Se non m'inganno, soggiunse Ravenswood, che delle filosofiche dissertazioni del grave becchino prendea non poco diletto, non vi piacerebbe nemmeno che si trascurassero le cerimonie degli sposalizj.
Il vecchio, i cui grigi occhi erano tuttavia vivacissimi, li fisò in Edgardo con un sorriso che indicava aver egli compreso il senso di tale osservazione; ma ripigliando immantinente la sua aria di gravità: Le cerimonie degli sposalizj! no certo che non le vorrei veder trascurate. Diamine! sarebbe un mancar di riguardo all'intera popolazione. Conviene anzi celebrarle con tutta la possibile pompa, nè risparmiare buoni conviti, unione d'amici, sonate d'arpa e di salterio, e in mancanza di questi antichi stromenti, la musica di flauto e di violino.
E ardirei dire, soggiunse Ravenswood, che il solo violino potrebbe tener vece di tutti gli altri.
Il nostro guardiano del cimiterio diede nuovamente un'occhiata scaltrita ad Edgardo: Certo; certo, rispose, quando vi sia chi sappia sonarlo bene. Ma voi mi parlavate della sepoltura di Hobby Gray. Eccola là in fondo, sotto la sesta pietra a mano manca, incominciando da quel monumento in rovina che fu innalzato per un Ravenswood; perchè, sebbene adesso non sia più il luogo ordinario dei loro sepolcri, sta qui una buona quantità di costoro; chè se gli abbia il diavolo quanti sono!
A quanto sembra, non siete grande amico dei Ravenswood. Soggiunse Edgardo, non soddisfattissimo di questa benedizione dispensata per incidenza al suo nome e alla sua famiglia.
Amico di questa genìa! E chi potrebbe mai esserlo? si fece a dire Mortsheugh. Finchè furono in auge per ricchezza e potenza, non sapeano prevalersene in bene; oggi, che tengono bassa la cresta, a nessuno importa se non la rialzano mai più.
Io non sapea che questa sfortunata famiglia eccitasse così poca compassione in paese. Vi concedo che è povera. Ma è questa una buona ragione per disprezzarla?
Eh! è una circostanza che fa qualche cosa, e credetemi. Qual mi vedete, non trovo in me nulla che dovesse poi farmi disprezzar tanto; eppure v'accerto, mi rispettano meno, ma meno assai che nol farebbero se abitassi una casa a due piani. Tornando poi ai Ravenswood, ne ho vedute tre generazioni; e il diavolo mi porti, se ve n'è una che sia migliore dell'altre!
Ed io credea che godessero buona opinione in paese, il lor discendente dicea.
Quanto al vecchio lord, padre del Ravenswood morto ultimamente, continuò il bidello de' morti, senza far mostra di badare all'ultima osservazione d'Edgardo, io vivea ne' suoi fondi in tempo che io era ancora giovine e vigoroso, e potea sonare allegramente la tromba, che il fiato non mi mancava. Se mi parlaste poi di tromba marina, che ho udito sonare alla presenza de' Lôrdi di questi dintorni, non mi dava soggezione più di quel che possa darne ad un contadinello il suo piffero. Sfido chi mi pareggiasse nel dare il segno di montare a cavallo, o quello della battaglia.
Ma qual corrispondenza vi è mai, mio caro amico, fra tutte queste cose, e il defunto lord Ravenswood? Disse Edgardo, spronato da un desiderio, assai naturale nello stato suo, di far ciarlare il vecchio musicante sulle cose che alla famiglia di Ravenswood riferivansi.
Ve lo spiego subito. Ho perduto il mio fiato servendo questo Milord; perchè dovete sapere che io era trombetta al castello, e mi guadagnava il salario annunziando l'alba, l'ora del desinare, e il tramonto del sole, e divertendo la brigata in altri momenti del giorno. Fin qui andava bene la cosa. Ma quando venne in mente al Lord di mandare le sue milizie verso il ponte di Bothwell per dar battaglia ai wigh, che devastavano le nostre terre, pretese, o a torto o a ragione, che montassi a cavallo e seguissi gli altri.
