Non venite mai, commari? gridò intanto la paralitica da starsene entro la casa. Facciamo e diciamo tutto quello che è da farsi e da dirsi. Se non ci spicciamo, le membra diverranno stirate; e lo sapete! ciò porta male ventura.
Ravenswood si era già allontanato tanto che non poteva oltre udire i discorsi di queste femmine. Certamente, ei teneva in alto disprezzo la maggior parte de' pregiudizj intorno alla fattucchieria, ai presagi, alla divinazione, comunque dominassero con tanta generalità in tutta la Scozia, che chi mostrava sol dubitarne, veniva riguardato più empio d'un turco o d'un ebreo. Niuno il pareggiava nell'esser persuaso, che tante volte il timor della morte e i tormenti aveano forzate tante povere vecchie infermicce a confessarsi colpevoli di stregoneria; nè ignorava come tal confessione di un immaginario delitto fosse stata il fondamento di tante assurde e crudeli condanne, che hanno nel secolo decimosettimo disonorati i tribunali della Scozia. Ma l'apparizione immaginaria, o reale, veduta in quella mattina, gli avea ingombrato di tante idee superstiziose lo spirito, che si sforzava invano a sbandirle del tutto. Nè era per dir vero troppo atta a dissiparle la faccenda per cui trasferivasi all'osteria della Tana della Volpe, ove non tardò molto ad arrivare.
Prese ivi notizie intorno all'abitazione dì Mortsheugh, custode del cimiterio, detto l'Eremitaggio, ove il cadavere di Alisa doveva aver sepoltura; e dettogli che la casa di costui era alla metà del muro di cinta di questo soggiorno dei trapassati, a quella volta avviossi. Giacea il ridetto cimiterio fra due monti, entro picciola e stretta valle, bagnata da un limpido ruscello che sorgea d'una roccia, a piè della quale la natura avea scavata una grotta, cui l'arte in appresso diede internamente la forma di croce. Era questo difatto l'eremitaggio, entro del quale in remotissima età un qualche anacoreta sassone avea fatta penitenza, e lasciò poi al luogo il nome che tuttavia rimanevagli. Ne' tempi più vicini a noi, la ricca abbazzia di Coldingham aveva quivi fondata una cappella, ma di questa non vedeasi altro vestigio fuor del cimiterio che la ricignea, dove tuttavia venivano sepolti quelli che aveano, prima di morire, mostrata vaghezza di tal soggiorno pe' lor corpi fatti cadaveri. Alcuni tassi solitarj verdeggiavano tuttavia in quel sacro recinto, che aveva altre volte accolte le frali spoglie di tanti nobili baroni ed illustri guerrieri; ma caddero in dimenticanza i lor nomi, e vennero distrutti i monumenti innalzati ad onor de' medesimi, intantochè durava ancora il rozzo sasso, foggiato a guisa di pilastro, che indicava il luogo, ove persone d'infima classe erano state sepolte.
Prese ivi notizie intorno all'abitazione dì Mortsheugh, custode del cimiterio, detto l'Eremitaggio, ove il cadavere di Alisa doveva aver sepoltura; e dettogli che la casa di costui era alla metà del muro di cinta di questo soggiorno dei trapassati, a quella volta avviossi. Giacea il ridetto cimiterio fra due monti, entro picciola e stretta valle, bagnata da un limpido ruscello che sorgea d'una roccia, a piè della quale la natura avea scavata una grotta, cui l'arte in appresso diede internamente la forma di croce. Era questo difatto l'eremitaggio, entro del quale in remotissima età un qualche anacoreta sassone avea fatta penitenza, e lasciò poi al luogo il nome che tuttavia rimanevagli. Ne' tempi più vicini a noi, la ricca abbazzia di Coldingham aveva quivi fondata una cappella, ma di questa non vedeasi altro vestigio fuor del cimiterio che la ricignea, dove tuttavia venivano sepolti quelli che aveano, prima di morire, mostrata vaghezza di tal soggiorno pe' lor corpi fatti cadaveri. Alcuni tassi solitarj verdeggiavano tuttavia in quel sacro recinto, che aveva altre volte accolte le frali spoglie di tanti nobili baroni ed illustri guerrieri; ma caddero in dimenticanza i lor nomi, e vennero distrutti i monumenti innalzati ad onor de' medesimi, intantochè durava ancora il rozzo sasso, foggiato a guisa di pilastro, che indicava il luogo, ove persone d'infima classe erano state sepolte.
