Il Testimone Silenzioso - Блейк Пирс 3 стр.


Bill fece un sorriso derisorio e disse: “Sembra il tipo di arma approssimativa per omicidi premeditati ad opera di professionisti.”

“Sì, ma era spaventoso” Jenn intervenne, continuando ad osservare lo schermo. “Nessuno voleva morire in quel modo, questo è sicuro. La minaccia di essere uccisi con un punteruolo da ghiaccio ha contribuito a tenere i delinquenti sotto controllo.”

Jenn girò lo schermo, per condividere le sue informazioni con Bill e Riley.

Aggiunse: “Inoltre, guardate qui. Non tutti gli omicidi causati dai punteruoli da ghiaccio si sono rivelati confusi e sanguinari. Un delinquente di nome Abe Reles era il sicario più temuto al suo tempo, e il punteruolo da ghiaccio era la sua arma. Colpiva le sue vittime con un colpo netto, trafiggendo l’orecchio, proprio come ha fatto il nostro assassino. Era così bravo, che talvolta non li faceva apparire neanche come omicidi.”

“Non mi dire” Riley disse. “Sembrava che le vittime fossero morte di emorragia cerebrale.”

“Esatto” Jenn disse.

Bill si grattò il mento. “Pensate che il nostro killer abbia avuto l’idea dopo aver letto di Abe Reles? E, quindi, forse i suoi omicidi siano una sorta di omaggio ad un vecchio maestro?”

Jenn disse: “Forse, ma forse no. I punteruoli da ghiaccio stanno tornando di moda con le gang. Molti giovani criminali si stanno facendo fuori tra loro con i punteruoli da ghiaccio in questi giorni. Li hanno persino usati durante le rapine, invece di usare pistola o coltello.”

Bill sogghignò tristemente e disse …

“Proprio l’altro giorno, sono andato in un negozio di ferramenta per comprare del nastro adesivo. Ho notato uno scaffale con dei nuovi punteruoli da ghiaccio in vendita, le etichette dicevano ‘qualità professionale’ e ‘acciaio ad alto contenuto di carbonio’. Allora mi sono chiesto perché qualcuno dovrebbe usare una cosa del genere. E ancora non conosco la risposta. Sicuramente, non tutti quelli che comprano un punteruolo da ghiaccio hanno intenzioni omicide.”

“Direi che le donne potrebbero portarlo con sé per autodifesa” Riley spiegò. “Sebbene lo spray al peperoncino sia probabilmente una scelta migliore, se lo chiedi a me.”

Jenn girò lo schermo di nuovo verso di sé e disse: “Come potete immaginare, non si è mai sentita una grande esigenza di approvare una legge che limiti la vendita e il possesso di punteruoli da ghiaccio. Ma alcuni negozi di ferramenta chiedono la carta di identità per l’acquisto dei punteruoli da ghiaccio, per assicurarsi che i clienti abbiano più di ventun anni. E ad Oakland, California, è illegale portare con sé punteruoli da ghiaccio, così come è illegale trasportare coltelli a serramanico o simili armi affilate.”

La mente di Riley si mise in moto al pensiero di provare a regolamentare i punteruoli da ghiaccio.

Si chiese …

Quanti punteruoli da ghiaccio ci sono in giro?

Al momento, lei ed i suoi colleghi erano a conoscenza dell’esistenza di almeno uno di essi.

Ed era stato sfruttato nel modo peggiore possibile.

Poco dopo, l’Agente Sturman guidò il furgone lungo le strade della piccola cittadina di Wilburton. Riley fu colpita dallo stile pittoresco del distretto residenziale in cui Robin Scoville aveva vissuto: file di splendide case rivestite in legno con le finestre chiuse, ciascuna circondata da alti steccati in legno. Il quartiere era vecchio, forse persino storico. Ciò nonostante, tutto luccicava di vernice così bianca, che la si sarebbe detta ancora fresca.

Riley immaginò che gli abitanti del luogo fossero molto orgogliosi delle proprie recinzioni e ne preservasse la storia, come se il quartiere fosse una sorta di ampio museo all’aperto. Non c’erano molte auto nelle strade, per cui era facile per Riley immaginare la cittadina in un’epoca passata, con carretti trainati da cavalli e carrozze in circolazione.

