Un graduato e mirato allenamento conducono ad un grado più alto di preparazione fisica e atletica in età adulta e la mantiene stabile più a lungo nel tempo.
Alla conclusione del ciclo giovanile il giocatore dovrà:
avere raggiunto una giusta maturazione fisica;
avere acquisito un completo bagaglio tecnico;
avere acquisito un corretto senso tattico;
avere sviluppato le cosiddette "qualità di volontà" indispensabili per ottenere risultati duraturi e cioe’:
● disponibilità al lavoro di gruppo;
● spirito di collaborazione;
● disponibilità ad apprendere e lavorare;
● consapevolezza dei miglioramenti mediante l'impegno;
● desiderio di emergere.
Queste qualità agiscono positivamente non solo nell'ambito sportivo, ma sono di grande aiuto per affrontare la vita e le difficoltà d’ogni giorno.
Accanto a questi obiettivi primari, dobbiamo considerare altri aspetti che rivestono grande importanza per la formazione dei giovani:
– il mantenimento e la cura della salute e dell'igiene personale;
– l'organizzazione e l'occupazione del tempo libero;
– il gioco del calcio ed il relativo allenamento devono rimanere in secondo ordine rispetto alla scuola o al lavoro;
– l'allenamento non deve comportare rischi per la salute e la futura crescita del giovane;
– la gioia e la serenità devono sempre essere poste in primo piano: evitare quindi allenamenti faticosi, monotoni e ripetitivi (questo non significa che non si possono riproporre esercitazioni gia’ svolte);
– i giovani devono poter sempre ricavare dall'allenamento esperienze costruttive e socializzanti;
– insieme al gioco del calcio i giovani devono poter coltivare altri interessi soprattutto a livello culturale.
L'allenatore del settore giovanile deve sapere riconoscere un potenziale giocatore di calcio valutando le sue capacità e competenze riferite a:
TECNICA:
– globale attitudine al movimento;
– sensibilità al contatto di palla ed abilità nel suo controllo;
– buona attitudine a difendere la palla in particolari situazioni di gioco.
TATTICA:
– senso dell'orientamento;
– prontezza nella capacità di giudizio sul programmare in anticipo mosse di gioco in attacco e in difesa.
QUALITA' CARATTERIALI:
– capacità di imporsi;
– risolutezza di propositi;
– costanza di volontà;
– buon comportamento sociale;
– modestia nel sapersi mettere anche al servizio degli altri.
CARATTERISTICHE FISICHE:
– costituzione fisica che lascia intravedere un adeguato e regolare sviluppo;
– potenziali doti atletiche.
Allenare i giovani significa soprattutto riuscire ad attuare correttamente tutte le fasi della strategia generale dell'educazione:
– conoscenza dell'allievo in riferimento al suo sviluppo motorio;
– conoscenza dei problemi educativi nelle varie fasce d’età;
– valutazione continua delle variazioni indotte nella personalità e nella maturazione del giovane, dall'influenza ambientale e dall'azione educativa fisico-motoria.
L'allenatore deve attenersi, soprattutto per i giovani sino ai 14/15 anni, quanto più possibile al principio della polivalenza.
La polivalenza costituisce la via maestra per fare intraprendere agli allievi un serio, corretto e valido avviamento alla pratica sportiva; richiede:
– interventi di tipo analitico (sviluppo della percezione uditiva, visiva, coordinazione sensomotoria, dei movimenti fini);
– interventi di tipo globale (sequenze multivariate, percorsi misti, giochi polivalenti, giochi a squadre);
– interventi tempestivi (la cosa giusta al momento giusto).
Effetti di alcune discipline sportive sui giovani
(G. Frohner, 2002)
Questo porterebbe a pensare che l’insieme di queste attività possa garantire un completo sviluppo dell’individuo.
Ciò non è vero se non organizzando le attività in modo che siano integrate fra loro senza che una sia predominante sull’altra. Motive per il quale si consiglia sempre, relativamente alla formazione di un calciatore, di attuare attività polivalenti soprattutto in età prepuberale e puberale indipendentemente dallo sport che l’individuo sta praticando. Risulta importante quindi che le proposte di allenamento siano comprensive di tutti I fattori (senza dimenticarsi quale sia l’attività principale)
RESPONSABILITA’ DELL'ALLENATORE
Molti allenatori, poiché offrono gratuitamente il loro tempo, pensano di non ritenersi responsabili della crescita e della salute dei ragazzi che allenano, ma solamente del risultato sportivo della loro azione. L'allenatore di squadre giovanili è invece considerato, responsabile del danno psicologico che può arrecare ai giovani e soprattutto dei danni fisici causati dalla negligenza o dalla non conoscenza: i dirigenti (corresponsabili) dovrebbero ricordare di informare sempre l'allenatore delle sue responsabilità prima che inizi il suo lavoro.
Sarebbe importante per lo meno sapere che esisteno delle fasi della crescita in cui si sviluppano differenti caratteistiche e capacità coordinative, dette FASI SENSIBILI
Le fasi sensibili
Fasi di maggior sensibilità delle diverse capacità motorie e qualità psicofisiche nelle età dai sei ai quindici anni.
