Blake Pierce
QUASI MORTA
QUASI MORTA
(La ragazza alla pari—Libro Tre)
B L A K E P I E R C E
Traduzione di
Francesca Fontana
Blake Pierce
Blake Pierce è autore bestseller secondo USA Today della serie mistery RILEY PAIGE, che include sedici libri (e altri in arrivo). Blake Pierce è anche l’autore della serie mistery MACKENZIE WHITE, che comprende tredici libri (e altri in arrivo); della serie mistery AVERY BLACK, che comprende sei libri; della serie mistery KERI LOCKE, che comprende cinque libri; della serie mistery GLI INIZI DI RILEY PAIGE, che comprende cinque libri (e altri in arrivo); della serie mistery KATE WISE, che comprende sei libri (e altri in arrivo); del sorprendente mistery psicologico CHLOE FINE, che comprende cinque libri (e altri in arrivo); dell’emozionante serie thriller psicologica JESSIE HUNT, che comprende cinque libri (e altri in arrivo); della serie thriller psicologica che vi farà stare con il fiato sospeso, AU PAIR, che comprende due libri (e altri in arrivo); e della serie mistery ZOE PRIME, che comprende due libri (e altri in arrivo).
Avido lettore e fan da sempre dei generi mistery e thriller, Blake adora sentire le vostre opinioni, quindi non esitate a visitare il sito www.blakepierceauthor.com per scoprire di più su questo autore e mettervi in contatto con lui.
Copyright © 2020 by Blake Pierce. Tutti i diritti riservati. Ad eccezione di quanto concesso dal governo USA. Secondo la legge sul Copyright del 1976, nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, distribuita o trasmessa in nessuna forma o mezzo, o archiviata in un database o un sistema di raccolta, senza permesso dell'autore. Questo libro è concesso in licenza per il solo uso personale. Questo ebook non può essere rivenduto o regalato ad altre persone. Se vuoi condividere questo libro con altre persone, acquista una copia supplementare per ogni ricevente. Se stai leggendo questo libro senza averlo acquistato, o se non è stato acquistato per il tuo solo utilizzo, ti chiediamo di restituirlo e comprarne una copia personale. Grazie per rispettare il duro lavoro di quest'autore. Si tratta di un'opera di fantasia. Tutti i nomi, personaggi, aziende, organizzazioni, luoghi, eventi e avvenimenti sono frutto della fantasia dell'autore o usati in maniera romanzesca. Ogni riferimento a persone reali, vive o defunte, è del tutto casuale. Immagine di copertina Copyright Mimadeo, usata tramite licenza da shutterstock.com.
LIBRI DI BLAKE PIERCE
THRILLER DI ZOE PRIME
IL VOLTO DELLA MORTE (Volume#1)
IL VOLTO DELL’OMICIDIO (Volume #2)
IL VOLTO DELLA PAURA (Volume #3)
LA RAGAZZA ALLA PARI
QUASI SCOMPARSA (Libro #1)
QUASI PERDUTA (Libro #2)
QUASI MORTA (Libro #3)
THRILLER DI ZOE PRIME
IL VOLTO DELLA MORTE (Libro #1)
IL VOLTO DELL’OMICIDIO (Libro #2)
IL VOLTO DELLA PAURA (Libro #3)
I THRILLER PSICOLOGICI DI JESSIE HUNT
LA MOGLIE PERFETTA (Libro #1)
IL QUARTIERE PERFETTO (Libro #2)
LA CASA PERFETTA (Libro #3)
IL SORRISO PERFETTO (Libro #4)
LA BUGIA PERFETTA (Libro #5)
IL LOOK PERFETTO (Libro #6)
I GIALLI PSICOLOGICI DI CHLOE FINE
LA PORTA ACCANTO (Libro #1)
LA BUGIA DI UN VICINO (Libro #2)
VICOLO CIECO (Libro #3)
UN VICINO SILENZIOSO (Libro #4)
RITORNA A CASA (Libro #5)
I GIALLI DI KATE WISE
SE LEI SAPESSE (Libro #1)
SE LEI VEDESSE (Libro #2)
SE LEI SCAPPASSE (Libro #3)
SE LEI SI NASCONDESSE (Libro #4)
SE FOSSE FUGGITA (Libro #5)
SE LEI TEMESSE (Libro #6)
GLI INIZI DI RILEY PAIGE
LA PRIMA CACCIA (Libro #1)
