Tradita - Морган Райс 5 стр.


Rexius era un leader debole. Se fosse stato più forte, avrebbe trovato la Spada da solo, anni prima. Non avrebbe mai inviato degli altri a farlo. Gli piaceva punire gli altri per le sue stesse colpe, quando era colui che avrebbe dovuto essere punito. Era diventato ubriaco di potere. Bandire Kyle era stato un ultimo disperato tentativo di rimuovere tutti quelli che erano a lui vicini. Ma gli si era ritorto contro.

Appena Kyle si fece largo nella stanza, puntò dritto al trono di Rexius. Rexius lo vide avvicinarsi, e aveva gli occhi spalancati per il terrore.

Rexius saltò giù dal trono e provò a muoversi di soppiatto, per allontanarsi dal combattimento. Il loro cosiddetto leader, stava mostrando la sua vera natura in tempo di guerra.

Ma Kyle aveva altri piani.

Kyle corse dall'altro lato, per incontrare Rexius, faccia a faccia. Sarebbe stato molto più facile conficcargli semplicemente la Spada nella schiena, ma si rifiutava di concedere a Rexius di cadere così facilmente.  Voleva che Rexius vedesse, così da vicino, chi lo uccideva

Rexius si fermò, aveva la strada bloccata dalle imponenti spalle di Kyle, dalla splendente, luccicante Spada.

La mascella di Rexius tremò. Sollevò un dito tremante, puntando dritto al viso di Kyle. In quel momento, sembrava proprio soltanto un uomo anziano. Un debole e spaventato uomo anziano. Com'era patetico.

“Tu sei bandito!” lui urlò, debolmente. “Ho ordinato che fossi bandito!”

Ora fu il turno di Kyle di fare un grande sorriso, un ampio e maligno sorriso.

“Non puoi vincere!” Rexius aggiunse. “Tu non vincerai!”

Kyle si mosse con naturalezza, si avvicinò e con un movimento spedito, conficcò la Spada nel cuore di Rexius.

“L'ho già fatto,” Kyle disse.

L'intera stanza, sebbene occupata nella battaglia, si voltò, e ascoltò il suono. Fu un orribile  grido, che colmò l'intera stanza in pietra. Sembrò durare per sempre, mentre Rexius gridava e gridava. Appena tutti guardarono, il suo corpo si dissolse dinnanzi ai loro occhi, disintegrandosi in una nuvola di fumo, e poi si disperse nell'aria, verso il soffitto.

L'intera stanza si fermò e guardò Kyle.

Kyle sollevò in alto la Spada, e ringhiò. Fu un ringhio di vittoria.

Ogni vampiro sopravvissuto, a qualsiasi fazione fosse appartenuto durante lo scontro, si voltò per guardare Kyle. Tutti caddero in ginocchio, poi abbassarono la testa, inchinandosi profondamente. Il combattimento era cessato.

Kyle respirò a fondo, prendendo coscienza di che cosa aveva fatto. Ora era il loro leader.

CAPITOLO SEI

Caitlin, incapace di parlare, si allontanò bruscamente da Caleb e Sera.

Era troppo per lei da elaborare in una sola volta. Aveva appena visto quello che pensava di aver visto? Com'era possibile?

Credeva di conoscere così bene Caleb, pensava che ora fossero più vicini che mai. Era sicura che stessero insieme, che fossero una coppia, e che sarebbe stato così per sempre. Aveva visto chiaramente la loro nuova vita insieme, e si era sentita così certa che nulla li avrebbe separati.

E poi questo. Non avrebbe mai immaginato che ci fosse un'altra donna nella vita di Caleb. perché non glielo aveva detto?

Naturalmente Caitlin ricordava Sera dalla sua breve visita ai Chiostri – ma Caleb aveva insistito che non provava più nulla per lei, che qualunque cosa ci fosse stata, risaliva a molti anni prima – a centinaia di anni prima.

Dunque che cosa ci faceva lì? Specialmente ora, proprio adesso? Durante il momento più privato insieme di Caleb e Caitlin, quando Caitlin si era appena ripresa, pienamente tramutata, una vera vampira, con lo stesso sangue di lui? Come faceva lei a sapere che erano lì? Caleb l'aveva invitata? Doveva averlo fatto. Ma perché?