Poi, le venne in mente …

Un venditore di ghiaccio passava regolarmente qui.

Immaginò l’ingombrante carretto che trasportava grandi quantità di ghiaccio, e il forte uomo che portava i blocchi fino alle porte delle abitazioni reggendoli con pinze di ferro. A quei tempi, ogni casalinga che aveva vissuto lì possedeva un punteruolo da ghiaccio, che destinava ad un utilizzo perfettamente innocente.

Ma la cittadina aveva subito un’amara perdita dell’innocenza due notti prima.

I tempi sono cambiati, pensò Riley. E non in meglio.

CAPITOLO TRE

I sensi di Riley si acuirono, mentre l’Agente Sturman parcheggiava il furgone di fronte ad una piccola casa in un quartiere ben tenuto. Lì Robin Scoville era vissuta ed era morta per mano di un killer. Riley provava sempre questo grande senso di allerta, quando stava per arrivare sulla scena di un crimine. Talvolta, la sua capacità unica di penetrare una mente contorta si palesava dove l’omicidio aveva avuto luogo.

Che cosa sarebbe accaduto qui?

In ogni caso, non era ansiosa di scoprirlo.

Era una parte brutta ed inquietante del suo lavoro, ma doveva sfruttarla ogni volta che poteva.

Quando scesero dal furgone, notò che la casa era la più piccola del quartiere, un modesto bungalow su un piano con un giardino minuscolo. Ma, come tutte le altre proprietà dell’isolato, anche questa era dipinta e mantenuta in modo immacolato. Era un edificio pittoresco, segnato solo dal nastro giallo della polizia, che impediva al pubblico di entrare.

Quando Riley, Jenn, Bill e l’Agente Sturman oltrepassarono il cancello anteriore, un alto uomo in uniforme uscì dalla casa. L’Agente Sturman lo presentò a Riley e ai colleghi, come Clark Brennan, il capo della polizia di Wilburton.

“Venite dentro” Brennan disse con un gradevole accento, simile a quello di Sturman. “Vi mostro dov’è successo.”

Percorsero una lunga rampa di legno che conduceva al portico.

Riley chiese a Brennan: “La vittima era in grado di spostarsi autonomamente?”

Brennan annuì e disse: “I vicini dicono che non aveva più molto bisogno della rampa. Dopo l’incidente d’auto l’anno scorso, la sua gamba sinistra è stata amputata sopra al ginocchio, ma si muoveva davvero bene con una protesi.”

Brennan aprì la porta, e tutti entrarono nella casa accogliente e confortevole. Riley non notò altri segni che mostrassero che una persona disabile viveva lì, nessun mobilio speciale né maniglie; semplicemente una sedia a rotelle disposta in un angolo. Sembrava ovvio che Robin Scoville si fosse imposta di vivere una vita il più normale possibile.

Una sopravvissuta, Riley pensò con amara ironia.

La donna doveva aver pensato di aver vissuto le peggiori difficoltà che la vita le potesse riservare. Ma, sicuramente, non aveva idea del destino crudele che l’attendeva.

Il piccolo e ordinato soggiorno era caratterizzato da mobili costosi che sembravano piuttosto nuovi. Riley dubitava che Robin avesse vissuto in quella casa per molto tempo. In qualche modo, quel posto sembrava transitorio, e Riley ne intuì la ragione.

Chiese al capo della polizia: “La vittima era divorziata?”

Brennan apparve un po’ sorpreso alla domanda.

“Perché? Sì” rispose. “Lei e il marito hanno divorziato all’inizio di quest’anno.”

Era proprio come Riley aveva sospettato. Quella sembrava la piccola casa dove lei ed April avevano vissuto dopo la fine del suo matrimonio con Ryan.

Ma la sfida di Robin Scoville era stata di gran lunga maggiore di quella di Riley. Aveva dovuto mettersi alle spalle sia un divorzio sia un paralizzante incidente, mentre era intenta a cominciare una nuova vita.

Una sagoma tracciata da nastro adesivo sul pavimento in legno massiccio mostrava la posizione del corpo. Brennan indicò una piccola macchia scura sul pavimento.

