“Anche la mia.”
Blaine mise le mani dietro alla nuca, si appoggiò allo schienale del divano ed emise un sospiro profondo.
“Crystal inizierà presto a guidare” osservò.
“Anche April” Riley ribattè. “Direi che farà l’esame per la patente a novembre. Non so come questo mi faccia sentire.”
“Neanch’io. Specialmente da quando insegnare guidare a Crystal mi ha reso un fascio di nervi.”
Riley ebbe una fitta di senso di colpa.
Poi disse: “Ho paura di non aver dedicato il giusto tempo ad insegnare ad April. In realtà, è pari a zero. Per la maggior parte del tempo ha dovuto farlo con l’istruttore a scuola.”
Blaine alzò le spalle e disse: “Vuoi che le insegni un po’?”
Riley abbozzò un sussulto. Sapeva che Blaine riusciva ad essere un genitore più presente di quanto le sembrava di essere lei stessa. Il lavoro che svolgeva al BAU continuava ad allontanarla dalle solite questioni madre-figlia, e questo la faceva star male.
Eppure, era gentile da parte di Blaine offrire aiuto, e sapeva che non doveva sentirsi gelosa se l’uomo passava più tempo con April di quanto lei stessa potesse. Dopotutto, sarebbe diventato il padre di April a breve. Sarebbe stato grandioso per April e Jilly avere un papà che riservasse loro vere attenzioni. Sarebbe stato più di quanto l’ex-marito di Riley, Ryan, avesse mai fatto.
“Sarebbe bello” rispose. “Grazie.”
Gabriela entrò in soggiorno con un vassoio. La donna, benché tarchiata, camminava con destrezza, mentre Darby, la cagnolina dalle grandi orecchie di Jilly, e la gattina bianca e nera di April, le scorrazzavano intorno ai piedi. Appoggiò il vassoio sul tavolino da caffè di fronte a loro.
“Spero che siate entrambi dell’umore adatto per caffè e champurradas.”
“Champurradas!” Blaine esclamò con piacere. “Che buone!”
Appena la governante versò del caffè in due tazze, Riley prese uno dei biscotti croccanti e burrosi arrotolati nei semi di sesamo. Le champurradas erano appena state sfornate, e, naturalmente, assolutamente deliziose.
Quando Gabriela si voltò per tornare in cucina, Blaine la invitò: “Gabriela, si unisce a noi?”
Gabriela sorrise:“Por supuesto. Gracias.”
Andò in cucina a prendere un’altra tazza, tornò, si versò del caffè e si sedette su una sedia accanto a Riley e Blaine.
Blaine cominciò a chiacchierare con la governante, metà in inglese e metà in spagnolo, chiedendole la ricetta della champurrada. Come masterchef e proprietario di un ristorante di tono, Blaine era sempre interessato ad ascoltare i segreti culinari di Gabriela. Come al solito, quest’ultima opponeva timidamente resistenza, non dicendo molto inizialmente, ma infine gli svelò tutti i dettagli per realizzare degli squisiti biscotti guatemaltechi.
Riley sorrise ed ascoltò, mentre Blaine e Gabriela proseguirono discutendo di altre ricette. Le piaceva sentirli parlare in quel modo. Pensava che fosse eccezionale che loro tre si trovassero insieme a casa.
Riley rifletté per cercare la parola adatta a descrivere come fossero le cose in quel momento. Poi, le venne in mente.
Confortevole.
Sì, era proprio quella la parola. Qui, lei e Blaine erano stravaccati sul divano, senza scarpe, sentendosi davvero a loro agio insieme.
Dopo un poco, Riley divenne pensierosa, rendendosi conto di una cosa.
Il fatto era che la situazione non era affatto romantica.
Al momento, Blaine non sembrava l’amante appassionato che talvolta lei aveva scoperto che fosse. Naturalmente, quei momenti romantici erano rari. Persino quando avevano trascorso due settimane in una bella casa al mare quell’estate, avevano dormito in camere separate per via delle loro figlie.
Riley si chiese …
Le cose resteranno così, se ci sposeremo?
Riley soffocò un sospiro al pensiero che stessero già agendo da vecchia coppia sposata.Poi sorrise, considerando …
Forse c’è qualcosa che non va in questo.
