Salvato - Bailey Bradford 4 стр.


Quando Gabe si svegliò al suono della sveglia per la quarta e ultima volta, si fece sfuggire un lamento per la grande stanchezza. Si sentiva come se non avesse dormito per nulla, nemmeno quelle poche ore che era riuscito a farlo. Quel poco sonno era stato riempito dai sogni sensuali di un uomo dai capelli scuri con caldi occhi castani e il sedere più dolce che avesse mai visto. Le visioni delluomo si confondevano con quelle del lupo per poi tornare nuovamente alluomo. Un nome, Mika, era uscito dalle labbra delluomo con una voce calda e sensuale. Mika, Mika Non era un nome a cui aveva mai pensato, e non potÈ fare a meno di domandarsi dove la sua mente fosse stato in grado di trovarlo.

Lintera esperienza era stata strana e Gabe immaginò che uno psichiatra avrebbe avuto pane per i suoi denti con lanalisi dei suoi sogni se mai gliene avesse dato la possibilità. Scrollandosi di dosso le sue preoccupazioni sul fatto di aver sognato di fare sessoun sesso veramente, veramente sconvolgentecon un uomo che poteva trasformarsi in un lupo, gettò via le coperte.

La sua erezione mattutina gli stava facendo veramente male, e pensò seriamente di alleviarla prima di controllare il lupo, ma non poteva giustificare la ricerca del proprio piacere a spese di un altro. Pur sapendo che era sciocco, indossò i suoi boxer in un tentativo di coprire la sua erezione mattutina. Gli sembrò solamente strano andare a prendersi cura del lupo con un uccello duro come il marmo.

Aprì la porta della lavanderia, sorridendo in anticipo prima di vedere il lupo. Si bloccò sulla soglia. La sacca della flebo era vuota, la cannula sul pavimento, lago con ancora una piccola macchia di sangue non era attaccato al lupo. PerchÈ il lupo era scomparso.

Ma che diavolo? disse irrompendo nella stanza, cercando freneticamente qualsiasi segnale di cosa fosse accaduto al lupo. Non poteva essere uscito; lunica porta era quella da cui era entrato e che portava in casa. Perciò dove diavolo era finito il lupo? E perchÈ aveva la sensazione che qualcosa di vitale gli fosse stato strappato?

Ispezionò la casa, cercando il lupo o qualche sua traccia, ma non trovò nulla. Poi si ricordò che la finestra della sua camera era rimasta aperta; la fresca brezza serale era stata troppo rilassante per resistere. La zanzariera tuttavia era stata bloccata. Non cera modo per cui il lupo fosse stato in grado di aprire la serratura. Se il lupo fosse passato attraverso la finestra lanimale avrebbe rotto sicuramente la zanzariera. E quello lo avrebbe sicuramente svegliato. Corse fuori, notando che le porte della casa erano completamente chiuse ma non a chiavelui raramente le chiudeva a chiave. Tuttavia, non era probabile che il lupo fosse stato in grado di aprirle. Cera bisogno dei pollici per cose di quel tipo.

Colpendo il terreno coi piedi nudi mentre correva, controllò il garage, le cucce e qualsiasi posto che potesse venirgli in mente. Nulla, pensò, sentendosi stranamente in lutto. Non cera traccia del lupo da nessuna parte. Si sedette sui gradini della veranda, arrabbiato, con le lacrime che gli bruciavano gli occhi. Doveva smettere di comportarsi come una femminuccia, maledizione. Poi un freddo terrore lo travolse. E se lo sceriffo fosse entrato proprio mentre dormiva e avesse rubato il lupo? Non sembrava probabile. Lo sceriffo avrebbe fatto a pezzi il lupo perchÈ lui lo scoprisse. Tuttavia, era ancora lunica possibilità che gli venisse in mente. Si alzò e andò dentro a chiamare Todd.

Sì? rispose Todd. Gabe si diede una manata in fronte. Si era dimenticato che aveva fatto il secondo turno. Non che quello lo avrebbe comunque fermato dal chiamarlo e svegliarlo.

Todd, scusami amico, mi dispiace svegliarti. Però qui cè un problema. Chiuse gli occhi cercando di bloccare i suoi pensieri pieni di panico mentre Todd si schiariva la gola.