“Ha sanguinato giusto un po’ dall’orecchio. Perfettamente coerente con un’emorragia cerebrale. Ma, per via del recente omicidio Cranston, il medico legale ha immediatamente nutrito dei sospetti. E, come previsto, la sua autopsia ha dimostrato che Robin è stata uccisa allo stesso modo di Cranston.”

Riley pensò …

Lo stesso metodo, ma in circostanze così diverse.

E sapeva che le differenze potevano probabilmente dimostrarsi tanto importanti quanto le somiglianze.

Chiese a Brennan: “C’erano segni di lotta?”

“Nessuno” fu la risposta di Brennan.

Sturman aggiunse: “A quanto pare, è stata colta di sorpresa, aggredita rapidamente alle spalle.”

Bill chiese: “Indossava la protesi al momento della morte?”

“No” Brennan rispose. “Stava usando le stampelle per spostarsi.”

Riley s’inginocchio ed esaminò la posizione tracciata dalla sagoma. Era caduta proprio di fronte alla finestra. Quasi sicuramente, Robin era stata colpita, mentre guardava fuori dalla finestra.

Chiese a Brennan: “L’ora stimata della morte?”

Brennan disse: “Intorno alle quattro del mattino.”

Riley restò a guardare attraverso la finestra la strada calma e piacevole e si chiese …

Che cosa stava guardando?

Che cosa stava succedendo nel quartiere a quell’ora, da attirare l’attenzione di Robin? E d era importante in un senso o nell’altro? Aveva qualcosa a che fare con il suo omicidio?

Riley chiese: “Com’è stato trovato il corpo?”

Brennan disse: “Non è andata al lavoro il mattino seguente; era direttrice di una rivista letteraria locale. E non ha risposto alle chiamate del suo capo. L’uomo l’ha trovato strano e preoccupante, un comportamento niente affatto da lei. Era preoccupato che potesse aver avuto un incidente per via della sua disabilità. Perciò, ha mandato un impiegato a casa sua a controllare. Quando non ha risposto alla porta, l’impiegato è andato sul retro della casa e ha scoperto che la porta era stata rotta. Allora è entrato in casa, ha trovato il corpo e ha chiamato il nove-uno-uno.”

Riley restò lì per un istante, chiedendosi ancora che cosa Robin avesse visto fuori.

Era successo qualcosa lì fuori che l’aveva svegliata e portata in quel punto?

Riley non ne aveva idea.

In ogni modo, quello che la vittima aveva vissuto pochi istanti prima della sua morte era realmente meno importante per Riley, rispetto a quello che era accaduto nella mente del killer. Sperava di poter ottenere un indizio mentre si trovava sul posto.

“Ci mostri da dov’è entrato il killer” Riley chiese.

Brennan e Sturman guidarono Riley ed i suoi colleghi attraverso la piccola casa, fino ad una porta che si apriva sulle scale che conducevano al seminterrato. In cima alle scale, c’era un pianerottolo, da cui un’altra porta conduceva al cortile.

Riley vide subito che la lastra di vetro più vicina alla serratura di sicurezza e alla maniglia della porta era stata rotta. Il killer aveva ovviamente infranto il vetro ed aveva infilato le mani nell’apertura, per poi sbloccare ed aprire la porta.

Ma Riley notò un altro dettaglio, che le parve importante.

Pezzi di carta adesiva erano attaccati ai frammenti.

Riley toccò delicatamente un frammento che conservava della carta sopra.

Il killer aveva accuratamente messo la carta adesiva sulla lastra, sperando di non fare troppo rumore, ma anche …

Forse non voleva creare troppa confusione.

Riley rabbrividì ad un’improvvisa quasi-certezza.

Lui è schizzinoso.

E’ un perfezionista.

Era la sorta di intuizione che sperava di ottenere.

Che cos’altro poteva imparare sul killer lì in quel momento?

Devo provarci, pensò.

CAPITOLO QUATTRO

Mentre Riley si preparava mentalmente ad entrare nella mente del killer, i suoi occhi incontrarono quelli di Bill per un istante. L’uomo era fermo accanto agli altri agenti e la osservava. Vide Bill annuire; ovviamente aveva compreso che lei voleva restare da sola per svolgere il suo lavoro. Jenn abbozzò un sorriso, forse intuendo l’intenzione di Riley.

