Prima Che Fugga - Блейк Пирс 3 стр.


“Vi ringrazio per essere arrivati tanto alla svelta” esordì McGrath. “E voglio inoltre congratularmi con voi per le nozze. Naturalmente, non mi piace l’idea di una coppia sposata che lavora insieme, ma voglio che questo caso sia risolto il prima possibile, perché in caso contrario potrebbe scatenare il panico in un campus universitario. E sappiamo che è innegabile che voi due lavorate bene insieme, perciò eccoci qui.”

Ellington si voltò verso di lei sorridendo per quel commento. Mackenzie si sentiva quasi disarmata per l’intensità di quello che provava per lui. Era una bella cosa, ma la metteva anche leggermente a disagio.

“L’ultima vittima è una studentessa del secondo anno alla Queen Nash University di Baltimora. Christine Lynch. È stata uccisa nella cucina di casa sua, a tarda sera. Non aveva indosso la maglietta, che è stata trovata sul pavimento. È palese che è stata strangolata. Da quanto ho appreso, non c’erano impronte digitali sul collo, il che indica che l’assassino portava dei guanti.”

“Perciò si tratta di omicidio premeditato, non colposo” commentò Mackenzie.

McGrath annuì e passò loro tre fotografie della scena del crimine. Christine Lynch era un’attraente ragazza bionda e nelle foto aveva il viso rivolto verso destra. Era truccata e, come aveva anticipato McGrath, era senza maglietta. Sulla spalla spiccava un piccolo tatuaggio, che Mackenzie identificò come un passero. L’uccellino sembrava guardare in alto, verso la zona dove iniziava il livido intorno al collo della ragazza, chiaramente visibile persino in foto.

“La prima vittima” proseguì McGrath aprendo un’altra cartellina, “è una ventunenne di nome Jo Haley. Anche lei studentessa alla Queen Nash. È stata trovata nella sua stanza, a letto e completamente nuda. Il corpo era rimasto lì per almeno tre giorni, prima che la madre contattasse allarmata la polizia. Anche sul suo collo c’erano segni di strangolamento, seppur non feroci come quelli su Christine Lynch. La Scientifica ha trovato tracce di attività sessuale poco prima della morte, incluso un incarto vuoto di preservativo.”

Passò loro le foto della scena del crimine, che ritraevano Jo Haley e le ecchimosi sul collo. Anche lei, come Christine Lynch, era piuttosto attraente. Inoltre, era molto magra e minuta.

“Perciò l’unico elemento concreto che abbiamo è che due ragazze carine della Queen Nash sono state uccise durante o subito dopo un rapporto sessuale?” riassunse Mackenzie.

“Esatto” confermò McGrath. “Data la presunta ora della morte di Jo Haley, calcolata dal medico legale, sono state uccise a meno di cinque giorni l’una dall’altra.”

“Sappiamo i movimenti delle vittime la notte in cui sono state uccise?” chiese Mackenzie.

“No, non abbiamo nulla di certo. Però sappiamo che Christine Lynch è stata vista nell’appartamento del suo ragazzo fino all’una di notte di mercoledì. Il suo cadavere è stato scoperto dal ragazzo il giorno dopo, quando è andato da lei al suo appartamento.”

Ellington studiò l’ultima fotografia, poi le restituì a McGrath. “Signore, con tutto il rispetto, adesso che sono un uomo sposato non posso più andare su un campus universitario e avvicinare giovani ragazze.”

McGrath alzò gli occhi al cielo e guardò Mackenzie. “Buona fortuna con lui” disse indicando Ellington con un cenno. “Scherzi a parte… Voglio il caso chiuso il prima possibile. Le vacanze invernali finiranno la prossima settimana e non voglio che si scateni il panico tra gli studenti quando torneranno al campus.”

Come se qualcuno avesse premuto un interruttore della personalità, Ellington tornò ai modi professionali. “Prendo i dossier del caso e ci mettiamo subito al lavoro.”

“Grazie. E dico sul serio… godetevi questo caso come partner. Non credo sia una buona idea che continuiate a lavorare insieme, adesso che siete sposati. Potete considerare questo caso come il mio regalo di nozze.”