Strati e strati di dolore si posarono su Caitlin. Non c'era alcuna spiegazione a questo. Aveva sempre avuto paura di essere vulnerabile, specie con i ragazzi, per questa esatta ragione. Ma con Caleb si era lasciata andare, dandogli completamente fiducia. Era diventata più vulnerabile di quanto non fosse mai stata con qualsiasi altro ragazzo con cui era stata. E lui era riuscito a ferirla nel profondo, ancora più nel profondo di quanto non avesse mai immaginato.

Ancora non riusciva a comprendere come avesse fatto a sbagliarsi in modo così grossolano,  in quel modo. Si sentì come se le sue interiora si stessero sgretolando. Come sarà ora l'immrtalità, senza di lui? Sarebbe stata una sentenza. Un'eterna sentenza. Voleva morire. E ancor peggio di ogni altra cosa, si sentiva come un'idiota.

“Caitlin!” le gridò dietro Caleb, mentre lei sentiva che la stava seguendo.  “Ti prego, lascia che ti spieghi.”

Che cosa c'era da spiegare? Chiaramente, era stato lui ad invitarla lì. Chiaramente, l'amava ancora. E, altrettanto chiaramente, i sentimenti che Caleb nutriva per Caitlin non erano così forti, quanto quelli che lei provava per lui.

La mano di Caleb le afferrò un braccio, strattonandola, implorandola di voltarsi a guardarlo.

Ma lei si sottrasse a quella presa. Non riusciva a sopportare il suo tocco. Non voleva avere nulla a che fare con lui. Mai più.

“Caitlin!” lui esclamò.  “Non vuoi lasciare che ti spieghi?”

Caitlin non rallentò. Era una persona diversa, un essere diverso ora, e lo percepì in vari modi. Insieme alla forza da vampira appena scoperta, aveva scoperto anche una nuova gamma di emozioni da vampira. Poteva già sentire che le sue emozioni erano più forti di quanto fossero quando era umana – molto, molto più forti. Percepiva tutto molto più profondamente. Non si sentiva soltanto depressa – si sentiva come se stesse letteralmente morendo. Non si sentiva solo tradita ma fu come se avesse ricevuto una pugnalata dritta al cuore. Voleva distruggersi, fare qualcosa per fermare quel dolore che la stava lacerando dentro.

S'incamminò verso la terrazza e poi entrò nella sua stanza, chiudendosi la porta in quercia alle spalle.

“Caitlin, Caitlin, ti prego!” udì la voce soffocata di lui, di là dalla porta.

Caitlin si voltò e diede un pugno alla porta.

“Vattene!” lei gridò. “Torna da tua moglie!”

Trascorsero alcuni secondi di silenzio assoluto, poi, alla fine, lo sentì andarsene.

Ora era da sola. Solo il silenzio. Caitlin si sedette sul bordo del letto, nella sua piccola stanza, e, con la testa tra le mani, scoppiò in lacrime. Pianse e pianse, disperatamente. Era come se tutto quello per cui voleva vivere le fosse stato improvvisamente sottratto.

Sentì un guaito, e sentì una pelliccia morbida contro il viso, e guardò in basso per vedere Rose, che strofinava la sua testa contro quella di Rose. Rose leccò le guance di Caitlin, cercando di asciugarle le lacrime.

Questo l'aiuto all'istante. Lei si abbassò ed accarezzò il viso di Rose, sfregandole il pelo. Rose saltò sul grembo di Caitlin, era ancora abbastanza piccola da poterlo fare, e Caitlin l'abbracciò.

“Ho ancora te, Rose,” Caitlin disse. “Non mi lascerai, vero?”

Rose si strinse a lei e prese a leccarle il viso.

Ma il dolore era troppo forte. Caitlin non poteva stare seduta in quella stanza un istante di più. Si sentiva come se avesse potuto passare attraverso il muro, distruggendolo.

Lei guardò l'enorme finestra, vide l'invitante cielo notturno e, senza esitare, mise giù Rose, scese dal letto, fece due lunghi passi e spiccò il volo.

Sapeva che le ali le si sarebbero spalancate, per portarla lontano. Ma una parte di lei desiderava che non fosse così – desiderava che non lo facessero, per farla precipitare al suolo.

CAPITOLO SETTE

Samantha era in catene, immobilizzata da diversi vampiri, che la tenevano saldamente per le braccia, mentre la trascinavano attraverso l'enorme stanza. La stanza era diventata un mattatoio. Ovunque guardasse, vedeva migliaia di cadaveri di vampiri, i membri del suo ex-covo, il loro sangue ora era sparso su tutto il pavimento, erano stati fatti a pezzi da Kyle e dalla sua Spada maledetta. La Spada era più potente di quanto lei immaginasse.

