Un Amore come il Nostro - Софи Лав 3 стр.


“Perché è quello che si dovrebbe fare,” rispose tristemente Zach. “Gli eventi di famiglia si dovrebbero vivere tutti insieme.”

Lei si voltò e buttò rapidamente gli oggetti in valigia. Ma Zach notò che cosa stava facendo e la sua espressione cupa divenne persino più tempestosa.

“Stai facendo la valigia?”

Keira si bloccò e si morse il labbro inferiore. “Mi dispiace.”

“No, non è vero,” replicò lui in modo freddo e distaccato. Poi alzò lo sguardo e annunciò: “Se parti, non so se potremo rimanere insieme.”

Keira alzò un sopracciglio, stupefatta dalla minaccia. “Oh, davvero?” Incrociò le braccia. Ora sì che aveva tutta la sua attenzione. “Mi stai dando un ultimatum?”

Zachary alzò le braccia in preda alla frustrazione. “Sei tu che mi stai costringendo! Non riesci a capire quanto sarà imbarazzante presentarmi domani al matrimonio di Ruth senza di te?”

Keira sospirò, ugualmente frustrata. “Non capisco perché non puoi semplicemente dirle che ho avuto una fantastica occasione a lavoro, una che non potevo perdermi.”

“Il matrimonio di mia sorella dovrebbe essere qualcosa che non puoi perderti. Dovrei essere io la tua priorità!”

Ah. Ed eccoli di nuovo al punto della questione. Quella parola. Priorità. Ciò che lui non era, anche se Keira non avrebbe potuto confessarglielo.

“Mi dispiace,” ripeté, sentendo venir meno i suoi propositi. “Ma non è possibile. La mia carriera deve venire prima.”

Chinò il capo, non per la vergogna ma per la tristezza. Non sarebbe dovuta andare in quella maniera. Zach non avrebbe mai dovuto mettere la loro relazione contro la sua carriera. Era una battaglia che avrebbe inevitabilmente perso.

Non sapeva che altro dire. Guardò il volto infuriato di Zachary. Non si scambiarono nessun altra parola. Non rimaneva più niente da dire. Zach si alzò dal letto, si diresse fuori dalla stanza e nel corridoio, afferrò le chiavi dal vaso davanti alla porta prima di aprirla e di richiudersela seccamente alle spalle. Ascoltando il suono della sua auto che si allontanava, Keira capì che quella notte non sarebbe tornato; avrebbe dormito sul divano letto di Ruth come dimostrazione.

Keira aveva vinto la battaglia, ma non c’era gioia nella sua vittoria. Si lasciò cadere sul letto accanto alla valigia aperta e sentì formarsi un groppo alla gola.

Bisognosa d’affetto, prese il cellulare e chiamò sua madre.

“Ciao, cara,” salutò la donna, rispondendo immediatamente, come se la vista del nome della figlia minore sullo schermo del telefono l’avesse spinta subito in azione. “Va tutto bene?”

Keira sospirò. “Ti volevo sentire per raccontarti di un incarico che mi hanno affidato oggi a lavoro. È un articolo da prima pagina. Potrò andare a visitare l’Irlanda.”

“Cara, sono notizie magnifiche. Come è eccitante! Congratulazioni. Ma perché sembri così triste?”

Keira si girò sulla pancia. “Zach. È irritato. Praticamente ha detto che se parto tra noi sarà finita.”

“Sono certa che non dicesse sul serio,” disse gentilmente la madre. “Lo sai come sono gli uomini. Hai solo ferito il suo ego mettendo le tue priorità al di sopra delle sue.”

Keira strapazzò distrattamente l’angolo di un cuscino. “In realtà è per il matrimonio di Ruth di domani,” spiegò. “Pensa che gli stia dando buca, piantandolo in asso in questa maniera. Come se fosse la fine del mondo presentarsi senza la fidanzata.” Rise seccamente, ma dall’altro capo della linea le rispose solo il silenzio.

“Oh,” disse poi la madre.

“Oh, cosa?” chiese Keira, accigliandosi.

La voce della donna aveva perso una parte del suo calore. Aveva assunto un tono che Keira riconobbe subito, avendolo sentito un migliaio di volte da bambina. Disapprovazione.

“Beh, non mi ero resa conto che ti saresti persa il matrimonio di sua sorella,” commentò.