L'abitazione del custode era una casupola appoggiata al muro del cimiterio, e sì bassa, che il tetto di essa toccava quasi terra dalle due bande. La stoppia da cui questo tetto era coperto, divenuta col tempo un terriccio, alimentava numerose famiglie di vetriuole, di semprevivi, e d'erbe d'ogni specie, in guisa che a primo aspetto, lungi dal credere quell'edifizio un soggiorno di viventi, ognuno l'avrebbe giudicato uno di quei cumuli artifiziali di terreno adoperati ne' tempi addietro per far coperchio ai sepolcri. Avendo Ravenswood picchiato alla porta della casupola, seppe che il custode de' morti era andato a nozze, perchè costui accoppiava le due professioni di giullare e di becchino. S'avviò quindi nuovamente alla Tana della Volpe, lasciando avvertiti quelli della casupola, che alla domane ei sarebbe ritornato per dar commissioni all'uomo dal doppio impiego, utile a vicenda a chi piangeva e a chi avea voglia di ridere.
Pochi istanti dopo l'arrivo di Ravenswood a questa osteria, vi giunse un corriere del Marchese per avvertirlo, che il suo padrone non poteva prima della mattina del successivo giorno raggiugnerlo; onde Edgardo che, fuori di tal circostanza, sarebbe andato nella sera stessa alla sua torre di Wolfcrag, risolvè di pernottare alla Tana della Volpe, per aspettar quivi il suo nobil parente.
CAPITOLO II
AML. Cor di bronzo ha costui? scava una fossa,
E di canto ha vaghezza. ORAZ. É ministero
Consüeto per lui. Che antica usanza
Piega e tempra a sua voglia umano affetto.
Tremende visioni interruppero il sonno di Ravenswood, e le ore di veglia ei trascorse turbato da amare ricordanze intorno al passato, agitato da timori sull'avvenire, nè si accorse in questa effervescenza d'idee, della durezza dell'unico materasso, su di cui stette adagiato, o dell'orridezza della stanza assegnatagli; primo forse tra i viaggiatori, che avendo pernottato in quel miserabil canile, non si fosse lagnato la mattina sulla natura dell'alloggio; perchè il nostro corpo è delicato a proporzione della tranquillità dello spirito. Alzatosi di bonissima ora, e sperando dalla frescura del mattino quel sollievo che dal riposo della notte non avea potuto ottenere, s'avviò al cimiterio, lontano circa un mezzo miglio dalla Tana della Volpe.
Un leggier fumo turchiniccio, che incominciava ad innalzarsi dal tetto della casa ove stava il custode, contraddistingueva il soggiorno de' vivi da quello dei morti; onde Edgardo pensò che Mortsheugh fosse già tornato a casa e alzato da letto, e passando dinanzi al cancello del cimiterio, che trovò aperto, vide un vecchio che si affaccendava a scavare una fossa, e da quell'indizio lo giudicò la persona che andava cercando.
Sarà questo il mio destino, meditava Edgardo, ch'io non abbia mai dinanzi gli occhi fuorchè scene di morte e lutto. Ma no; non voglio avere la debolezza di dar adito a simili idee, nè di permettere che s'impadroniscano del mio spirito; già la mia immaginazione le ha coltivate anche troppo.