Mackenzie, incapace di trattenersi, disse: “Ecco, signore, avrei preferito di gran lunga una caffettiera.”

Quasi incredula, vide il lampo di un sorriso increspare le labbra di McGrath, che subito si ricompose. Mackenzie ed Ellington uscirono dal suo ufficio con il loro primo caso come marito e moglie e, di conseguenza, il loro ultimo caso come partner.

CAPITOLO CINQUE

Seguendo l’abituale metodo di Mackenzie, iniziarono dalla scena del crimine più recente. Era come osservare un cadavere ancora caldo che, rispetto ad uno ormai freddo da tempo, avrebbe potuto avere molti più indizi da offrire. Durante il viaggio in auto verso il Maryland, Mackenzie aveva letto ad alta voce i documenti del caso, mentre Ellington era impegnato alla guida.

Una volta giunti all’appartamento di Christine a Baltimora, furono accolti dal vicesceriffo del dipartimento locale di polizia. Era un uomo in là con gli anni, probabilmente prossimo alla pensione e a cui venivano affidati casi simili.

“Piacere di conoscervi” disse stringendo loro la mano con un’allegria che lo rendeva quasi antipatico. “Sono il vicesceriffo Wheeler. Si può dire che abbia supervisionato io il caso.”

“Agenti White ed Ellington” disse Mackenzie, accorgendosi ancora una volta di non sapere bene come riferirsi a se stessa. Era qualcosa di cui lei ed Ellington non avevano ancora parlato, nonostante sul certificato di matrimonio comparisse come Mackenzie Ellington.

“Cosa ci può dire dal suo punto di vista?” chiese Ellington mentre entravano nell’appartamento di Christine Lynch.

“Ecco, io e il mio collega siamo arrivati qui e siamo entrati insieme al ragazzo della vittima. Lei era proprio lì, sul pavimento della cucina. La maglia era per terra di fianco a lei. Aveva ancora gli occhi aperti. Era chiaro che fosse morta strangolata e non c’erano segni di colluttazione.”

“Nevicava la notte in cui è successo” disse Ellington. “Non c’erano orme bagnate nel corridoio?”

“No. Da quanto abbiamo appreso, il suo ragazzo è venuto qui solo il pomeriggio seguente. Da quando è stata uccisa a quando l’ha trovata devono essere passate tra le dieci e le sedici ore.”

“Perciò era una scena pulita?” chiese Mackenzie.

“Già. Niente indizi, come orme bagnate o simili. Niente di rilevante.”

Mackenzie ripensò a quanto aveva letto nel dossier, in particolare una nota piuttosto personale che il medico legale aveva aggiunto non più di sei ore prima. Nel togliere le mutandine di Christine per preparare il cadavere all’autopsia, erano stati trovati segni di eccitazione sessuale. Naturalmente poteva essere il risultato della serata passata con il ragazzo. Ma se si aggiungeva che era stata trovata in cucina senza maglia… faceva pensare che forse si fosse vista con qualcun altro, dopo aver lasciato l’appartamento del ragazzo. Forse non avevano voluto perdere tempo per andare in camera da letto.

“La polizia ha già fatto richiesta di visionare i filmati delle telecamere di sicurezza?” domandò Mackenzie. “Ne ho notate almeno due sulla fiancata dell’edificio, quando siamo arrivati.”

“Se ne sta già occupando qualcuno” disse Wheeler. “Secondo l’ultimo aggiornamento che ho ricevuto, più o meno un paio d’ore fa, nei filmati non c’è niente di rilevante. Se volete, però, potete visionarli anche voi.”

“Forse lo faremo” disse Mackenzie uscendo dalla cucina ed entrando nel soggiorno.

Christine aveva condotto una vita ordinata. I volumi nella piccola libreria sulla destra erano ordinatamente impilati e disposti in ordine alfabetico; per lo più si trattava di biografie e libri di testo di scienze politiche. Sui tavolini ai lati del divano e appese alle pareti c’erano delle fotografie. Quasi tutte ritraevano Christine insieme a una donna che era evidente fosse la madre.