“E questo per te cambia le cose?” disse Keira, irrigidendosi leggermente.

La madre rispose con una voce che Keira riconobbe come il suo “tono diplomatico”. “Se avevi già preso un impegno… E si tratta di sua sorella. Andare da soli a un matrimonio è davvero tremendo. Tutti ti fissano e bisbigliano. Sarà sgradevole per lui.”

“Mamma!” si lagnò Keira. “Non è più il 1950. Il comfort di un uomo non è più importante della carriera di una donna!”

“Non è quello che intendevo, cara,” disse la madre. “Voglio solo dire che Zachary è un bravo ragazzo e non c’è niente di male nel dare la priorità al matrimonio. Non vorrai essere come tua sorella, sempre su quei siti di appuntamenti, a passare serate terribili con uomini che dicono di essere alti un metro e ottanta, e poi si rivelano a malapena un metro e mezzo!”

“Mamma!” gridò di nuovo Keira, mettendo fine al suo sproloquio. “In questo momento ho bisogno che mi supporti.”

Sua madre sospirò. “Lo faccio. Sono molto felice per te. E mi piace la tua… passione. Davvero.”

Keira roteò gli occhi. Sua madre non era affatto brava a sembrare convincente.

“Credo solo che in questa situazione dovresti rimanere con il tuo fidanzato. Voglio dire, davvero, che cosa è più importante? Tanto tra tre anni lascerai il lavoro per iniziare a fare figli.”

“Okay, mamma, adesso basta!” esplose Keira. I figli erano tanto distanti dalla sua realtà da essere un’idea ridicola.

“Cara,” la tranquillizzò la madre. “Ti fa molto onore lavorare con tanto impegno. Ma anche l’amore è importante. Ugualmente importante. Se non addirittura di più. Scrivere questo articolo davvero significa per te più di Zachary?”

Keira si rese conto che stava stringendo convulsamente il telefono. Rilassò leggermente la presa. “Devo andare, mamma.”

“Pensa a quello che ti ho detto.”

“Lo farò.”

Riappese con il cuore pesante. L’euforia che aveva provato prima era completamente evaporata. Ormai c’era solo una persona che avrebbe potuto ridarle il sorriso, ed era Bryn. Trovò rapidamente il numero della sorella maggiore e la chiamò.

“Ehi, ciao sorellina,” disse Bryn non appena rispose. “Ti sei persa il brunch.”

“Stavo lavorando,” replicò Keira. “Joshua ci ha richiamati tutti in ufficio, credo per mettersi in mostra davanti a Elliot per quel pezzo sull’Irlanda che avrebbe dovuto scrivere. Solo che è scivolato e… beh, si è rotto una gamba.”

“Stai scherzando?” esclamò Bryn, scoppiando in una risata isterica. “Ma come si fa?”

Già Keira sentì l’infelicità che iniziava a svanire, tale era il potere di Bryn.

“È stato assurdo,” continuò. “Ho visto l’osso. E poi si è messo a urlare che si era rovinato i suoi pantaloni costosi!”

Le due sorelle risero insieme.

“E poi cosa è successo?” chiese Bryn, il pubblico rapito che Keira avrebbe voluto fossero anche Zachary e sua madre.

“I paramedici lo stavano portando via in barella, io mi sono resa conto la riunione stava per iniziare, e Elliot odia quando la gente è in ritardo, quindi sono andata e mi sono seduta. E così credo di aver catturato la sua attenzione, quindi mi ha affidato l’articolo sull’Irlanda.”

“Incredibile!” esclamò Bryn. “Mi prendi in giro? La mia sorellina scriverà l’articolo di prima pagina?”

Keira sorrise. Sapeva che Bryn non capiva del tutto quanto quella fosse un’opportunità importante per lei, e che stava fingendo almeno un venti percento dell’entusiasmo, ma lo apprezzava. Era il tipo di reazione che avrebbe voluto ricevere da Zach.

“Sì, è fantastico. Ma domani devo già partire per l’Irlanda e mi perderò il matrimonio di Ruth.”

“Oh, pfft. E quindi?” replicò Bryn. “Questo è molto più importante. E comunque non credevo che Ruth ti piacesse.”

