“Sì, signore,” rispose Ramirez. Avery annuì in segno di assenso.
“Il prossimo punto… Black. Tutta la faccenda del sergente… mi servirà presto una decisione. Vale a dire nelle prossime quarantotto ore. Ho cercato di essere paziente, di lasciarti elaborare la cosa. Ma sono passati più di due mesi. Credo che sia giusto.”
“È giusto,” concordò lei. “Le farò sapere qualcosa per domani.”
Ramirez le lanciò uno sguardo sorpreso. A essere sincera, la sua risposta aveva sorpreso anche lei stessa. Nel profondo tuttavia, credeva di sapere che cosa voleva.
“Ora, a proposito di questo caso della donna nel fiume,” continuò O’Malley. “È ufficialmente tuo, Black. Prendi Ramirez con te, ma rimaniamo professionali.”
Avery fu imbarazzata sentendosi arrossire. Ah, accidenti, pensò. Prima un giro di shopping e ora arrossisco per un uomo. Che diavolo mi sta succedendo?
Per tornare sull’argomento e non farsi distrarre, Avery riportò il discorso sul caso. “Vorrei essere io a informare la famiglia.”
“Possiamo delegarlo a qualcun altro,” suggerì Connelly.
“Lo so. Ma per quanto sembri terribile, i genitori che hanno appena ricevuto una notizia del genere di solito sono la migliore fonte di informazioni. Tutto è ancora vivido e allo scoperto.”
“Mio Dio, è piuttosto spietato,” commentò Connelly.
“Ma efficace,” disse O’Malley. “Buona idea, Black. Adesso sono le quattro e cinquanta. Con un po’ di fortuna li troverai mentre escono dal lavoro. Mi assicurerò che qualcuno ti mandi l’indirizzo nei prossimi dieci minuti. Ora datevi da fare. Potete andare.”
Avery e Ramirez uscirono dalla sala. Fuori, nell’atrio, gli uomini del turno dalle cinque alle nove stavano iniziando a concludere la giornata. Ma per Avery il lavoro non era affatto finito. In effetti, con il compito incombente di informare dei genitori della morte della loro giovane figlia, sapeva che sarebbe stata una notte terribilmente lunga.
CAPITOLO QUATTRO
I Dearborne vivevano in una casetta pittoresca a Somerville. Avery lesse le informazioni che le erano state inviate per messaggio e per email mentre Ramirez guidava. Patty Dearborne era stata un’ottima studentessa, all’ultimo anno della BU con l’intenzione di diventare una terapeuta in una azienda di salute comportamentale. Sua madre, Wendy, era un’infermiera del reparto traumatologico che lavorava a turno in due diversi ospedali locali. Il padre di Patty, Richard, era un manager di sviluppo d’impresa in una grande compagnia di telecomunicazioni. Erano una famiglia facoltosa senza alcuna macchia nelle loro fedine.
E Avery stava per annunciar loro che la figlia era morta. Non solo morta, ma che era stata abbandonata in un fiume ghiacciato completamente nuda.
“Dunque,” esordì Ramirez mentre girava per le stradine rustiche dei quartieri di Somerville. “Hai intenzione di accettare la promozione a sergente?”
“Ancora non lo so,” rispose lei.
“Qualche idea?”
Lei ci rifletté un momento e poi scosse la testa. “Non voglio parlare di questo, adesso. Mi sembra poco importante rispetto a quello che stiamo per fare.”
“Ehi, ti sei offerta tu volontaria,” sottolineò il partner.
“Lo so,” disse, ancora incerta del motivo. Sì, era vero che sarebbe stato utile per ottenere dei buoni indizi, ma sentiva che c’era dell’altro. Patty Dearborne era stata solo tre anni più grande di Rose. Era fin troppo facile vedere il volto della figlia su quel corpo gelato. Per qualche strana ragione la spingeva a voler dare lei la notizia alla famiglia. Forse era un impulso materno, ma sentiva di doverlo ai genitori.
“Allora lascia che ti faccia una domanda,” continuò lui. “Perché sei così certa che non si tratti di un caso isolato? Magari un ex ragazzo che ha perso la testa. Forse troveremo solo questo corpo e nessun altro.”
Lei fece un breve ghigno perché sapeva che non stava discutendo con lei. Non esattamente. Aveva notato che gli piaceva esaminare i suoi meccanismi mentali. Il rifiuto delle sue teorie era solo un modo per caricarla.