● Tra 5 e 9/10 anni sono conseguiti gli schemi motori di base; è aumentata la precisione nei movimenti
● Tra 6 e 8 anni migliora rapidamente l’equilibrio
● Tra 7 e 10 anni migliora la rapidità di movimento
● Tra 8 e 10 anni matura l’attitudine a prevedere la velocità e la direzione di oggetti in movimento
● Tra 9 e 10 anni si raggiunge la massima frequenza del passo
● Tra 9 e 11 anni si ottengono progressi nella coordinazione senso-motoria (occhio-mano, occhio-piede e dinamica generale)
● Tra 11 e12 anni viene completato lo sviluppo della lateralizzazione
● Tra 12 e 18 anni raddoppia la forza muscolare; per le ragazze dopo i 13 sostanzialmente non aumenta
● Fino a 14 anni evitare esercizi di mobilità passivi, in pratica quelli eseguiti con l’aiuto degli altri
● Dopo i 10 anni iniziare l’educazione all’allungamento muscolare e alla mobilità
Fasi della preparazione sportiva
Prima di elencare le varie fasi della preparazione sportiva è necessario ricordare che le età cronologiche indicate sono puramente schematiche, nella preparazione giovanile è molto più serio e corretto considerare le età biologiche dei vari soggetti.
Queste indicazioni sono importanti per poter stabilire quali siano le proposte di allenamento e per poter programmare le attività
Principio del carico finalizzato
(Schonborn, 1984)
La strada da percorrere nell’allenamento giovanile è quella dell’incremento graduale del carico. Gli stimoli allenanti devono essere applicati progressivamente ed in modo adeguato allo sviluppo.
La successione metodologica consigliabile è quella di aumentare:
– prima la frequenza dell’allenamento (intesa come numero si sedute);
– poi il volume (inteso come quantità di lavoro);
– infine l’intensità (intesa come velocità di esecuzione e carico).
(Ehlenz, Grosser, Zimmermann, 1983)
Secondo Martin (1982) le fasi sensibili trovano i loro momenti di maggior miglioramento nelle età indicate dagli schemi seguenti.
Non è possibile un allenamento delle capacità coordinative e condizionali che abbia la stessa efficacia in qualsiasi età: nessuna capacità può essere infatti allenata nella stessa misura in qualsiasi età (Israel 1976).
Con l’entrata nell’età puberale si registrano diminuzioni nelle prestazioni o stagnazioni in campo coordinativo (Sharma, 1993).
Nei ragazzi con sviluppo ritardato, si riscontrano prestazioni coordinative migliori rispetto a coloro che hanno uno sviluppo anticipato o normale.
I periodi dello sviluppo nei quali l’allenabilità e molto favorevole per una determinata capacità motoria o classe di compiti sportivi (ad esempio sviluppo della mobilità articolare, perfezionamento della tecnica sportiva), sono da considerare fasi sensibili per quella classe di compiti. Bisogna prestare molta attenzione al fatto che esiste una uguale sensibilità tra metodi di allenamento adeguati e inadeguati. Se non si utilizzano gli anni dell’infanzia più favorevoli per la formazione della coordinazione e della tecnica sportiva, o si permette che in essi si formino comportamenti atletici errati, le conseguenze negative saranno sicuramente più vistose e quindi più durature che in altri periodi.
Andiamo ad analizzare quali sono le capacità da sviluppare nel giovane atleta
Capacità neutre
Resistenza aerobica
È possibile svilupparla già dall’età prescolare per essere continuata nelle successive tappe evolutive, sino a giungere al periodo di “spinta” puberale che in base alle attuali conoscenze sembra essere quello più favorevole.
Capacità precoci
● Coordinative
● Rapidità di reazione e frequenza motoria
● Mobilità articolare
● Apprendimento motorio (con compiti di apprendimento che non richiedano presupposti elevati di forza massima o di forza relativa),
Capacità intermedie
Verso la fine del periodo scolare elementare e per tutta la prima fase puberale vanno considerate con attenzione crescente:
● Mobilità articolare
● Forza rapida
● Resistenza alla forza (a carico naturale)
● Rapidità di movimento, di locomozione ed accelerazione,
Capacità tardive
● Forza massima
● Resistenza anaerobica
● Forza rapida contro opposizioni
● Resistenza alla forza contro opposizioni.
Crescita, sviluppo e maturazione sono termini che servono a descrivere le modificazioni che avvengono nell’organismo fino al raggiungimento dell’età adulta:
➓ La crescita
si riferisce ad un incremento delle dimensioni complessive dell’organismo o di una qualsiasi parte del corpo.
➓ Lo sviluppo
si riferisce alla differenziazione delle cellule seguendo linee di specializzazione funzionale e alle competenze raggiunte nell’affrontare le situazioni (abilità, capacità, personalità).