Che succede, Gabe? Incredibile come luomo passasse dal sonno allo stato di massima allerta in una questione di pochi secondi.

Mi sono svegliato questa mattina e il lupoèscomparso. Gli spiegò gli avvenimenti del mattino, rispondendo alle domande di Todd nel miglior modo possibile. Quando ebbe finito di ricapitolare la storia, entrambi gli uomini restarono in silenzio per un po mentre consideravano le diverse possibilità.

Mi sto chiedendo se ti stai domandando se Kaufman abbia qualcosa a che fare con questo?

Non so cosa pensare, Todd. Non sembra abbastanza crudele per essere opera sua, ma, merda, riesci a immaginare qualcosa di diverso? PerchÈ lui non ci riusciva, a meno che il lupo si fosse alzato in piedi e se ne fosse andato da solo. Quellimmagine gli provocò un brivido lungo la spina dorsale, le visioni dei sogni erotici della notte precedente gli balenarono in testa. Che diavolo? Pizzicandosi il naso tra pollice e indice, obbligò i suoi pensieri a non divagare dal problema del lupo scomparso.

Beh, hai visto qualche traccia degli pneumatici del furgone dello sceriffo, qualche impronta che gli appartenga? E lo sceriffo non avrebbe avuto bisogno di aiuto se avesse preso lanimale? Voglio dire, ci son voluti due uomini forti per caricarlo nel tuo furgoncino. Oh. Forse se non avesse sofferto per la mancanza di sonno ci avrebbe pensato da solo.

Ci deve essere stato un modo per cui il lupo è riuscito a uscire da solo, Gabe. Era piuttosto grosso; forse ha spinto la maniglia della porta così forte perchÈ si girasse. O forse lha girata con la bocca; ho visto farlo in TV. Hai trovato qualche sua impronta fuori?

Gabe ebbe il desiderio di alzare gli occhi al cielo per questi suggerimenti, ma poi pensò agli occhi del lupo, allintelligenza che sentiva bruciare dietro di essi. Chi era lui per dire che il lupo non fosse stato in grado di girare il pomello? E quello lo fece stare malissimo, perchÈ significava che il lupo lo aveva lasciato, se ne era andato da lui, per davvero. PerchÈ gli faceva così male? Si massaggiò il dolore che sentiva nel petto.

Non ho visto alcuna traccia, ma non sono il miglior cercatore di tracce al mondo. Non so quante ne avrebbe lasciate se fosse rimasto sullerba. Probabilmente nessuna che sarei mai stato in grado di trovare. Maledizione.

Sai che ti dico, Gabe? Posso passare più tardi dal veterinario, prima sono di turno, e chiedere al dottore qualcosa sul tuo lupo scomparso, vedere se pensa che potrebbe essere scappato. Forse avrà anche qualche idea sul come trovarlo. Forse il lupo si è diretto verso il suo territorio nativo. Non che non abbia avuto una buona accoglienza qui.

Lidea di non poter vedere più il lupo gli strinse lo stomaco. Cercò di attribuirlo alla preoccupazione per la salute del lupo, e non era del tutto falso. Non era per nulla al sicuro lì, con lo sceriffo Kaufman e la sua contorta visione del controllo degli animali, e anche se Gabe fosse riuscito a trovare un modo per far stare il lupo lì, non sarebbe mai stato al sicuro. No, a meno che non avvenisse qualche cambiamento nella città di Shasta, il che non sarebbe accaduto, quantomeno subito, perciò il lupo doveva essere riportato nel suo territorio.

Si rese conto che lidea di trovare il lupo, solo per liberarlo in un posto più sicuro e non vedere più di nuovo quella magnifica creatura non lo faceva sentire per nulla meglio. Era sbagliato, sapeva che era sbagliato, voler tenere il lupo per sÈ. Solo che proprio non riusciva a togliersi quella sensazione che il lupo fosse suo, il che era proprio una stronzata. Il lupo era una meravigliosa creatura selvatica e non apparteneva a nessuno. Forse in qualche modo appartengo a lui, pensò Gabe. E quello fu proprio un pensiero strano.