“E infatti non mi piace. Ma mi piace Zach,” disse Keira, cercando di farle capire per quale motivo volare in Irlanda da un momento all’altro potesse non essere la cosa più semplice del mondo. “Questa volta l’ho davvero fatto arrabbiare.”

Bryn sospirò. “Senti, sorellina, lo so che è difficile. E mi piace quel ragazzo, credimi, mi piace davvero. Ma tu devi partire! Lo devi fare. Detesto dirlo ma non dovresti stare con un uomo che cerca di limitarti. Ce l’avrai con lui se cederai alle sue richieste.”

“E lui odierà me se non lo farò.”

“Già. È una triste verità, ma a volte la vita e l’amore non vanno d’accordo. Due persone possono essere giuste l’una per l’altra ma il momento può essere quello sbagliato.”

Keira si sentì stringere il cuore al pensiero di lasciare Zach per la sua carriera. Ma forse Bryn aveva ragione. Forse non era il momento giusto per loro.

“Quindi cosa farai?” chiese Bryn, strappandola dalle sue riflessioni.

Keira fece un respiro profondo. “Lo sai, ne ho passate di tutti i colori per fare carriera e non posso arrendermi all’ultima difficoltà. Non posso tirarmi indietro.”

Sentì ritornare la sua energia. Era triste all’idea di lasciarsi indietro Zachary, ma non aveva altre possibilità. Rifiutare quell’opportunità avrebbe significato la fine della sua carriera. Non poteva fare altrimenti.

Doveva partire.

CAPITOLO TRE

Il mattino seguente la svegliò squillò fin troppo presto, rimbombando come una sirena da nebbia. Keira si girò e la spense, poi si rese conto che l’altro lato del letto era vuoto. Zach non aveva dormito lì la notte precedente.

Si alzò, strofinandosi via il sonno dagli occhi, e sbirciò in soggiorno. Niente Zach. Quindi, esattamente come aveva predetto, la notte prima non era tornato. Doveva essere rimasto da Ruth.

Accantonando la delusione e la tristezza, si fece una rapida doccia lottando per evitare che l’acqua calda la facesse riaddormentare, e indossò abiti comodi in previsione del lungo viaggio.

Afferrata la borsa, controllò per accertarsi di avere i biglietti e l’itinerario che le aveva dato Heather. Soddisfatta di scoprire che i documenti e il passaporto erano ancora in suo possesso, uscì di casa e saltò sul sedile posteriore del taxi che l’aspettava.

Mentre sfrecciava per le strade di New York di prima mattina, Keira si prese un istante per fare il punto della situazione. Stava succedendo sul serio. Stava davvero per andare all’estero per lavoro, come aveva sempre sognato di fare. Avrebbe voluto solo che Zach avesse scelto di condividere con lei quel momento, piuttosto che tenersi a distanza.

L’aeroporto di Newark era trafficato come l’ora di punta in metropolitana. Una partenza alle 5:00 del mattino era del tutto nomale per molte persone in carriera, e Keira provò un improvviso slancio d’orgoglio a considerarsi una di loro. Imbarcò i bagagli sull’aereo sentendosi come una super star all’aeroporto di Los Angeles, e tenendo la testa alta allo stesso modo. Poi trovò un baretto per la sua dose mattutina e per perdere un po’ di tempo prima che il suo volo fosse pronto alla partenza.

Seduta nel bar affollato, controllò ripetutamente il telefono. Anche se sapeva che Zachary doveva essere ancora addormentato, desiderava disperatamente qualsiasi genere di comunicazione da lui. Sapeva di aver fatto la cosa giusta accettando l’incarico e sperava che alla fine anche lui sarebbe arrivato alla stessa conclusione. O forse la loro relazione era condannata come pensava Bryn. Forse le loro opposte priorità erano davvero un blocco che non potevano superare.

Inviò un messaggio spensierato a Zachary, evitando qualsiasi riferimento al loro litigio, sperando che se si fosse svegliato con qualche parola dolce si sarebbe sentito più ben disposto nei suoi confronti.

Il suo telefono squillò e lei fece un balzo per l’eccitazione, sicura che fosse la risposta di Zach. Invece era Heather, per controllare che fosse andato tutto secondo i piani e che lei fosse pronta a prendere l’aereo. Delusa, Keira le rispose, rassicurandola che stava andando tutto bene.