➓ La maturazione
si riferisce al processo di raggiungimento della condizione biologica dell’età adulta e dalla funzionalità completa, avviene in un tempo lungo, si riferisce:
– all’età cronologica;
– all’età scheletrica;
– allo stato di maturazione sessuale. La maturità fisiologica nelle ragazze si realizza 2-3 anni prima rispetto a quella dei ragazzi.
Sinteticamente gli indicatori utili per determinare l’accrescimento del giovane sono:
La crescita Dimensioni corporee
Lo sviluppo Competenze acquisite
La maturazione Condizioni biologiche
Gli specialisti nel settore della crescita e dello sviluppo hanno dedicato molto tempo allo studio delle modificazioni della statura e del peso che accompagnano la crescita. La crescita in altezza è molto rapida nei primi due anni di vita,
A 2 anni il bambino raggiunge il 50% della sua statura che avrà da adulto. Il tasso di crescita è poi molto più lento nell’infanzia, ma appena prima della pubertà la statura aumenta in modo evidente,
il picco del tasso di crescita si verifica:
– a circa 11, 4 anni per le ragazze;
– a circa 13,4 anni per i ragazzi;
il raggiungimento dell’altezza definitiva si verifica:
– a circa 16-17 anni per le ragazze;
– a circa 18-20 anni per i ragazzi
Il picco dell’aumento del peso corporeo si verifica:
– a circa 12, 5 anni per le ragazze;
– a circa 14,5 anni per i ragazzi.
Ossa, articolazioni, cartilagini e legamenti formano il supporto della struttura del corpo; le ossa forniscono punti d’inserzione dei muscoli, proteggono i tessuti delicati e rappresentano depositi di calcio e fosforo. Tra i 14 e i 22 anni le membrane e le cartilagini vengono trasformate in osso. In un tempo altrettanto lungo, tra i 13 ed i 20 anni, avviene l’ossificazione completa delle diverse ossa. L’età prepuberale è la più indicata per rafforzare le ossa in risposta allo stimolo dell’attività fisica.
La massa muscolare aumenta regolarmente dalla nascita e fino a tutta l’adolescenza seguendo l’aumento del peso. Le ragazze raggiungono il massimo dello sviluppo muscolare tra i 16 e 20 anni, i ragazzi tra i 18 e i 25.
Ma di tutti questi argomenti parleremo in modo più specifico quando tratteremo le varie capacità motorie.
Riporto a titolo informativo due grafici sulla frequenza dei traumi al dorso e alle ginocchia nell’età giovanile causate da allenamenti non adeguati. Età compresa tra I 10 e I 18 anni
EFFETTI FISIOLOGICI DELL'ALLENAMENTO
La condizione fisica
L'organismo umano può aumentare le sue capacità funzionali in misura notevole mediante il processo fisiologico dell'allenamento.
Quando il nostro corpo è sottoposto ad un esercizio fisico di una certa intensità, immediatamente si verificano delle reazioni:
– aumento dei battiti cardiaci;
– aumento del ritmo respiratorio;
– aumento della profondità degli atti respiratori;
– aumento di secrezione di sudore.
Queste reazioni si manifestano indipendentemente dalla condizione fisica del soggetto anche se quest'ultima può determinarne il comportamento e l'entità. Si tratta di mutamenti temporanei perché non appena cessa l'esercizio fisico anche questi mutamenti regrediscono ed in poco tempo l'organismo ritorna al suo stato normale. L'intervallo di tempo per il ritorno alla normalità è di solito più breve quanto più elevata è la condizione dell'individuo.
Il termine "condizione fisica" sta ad indicare quello stato particolare per cui l'atleta si trova nella
migliore disposizione, dal punto di vista fisico, per compiere una determinata prestazione.
Una delle manifestazioni tipiche della condizione fisica è l'allontanamento della "soglia della fatica".
Che cos'è la fatica? Che cos'è la soglia della fatica?
Per fatica intendiamo la diminuzione del potere funzionale di un organo, o dell'intero organismo, dovuta ad un eccesso di lavoro.
La soglia della fatica rappresenta il limite di demarcazione tra la completa efficienza e l'inizio del calo del potere funzionale.
L'allenamento attraverso molteplici attività si propone di
ottenere un miglioramento delle prestazioni
allontanare il momento dell'insorgere della fatica.Nella pratica, l'allenamento si manifesta come una ripetizione sistematica e razionale di determinati movimenti e comportamenti con l'obiettivo di ottenere un miglioramento di prestazione.
I mutamenti strutturali e funzionali che si verificano nel nostro corpo a causa dell'allenamento, hanno una stretta relazione con il tipo di prestazione motoria che li ha provocati: ad ogni forma di movimento corrisponde un tipo d’adattamento.
In pratica avviene che nelle fasi immediatamente successive allo sforzo fisico, le strutture organiche e muscolari sollecitate a produrlo e a sopportarlo, non si limitano a superare la situazione di fatica con un ritorno alle condizioni di normalità, ma hanno una reazione ricostruttiva che le porta a superare la situazione precedente la stimolazione.
Questi momenti di supercompensazione hanno una limitata durata e progressivamente si ritorna alla situazione di normalità.