Si spostò nella camera da letto e si mise a dare un’occhiata in giro. Il letto era fatto e la stanza era ordinata come il soggiorno. Gli unici oggetti sparsi sul comodino e sulla scrivania rivelavano ben poco: penne, qualche moneta, il caricabatterie di un iPhone, l’opuscolo di un esponente politico locale e un bicchiere con un dito d’acqua rimasto all’interno. Era chiaro che non fosse successo niente in quella stanza la notte in cui Christine era morta.

Questo faceva nascere molte domande e molte conclusioni, su cui Mackenzie ragionò mentre tornava in cucina.

Qualcuno è venuto qui da lei dopo che è tornata dall’appartamento del suo ragazzo. Lei lo aspettava o è stata una sorpresa?

Il fatto che il cadavere sia stato trovato dentro casa e fosse senza maglia probabilmente significa che, a prescindere da questo, ha invitato l’assassino ad entrare. L’ha invitato senza avere idea di essere in pericolo?

In cucina vide che Ellington stava prendendo appunti mentre parlava con il vicesceriffo Wheeler. Quando la vide, si scambiarono un cenno del capo. Era uno dei molti modi in cui avevano imparato a coordinarsi sul lavoro – un linguaggio non verbale che risparmiava interruzioni e momenti imbarazzanti.

“Bene, vicesceriffo Wheeler, direi che abbiamo concluso qui” disse Ellington. “Per caso si è occupato lei anche dell’omicidio di Jo Haley, pochi giorni fa?”

“No, ma conosco abbastanza dettagli da potervi aiutare, se avrete bisogno di me.”

“Perfetto, in quel caso la contatteremo.”

Wheeler sembrò soddisfatto e rivolse loro un gran sorriso mentre uscivano dall’appartamento di Christine Lynch. Una volta fuori, Mackenzie osservò il marciapiede, dove non c’era quasi traccia che fosse nevicato. Fece un sorrisetto tirato nel realizzare che, probabilmente, mentre quella povera ragazza veniva uccisa lei ed Ellington si stavano preparando al matrimonio.

Christine Lynch non avrà mai il privilegio di sposarsi, pensò Mackenzie con una fitta di dispiacere per la vittima. Il dispiacere si intensificò quando realizzò che c’era un’altra gioia femminile che non avrebbe mai sperimentato.

Avvolta dalla tristezza, Mackenzie si posò una mano sul ventre appena sporgente, come a voler proteggere quello che c’era all’interno.

***

Dopo una chiamata al Bureau, Mackenzie ed Ellington scoprirono che anche il ragazzo di Christine studiava alla Queen Nash. Aveva un impiego part-time in un ufficio di sanità pubblica, per fare pratica per la futura carriera che lo attendeva dopo la laurea. Non fu al lavoro che lo trovarono, bensì al suo appartamento; a quanto pareva, aveva preso la perdita di Christine molto peggio di un tipico fidanzatino universitario.

Quando arrivarono al suo appartamento, Clark Manners era intento a pulire casa, nonostante fosse già linda. Era evidente che non dormisse bene da un po’; aveva lo sguardo annebbiato e camminava come spinto da una forza invisibile. Ciononostante, sembrò entusiasta di farli entrare, impaziente di scoprire cosa fosse successo.

“Sentite, non sono stupido” disse mentre si accomodavano nel soggiorno immacolato. “Chiunque sia stato a ucciderla… aveva intenzione di violentarla, no? Per questo era senza maglia, no?”

Mackenzie si era chiesta la stessa cosa, ma le foto della scena del crimine raccontavano un’altra storia. Cadendo a terra, Christine era finita sulla maglia. Questo faceva pensare che fosse stata tolta senza difficoltà e lasciata cadere sul pavimento. Mackenzie avrebbe scommesso che fosse stata la stessa Christine a togliersela per l’uomo che aveva fatto entrare in casa – e che poi l’avrebbe uccisa. Inoltre… Mackenzie non era tanto sicura che l’assassino avesse intenzione di stuprarla. Se fosse stata quella la sua intenzione, avrebbe potuto farlo. No… Mackenzie credeva che fosse andato da lei con il chiaro intento di ucciderla e basta.

Ma non c’era motivo che il povero Clark lo sapesse.