“Perché in base a ciò che sappiamo del corpo, quest’uomo è stato accurato e meticoloso. Un ex ragazzo infuriato non sarebbe stato tanto attento a non lasciare lividi. Le unghie delle mani e dei piedi sono l’autentico campanello d’allarme per me. Qualcuno si è preso il proprio tempo per fargliele. Spero che i genitori riusciranno a spiegarci che genere di donna era Patty. Se sapessimo di più su di lei, capiremmo esattamente quanta cura del corpo le è stata dedicata da chi lo ha abbandonato.”
“A questo proposito,” disse Ramirez, indicando davanti a loro. “Eccoci qui. Sei pronta?”
Lei fece un lungo sospiro tremante. Normalmente amava il suo lavoro ma quella era l’unica parte che detestava. “Sì, andiamo,” disse,
Prima che Ramirez avesse il tempo di dire un’altra parola, Avery aprì la porta e uscì.
Era pronta.
***
Avery sapeva che ogni persona rispondeva al dolore in maniera diversa. Fu per quello che non rimase sorpresa quando, quindici minuti dopo, trovò Wendy Dearborne praticamente in stato di shock mentre Richard Dearborne era in preda alla frenesia e al panico. A un certo punto temette che l’uomo sarebbe diventato violento, dopo che ebbe colpito un vaso sul tavolo della cucina mandandolo in pezzi sul pavimento.
Il peso della notizia gravava sulla stanza. Avery e Ramirez erano rimasti quieti, parlando solo per rispondere alle domande. Nel silenzio, Avery vide due foto di Patty nel soggiorno; una era sulla mensola sopra il camino e l’altra era una tela appesa al muro più distante del soggiorno. I sospetti di Avery erano stati giusti. La ragazza era stata assolutamente splendida.
In quel momento Wendy e Richard erano entrambi seduti sul divano del soggiorno. Wendy aveva ripreso un labile controllo di sé e di tanto in tanto emetteva qualche singhiozzo disperato, appoggiata alla spalla di Richard.
Con le lacrime che gli rigavano il volto, Richard guardò Avery. “Possiamo vederla? Quando possiamo vederla?”
“Adesso la Scientifica sta cercando di determinare cosa possa esserle accaduto. Come potete immaginare, l’acqua fredda e le temperature rigide rendono più difficile trovare indizi o prove. Nel frattempo, avrei alcune domande da farvi che potrebbero aiutarci a trovare delle risposte.”
Entrambi avevano sul volto espressioni confuse e che esprimevamo l’orrore più assoluto, ma era chiaro che Wendy non sarebbe stata di nessun aiuto. Era ammutolita dallo shock, e ogni tanto alzava lo sguardo sulla stanza come per controllare dove si trovasse.
“Ovviamente, qualsiasi domanda abbiate,” dichiarò Richard. Avery pensò che in fondo quell’uomo fosse un duro, e forse stava cercando di trovare lui stesso delle risposte.
“So che sembrerà una domanda strana,” esordì Avery. “Ma Patty era il tipo di ragazza a cui piaceva prendersi particolare cura di sé, delle sue unghie, o cose del genere?”
Richard emise un gemito e scosse la testa. Riprese a piangere ma almeno fu in grado di formare delle parole mentre singhiozzava per prendere fiato. “Niente affatto. A dir la verità era un po’ un maschiaccio. Normalmente sarebbe stato più facile trovarla con le unghie sporche che con lo smalto. Di tanto in tanto si faceva bella, ma solo per le occasioni speciali. A volte prestava molta attenzione ai suoi capelli, ma non è—non era—una ragazza molto femminile, capisce?”
Correggersi su quell’era sembrò rompere qualcosa dentro Richard Dearborne. Avery nascose il proprio sussulto quando anche il suo cuore si spezzò per lui. Bastò per farle decidere di soprassedere sulla domanda seguente che aveva in agenda, una domanda sulla frequenza con cui Patty si depilava le gambe. Avery pensò che presumibilmente, se era un maschiaccio a cui importava poco delle sue unghie, non doveva essere stata costante nella depilazione delle gambe. Non era necessario domandarlo a un uomo che aveva appena perso la figlia.
“Sa se avesse qualche nemico? Qualcuno con cui abbia avuto dei problemi?”
