciarla, e così fece. Il genere di cose che lo facevano odiare: il figlio del re, quello che otteneva tutto ciò che voleva, un'idea che detestava, ma che aveva appena riassunto il suo impeto irrefrenabile. Si staccò lentamente, incapace di distogliere lo sguardo da quelle labbra che aveva appena assaggiato, e dalle quali, voleva sorprendentemente di più.
Cosa fai?disse lei. Le era così vicino che sentì la miscela di gelsomino e di sudore fuoriuscire dal suo corpo caldo; così vicino che il suo respiro rimbalzò sulla bocca di Jaren, tentandolo. E alla fine con un forte tiro estrasse la scheggia, facendole sanguinare ancora di più l'interno coscia. Trattenne un grido, anche se il suo viso era la vivida espressione di dolore quando cadde all'indietro e si portò le mani al viso.
Ti distraggorispose Jaren. Non sapeva fino a che punto fosse vero; immaginava che l'avesse fatto, anche se non era quello che stava davvero cercando di fare.
Senza perdere tempo, la giovane donna si mise a sedere e cercò di alzarsi.
Aiutami.
Chi diavolo sei?chiese Jaren, tendendole la mano. llei gli mise un braccio sopra la spalla e lui la tenne per la vita, camminando verso l'acqua. La sua freschezza alleviò il calore della notte e immaginò che in lei avrebbe alleviato anche il dolore. Avanzarono lentamente finché il livello dell'acqua gli arrivò appena sotto i fianchi, il sangue tinse rapidamente l'acqua, circondandoli con un inquietante cerchio scarlatto. La giovane donna si spostò i capelli di lato e Jaren dovette fare grandi sforzi per non baciarla di nuovo; non aveva più una scusa ma sentiva anche di non averne bisogno. Confermò a se stesso che quella sconosciuta era la creatura più bella che avesse mai visto.
Mi chiamo Dayrsenne, e quello che hai fatto ti sarebbe potuto costare la vita...se non fosse stato per il fatto che ha funzionato.
Dayrsenne alzò lo sguardo, fissandolo e immergendolo di nuovo nel color miele dei suoi occhi che lo avevano completamente catturato. Jaren avrebbe detto per sempre, senza sapere perché gli sembrava cosi tanto tempo.
Lei era ancora aggrappata al suo collo, mentre con l'altra gli teneva la gamba.
Suppongo che allora ti devo la mia vita.rispose lui.
Lei si voltò a guardarlo.
Suppongo...
Te lo assicuro
Dayrsenne non rispose.
Non sei di queste parti, vero?insistette Jaren.
Lei alzò lo sguardo in direzione della foresta che circondava il fiume sui ripidi pendii. Il suo gesto allertò Jaren, che scrutò l'oscurità dell'ambiente.
Te lo assicuro
Dayrsenne non rispose.
Non sei di queste parti, vero?insistette Jaren.
Lei alzò lo sguardo in direzione della foresta che circondava il fiume sui ripidi pendii. Il suo gesto allertò Jaren, che scrutò l'oscurità dell'ambiente.
Che succedechiese.
Dayrsenne si staccò da lui e zoppicò fino a riva.
Devi andare.disse soltanto.
Cosa?
Dai, devi allontanarti da qui.
Perchè?Jaren camminò lentamente dietro di lei; quando arrivò, Dayrsenne gli diede uno strattone sul braccio e lo tirò fuori dall'acqua; poi gli tirò la camicia, strappandogli un pezzo di stoffa con cui si avvolse la coscia, tappando la ferita. Hey, in cosa ti sei cacciata?Ti stanno inseguendo? Ti posso aiutare.
Non ti importa. Vattene.
A Vianta è morta una donna per l'attacco di qualche animale, probabilmente un lupo. Non è sicuro stare in giro nel cuore della notte. Se qualcuno ti sta cercando, ti offro protezione.
E chi sei tu per offrirmi qualcosa, contadino?Vattene subito da qui!Jaren non poté negare di essere felicissimo che lei non sapesse chi fosse, e questo confermava solo che non era di lì. Eppure come poteva una ragazza essere arrivata da sola in quel luogo remoto?Cercando di dissipare quei dubbi, Jaren guardò su per il pendio, quando sentì il nitrito di Donko, che vide scomparire nella boscaglia.
Troppo tardi.mormorò DayrsenneNon hai la sana abitudine di legare il tuo cavallo?
Donko non scappa mai.
Donko è appena scappato.
La giovane donna prese la mano di Jaren e iniziò a correre zoppicando, portandolo con sé. Corsero il più velocemente che potesse, avendo lei una gamba ferita, e sebbene lui cercasse di aiutarla, non poteva negare a se stesso di essere agitato senza sapere da cosa stava scappando. Un lupo? I suoi inseguitori?Nonostante quanto gli costasse quell'avanzata, l'abilità con cui lei si muoveva era sorprendente, la ferita le inzuppò di rosso il brandello della camicia e le gocciolò fino alla caviglia. Si fermò, sul punto di cadere, e quando cercò di rialzarsi, Jaren la afferrò per il polso e la tenne stretta.Se non mi dici di cosa diavolo si tratta, non mi muovo da qui. Da cosa stai scappando?
Te. Non devo badare a te.
Dayrsenne si voltò, facendo un paio di passi in avanti, prima di fermarsi e voltarsi di nuovo. Sbuffò, mostrando la sua esasperazione per la testardaggine di Jaren. Non poteva semplicemente obbedirle?
Ti fidi di me?gli chiese allora.
Ti ho appena conosciuta. Non ho motivo per farlo.