In mezzo a tutta quella carneficina, diverse centinaia di vampiri restavano in vita. Ora la gente di Kyle. E ogni istante che passava, altre dozzine passavano dalle porte aperte. Infatti, sembrava che non ci fosse mai fine al flusso di vampiri, che intendevano giurare alleanza a Kyle. Era chiaramente il suo covo ora.  Con Rexius morto, non c'era nessun altro a cui unirsi. E Kyle lo aveva ottenuto. Era riuscito a sterminare ogni vampiro che lo aveva tradito.

C'erano centinaia di vampiri che lo avevano assistito nella battaglia contro Rexius. Alcuni erano davvero leali a Kyle, mentre altri erano solo degli opportunisti. Ad altri non piaceva semplicemente Rexius, ed avevano atteso la loro opportunità. I vampiri giunsero dai covi di tutta la città. La notizia si sparse rapidamente nel mondo dei vampiri—e tutti vollero far parte dell'imminente guerra. A prescindere dalle loro ragioni, questo ora era l'esercito di Kyle.

Ora che Kyle era leader e possedeva la Spada, era chiaro che presto sarebbe scoppiata una guerra più grande, una guerra diversa da ogni altra guerra che la razza vampira avesse mai affrontato. Kyle era spietato ed assetato di sangue, e quella carneficina non lo aveva ancora soddisfatto.  Aveva una scheggia nella spalla che non poteva rimuovere. Tutti i vampiri che non gli avevano giurato alleanza, avrebbero pagato per questo. Insieme a tutti quegli umani innocenti. La sua vendetta non avrebbe avuto fine, Samantha lo sapeva, e la città di New York sarebbe presto stata il suo terreno di gioco.

Trascinarono brutalmente Samantha attraverso tutto quel caos, fin al centro della stanza.

Kyle ora sedeva sul trono di Rexius, assaporando il suo potere; aveva un sorriso maligno sul volto, mentre i vampiri si inchinavano a lui in ogni direzione.

Sergei, che stava accanto a Kyle, sbattè il suo bastone di metallo al suolo, tre volte.

L'intera stanza, migliaia di vampiri, si schierarono in perfetto ordine. Tutti sollevarono i pugni, e gridarono: “Hail Kyle!”

Samantha era stupita. Era uno spettacolo incredibile di forza e lealtà. Non aveva mai visto una tale obbedienza in tutta la sua vita. Kyle era magnetico. Era già un tiranno.

Ma Kyle non sembrava interessato ai suoi soldati. Invece, aveva lo sguardo fisso su Samantha. L'intera stanza sembrò notare questo interesse per lei, e il mormorio a poco a poco cessò, mentre tutti si preparavano ad assistere al confronto.

“Allora,” Kyle le disse. “Mi hai battuto nel trovare la Spada. Ma, come puoi vedere, sono io quello che la brandisce.”

“Per ora,” Samantha replicò.

Lasciaglielo credere, lei pensò. In verità, ne era convinta, un giorno non sarebbe più appartenuta a lui. Chiunque fosse destinato a brandire la Spada, Lei sentiva nel profondo del suo cuore che non era lui.

Kyle sollevò le sopracciglia.

“Lo sai perché ti ho lasciato in vita così a lungo?” lui chiese.

Samantha resse il suo sguardo, mostrandosi sprezzante. Non aveva alcuna intenzione di intrattenere una conversazione con lui. Non voleva alcun ruolo all'interno di questo nuovo covo. Voleva andare via, allontanarsi quanto più possibile. Voleva semplicemente prendere Sam e andare. Se lui li avesse lasciati andare.

Ma Sam non era affatto in vista. Erano stati catturati dai soldati di Kyle e lei non lo aveva più visto da allora. Samantha doveva rimanere calma per il tempo necessario a capire dove si trovasse. Doveva guadagnare tempo, anche implorare di servirlo se fosse stato necessario, fino al momento in cui lei e Sam sarebbero potuti scappare.

“Ancora non so perché Rexius abbia inviato te a recuperare la Spada anzichè me. Per quanto ne so, sono un guerriero migliore. Ma devo ammettere che hai delle doti,” lui disse.

“Ma non è proprio che ti ho lasciato in vita. Rexius aveva pianificato di punirti. Per questo, presumo che tu non abbia alcuna ragione per essergli ancora leale. C'è una guerra imminente, e posso utilizzare dei guerrieri forti come te. Se sei pronta a giurarmi fedeltà, prenderò in considerazione l'idea di lasciarti in vita.”