Gli servì un istante per assorbire la domanda. Quando alla fine la comprese, la scintilla di rabbia che aveva notato in precedenza tornò negli occhi di Richard Dearborne. Si alzò dal divano ma rimase bloccato dove era dalla stretta della moglie sul suo polso.
“Quel figlio di puttana,” sibilò Richard. “Sì. Oh, sì, mi viene in mente qualcuno e ci scommetto qualsiasi cosa che… Oh, Dio…”
“Signor Dearborne?” chiese Ramirez. Si era alzato lentamente in piedi, forse anticipando uno scatto d’ira da parte dell’uomo.
“Allen Haggerty. Era un fidanzato dei tempi del liceo che non si voleva arrendere dopo che le cose erano finite, due anni dopo l’inizio del college.”
“Ha causato dei problemi?” domandò Ramirez.
“Sì. Tanto che Patty ha dovuto chiedere un’ordinanza restrittiva contro di lui. L’aspettava alla fine delle lezioni. La cosa è peggiorata al punto che Patty è venuta a vivere qui nell’ultimo anno perché non si sentiva sicura al dormitorio.”
“È mai diventato violento?” chiese Avery.
“Se lo ha fatto, Patty non ha mai detto niente. So che ha cercato di toccarla, baci e abbracci e cose così. Ma non ha mai detto che ha cercato di colpirla.”
“Il biglietto…”
La voce di Wendy Dearborne era così lieve da somigliare a un refolo di vento. Ancora non aveva guardato Avery o Ramirez. Il suo sguardo era basso, la bocca socchiusa.
“Che biglietto?” chiese Avery.
“Un biglietto che Patty non ci ha mai mostrato ma che abbiamo trovato nelle sue tasche facendo la lavatrice mentre viveva qui,” disse Richard. “Quel verme ha lasciato un biglietto attaccato alla sua porta del dormitorio. Lei non l’ha mai detto, ma pensiamo che sia stato quello a farle decidere a trasferirsi di nuovo qui. Non me lo ricordo parola per parola ma descriveva come aveva pensato di uccidersi perché non poteva averla, ma che a volte era anche arrabbiato. C’erano delle cose violente del tipo che se non poteva averla lui non l’avrebbe avuta nessuno.“
“Avete ancora il biglietto?” domandò Avery.
“No. Dopo che ne abbiamo parlato con Patty, lo ha gettato via.”
“Per quanto tempo è rimasta qui?” volle sapere Avery.
“Fino all’estate scorsa,” rispose Richard. “Poi ha detto che si era stancata di vivere nella paura. Abbiamo deciso che se fosse successo qualcos’altro con Allen, avremmo coinvolto subito la polizia. E ora… ora questo…”
Un pesante silenzio cadde nella stanza, fino a quando l’uomo alzò lo sguardo su di loro. Avery percepì tutta la rabbia e il dolore del padre in quello sguardo.
“So che è stato lui,” affermò.
CAPITOLO CINQUE
Mentre Avery e Ramirez sorvegliavano il quartiere in cui si trovava la casa di Allen Haggerty, la detective ricevette per email il rapporto della polizia su di lui. Fu sorpresa di trovarci ben poco. Aveva preso tre multe per eccesso di velocità dall’età di diciassette anni e quattro anni prima era stato brevemente in arresto per una protesta per lo più non violenta a New York, ma niente di serio.
Forse è solo andato un po’ fuori di testa quando Patty ha cercato di lasciarlo, pensò. Sapeva che a volte succedeva. In effetti era una delle scuse principali date dai mariti violenti che picchiavano le mogli. Era una questione di gelosia, di perdita del controllo e di vulnerabilità.
A casa non c’era nessuno, quindi un’ora e mezza dopo aver informato i Dearborne che la loro figlia era morta, emisero un mandato di cattura nei suoi confronti. Mentre perlustravano la zona, Ramirez dimostrò ancora una volta ad Avery quando fosse in sintonia con lei. “Tutta questa faccenda ti fa pensare a Rose, vero?” chiese.
“Sì,” ammise lei. “Come l’hai capito?”
Lui sorrise. “Perché conosco molto bene la tua faccia. So quando sei arrabbiata, so quando sei in imbarazzo, a disagio e felice. Ho anche notato con quanta velocità hai distolto lo sguardo dalle foto di Patty a casa dei Dearborne. Patty non era tanto più grande di Rose. È per questo che hai insistito per informare i suoi genitori?”