IL KILLER PAGLIACCIO (Libro #2)
ADESCAMENTO (Libro #3)
CATTURA (Libro #4)
PERSECUZIONE (Libro #5)
I MISTERI DI RILEY PAIGE
IL KILLER DELLA ROSA (Libro #1)
IL SUSSURRATORE DELLE CATENE (Libro #2)
OSCURITA’ PERVERSA (Libro #3)
IL KILLER DELL’OROLOGIO (Libro #4)
KILLER PER CASO (Libro #5)
CORSA CONTRO LA FOLLIA (Libro #6)
MORTE AL COLLEGE (Libro #7)
UN CASO IRRISOLTO (Libro #8)
UN KILLER TRA I SOLDATI (Libro #9)
IN CERCA DI VENDETTA (Libro #10)
LA CLESSIDRA DEL KILLER (Libro #11)
MORTE SUI BINARI (Libro #12)
MARITI NEL MIRINO (Libro #13)
IL RISVEGLIO DEL KILLER (Libro #14)
IL TESTIMONE SILENZIOSO (Libro #15)
OMICIDI CASUALI (Libro #16)
IL KILLER DI HALLOWEEN (Libro #17)
UN RACCONTO BREVE DI RILEY PAIGE
UNA LEZIONE TORMENTATA
I MISTERI DI MACKENZIE WHITE
PRIMA CHE UCCIDA (Libro #1)
UNA NUOVA CHANCE (Libro #2)
PRIMA CHE BRAMI (Libro #3)
PRIMA CHE PRENDA (Libro #4)
PRIMA CHE ABBIA BISOGNO (Libro #5)
PRIMA CHE SENTA (Libro #6)
PRIMA CHE COMMETTA PECCATO (Libro #7)
PRIMA CHE DIA LA CACCIA (Libro #8)
PRIMA CHE AFFERRI LA PREDA (Libro #9)
PRIMA CHE ANELI (Libro #10)
PRIMA CHE FUGGA (Libro #11)
PRIMA CHE INVIDI (Libro #12)
PRIMA CHE INSEGUA (Libro #13)
I MISTERI DI AVERY BLACK
UNA RAGIONE PER UCCIDERE (Libro #1)
UNA RAGIONE PER SCAPPARE (Libro #2)
UNA RAGIONE PER NASCONDERSI (Libro #3)
UNA RAGIONE PER TEMERE (Libro #4)
UNA RAGIONE PER SALVARSI (Libro #5)
UNA RAGIONE PER MORIRE (Libro #6)
I MISTERI DI KERI LOCKE
TRACCE DI MORTE (Libro #1)
TRACCE DI OMICIDIO (Libro #2)
TRACCE DI PECCATO (Libro #3)
TRACCE DI CRIMINE (Libro #4)
TRACCE DI SPERANZA (Libro #5)
CAPITOLO UNO
Cassandra Vale si affrettò lungo la strada asfaltata. La pioggia gelida le pungeva il viso, e lei sbattè le palpebre per togliersela dagli occhi. Si stava facendo tardi, era già buio, e la ragazza temette di essersi persa. Questa parte di Milano non appariva proprio come se l’era immaginata. Era finita in una delle piazze principali, ricca di negozi. I clienti affollavano i marciapiedi, avvolti in scuri cappotti alla moda e con le mani piene di sacchetti contenenti i loro acquisti.
Cassie diede un’occhiata ai negozi mentre si dirigeva verso l’incrocio, chiedendosi se potesse chiedere indicazioni in uno di essi. Gli interni chiaramente illuminati erano confortevoli oasi di calore, ma con la sua giacca malandata e le scarpe inzuppate d’acqua, dubitava che l’avrebbero anche solo fatta entrare. Quei nomi rappresentavano l’elite dell’industria della moda. Emilio Pucci, Dolce & Gabbana, Moschino. Gli stessi indumenti sembravano di un livello irraggiungibile, proprio come i loro cartellini col prezzo.
Si sarebbe dovuta affidare alla sua mappa, che si stava rapidamente disintegrando sotto la pioggia. Cassie si fermò all’incrocio per aprirla, rendendosi conto di come le sue labbra e le sue guance fossero intorpidite. La carta umida si strappò mentre la apriva e Cassie avvicinò i due lembi, cercando di dare un senso a quel complesso disegno di strade, descritte con nomi poco familiari, e al momento purtroppo anche quasi illeggibili.
Si era allontanata troppo. Avrebbe dovuto svoltare quattro isolati prima. Disorientata da quel luogo strano, non si era fermata a controllare dove si trovasse. Le tremavano le mani, mentre girava la cartina, cercando di capire come dirigersi verso la sua destinazione. Girare a sinistra qui, dopo tre isolati – no, cinque – e poi di nuovo a sinistra, dentro quell’intricato labirinto di strade. Era lì che doveva andare.