“È troppo presto per dirlo” disse invece Mackenzie. “La cosa potrebbe essere andata in vari modi. Speravamo che forse lei avrebbe potuto fornirci qualche elemento utile per capire cosa sia successo.”

“Ma certo, ma certo” disse Clark. Aveva chiaramente bisogno di riposo e di meno caffè. “Farò tutto ciò che posso.”

“Ci può descrivere la sua relazione con Christine?” chiese Ellington.

“Stavamo insieme da circa sette mesi. Lei era la prima vera ragazza che io abbia avuto – la prima che sia durata più di due o tre mesi. La amavo… l’ho capito dopo il primo mese.”

“Eravate già arrivati ad avere rapporti fisici?” chiese Mackenzie.

Clark annuì con espressione distante. “Sì, ci siamo arrivati abbastanza in fretta.”

“La notte in cui è stata uccisa” riprese Mackenzie “a quanto ho capito era appena tornata dopo essere stata qui, nel suo appartamento. Si fermava spesso a dormire qui?”

“Sì, un paio di volte a settimane. A volte anch’io mi fermavo da lei. Proprio un paio di settimane fa mi aveva dato le chiavi dell’appartamento, per passare quando volevo. Ecco come ho fatto a entrare… quando l’ho trovata…”

“Perché quella notte non è rimasta a dormire qui?” volle sapere Ellington. “Era tardi quando se n’è andata. Avevate litigato?”

“No, cielo, no. Praticamente non litigavamo mai. No… avevamo tutti bevuto e io avevo davvero esagerato. Le ho dato il bacio della buonanotte quando era ancora qui con alcuni miei amici, poi visto che mi sentivo male sono andato a letto e sono crollato. Ero sicuro che sarebbe rimasta, invece quando la mattina dopo mi sono svegliato, lei non c’era.”

“Crede che qualcuno dei suoi amici potrebbe averle dato un passaggio?” chiese Mackenzie.

“L’ho chiesto a tutti, ma dicono di no. Si erano offerti, ma Christine ha rifiutato. In fondo abitiamo a soli tre isolati di distanza e a lei piace il freddo… le piace camminare all’aria aperta. Lei è della California, quindi la neve è quasi magica per lei, sapete? Ricordo persino… che quella sera era eccitata perché le previsioni davano neve. Aveva anche scherzato dicendo di voler andare a fare una passeggiata sotto la neve.”

“Quante persone c’erano qui, quella sera?”

“Compresa Christine, eravamo in sei. Per quel che so, se ne sono andati tutti poco dopo di lei.”

“Ci può fornire i loro nomi e recapiti?” chiese Ellington.

“Certamente” disse Clark recuperando il cellulare e cercando i contatti.

“Le capita spesso di avere gente in casa una sera infrasettimanale?” chiese Mackenzie.

“No. Ci eravamo trovati per una specie di ultimo festeggiamento prima della fine delle vacanze invernali. Le lezioni riprendono la settimana prossima. Tra gli impegni di lavoro e in famiglia, quella era l’unica sera in cui potevamo riunirci.”

“Christine aveva altri amici al di fuori di questo gruppo?”

“Alcuni, ma era un’introversa. Per lo più usciva con me e un paio dei miei amici, ma questo è quanto. Inoltre lei e sua madre erano molto unite. Credo che sua madre avesse in programma di venire qui prima della fine del semestre – nel senso che voleva proprio trasferirsi.”

“Ha parlato con la madre da quando è successo?”

“Sì, ed è stato parecchio strano, perché è stata la prima volta che ho parlato con lei. L’ho aiutata con…”

In quella si interruppe e, per la prima volta, i suoi occhi stanchi si velarono di lacrime.

“…con i preparativi per il funerale. La farà cremare qui in città, credo. È arrivata l’altra sera e alloggia in albergo.”

“C’è qualche familiare insieme a lei?” si informò Mackenzie.

“Non saprei.” Clark si chinò in avanti fissando il pavimento. Appariva al tempo stesso esausto e triste, un mix che sembrava aver avuto infine la meglio su di lui.

“Per ora la lasceremo in pace” disse Mackenzie. “Se non le dispiace, ci può dire in quale albergo alloggia la signora Lynch?”

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