Dopotutto, aveva quarant’anni. Forse, era ora di lasciarsi alle spalle l'amore appassionato. Forse era giunto il momento di sistemarsi, abbracciando comfort e tepore. E, al momento, quella possibilità sembrava davvero un’ottima soluzione.
Eppure, si chiese …
Il matrimonio è davvero scritto nel destino mio e di Blaine?
Avrebbe voluto poter decidere in un senso o nell’altro.
I pensieri di Riley furono interrotti dal trillo del suo cellulare.
Il cuore le balzò in gola, vedendo che si trattava della chiamata del suo partner storico al BAU, Bill Jeffreys. Per quanto fosse legata a Bill, sentiva che quella non sarebbe stata una semplice telefonata tra amici.
Quando rispose alla chiamata, Bill esordì: “Riley, ho appena ricevuto una chiamata dal Capo Meredith. Vuole vedere noi due e Jenn Roston immediatamente nel suo ufficio.”
“Che cosa succede?” Riley chiese.
“Ci sono stati un paio di omicidi in Connecticut. Stando a Meredith, potrebbe essere un caso seriale. Neppure io conosco i dettagli.”
“Arrivo subito” Riley replicò, mettendo fine alla telefonata.
Vide che Blaine e Gabriela la stavano entrambi guardando con aria preoccupata.
Blaine chiese: “Un nuovo caso d’omicidio?”
“A quanto pare” Riley rispose, infilando nuovamente le scarpe. “E’ probabile che andrò subito in Connecticut. Potrei stare via per un po’.”
Gabriela disse: “Ten cuidado, Señora Riley.”
Blaine annuì e aggiunse: “Sì, per favore, fa’ attenzione.”
Riley diede un leggero bacio a Blaine e poi uscì di casa. La sua valigia era già piena e pronta nell’auto, perciò non ebbe bisogno di ulteriori preparazioni.
Era animata da un senso di aspettativa. Sapeva che stava per uscire da un mondo fatto di comfort e tepore, per entrare in un regno fin troppo familiare, fatto di buio e malvagità. Un mondo abitato da mostri.
La storia della mia vita, pensò con un sospiro amaro.
CAPITOLO DUE
Riley avvertì un senso di urgenza nell’aria, quando entrò nell’ufficio dell’Agente Speciale Capo Brent Meredith nell’ufficio del BAU. L’intimidatorio e imponente Meredith era seduto alla propria scrivania. Bill Jeffreys e Jenn Roston erano in piedi di fronte a lui, con in mano le loro valigie.
A quanto pare, sarà un incontro breve, Riley pensò.
Immaginava che lei e i suoi due partner sarebbero probabilmente volati via da Quantico nell’arco di pochi minuti, ed era felice di sapere che avrebbero lavorato di nuovo insieme. Durante il loro caso più recente in Mississippi, i tre avevano infranto persino più regole del solito, e Meredith non aveva fatto mistero di essere stato deluso da tutti loro. Dopo quell’episodio, aveva temuto che il capo potesse separarli.
“Mi fa piacere che tutti voi siate riusciti a venire qui tanto in fretta” Meredith disse con la sua voce rude, oscillando leggermente nella poltrona dietro la sua scrivania. “Ho appena ricevuto una chiamata da Rowan Sturman, l’Agente Speciale Capo all’ufficio dell’FBI di New Haven, Connecticut. Vuole il nostro aiuto. Immagino che abbiate sentito della morte recente di Vincent Cranston.”
Riley annuì, come i colleghi. Aveva letto sul giornale che Vince Cranston, un giovane erede nella famiglia multimilionaria Cranston, era morto appena la settimana precedente in circostanze misteriose a New Haven.
Meredith proseguì: “Cranston aveva appena iniziato il suo primo anno a Yale, e il suo corpo è stato ritrovato una mattina sul percorso da jogging di Friendship Woods. Era appena uscito per una sessione di corsa mattutina, e, inizialmente, si è creduto fosse deceduto per cause naturali, un’emorragia cerebrale, sembrava.”
Bill disse: “Presumo che il coroner sia giunto ad una diversa conclusione.”
Meredith annuì. “Sì, le autorità hanno mantenuto il silenzio finora. Il medico legale ha trovato una piccola ferita che si estende dall’orecchio della vittima fino al cervello. Apparentemente, è stato accoltellato con un oggetto appuntito e piccolo, subendo un unico colpo netto.”