Cassie ripiegò i pezzi insieme e li rimise in tasca, sapendo bene che la mappa non sarebbe sopravvissuta ad un altro utilizzo. Ora doveva concentrarsi, e sopprimere l’ansia di essere in ritardo, poiché temeva che il luogo che cercava fosse chiuso al suo arrivo, o, peggio ancora, che il suo viaggio si concludesse in un disastro senza speranza.
Questa era l’unica possibilità che le restava di trovare sua sorella, Jacqui. Era l’unica traccia che aveva.
Cercando di tenere a mente l’immagine della cartina, Cassie percorse le vie quasi correndo, notando che più si lasciava la Milano alla moda alle spalle, più i marciapiedi diventavano stretti e le vetrine dei negozi meno imponenti. Qui erano esposti articoli più economici, i prezzi in Euro diminuivano ad ogni incrocio e vi erano cartelli dei saldi di gennaio esposti nelle vetrine trasandate.
Cassie vide il suo riflesso in uno dei vetri scuri. Aveva la pelle pallida per l’inverno, e le guance rosse per il freddo. Si era messa un cappellino di lana verde chiaro, sopra i capelli rossi, che le arrivavano alle spalle, non solo per tenere la testa al caldo, ma anche per cercare di controllare le onde ribelli. Stretta nel suo vecchio cappotto blu con la cerniera rotta, appariva decisamente fuori luogo in questa elegante capitale della moda. Si sentiva un’estranea tra la gente del luogo, perfettamente vestita, con i capelli deliziosamente acconciati, gli stivali costosi, e un senso della moda innato.
Quando lei e Jacqui erano piccole, venivano spesso obbligate ad indossare abiti usati, rotti e della taglia sbagliata, per andare a scuola, con il loro padre vedovo che insisteva con rabbia sul fatto che non vi erano soldi per comprar loro niente di meglio. Cassie aveva accettato la cosa molto meglio di Jacqui, che odiava apparire povera e trasandata.
Aveva decisamente senso il fatto che sua sorella fosse stata attratta dalla capitale mondiale della moda, dove qualunque capo di abbigliamento era fatto con stile, bellissimo e nuovo.
Fermandosi per riprendere fiato, Cassie vide il nome della via di fronte a lei, e le sembrò familiare.
Questa era la strada che stava cercando. Ora tutto quello che doveva fare era trovare il negozio.
Si chiamava Cartoleria, ma lei non sapeva se fosse il vero nome, o solo il tipo di negozio.
C’era stato un problema con la lingua quando aveva parlato con la commessa al telefono. Cassie era riuscita ad ottenere il nome della via dalla donna, che stava diventando sempre più impaziente, anche se sembrava che le uniche parole in inglese che conosceva fossero “Stiamo chiudendo”, che la signora aveva ripetuto numerose volte, prima di concludere con un seccatissimo “Addio”, e sbattere giù il telefono.
Cassie aveva deciso che l’unico modo per scoprirlo sarebbe stato visitare personalmente il negozio.
Le era servita una settimana per organizzarsi, e arrivare da Edimburgo, dove si trovava, a Milano. Aveva pianificato di arrivare molto prima, ma era rimasta bloccata nel traffico mentre entrava in città, e si era persa più volte prima di riuscire a trovare un parcheggio economico. Il GPS aveva funzionato male, e la batteria del suo telefono era quasi scarica. Per fortuna, in precedenza, aveva pensato di stampare la mappa. A che ora chiudono qui la maggior parte dei negozi? Alle sei? Più tardi?
Il suo livello di ansia aumentò quando Cassie vide che il negozio di fronte a lei stava già chiudendo per la giornata; il commesso stava girando il cartello sulla porta e spegnendo le luci.
“Mi scusi. Cartoleria. Sa da che parte si trova?” gli chiese, cosciente che ogni secondo era importante.
Lui aggrottò la fronte, poi indicò lungo la strada e disse qualcosa in italiano che lei non comprese. Almeno le aveva indicato la direzione giusta, visto che lei stava correndo dalla parte opposta.
“Grazie”, rispose.
“Signorina!” la chiamò lui, ma Cassie non poteva fermarsi per alcun motivo.
Era senza fiato per l’emozione. C’era una piccola possibilità che Jacqui lavorasse davvero in quel negozio. Cassie si immaginò di entrare e trovarsi faccia a faccia con sua sorella. Si chiese cosa avrebbe fatto Jacqui. Sapeva benissimo che lei stessa avrebbe urlato per la gioia e l’avrebbe abbracciata più stretta che poteva. Poi ci sarebbe stato modo di parlare, di scoprire cosa fosse successo e perché Jacqui era scomparsa per così tanto tempo senza mai mettersi in contatto.