Potea comandarlo, poichè eravate suo vassallo e suo servitore.
Suo servitore? sicuro; ma per avvisare che il pranzo era all'ordine, o che arrivava compagnia; non per incoraggiare a suon di tromba una turba di fanatici, affinchè preparasse allegramente i propri corpi ad essere pastura de' corvi. Ma pazienza fin qui! State ad udire quel che accadde in appresso, e mi direte poi, se posso dir bene dei Ravenswood. Partimmo dunque in una bella mattina della state, ai 24 di giugno 1679, perchè me ne ricordo, come se fosse ieri; si udiva lo strepito de' tamburi, gli archibusi luccicavano al sole, i cavalli camminavano in buon ordine, quando chi ci stava sopra sapeva condurli. Hackston di Rathillet difendeva il ponte di Bothwell colla fanteria armata d'archibusi e di carabine, di picche e di falci; la cavalleria ebbe ordine di passare il fiume a guado. Non ho mai avuta gran propensione all'acqua, ma molto meno allora, vedendo sull'altra riva più migliaia di uomini armati che ci aspettavano per salutarci. Il vecchio Ravenswood stava a capo di tutti noi colla sciabola sguainata, e gridando con voce di tuono: avanti, avanti, seguitemi; come se ci avesse condotti ad una fiera. Era al retroguardo Caleb Balderston, che vive ancora, e giurava per Gog e Magog, di passare da parte a parte il primo che avesse sol volta indietro la testa. Mi era poi a fianco il giovine Allano Ravenswood, oggidì il defunto Lord, che con una pistola in atto di scattare, ed è stata una gran fortuna che non iscattasse, mi gridava all'orecchio: Sona, dunque poltrone! Sona, cane, vigliacco, o ti brucio le cervella. Figuratevi! mi rimaneva appena quanto fiato bastava per conservarmi l'aria dentro i polmoni. Certo che a tale scongiuro sonai la tromba; ma il canto di una gallina, quando ha fatto l'uovo, è anche miglior musica degli squilli che mandava allora il mio stromento.
Non potreste abbreviare un poco queste particolarità soggiugnea Ravenswood.
Abbreviarle? Andai a rischio di non poterle contare mai più, ed è per questo rischio che ho ragione di lamentarmi. Finalmente, eccoci tutti in mezzo dell'acqua, bestie ed uomini, sospingendoci gli uni gli altri, e avendo ognuno all'incirca perduta la testa nel modo medesimo. Dall'altra riva parea tutta una fiamma, tanto indiavolato era il fuoco che que' maladetti wigh faceano contro di noi. Finalmente il mio cavallo mettea piede a terra, quando un grande e grosso mascalzone Potrei vivere ancor dugento anni, e mi ricorderei quella fisonomia, un occhio di falco salvatico, una barba larga come la mia vanga non mi stava lontano tre passi, quando mi volse al petto l'estremità del suo lungo archibuso; io già mi tenea morto, allorchè per un effetto della divina misericordia, impennatosi il mio cavallo, caddi a sinistra, intanto che la palla mi fischiava a destra. In quel medesimo istante il vecchio Lord gli menò sul cranio un sì tremendo colpo di sciabola, che glielo spaccò in due parti, e lo sgraziato ebbe ad accopparmi cadendomi addosso.
Mi sembra però che il vecchio Lord vi prestasse in questa circostanza un servigio, e che dovreste professargliene obbligazione.
Dite davvero? Bel servigio! Prima espormi, volere non volere, ad un tale pericolo; poi farmi cadere addosso il corpo d'un dannato di wigh che pesava almeno dugento libbre. Il fatto è, che d'allora in poi ho perduto il fiato del tutto, nè posso far cento passi senza ansare come la vecchia rozza d'un molinaro.
E avrete forse perduto l'impiego di trombetta del castello?