Jenn strizzò l’occhio a Meredith, sorpresa.
“Un punteruolo da ghiaccio?” lei chiese.
“Sembrerebbe” Meredith affermò.
Riley domandò: “Quale sarebbe il movente?”
“Nessuno ne ha idea” Meredith rispose. “Naturalmente, non si può crescere in una famiglia potente come i Cranston, e non avere una buona dose di nemici. Fa parte dell’eredità. C’è buon motivo di credere che il povero ragazzo sia stato vittima di professionisti.. Restringendo una lista di sospettati, è venuto fuori che sia stato un colpo formidabile. Ma poi …”
Meredith fece una pausa, tamburellando con le dita sulla scrivania.
Poi, aggiunse: “Proprio ieri mattina, è stato trovato un altro corpo. Stavolta, la vittima è Robin Scoville, una giovane donna che lavorava per una rivista letteraria a Wilburton, Connecticut. E’ stata trovata morta nel suo stesso soggiorno, e, all’inizio, anche la causa della sua morte è apparsa forse un’emorragia cerebrale. Ma, ancora una volta, l’autopsia del medico legale ha rivelato una profonda ferita dall’orecchio al cervello.”
La mente di Riley si mise in moto, mentre elaborava ciò che stava ascoltando.
Due vittime con un punteruolo da ghiaccio in un piccolo stato, nell’arco di una sola settimana.
Non sembrava affatto una coincidenza.
Meredith continuò: “Vincent Cranston e Robin Scoville erano diversissimi tra loro, non riesco ad immaginare due persone più distanti: uno era un ricco ereditiero al suo primo anno in una prestigiosa scuola dell’Ivy League, l’altra, invece, una giovane divorziata dai mezzi decisamente modesti.”
Jenn chiese: “Quindi, dov’è il collegamento?”
“Perché qualcuno avrebbe dovuto desiderare la morte di entrambi?” Bill aggiunse.
Meredith replicò: “E’ proprio quello che l’Agente Sturman vuole sapere. E’ già un caso odioso, ed è possibile che lo diventi ancora di più, se altre persone saranno uccise in questo modo. Non è venuto fuori alcun collegamento, ed è difficile interpretare il comportamento di questo killer. Sembra che sia un caso fuori dalla portata di Sturman e della sua squadra dell’FBI di New Haven. Per questo mi ha chiamato ed ha chiesto aiuto al BAU. Ecco perché ho chiamato voi tre.”
Meredith si alzò dalla poltrona e ringhiò …
“Ora, non avete tempo da perdere. Un aereo dell’FBI è pronto e vi attende sulla pista. Andrete al Tweed–New Haven Regional Airport, e Sturman verrà a prendervi. Vi metterete subito al lavoro. Non occorre dire che voglio che questo caso venga risolto in fretta.”
Meredith smise di parlare e guardò ad uno ad uno gli agenti con uno sguardo intimidatorio.
“E, stavolta, voglio che facciate tutto secondo le regole” disse. “Intendo dire, niente più casini.”
Riley ed i colleghi borbottarono tutti timidamente: “No, signore.”
Riley era certamente sincera. Non intendeva affrontare la rabbia di Meredith di nuovo, e senz’altro non lo volevano neanche Bill e Jenn.
Meredith li accompagnò fuori dal suo ufficio; pochi dopo, stavano camminando sulla pista di decollo, diretti verso l’aereo in attesa.
Mentre camminavano, Jenn sottolineò: “Due omicidi con un punteruolo da ghiaccio, due vittime apparentemente senza alcun collegamento tra loro, forse persino casuali. Non vi sembra strano?”
“Dovremmo ormai essere abituati alle cose strane” Riley replicò.
Jenn rise ironicamente, “Sì, dovrebbe essere così. Non so voi, ma per me non è ancora così.”
Sogghignando, Bill replicò: “Vediamola così. So che il tempo in Connecticut è bello in questo periodo dell’anno.”
Anche Jenn scoppiò a ridere: “Di certo dovrebbe essere più bello di quello del Mississippi.”
Riley fece una smorfia, ricordando il grande caldo soffocante nella sgradevole cittadina costiera di Rushville, Mississippi.
Era certa che la fine dell’estate in New England sarebbe stata un deciso miglioramento.
