Tornanti - Pamela Fagan Hutchins 7 стр.


Perry e suo padre stavano parlando del Super Bowl e delle possibilità dei Dallas Cowboys di vincerlo in quella stagione. I Dallas Cowboys erano la squadra del cuore dei due. Chi cresceva in Texas era come se dovesse fare il tifo per loro, a meno che non vivesse a Houston e fosse allora un fan degli Oilers. In Wyoming, invece, la gente tifava per i Denver Broncos. Trish aveva deciso che, dal momento che adesso era una ragazza del Wyoming, loro erano la sua squadra.

Suo padre uscì dal parcheggio, diretto verso le montagne. Lontano dallinterstatale. Stava andando di nuovo nella direzione opposta a quella che lei si aspettava.

«Papà, che stai facendo?»

Perry continuava noiosamente a parlare del football. «Roger Staubach è destinato a entrare nella storia.»

Suo padre le sorrise. «Stiamo prendendo una scorciatoia. Vedi quella strada sterrata su per la parete della montagna?» Gliela indicò.

Lei strizzò gli occhi. Ne vide una, a malapena. «Sì.»

«Questo ci farà risparmiare unora di viaggio.»

Trish ricordava un sacco di volte in cui le scorciatoie di suo padre erano finite male. O erano rimasti bloccati, o era una strada a fondo chiuso, o si era rotto il pick-up, o si erano persi. «Magnifico.»

Patrick tornò alla conversazione sul football con Perry. Una fastidiosa voce interruppe la musica della stazione radio con un aggiornamento sulle ricerche di un fuggitivo. Trish ruotò la manopola della sintonia, scorrendo le poche stazioni, tutte disturbate, disponibili nel nord del Wyoming.

Superarono un cartello che segnava linizio del centro abitato di Big Horn. Trish non laveva mai sentito. Dato che lo attraversarono in meno di un minuto, capì perché. Era persino più piccolo di Buffalo. Era convinta che ci fossero meno abitanti in tutto lo stato del Wyoming che a Irving, la città dellarea metropolitana di Dallas-Fort Worth dove avevano vissuto prima di trasferirsi nel vero stato dei cowboy.

Lentamente lo scenario lattirò e, senza accorgersene, lasciò la radio su una stazione di musica gospel. Cervi, antilopi e tacchini selvatici vagavano ovunque. La strada li portò vicino a un torrente serpeggiante, le cui sponde erano fitte di pioppi, quelli tremuli e i populus trichocarpa, gli alberi che facevano il cotone. Abbassò il finestrino e annusò forte. Qualche sentore del dolce profumo degli ulivi di Boemia aleggiava ancora nellaria. Lultimo resto dellestate. In lontananza, le montagne si ergevano ripide, i loro fianchi ricoperti di alti pini, fatta eccezione per le enormi formazioni rocciose dai differenti colori. Rosa, rosso, nero, bianco, grigio. Il vento le sferzava i capelli. Era ancora caldo, ma sentì che si stava raffreddando, preannunciando lautunno. Presto sarebbe arrivata la neve. Sua madre diceva sempre che Trish era proprio come suo padre. Lei non vedeva come. Suo padre era un duro e voleva tutto a modo suo. Ma, effettivamente, amava le montagne come lei. E i cavalli. Trish amava davvero tanto i cavalli.

«Bello, vero?» disse suo padre.

La figlia continuò a guardare fuori dal finestrino. «Mm-mm.»

Le venne in mente una cosa. Sua madre le aveva chiesto di dirgli di chiamare il medico legale. Glielo avrebbe detto più tardi. Non aveva ancora finito di punirlo per averla portata in quella stupida gita di caccia. Doveva credere che stesse soffrendo. Ma non smise di ammirare il panorama, e quando sbirciò suo padre, vide che le stava sorridendo, per niente ingannato.

Le gomme saltarono dallasfalto a una strada sterrata in salita. La carrozzeria vibrò, il motore gemette e il rumore nellabitacolo si fece più forte.

«Hai mai fatto questa strada?» chiese Trish. «È sicura, almeno?»

Le labbra di suo padre iniziarono a muoversi senza che uscisse alcun suono. Quello le diede la risposta: no.