Proprio in quel momento sentì la chiamata d’imbarco per il suo volo. Bevuta rapidamente l’ultima sorsata di caffè, Keira si diresse verso il cancello, giurando di chiamare Zachary non appena fosse atterrata. Tra New York e l’Irlanda c’era una differenza di cinque ore che avrebbe dovuto tenere a mente durante il suo soggiorno.

A bordo dell’aereo Keira si accomodò nel suo posto, controllando un’ultima volta se c’erano messaggi da Zach. Ma non aveva ricevuto niente, e l’assistente di volo le lanciò un’occhiataccia di disapprovazione vedendola usare il cellulare dopo la richiesta di spegnere tutti i dispositivi elettronici. Sospirando, Keira spense il telefono e lo infilò in tasca.

Esattamente in quel momento, un gruppo chiaramente in partenza verso una festa di addio al celibato salì sull’aereo, chiacchierando allegramente. Keira mugolò. Sarebbe stato un lungo volo. Sette ore, in effetti, fino a Shannon a County Clare. Sarebbe stato buio quando fosse atterrata, ma il suo corpo sarebbe stato convinto che fosse mezzogiorno. Aveva sperato di riuscire a riposarsi durante il volo, ma quel gruppo di uomini chiassosi sarebbe stato gliel’avrebbe impedito.

L’aereo si mise in moto sulla pista. Tentando di isolarsi dal frastuono dell’addio al celibato, si infilò gli auricolari e chiuse gli occhi. Ma non era neanche lontanamente sufficiente per soffocare le loro rumorose battute.

L’aereo prese il volo e Keira si rassegnò al piano B: la caffeina. Fece un cenno allo steward e ordinò un caffè, sapendo che sarebbe stato il primo di molti. Lo sorseggiò, irritata, sul sottofondo dei rumori dell’addio al celibato.

Mentre attraversava i cieli, Keira si prese il tempo di controllare l’itinerario e gli appunti di Heather.

Non ci sono taxi, quindi nel parcheggio ci sarà un’auto a noleggio ad attenderti. Spero che tu sappia guidare con il cambio manuale. E ricordati anche di tenere la SINISTRA.

Il pensiero di dover guidare mentre era tanto assonnata la preoccupò. Era molto tempo che non prendeva la macchina, dato che di solito usava la metropolitana per muoversi ovunque. Il cambio manuale era una sfida in più. E guidare sulla sinistra sarebbe stato persino più complicato. Se voleva avere qualche possibilità di non schiantarsi, avrebbe avuto bisogno di bere molto più caffè!

Alloggerai in un tradizionale pub e Bed & Breakfast irlandese, quindi non aspettarti un trattamento da Hilton Hotel. Sarà un posto molto semplice.

Keira non ne fu turbata. Era una scrittrice squattrinata da quando si era diplomata al college; erano anni che gli hotel erano fuori dal suo budget! Poteva vivere in un tugurio per un mese senza alcun problema. Finché non fosse stata costretta ad andare al bagno in una latrina all’aperto, era certa che sarebbe sopravvissuta agli alloggi più basilari.

Avrai la serata per acclimatarti prima di iniziare a lavorare. Abbiamo preso accordi con una guida turistica perché ti mostri il posto. Incontrerai il sensale, che si occupa di organizzatore degli incontri romantici, e proprietario del festival il mattino seguente. Il festival inizia la sera stessa.

Man mano che leggeva le informazioni, Keira cominciò a sentirsi sempre più emozionata. Il volo le sembrò più rapido di quanto si fosse aspettata, probabilmente grazie all’adrenalina che le pompava nelle vene. Quella, e alle copiose quantità di caffeina.

Atterrò a Shannon di buon umore, scendendo dall’aereo accolta dalla fredda e frizzante aria settembrina. Si aspettava di vedere dolci colline verdi e campi pieni di mucche e pecore, ma invece l’aeroporto di Shannon non offriva un gran panorama. La zona era piuttosto industrializzata, con grandi edifici grigi privi di qualsiasi bellezza architettonica.

L’autonoleggio era altrettanto tetro. Piuttosto di una calda accoglienza irlandese, incontrò un giovane dal volto impassibile che accettò in silenzio la sua ricevuta di pagamento e le tese le chiavi dell’auto senza pronunciare nemmeno una sillaba.

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