Terminò la telefonata e si diresse di corsa verso la sua camera per vestirsi. Gli altri cani salvati avevano ancora bisogno di essere accuditi e aveva passato troppo tempo nellinfruttuosa ricerca del lupo fuggito. Perso nei pensieri sulle faccende da sbrigare e sul lupo, si diresse verso la sua camera, lerezione mattutina svanita e dimenticata mentre cercava di mettere da parte le sue sensazioni di abbandono e di concentrarsi su quello che doveva essere fatto. Aprì di scatto un cassetto, frugando tra i mucchi di vestiti piegati frettolosamente.

Dove sono le mie maledette felpe? Erano qui, almeno lo credevo Borbottando per la frustrazione, infastidito con sÈ stesso e con il lupo, fu colto alla sprovvista da un forte bussare alla porta principalecosì forte che si chiuse le punte delle dita nel cassetto mentre lo chiudeva.

Ahi! Merda! Chi diavolo bussa alla mia porta a questora del mattino? Lunica persona a cui potÈ pensare fu lo sceriffo Kaufman, e quello gli fece uscire un gemito accompagnato da alcune imprecazioni. Ci stava; quella mattina era già stata una schifezza. Una visita di Kaufman ci sarebbe stata proprio bene. Aprì la porta dingresso pronto a incontrare lo sceriffo e a riversargli un po della sua frustrazione. Invece un respiro sorpreso uscì dai suoi polmoni.

In piedi sulla verandae non erano quelle le sue felpe scomparse? E la sua maglietta del concerto degli Alice In Chains? cera luomo che aveva sognato la scorsa notte. Era meraviglioso in ogni centimetro della sua persona, con capelli neri lunghi fino alle spalle che abbellivano il suo volto cesellato, grandi occhi marroni, naso aquilino, e labbra piene e sensuali. Gabe sentì il suo uccello irrigidirsi per il desiderio, spingendo contro lelastico dei suoi boxer, cercando di uscire, e vide limprovvisa fiamma dalle narici delluomo del sogno, come se potesse sentire che Gabe si era eccitato. Distolse lo sguardo dal volto dellaltro uomo, lo abbassòe trattenne un sussulto. Lì, attorno al suo collo, proprio sopra il colletto della maglietta

Ma che diavolo? borbottò con voce strozzata. Il suo cervello elaborò allimpazzata linformazione delle ferite quasi guarite sul collo delluomo, la sensazione di familiarità lo travolse. Piccoli puntini neri apparvero davanti ai suoi occhi. Gesù, doveva essere completamente impazzito.

Chi sei tu? riuscì a dire, sentendosi leggero e fuori fuoco, i suoi occhi fissi su quelle sbiadite ferite familiari. Non può essere, non può essere

Sono Mika, rispose luomo, la sua profonda voce rombante riempì la mente di Gabe con uno strano ronzio mentre cercava di combattere loscurità che lo stava travolgendo.

Merda! Mika si gettò verso la soglia per cercare di impedire che Gabe si rompesse la testa, riuscendo a malapena ad afferrarlo prima che colpisse il pavimento. Non era andata proprio come aveva pianificato, era decisamente chiaro. Non che avesse lidea romantica che il suo compagno lo avrebbe guardato per poi gettargli le braccia al collo e giurargli amore eterno in modo che potessero copulare come conigli. No, quella era solo una fantasia, ma veramente non si era aspettato quello.

Mika aveva pensato alle varie possibilità, solo per scoprire che non ne aveva nessuna. Senza abiti, denaro o mezzi di trasportotutto quello che aveva posseduto era ancora nella terra del suo ex brancoMika semplicemente non aveva saputo che altro fare. Era sgattaiolato dentro la camera di Gabe mentre dormiva e aveva preso in prestito alcuni vestiti. Aveva desiderato così tanto toccare Gabe mentre era disteso. Era stupendo, tutto muscoli lunghi e tesi e pelle tirata. Non si era permesso di guardarlo troppo a lungo, timoroso che avrebbe ceduto al bisogno di toccarlo. Stupidamente, come sembrava ben chiaro ora, aveva deciso che un approccio diretto era lunica scelta che aveva.