Hey, mi hai aiutato, e te lo devo. Sto cercando di restituirti il favore. Ti prego, fidati di me.
Jaren le tese di nuovo la mano e lesse l'urgenza nel suo sguardo, la silenziosa supplica e qualcosa contro cui non poteva competere. Fece un respiro profondo, e anche se aveva ancora bisogno di un motivo per fare quello che stava facendo, finì per stringerle la mano e scappare di nuovo con lei, senza chiedere altro.
Affrettarono la marcia e lei gli lasciò la mano per correre più facilmente. Era a piedi nudi, ferita, con solo brandelli di vestiti che coprivano aree del suo corpo che in quel momento Jaren era grato di non vedere perché doveva stare concentrato; rami secchi e foglie le graffiavano la pelle, ma niente la fermò. Ciò che fermò la sua avanzata fu una leggero pendio che Jaren non vide, andando a urtare la schiena di Dayrsenne ed entrambi finirono per precipitare giù, sopra un pantano. Lo spinse via e si mise a sedere faticosamente.
Dannazione...esclamò.
Jaren si alzò in piedi e poi udirono uno strano ululato nelle vicinanze. Il ragazzo cercò il pugnale nella sua cintura e lo prese, impugnandolo con forza mentre scrutava i dintorni. Dayrsenne si voltò e lo guardò.
Che cos'è?chiese.
Non hai mai visto un pugnale?
E cosa vorresti fare con quello?
Ti ho già detto che una donna è morta a Vianta a seguito di un attacco di un animale. Non l'hai sentito? Quel lupo è vicino.
Credi che un lupo ci sbranerà?
Jaren la guardò da cima a fondo, perché gli sembrava ancora surreale. Anche le ragazze con cui aveva avuto un'intimità fingevano di vergognarsi di farsi vedere nude, ma questa giovane donna si muoveva con totale naturalezza, e sebbene non stesse mostrando nessuna parte del suo corpo eccessivamente compromettente, non aveva l'aspetto di qualcuna che potrebbe essere considerata una brava ragazza.
Se fossi in lui lo fareidisse alla fine.
Dayrsenne lo guardò e Jaren avrebbe potuto giurare che stava cercando di trattenere un sorriso.
Non otterrai niente con quell'arma.disse.
Beh, spero di si, perché in questo momento è tutto quello che ho.
Sentirono di nuovo l'ululato, e lei alzò lo sguardo. Dayrsenne avanzò verso di lui come se stesse per attaccarlo, afferrandolo per il petto, o quello che riuscì a prendere, e sbattendolo sulle rocce da cui erano caduti come se cercasse di impedire a quel lupo di vederli se avesse seguito le loro orme, poiché non sarebbe saltato dall'altezza da cui erano precipitati. Erano così vicini che Jaren poteva sentire il respiro di Dayrsene sul suo collo e le mani della ragazza sul suo petto.
Attirerò la sua attenzione qui.disse la giovane donnal'animale mi seguirà e tu te ne occuperai, ok?
Non ho intenzione di nascondermi qui mentre lo attiri. Sei ferita.
Hey, non so con che tipi di donne hai a che fare, ma non sono una damigella che devi salvare da tutto. Lo hai fatto prima con la mia gamba e ora ti ringrazio. Fidati di me. Lo porterò qui e tu ti occuperai di lui.
Ma se non...
Ascoltami.
Non riuscirai mai a...
In quel momento fu lei a tenere Jaren per il viso e zittì le sue labbra con un bacio che fece dimenticare tutto al giovane: i lupi, la foresta, Vianta, la guerra, il suo matrimonio, suo padre, respirare. Intrecciò le dita nei suoi capelli scuri e la baciò intensamente finché Dayrsenne non si staccò, apparentemente sconvolta.
E' un a buona tattica.mormoròResta quiaggiunse con un sussurro. Pochi secondi dopo si staccò e corse su per il pendio. Jaren fu lento a reagire e si svegliò dallo strano stato in cui quella giovane donna era riuscita a trascinarlo, ma non poteva restare lì mentre lei rischiava. Il suo onore glielo impediva. Lasciò il nascondiglio e corse dietro di lei, che si fermò quando lo vide.
Non mi hai sentito?!esclamò.
Non lascerò che tu ti esponga al pericolo. Sei ferita.
Hey...come...come ti chiami?
Jaren.
Va bene, Jaren, non complicarmi le cose, per favore.
E' solo un lupo. Lascia che ci pensi io.
Ma non c'era tempo per altre conversazioni. Un imponente animale dalla pelliccia grigia e le enormi zanne li inseguiva dalla cima della collina. I suoi occhi di un grigio metallico fissarono Jaren e Dayrsenne, come se volesse decidere se scegliere prima l'uno o l'altro. E finalmente decise: con un salto impressionante l'animale arrivò davanti alla giovane donna, che si voltò e iniziò a correre.
Dayrsenne!.
Jaren li seguì, col pugnale in mano, schivando gli ostacoli della foresta. Niente sembrava in grado di fermare lei o il lupo, né tanto meno lui poteva arrendersi davanti all'acqua, alle cadute, al fango e all'oscurità. Attraversano il fiume nella zona più stretta del suo corso e schivarono attentamente il sottobosco che chiudeva quella che doveva essere un'area poco o per niente trafficata. Jaren esitò a saltare per paura di una brutta caduta, ma vedendo l'animale correre e pensando che anche lei, una semplice ragazza gravemente ferita, lo aveva fatto, si convinse a imitarli e saltò, atterrando sulla sua spalla e soffocando un grido. Si rimise di nuovo in piedi, e mentre superava la curva che riportava al tortuoso corso del fiume, si fermò di colpo.