Bill e Jenn si voltarono e accompagnarono Sturman e Brennan di nuovo in casa, chiudendo la porta del seminterrato dietro di loro.

Rimasta sola nel piccolo pianerottolo, Riley guardò di nuovo la finestra infranta. Poi, uscì all’esterno, spinse la porta chiudendola, e restò nel piccolo cortile ben tenuto. C’era un vicolo proprio oltre la recinzione, sul margine del giardino.

Riley si chiese se l’uomo si fosse avvicinato dal vicolo.

O si era intrufolato dalla parte anteriore, tra la casa di Robin e quelle dei suoi vicini?

Probabilmente dal vicolo.

Doveva aver parcheggiato un veicolo in una strada laterale lì vicino, poi aveva camminato fino in fondo al vicolo e si era intrufolato tranquillamente attraverso il cancello sul retro. Poi, era strisciato attraverso il giardinetto fino alla porta sul retro e …

E poi?

Riley fece alcuni respiri lunghi e profondi per prepararsi. Com uno sforzo mentale, cercò di ricostruire nella sua mente come dovesse essere apparso il cortile sul retro a quell’ora del mattino. Riuscì ad immaginare il frinire dei grilli e poté quasi percepire la piacevole aria fresca di una notte settembrina. Dovevano esserci stati dei bagliori dei lampioni, ma probabilmente poca luce proveniente dalle case stesse.

Come doveva essersi sentito il killer, mentre si apprestava ad agire?

Ben preparato, fu il pensiero di Riley.

Dopotutto, aveva ovviamente scelto la sua vittima in anticipo, ed era a conoscenza di alcune cose decisive su di lei, incluso il fatto che avesse subito un’amputazione.

Riley dette un’altra occhiata alla lastra di vetro infranta. Ora vide che la carta adesiva era stata tagliata quasi esattamente in modo da formare l’esatta sagoma della vetrata. Il che significava sicuramente che lui era stato fermo proprio lì, ed aveva tagliato la carta per farla combaciare persino alla luce fioca, probabilmente con un paio di forbici.

Ancora una volta, quella parola riecheggiò nella mente di Riley …

Schizzinoso.

Ma, ancor prima, era stato calmo e paziente. Riley sentiva che il killer era stato incredibilmente freddo, neanche un pizzico di rabbia o vendetta aveva albergato in lui. Che avesse o meno conosciuto la vittima, non serbava alcun risentimento nei suoi confronti. L’omicidio era stato eseguito a sangue freddo nel più vero senso del termine.

Quasi distaccato.

Strinse la mano a pugno ed imitò il colpo leggero ma fermo, che doveva aver usato per rompere il vetro. Prima di oltrepassare il pannello rotto, improvvisamente fu colta da una sensazione di malessere.

Aveva fatto più rumore di quanto si fosse aspettato?

Ricordò di aver visto un frammento di vetro sul pavimento, all’interno della porta. Un pezzo era caduto, nonostante l’attenzione che l’uomo aveva messo, causando un tintinnio.

Aveva esitato?

Aveva considerato di tirarsi indietro e uscire silenziosamente da dove era entrato?

Se così era stato, doveva aver rapidamente riacquistato convinzione.

Riley oltrepassò delicatamente il pannello, riaprì la porta ed accedette al pianerottolo, togliendosi le scarpe, così come lui aveva sicuramente fatto per potersi spostare silenziosamente.

E poi …

Lui aveva sentito un rumore provenire dal piano di sopra.

Infatti, la donna si era svegliata al suono; il killer doveva aver sentito il rumore delle stampelle, quando la donna le aveva prese ed aveva iniziato a spostarsi per la casa.

Riley pensò che, forse, il killer avesse perso le speranze, per qualche istante.

Forse aveva programmato di avvicinarsi furtivamente a Robin, mentre era a letto profondamente addormentata, per poi trafiggerle l’orecchio con il punteruolo da ghiaccio, senza che lei si accorgesse della sua presenza.

Назад Дальше