Il pick-up raggiunse la cima di una collina, quando una gomma urtò contro una roccia. Ci fu un botto, poi lintero veicolo sbandò a destra, che per fortuna era il lato in salita. Iniziarono a sentire un brutto rumore: buh-bud-uh buh-bud-uh buh-bud-uh.

Patrick guardò lo specchietto laterale e accostò in un punto pianeggiante. «Merda.» Poi: «Non dire a tua madre che lho detto.»

«Che sta succedendo?» chiese Trish.

«Una gomma del trailer a terra. Penso che i cavalli siano un po pesanti per questa strada accidentata.» Parcheggiò il pick-up e spense il motore. «Va bene, ragazzi. Adesso cominciamo a divertirci.»

Perry si avvicinò trepidante dal sedile posteriore. «Cosa facciamo?»

Trish incrociò le braccia.

«Ho sentito dire che questa strada diventa piuttosto ripida ed è tutta accidentata. Voglio che montiate in sella ai vostri cavalli e saliate in cima, conducendo a mano gli altri due. Questo alleggerirà il veicolo e le gomme. Ne ho solo una di scorta.»

«Quindi non è sicura. Stai parlando sul serio?» chiese Trish. Sua madre non sarebbe stata contenta quando glielo avrebbero detto.

«Più serio di così si muore.»

«Che bello!» disse Perry. Stava già scendendo dal pick-up.

Trish lo seguì, scuotendo la testa. Unaltra storia da aggiungere alla lista delle scorciatoie di suo padre. Quando ebbero tirato fuori i cavalli dal trailer, la ragazza chiese: «Quanto manca alla cima?»

«Non è lontano. Poche miglia.»

Beh, non era la fine del mondo.

Sellò Goldie. Patrick aiutò Perry con Duke, il suo cavallo pezzato. Duke era alto e aveva la brutta abitudine di gonfiare la pancia. Inspirava fino a gonfiarla ogni volta che qualcuno andava da lui con una sella, il che rendeva difficile stringere bene la cinghia. Trish era già montata e teneva Reno, il gigantesco cavallo nero di suo padre, un incrocio percheron, e Cindy, una saura bassa e tarchiata. Oltre a essere un piccoletto, suo fratello saltava da una cosa allaltra come una palla di gomma e gli ci voleva uneternità per terminarne una. Alla fine, anche lui era in sella.

Patrick disse: «Devo solo cambiare la gomma. Voi ragazzi, andate avanti.»

«Ok», rispose Trish.

Perry prese la lunghina di Cindy e schioccò la lingua a Duke per farlo partire. Trish diede un colpetto al collo di Goldie, poi si spostò in avanti, stringendo leggermente le gambe attorno al corpo del suo cavallo. Tutti e sei, Trish, Perry e i quattro cavalli, partirono a passo lento. Meno di venti minuti dopo, il padre li raggiunse e li salutò con il braccio avanzando su per la montagna, più veloce dei cavalli, ma sempre lentamente. Scomparve dietro una curva a esse e lei e Perry rimasero soli.

Trish si godeva il panorama. Ogni volta che cera uninterruzione tra gli alberi sul lato a valle, poteva vedere in lontananza, oltre le colline, le isolate formazioni rocciose disseminate qua e là, del colore rosso mattone. Per qualche minuto Perry non disse una parola. Oltre al rumore degli zoccoli, si sentivano solo il canto degli uccellini e i versi delle aquile. Ma non durò.

Perry fece avanzare Duke e Cindy al trotto per mettersi a fianco di sua sorella. «Chi hai chiamato al McDonalds?»

«Piantala.»

«Era un ragazzo?»

Trish non rispose.

«Era Brandon Lewis?»

«Cosa?» Trish si girò di scatto verso di lui. «Non sono cavoli tuoi.»

«Lui ti piace.»

«Sei una peste.» La ragazzina aumentò la pressione delle gambe su Goldie. La cavalla rispose con un lento trotto. Reno fece resistenza e la lunghina si tese. Trish scosse la testa. Reno era una bestia testarda. Goldie insistette e Reno si arrese, anche se la corda era sempre tesa.

Perry gridò: «Aspettami.»