Altro che perduto! Non mi restava tanto fiato da soffiare una paglia. Avea però una consolazione, ed era quella di vedermi mantenuti i miei salarj, il mio nudrimento e il mio alloggio, col solo obbligo di sonare a quando a quando il violino per divertire la compagnia, e se non fosse stato quell'Allano Ravenswood peggiore ancor di suo padre
Come? esclamò Edgardo, il defunto lord di Ravenswood, vi tolse quanto la liberalità del mio avolo volli dir di suo padre, vi aveva conceduto?
E avrete forse perduto l'impiego di trombetta del castello?
Altro che perduto! Non mi restava tanto fiato da soffiare una paglia. Avea però una consolazione, ed era quella di vedermi mantenuti i miei salarj, il mio nudrimento e il mio alloggio, col solo obbligo di sonare a quando a quando il violino per divertire la compagnia, e se non fosse stato quell'Allano Ravenswood peggiore ancor di suo padre
Come? esclamò Edgardo, il defunto lord di Ravenswood, vi tolse quanto la liberalità del mio avolo volli dir di suo padre, vi aveva conceduto?
Sicuramente! Gettò ai cani tutto quello ch'egli possedeva, e ci lasciò in balìa di questo ser Guglielmo Asthon, che non dando mai nulla per nulla, mi scacciò dal castello in compagnia d'altri poveri diavoli, che vi trovavano, al pari di me, la sussistenza e l'alloggio.
Ma se lord Ravenswood beneficò i suoi subalterni sintanto che n'ebbe la forza, mi sembra ch'egli dovesse almeno aspettarsi per parte loro un po' di maggior riguardo alla sua memoria.
Voi siete poi padrone di pensarla come volete, rispose l'ostinato guardiano del cimiterio; ma non arriverete mai a darmi ad intendere, che egli abbia, regolandosi come ha fatto, adempiuti i proprj doveri, nè verso gli altri, nè verso se stesso. Non poteva forse regalarci a vita una casupola, un pezzetto di terra? É una bella giustizia questa, che ai miei anni, e co' miei reumatismi, io debba rimanermene in questo miserabil tugurio, soggiorno più conveniente ai morti che ai vivi, perchè Allano di Ravenswood non ha saputo amministrar con giudizio le proprie sostanze!
Pur troppo è vero, pensò Ravenswood; il gastigo del dissipatore non si limita ai patimenti suoi personali, e i danni che derivano dal suo fallo si estendono ancor più lontano.
Mi consolo unicamente d'una cosa, aggiunse Mortsheugh. Il giovine Edgardo, il presente sere di Ravenswood, pagherà il fio di tutto il male che ho ricevuto dalla sua razza.
Sì? Di grazia in che modo?
Dicono che sta per isposare la figlia di lady Asthon. Se arriva a mettere il capo sotto l'ala della moglie del lord Cancelliere, vi giuro che non ne ritira più il collo. Ch'io possa morire, se ne' panni suoi avessi mai presa una tale risoluzione! Non mi sarei mai abbassato dinanzi a quella superba femmina; e avrei avuto vergogna di far bollir la mia pentola colle sue carità. Vedete dunque che non posso augurar nulla di peggio a questo giovine, a danno del suo onore e della sua tranquillità, quanto il vederlo congiunto in parentela co' nemici della sua famiglia, con coloro che ne usurparono i dominj, e hanno scacciato me dal castello nella stessa maniera che i suoi legittimi proprietarj.
Cervantes, aggiustatamente osserva, che piace la lode, pronunziata anche dal labbro di un pazzo; e che la censura e gli encomj fanno impressione in noi, sebbene non teniamo in conto le opinioni su di cui si fondano. Ravenswood reiterò severamente al becchino gli ordini che ai funerali d'Alisa si riferivano, e si partì coll'amaro convincimento che le sue nozze con Lucia, se fossero accadute, avrebbero destate eguali idee di disapprovazione presso il ricco ed il povero, presso il nobile ed il borghese, come nell'animo di quell'ignorante ed egoista contadino le aveano eccitate.