Anche se non era molto probabile, Cassie non riuscì a fare a meno di sognare.
Eccolo, poco più avanti. Vide il cartello, Cartoleria, e si mise a correre. Devono essere ancora aperti – devono. Era la sua occasione, la sua possibilità di riconnettersi con l’unico membro della famiglia di cui ancora le importasse.
Cassie sguazzò sul marciapiede inzuppato di pioggia, zigzagando tra i pedoni lenti che si riparavano sotto gli ingombranti ombrelli.
Poi si fermò, fissando incredula il negozio.
La Cartoleria era chiusa.
Non per quel giorno, ma per sempre.
La vetrina era serrata con assi di legno, ma da uno strappo nella copertura che si stava spelando, Cassie riuscì a vedere l’oscurità all’interno. Il cartello sopra la porta, ammaccato e sbiadito, era l’unico segno che il negozio fosse aperto.
Fissando il desolante spazio vuoto, Cassie si rese conto di aver mal interpretato l’impaziente commessa, quando aveva telefonato la settimana prima. La donna stava cercando di dirle che il negozio stava chiudendo per sempre. Se l’avesse capito subito, Cassie avrebbe potuto richiamarla immediatamente, chiedere più informazioni, ed essere più persuasiva.
Invece aveva guidato per centinaia di chilometri, solo per trovarsi davanti al capolinea più definitivo.
La sua traccia era scomparsa, insieme ai suoi sogni e alle sue speranze. Aveva perso l’unica possibilità di ritrovare sua sorella.
CAPITOLO DUE
Fissando il negozio vuoto, Cassie si sentì distruggere dalla delusione. Sapeva di doversene andare, allontanarsi nella sera oscura e umida e cominciare il lungo viaggio verso la sua automobile, ma non riusciva a costringersi a farlo.
Era come se andarsene ora volesse dire arrendersi per sempre, e quando la pensava in quel modo, i suoi piedi sembravano come radicati nel terreno. Non riusciva a scuotere quella sensazione di certezza che ci fosse ancora qualcosa che, in qualche modo, potesse portarla a Jacqui.
Guardandosi intorno, vide che uno dei negozi lì vicino era ancora aperto. Sembrava essere un bar e ristorante. Forse qualcuno lì dentro sapeva chi fosse il proprietario della Cartoleria, e dove fosse andato.
Cassie entrò nel ristorante, sollevata per il fatto di poter godere del riparo dalla pioggia torrenziale. All’interno vi era un delizioso odore di pane e caffè, e lei si ricordò che quel giorno non aveva mangiato niente. Una gigantesca macchina del caffè cromata si ergeva al posto d’onore sul bancone di legno.
Vi era spazio solo per quattro tavoli all’interno, ed erano tutti occupati. C’era un posto vuoto al bancone però, perciò Cassie si sedette lì.
Il cameriere dall’aspetto tormentato le corse incontro.
“Cosa prendi?” le chiese.
Cassie intuì che volesse prendere un’ordinazione.
“Mi spiace, non parlo italiano”, si scusò, sperando che la capisse. “Sa chi era il proprietario del negozio qui accanto?”
Il giovane alzò le spalle, apparendo confuso.
“Posso portare cibo?” chiese, in un inglese stentato.
Capendo che la barriera linguistica aveva messo fine alle sue domande, Cassie diede una veloce occhiata al menù scritto sulla lavagnetta appesa al muro dietro al bancone.
“Del caffè, per piacere. E un panino”.
Sfilò alcune banconote dal mazzo che teneva nel portafogli, e notò che i suoi soldi si stavano esaurendo velocemente. I prezzi a Milano erano anche più alti di quanto si fosse aspettata, ma si stava facendo tardi, e stava morendo di fame.
“Sei americana?” le chiese l’uomo seduto accanto a lei.
Impressionata, Cassie annuì.
“Sì, esatto”.
“Mi chiamo Vadim”, si presentò lui.
Non sembrava italiano, ma l’orecchio di Cassie per gli accenti non era neanche lontanamente paragonabile a quello del ragazzo. Ritenne che potesse venire da qualche parte dell’Europa dell’est, o forse persino dalla Russia.
“Sono Cassie Vale”, rispose.
Il ragazzo sembrava avere qualche anno più di lei, quindi doveva avere quasi trent’anni, indossava una giacca di pelle e un paio di jeans. Aveva di fronte un bicchiere di vino rosso bevuto a metà.