Dietro di loro si avvicinava un rombo di motori. Trish spostò i suoi due cavalli sul lato destro della strada, contro la parete della montagna. Non si voltò a guardare, sapendo che avrebbe creato una reazione a catena con Goldie e Reno, che sarebbero tornati in mezzo alla strada.

«Spostati, Perry.»

Se le rispose, non poté udirlo. Qualche manciata di secondi dopo, due motociclisti la affiancarono. Erano in sella a grandi moto nere con cromature argentate. Le selle avevano una forma a banana che li faceva piegare allindietro. I due uomini indossavano jeans con copripantaloni di pelle, giubbotti di pelle e bandane sulla fronte. Entrambi portavano barba e baffi lunghi e fini. Uno aveva la coda di cavallo. Laltro aveva un bizzarro taglio a spazzola come quello di Perry. Il tipo con la coda di cavallo, che era a torso nudo sotto la giacca, le fece un verso di apprezzamento quando la vide. Trish cercò di non vedere i peli sotto le sue ascelle. Che schifo. Luomo frenò davanti a lei e girò la modo di traverso, bloccandole la strada. Laltro fece lo stesso.

I cavalli si fermarono di colpo.

«Ehi, piccola bellezza. Chi è questo che hai con te?» Luomo con la coda indicò Perry con il pollice.

Scioccata, Trish guardò dritto davanti a sé e guidò Goldie per aggirare le moto. Il suo accento non era del posto. Il che aveva senso, perché nessuno del Wyoming si sarebbe comportato in quel modo. Ma non riusciva a capire da dove venisse. Non era texano. Non era del Nord. Non era del Sud. Né della costa orientale, come Boston o New York.

«Non fare la presuntuosa solo perché sei carina.»

La voce di Perry, quando parlò, era così stridula che sembrava uno dei Chipmunks. «Lascia in pace mia sorella.»

Gli uomini si guardarono e scoppiarono a ridere.

Quello con i capelli a spazzola disse: «Il suo eroe. Bella questa.»

Quello con la coda fissò Perry con occhi minacciosi. «Cosa farai se non lo facciamo, microbo?»

«Andiamo, Perry», disse Trish. «Ignorali.»

«Dove sei diretta, dolcezza? Forse ci vediamo più tardi.»

Di nuovo Trish non rispose. Perry aveva problemi a far procedere Duke oltre le motociclette.

«Dagli una pacca sul sedere. Deve sentire che sei tu che comandi», disse a suo fratello.

Perry fece come gli aveva suggerito, e Duke sbuffò e avanzò al trotto con Cindy, superando Trish, Goldie e Reno.

«La tipa ha carattere. Mi piace», disse luomo con i capelli a spazzola.

I due avviarono i motori sgasando, per poi superare Trish, Perry e i cavalli, ma senza fermarsi. Una delle moto scoppiettò sfiammando. Duke scartò bruscamente a sinistra. Perry si aggrappò al corno della sella. Alcune persone avevano una predisposizione per lequitazione, lui no. Il suo corpo vacillò e si inclinò, ma rimase in sella. Goldie scosse la testa, sbuffando.

Le moto scomparvero in lontananza.

Trish tirò un sospiro di sollievo.

SETTE

FORESTA NAZIONALE DI BIGHORN, WYOMING

18 settembre 1976, ore 2 del pomeriggio

Perry

Cavalcando su per la ripida strada, con un notevole precipizio alla sua sinistra e una salita quasi diritta alla sua destra, il cuore di Perry non voleva rallentare. Di solito non aveva paura dellaltezza, ma sentiva come se una calamita gigante lo stesse tirando verso il bordo. Duke e Cindy non rendevano le cose più facili. Non riusciva a convincerli a starne lontani. Duke era quasi saltato oltre il bordo quando gli uomini sulle motociclette se ne erano andati facendo andare su di giri i motori e sfiammando con la marmitta.