Samantha riflettè. Non aveva alcun problema nel giurargli fedeltà, perché sapeva che molto presto avrebbe lasciato tutto questo. Ma, prima, avrebbe dovuto informarsi su Sam.

“Che ne è stato del ragazzo?” lei chiese. “Dov'è?”

Kyle sorrise.

“Ah sì, il ragazzo. Sei andata dritta al punto di ciò di cui intendo discutere. Non sono sicuro del perché nutri dei sentimenti per questo umano, ed hai già violato le nostre regole in questo modo. Potrei ucciderti solo per questo, lo sai. Ma trovo che sia una cosa molto interessante e questo, dico davvero, è una delle ragioni per cui sei ancora viva”.

“Vedi Samantha, devi essere punita. Qualunque vampiro che fosse leale a Rexius e non a me, dev'essere punito. E' parte del processo di iniziazione del mio nuovo Esercito. Imparerai ad obbedirmi, e ad obbedire a me soltanto”.

“Nel tuo caso, ho trovato la soluzione perfetta: un atto che, allo stesso tempo, proverà la tua lealtà verso di me e mi servirà anche per punirti. I miei uomini ti porteranno dal ragazzo, tu me lo riporterai qui, e, di fronte a tutti, lo ucciderai.”

Il cuore di Samantha sobbalzò a quel pensiero. Si trattava di una cosa che lei non avrebbe mai, mai fatto. Avrebbero dovuto ucciderla prima. Kyle, come al solito, si era mostrato una delusione. E crudele. Sì, era un degno successore di Rexius.

“Mi godrò proprio la scena in cui ti vedrò ucciderlo,” Kyle disse, sorridendo al solo pensiero. “Vedi, io considero questo ragazzo un ostacolo. Appartiene alla stessa stirpe di sua sorella, e, per quanto ne so, sono immuni a quello che può uccidere tutti noi. Non ho fiducia in nessuno di loro. Tanto per chiarire, lui è umano.”

Kyle studiò attentamente il volto di Samantha.

“Se lo fai, ti ricompenserò con rango, onore e prestigio. Ci sarà un posto speciale nel mio nuovo covo. Sarà una guerra magnifica, una delle più grandi che la nostra razza abbia mai visto. E tu potrai essere uno dei suoi principali capi”.

“Ma se rifiuti … sarai torturata, lentamente, afflitta da un dolore eterno, e il tuo nome sarà bandito dalla storia del nostro covo.”

Sulla stanza cadde un profondo silenzio, mentre Samantha rifletteva. La sua mente era in piena attività, cercando disperatamente di trovare una via d'uscita.

“perché non lo uccidi tu?” lei chiese alla fine.

Kyle si poggiò allo schienale del trono e rise, lentamente.

“Sarebbe più divertente guardare te farlo,” lui disse. “Uno dei miei passatempi preferiti è guardare le persone uccidere i propri cari.”

CAPITOLO OTTO

Caitlin volò e volò. Non aveva alcuna idea di dove stesse andando, ma ovunque il vento la portasse sarebbe andato bene per lei. In ogni caso, sentiva di non avere alcun posto dove andare, e che non le era rimasto nulla per cui vivere. Il suo amato Caleb l'aveva tradita, e anche l'unica persona di cui le importasse al mondo, suo fratello Sam, probabilmente lo aveva fatto. Dopotutto, Sam aveva guidato Samantha e tutti quei vampiri malvagi da lei, alla Cappella del Re. Era rimasto qualcuno al mondo di cui si potesse fidare? Era destinata ad essere tradita da chiunque entrasse a far parte della sua vita?

Caitlin volò sopra il Fiume Hudson, e guardò in basso, ammirando il luccichio dell'acqua illuminata dalla luce della luna. L'aria della notte le piaceva, perché le accarezzava il viso ed i capelli, asciugandole le lacrume. Ora era lontana dall'isola, divenuta un semplice puntino all'orizzonte. Volò lontano, sempre più lontano, cercando disperatamente di schiarirsi le idee.

Si abbassò fino a pochi metri dall'acqua fino quasi a sfiorarne la superficie. Era splendido stare così vicina all'acqua. Una parte di lei voleva solo continuare, scendere ancora più in basso, immergersi completamente. Ma un'altra parte di lei, la nuova parte di vampiro, sapeva che sarebbe stato inutile. Un vampiro non poteva morire. Nemmeno annegando.

Назад Дальше