Forse avrei dovuto pensare a un altro modo. Certamente avrebbe potuto pensare a qualcosa di diversosolo che non voleva lasciare quel posto, quelluomo a lungo abbastanza per formulare un piano alternativo. E ora era troppo tardi; lo aveva già spaventato a morte.

Lo portò in camera e si sedette sul letto, la schiena appoggiata alla testiera, cullandolo nel suo grembo. Stava così bene, disteso e stretto contro il suo petto. Mika vide i suoi occhi aprirsi, lo sentì irrigidirsi e cominciare a spingerlo via. Levò velocemente le sue braccia, sentendo una stretta al cuore quando il suo compagno si allontanò velocemente da lui per restare tremante dallaltra parte del letto. I loro sguardi si incontrarono e dovette lottare con se stesso per non avvicinarsi a lui e alleviare la paura che vedeva riflessa in quei sospettosi occhi verdi.

Non sapeva cosa fare per calmare il nervosismo delluomo. Cercare di mettersi nei panni di Gabe si stava rivelando difficile con il desiderio che pulsava in tutto il suo corpo. Doveva trovare un modo per far capire la situazione al suo compagno, senza però terrorizzarlo. Le sue mani stavano tremando per il timore di rovinare tutto. Incontrando lo sguardo di Gabe, fece un profondo respiro e aspettò.

Fammi vedere la tua schiena, ordinò Gabe, le braccia incrociate mentre aspettava che lui eseguisse i suoi comandi.

Mika lo fissò, desiderando che accettasse la realtà di quello che stava per vedere. Si sporse in avanti dalla testiera, si levò la maglietta presa a prestito e poi si piegò fino a quando la pancia quasi gli toccò le cosce, osservando sempre il suo compagno. Vide la bocca delluomo aprirsi fino a formare una o molto carina, sentì uno stupito oh merda mentre Gabe sollevava una mano per seguire dolcemente il punto dove un proiettile si era fatto largo tra la pelle e i tessuti. Il calore di quella dolce carezza gli fece sfuggire un gemito prima che riuscisse a fermarlo. Invece di allontanarlo come aveva temuto, Gabe lasciò che il suo palmo riposasse sopra la ferita, accarezzando la pelle corrugata alcune volte con la punta delle dita.

La logica lottò contro il desiderio. Il suo uccello era così duro da fargli veramente male. Poteva sentire lumidità fuoriuscire dalla punta, il calore del fluido quasi bruciare la pelle dove arrivava mentre il suo pene pulsava a ogni battito. Sforzandosi di allontanare i pensieri delle reazioni del suo corpo verso il suo compagno, rimase perfettamente immobile, aspettando di vedere quale sarebbe stata la mossa successiva di Gabe. Quando non fu più in grado di reggere il silenzio, si allungò per afferrare il braccio di Gabe, tenendogli il polso prima di sedersi di nuovo contro la testiera.

Per favore, Gabriel. Siediti con me. Prometto di fare del mio meglio per spiegarti.

Gabe si liberò il polso ed esitò per un momento così lungo che Mika temette che avrebbe dovuto pregarlo. Chiudendo gli occhi per il dolore del suo uccello pulsante, sapeva che giunto a quel punto lo avrebbe supplicato. Avrebbe fatto qualunque cosa per tenere il suo compagno vicino a lui. Diavolo. Per tenerlo. Punto. Questa attrazione tra compagni era molto più forte di quanto avrebbe mai pensato potesse esseree molto più spaventosa a causa della sua intensità.

Aprendo gli occhi, Mika si rese conto che Gabe stava fissando lasta rigida che stava tendendo i suoi vestiti, provocandogli un malessere non da poco. Gemette quando il suo uccello rispose allispezione di quei bei occhi verdi.

Gabe, non puoi guardarmi in questo modo e aspettarti che io mi possa concentrare sul parlare, borbottò. Gabe rialzò il suo sguardo verso quello di Mika e divenne di un rosso brillante. Dio, il suo compagno era stupendo, seduto lì con le labbra leggermente aperte, limbarazzo che lo travolgeva. Il pomo di Adamo di Gabe andò su e giù un paio di volte prima che fosse in grado di parlare.

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