Il vecchio, accorgendosi di Ravenswood, che gli veniva incontro, interruppe il lavoro, e colle braccia appoggiate sulla sua vanga, guardava l'altro come in espettazione di udire che cosa si volesse da lui; ma vedendo che lo straniero continuava a tacere, aperse egli stesso un parlamento quale ai proprj mestieri addiceasi.
Voi sarete un avventore che vien qui per un matrimonio, ne sono sicuro.
Chi può farvi creder così, amico mio? gli chiese il sere di Ravenswood.
Gli è perchè, se nol sapeste, mangio a due tavole, e adoperando a vicenda l'archetto e la vanga, ora assisto ai preliminari delle nascite, ora alle conseguenze delle morti; e mi basta un'occhiata per capire i bisogni di quelli che mi vengono a trovare.
Questa volta nondimeno vi siete ingannato.
Possibile? soggiunse il bidello dei morti guardando il forestiere con maggiore attenzione. Eh! già, è tanto fragile la nostra vita!.. Aspettate; vi vedo sulle sopracciglia un segno qualche cosa in somma che può essere egualmente indizio di nozze e di cataletto. Basta! la mia zappa e la mia vanga sono ai vostri comandi, come il mio archetto e il mio violino.
Vorrei, gli disse Edgardo, che apparecchiaste un decente funerale per una povera vecchia, di nome Alisa Gray, il cui soggiorno era a Craigfoot, nel parco di Ravenswood.
Alisa Gray! la cieca Alisa! É dunque morta finalmente? Anche questo è un tocco di campana che mi avvisa di far fagotto. Mi ricordo tuttavia, quando Hobby Gray condusse questa donna fra noi. Non era allora venuta in discredito; e per essere inglese, avea il grillo di guardarci tutti dall'alto al basso. Dov'è andata a stare adesso la sua superbia? E da quando?
Da ieri a un'ora. Ha mostrato desiderio di essere sepolta qui vicino al cadavere di suo marito. Voi saprete ove sia!
Se lo so! Potrei nominare uno per uno tutti quelli che sono stati sepolti qui nel giro di trent'anni, e mostrare il sito ove sta il cadavere di ciascun d'essi. Ma converrà pensare a scavarle una fossa. Dio mi aiuti! Non ci vuol mica una fossa delle comuni per una tal donna; conviene che sia profonda almeno sei piedi; perchè, se è vera sol la metà delle cose che Alisa ha dato a dire di se in vecchiezza, certamente le sue commari, le streghe, sapranno farnela uscire per condurla seco a baccano. Ma ch'io faccia una fossa di sei piedi, o di tre, vorrei sapere chi mi pagherà?
M'incarico io di pagare tutte le ragionevoli spese.
Ragionevoli! Statemi bene ad udire. Già, la mia giornata per cavare la fossa; poi, la tassa della campana, benchè la nostra campana sia in pezzi; la cassa; la birra e l'acquavite per non lasciare a secco queste fatiche; in somma, non vedo che possiate farla sotterrare decentemente, come ne mostrate intenzione, a meno di pagarmi sedici lire scozzesi.
Eccole, ed anche qualche cosa di più. Abbiate dunque cura che il tutto sia eseguito onorevolmente.
Voi sarete, m'immagino, qualche parente suo d'Inghilterra, perchè ho inteso dire che abbia fatto un matrimonio inferiore alla sua nascita. Se così è, vi regolaste ottimamente lasciandola tribolare finchè è vissuta, come vi regolate ottimamente adesso col procurarle una decente sepoltura; perchè gli onori prestati ai defunti vanno più a vantaggio delle loro famiglie che di loro stessi. Va bene! lasciar che i parenti si cavino, come possono, d'impaccio, e paghino il fio delle proprie pazzie finchè son vivi; ma sarebbe cosa contro natura il permettere dopo la loro morte, che venissero sepolti a guisa di cani; il disonore cadrebbe allora sull'intero parentado. Quanto al morto, ciò non gli fa nè caldo, nè freddo.