Quegli uomini avevano guardato sua sorella in un brutto modo. Era così infuriato. Come lo era stato la volta un cui Judd, un bullo della scuola, lo aveva chiamato viscida ragazzina. Perry si era sbracciato per tirargli dei pugni e Judd gli aveva riso in faccia afferrandogli i polsi, senza nemmeno prendersi la briga di colpirlo. Al posto della faccia di Judd cerano ora i denti macchiati dal fumo di Coda di Cavallo e gli occhietti di Testa Rasata; al posto della sua risata, le loro voci. Neanche loro lo avevano preso sul serio. Non cera stato niente che Perry avesse potuto fare per proteggere Trish. Non era nemmeno riuscito a far fuggire il suo stupido cavallo senza il suo aiuto.

Perché tutti mi trattano come un bambino?

Le lacrime gli bruciavano gli occhi ed era sollevato di essere dietro a sua sorella. Le lasciò scorrere e asciugarsi al vento del Wyoming. Avrebbe voluto essere più grande e più forte allistante.

Il silenzio era pesante, rotto solo dal rumore degli zoccoli, dal forte respiro dei cavalli e, occasionalmente, dai loro sospiri tra le labbra. Gli sembrava di avere la bocca piena di marshmallow. Non riusciva nemmeno a dire a Trish quello che avrebbe voluto. Che gli dispiaceva di non essere stato daiuto. Gli dispiaceva e aveva paura. Era quello che sentiva anche lei? Era per questo che non gli diceva niente?

Sperava solo che i due uomini non tornassero.

Un instabile camion scendeva traballando verso di loro. Duke tese le orecchie in avanti e sollevò la testa. Mentre il mezzo si avvicinava, Perry vide che aveva una piattaforma di legno sopra la cabina, recintata da assi verticali. Dalla parte anteriore del recinto facevano capolino le minuscole zampe, il naso appuntito e le orecchie ciondolanti di un cane bassotto, a fianco di un san Bernardo così enorme che sembrava impossibile che il camion non si fosse ancora rovesciato.

Un autista con una folta barba nera sollevò due dita in segno di saluto mentre passava. Perry guardò il veicolo a bocca aperta. Il pianale aveva una recinzione che raggiungeva laltezza di quella anteriore, anche se era fatta con i più tradizionali assi di legno orizzontali. Dietro il camion cera un vecchio rimorchio per cavalli scoperto. Un cavallo maculato come un dalmata nitrì a Duke.

Duke sbuffò.

Trish mise una mano sulla sella dietro di sé e si voltò completamente per guardare il camion. «Solo nel Wyoming.»

Perry fece di sì con la testa. Il buffo veicolo lo fece sentire un po meglio. La gente del Wyoming era decisamente diversa da quella del Texas. Più avanti, vide finalmente il pick-up e il trailer di suo padre. Quando lui e Trish lo raggiunsero, lo trovarono mentre leggeva le cartine distese sul cofano.

«Ci avete messo un bel po.» Patrick sorrise e iniziò a ripiegare le cartine. «Pronti per caricare?»

Trish gli chiese: «Hai visto le motociclette?»

«Sì. Delle Harley Davidson. Non se ne vedono molte in montagna.»

Perry squittì: «Quelli là erano dei pezzi di merda. Hanno dato fastidio a Trish.»

Patrick si paralizzò mentre si stava infilando le cartine nella cintura. «Cosa?»

«Solo chiacchiere e niente fatti», minimizzò Trish.

Patrick prese le redini di Duke.

Perry saltò a terra. «Hanno spaventato Duke.» Non disse quanto avessero spaventato lui.

«Avete parlato con loro?» Gli occhi di Patrick fissarono quelli di Perry, sapendo bene quale dei suoi figli aveva più probabilità di rivelare informazioni.

«No. Ma volevano sapere dove stavamo andando.»

«Glielo avete detto?»

«No.»

«Bene.»

Si diressero verso il retro del trailer. I tre rimasero in silenzio mentre appendevano i finimenti e le selle, e facevano salire i cavalli. La paura di Perry iniziò a calare. Il solo fatto di stare con suo padre lo faceva sentire al sicuro. Si guardò intorno. Non aveva mai visto le montagne da quel lato. La vista ravvicinata di Cloud Peak lo fece sentire vuoto. Dal lato di Buffalo, quella era la vetta più alta. Dalla nuova prospettiva, sembravano denti neri arrabbiati.

Назад Дальше