“Sì. Bella intuizione.”
“Mi succede, di tanto in tanto,” rispose lui.
Dovettero aspettare le 10:08 perché il cellulare di Avery squillasse. Connelly era in linea, sembrava stanco ma anche emozionato. “Abbiamo trovato Allen Haggerty che usciva da un bar nel Leather District,” disse. “Due agenti lo stanno trattenendo per voi. In quanto tempo potete essere lì?”
Il Leather District, pensò lei. Un’ora fa io e Rose eravamo lì, a pensare a quanto stanno andando bene le nostre vite e al modo in cui stiamo riparando il nostro rapporto. E ora, in quello stesso posto c’è un potenziale assassino. È… strano. Come se fossi tornata all’inizio, in un certo modo.
“Black?”
“Dieci minuti,” rispose. “Dove è il bar?”
Si segnò l’informazione e in men che non si dica, Ramirez partì verso la stessa parte della città dove, meno di dodici ore prima, lei si era goduta del tempo insieme alla figlia.
La consapevolezza che si trattava di qualcosa che Wendy Dearborne non avrebbe mai più potuto fare le stringeva il cuore. E la faceva anche arrabbiare.
A dirla tutta, non vedeva l’ora di torchiare quel figlio di puttana.
***
I due agenti che avevano trovato Allen Haggerty sembrarono felici di affidarlo ad altri. Uno dei due era un uomo che Avery aveva imparato a conoscere piuttosto bene—un agente anziano che probabilmente sarebbe andato a breve in pensione. Si chiamava Andy Liu e sembrava avere sempre un sorriso sul volto. Ma non in quel momento. In quel momento sembrava irritato.
I quattro si incontrarono davanti alla volante della polizia di Andy Liu. Dal sedile posteriore, Allen Haggerty guardò verso di loro, confuso e chiaramente arrabbiato. Qualche passante in strada diretto per locali, essendo venerdì sera, cercò di capire che cosa stava succedendo senza farsi notare.
“Vi ha dato dei problemi?” chiese Ramirez.
“No, no,” rispose il partner di Andy. “È solo un po’ ubriaco. Stavamo per portarlo al distretto e metterlo in una stanza per gli interrogatori, ma O’Malley ha detto che voleva che gli parlassi tu, prima di prendere delle decisioni.”
“Sa perché lo avete fermato?” chiese Avery.
“Gli abbiamo detto della morte di Patty Dearborne,” rispose Andy. “E a quel punto è impazzito. Ho cercato di mantenere la situazione civile al bar ma alla fine ho dovuto ammanettarlo.”
“Va bene,” disse Avery. Riguardò nel retro della volante e si accigliò. “Vi dispiace se prendiamo in prestito la vostra auto per un momento?”
“Fate pure,” disse Andy.
Avery prese il lato dell’autista mentre Ramirez saliva nel sedile del passeggero. Si voltarono di lato per poter guardare con facilità Allen sui sedili posteriori.
“Quindi come è successo?” chiese Allen. “Come è morta?”
“Non è ancora chiaro,” rispose Avery, non vedendo alcun motivo per rimanere sul vago con lui. Aveva imparato da tempo che l’onestà era il miglior approccio se voleva riuscire a capire un potenziale sospetto. “Il suo corpo è stato scoperto in un fiume congelato, sotto il ghiaccio. Non abbiamo informazioni sufficienti per sapere se è stato quello a ucciderla o se è stata uccisa prima di essere gettata in acqua.”
Forse sono stata un po’ dura, pensò Avery guardando lo shock dipingersi sul volto di Allen. Tuttavia, vedere quell’espressione genuina sulla sua faccia le diede la sensazione che Allen Haggerty non fosse coinvolto nella morte di Patty.
“Quando è stata l’ultima volta che l’hai vista?” chiese Avery.
Chiaramente per lui era difficile pensarci. Avery era abbastanza certa che prima della fine della serata, Allen avrebbe pianto molte lacrime sul suo amore perduto e ormai deceduto.
“Un po’ più di un anno fa, credo,” rispose alla fine. “Ed è stato solo per caso. Mi sono imbattuto in lei mentre usciva dal supermercato. Ci siamo guardati per circa due secondi e poi se n’è andata via in fretta. E non posso fargliene una colpa: sono stato uno stronzo. Ero piuttosto ossessionato.”