E’ un vero peccato che probabilmente non avremo molta possibilità di godercela.
*
Quando l’aereo atterrò al Tweed–New Haven Regional Airport, l’Agente Speciale Capo Rowan Sturman accolse Riley ed i suoi colleghi sulla pista d’atterraggio. Riley non aveva mai incontrato Sturman, ma lo conosceva di fama.
Sturman aveva poco più di quarant’anni, quindi circa l’età di Riley e Bill. Da giovane, era stato considerato un agente molto promettente, destinato ad arrivare ai ranghi alti dell’FBI. Invece, si era accontentato di insediarsi nell’ufficio dell’FBI di New Haven. Stando alle voci, si era rifiutato di trasferirsi alla sedi di Washington D.C. o di Quantico, o altrove. Le sue radici e la sua famiglia erano fermamente piantate proprio lì nel Connecticut.
Naturalmente, Riley suppose che non avesse apprezzato le manovre politiche, che gli avrebbero consentito di giocare un ruolo in quei centri di potere.
Quest’idea non le dispiaceva.
A Riley piaceva lavorare per l’Unità di Analisi Comportamentale, perché indagare su strane personalità comportava sfruttare le sue capacità uniche. Ma odiava il modo in cui i giochi di potere dei superiori talvolta interferissero con le indagini. Si chiedeva quanto tempo sarebbe passato prima che quel genere di cosa si manifestasse di fronte alla morte di un erede di grandi ricchezze.
Riley trovò immediatamente Sturman caloroso e gradevole. Mentre li accompagnava al furgone in attesa, parlò con un piacevole accento del New England.
“Vi porterò direttamente a Wilburton, così potrete dare un’occhiata al luogo in cui è stato trovato il corpo di Robin Scoville. E’ la scena del crimine più fresca, e ho chiesto al capo della polizia locale di incontrarci lì. Poi, vi mostrerò dov’è stato ucciso Vincent Cranston. Di sicuro spero che voi possiate scoprire che cosa sta succedendo, perché io e la mia squadra siamo in alto mare.”
Poco dopo, Riley, Bill e Jenn sedevano insieme nel furgone, mentre Sturman guidava verso nord. Jenn aprì il suo portatile e cominciò la sua ricerca d’informazioni.
Sturman si rivolse a Riley ed ai suoi colleghi: “Mi fa piacere che siate qui. Io e la mia squadra possiamo fare solo quello che le capacità e le risorse che abbiamo a portata di mano ci consentono. Stiamo provando di tutto, in ogni modo. Da un lato, stiamo contattando negozi di ferramenta di tutta la regione, per ottenere ogni informazione possibile sui recenti acquisti di punteruoli da ghiaccio.”
“E’ una buona idea” Riley disse. “Avete avuto fortuna finora?”
“No, e temo che sia improbabile” Sturman disse. “Al momento, non abbiamo molti nomi, per lo più persone che hanno acquistato i punteruoli da ghiaccio con carta di credito, o di cui i negozianti avevano altre tracce. Di là da quei nomi, non siamo sicuri di che cosa potremmo cercare. Dovremo solo insistere e vedere.”
Riley sottolineò: “Usare un punteruolo da ghiaccio come arma di un delitto mi sembra alquanto singolare.”
Rifletté per un momento, poi aggiunse: “D’altro canto, a che cos’altro serve un punteruolo da ghiaccio?”
Jenn si accigliò, mentre dava una scorsa alle informazioni che stavano apparendo sul suo schermo.
Lei disse: “Non a molto, almeno non da circa un secolo. Prima dell’invenzione del frigorifero, le persone tenevano i cibi deperibili in ghiacciaie all’antica.”
Bill annuì e disse: “Sì, la mia bisnonna me ne ha parlato. Ogni tanto, il venditore di ghiaccio veniva a casa a portare un blocco di ghiaccio per tenere fredda la ghiacciaia. Serviva un punteruolo da ghiaccio per ricavare dei pezzi dal blocco.”
“Esatto” Jenn disse. “Quando le ghiacciaie sono state sostituite dai frigoriferi, i punteruoli sono diventati un’arma popolare per la Società degli Assassini. Talvolta, i corpi delle vittime avevano circa venti ferite causate da punteruoli da ghiaccio.”